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Autore: _Rossyj_    17/12/2012    2 recensioni
Ross e la sua migliore amica Caty si trasferiscono dall'Italia in America a sei anni. Vivono nella Grande Mela per cinque anni per poi andare a Westerville dove frequenteranno le scuole medie e il Liceo. Nuovo stato, nuova vita, nuovi amici.
Dal primo capitolo:
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"O mamma! Chi era quella?! Cosa è successo alla Ross dolciosa?!" continuai a chiedermi mentre uscivo dal Lima Bean e correvo verso la scuola, avevo bisogno di mangiare qualche schifezza: pop corn immersi nella cioccolata e patatine pucciati nel gelato al cioccolato -sì, anche se ormai era inverno io mangiavo il gelato!-.

Però, proprio mentre correvo, sbattei contro qualcosa -o meglio dire 'qualcuno'- e caddi a terra facendomi male al fondoschiena. Mi tirai su massaggiandomi la parte dolorante e, con una smorfia, vidi una ragazza che cominciò a parlare a più non posso.

La guardai meglio e la riconobbi come la ragazza che vidi quella sera al Bel Grissino, così esclamai "Rachel...giusto?!" e le sorrisi.

Lei sembrò riconoscermi perché disse "Sì, Rachel Berry in persona! Aspetta, tu sei la ragazza che ha salvato il mio cappello! Ross, vero?! Dio, visto quanto sono sbadata! Tu mi salvi il cappello e questo è il ringraziamento! Mi dispiace, non stavo guardando dove andavo e ti son venuta addosso."

Io le dissi che non mi ero fatta niente e, non so come, ci ritrovammo in un negozio di spartiti a parlare del più e del meno.
Stavo cominciando a raccontarle di Alex -wow...neanche la conoscessi da una vita!- quando le squillò il telefono. Disse che doveva rispondere perché era Finn, il suo fidanzato dalle dimensioni di un armadio/il nostro argomento della precedente mezz'ora.

Rimasi lì a studiare i vari spartiti ma il mio cellulare trillò. Lo presi e c'era un messaggio da Caty: "Ho incontrato Alan stamattina...mi ha chiesto di uscire...domani...a cena...COSA FACCIO?!?"

Le risposi velocemente di accettare e vedere cosa sarebbe successo e aspettai che Rachel tornò.

Continuammo a parlare della scuola, di ragazzi, di musica, di ragazzi, del futuro da star che Rachel avrebbe voluto avere, di ragazzi -era uno degli argomenti che abbiamo trattato di più-.

Dopo due orette circa dovetti ritornare a scuola -Rach mi aveva anche lasciato il suo numero se avessi voluto parlare con qualcuno-.

Quando arrivai in stanza non ci trovai nessuno così provai ad andare in quella di Vero e Camy dove trovai solo la prima.
Le raccontai tutto, e quando dico tutto intendo TUTTO, anche le impressioni, i pensieri e i desideri. Di lei mi potevo fidare, la consideravo come una sorellona, in più lei aveva trovato il suo vero amore quindi mi sembrava la persona più adatta con cui parlarne.

Mi consolò e mi disse che quella 'strana Ross' era solo un passaggio ma che la dovevo controllare –i suoi consigli e le sue parole sagge le ricorderò sempre!-.

Rimasi ancora lì fino a quando arrivarono anche Camy e Lara, così chiamai anche Caty che ci raccontò della sua di 'fissazione'.

Passammo il resto della giornata così e dormimmo anche in camera loro.

I giorni passarono e ormai eravamo arrivati a inizio dicembre, la neve cominciò a scendere, io e Alex continuammo a vederci per prendere qualche caffè e ormai era diventata un'abitudine per me quella di passare davanti alla Dalton e aspettarlo per poi dirigerci assieme verso il Lima Bean prima delle lezioni.

Anche a Caty le cose con Alan stavano andando bene. Ha detto che le ha fatto conoscere suo fratello gemello -sono due fighi, porca miseria! Dopotutto fanno parte degli Warblers e mai dimenticare una delle regole più importanti per essere ammessi in quel gruppo: esse dei super-fighi!- e che, se non fosse stato per qualche piccolo particolare, non li avrebbe distinti!

Praticamente eravamo tutti felici e contenti, con nuovi amici e…con qualcuno di speciale a cui pensare.
Era una mattina come le altre, la neve che cadeva dal cielo era tanta e il terreno era ricoperto di bianco, ero davanti alla scuola maschile che aspettavo Alex quando una palla di neve mi colpi la schiena. Mi voltai di scatto e una guerra di palle di neve tra me e colui che mi aveva fatto aspettare fuori al freddo e al gelo per più di dieci minuti cominciò proprio nel giardino immenso della Dalton.

Ad un certo punto eravamo stravolti -io stavo facendo finta, era una tattica! Infatti nascondevo una palla di neve nella mano destra che tenevo nascosta dietro alla schiena- e Alex si avvicinò a me sventolando un fazzoletto bianco.

Mi avvicinai anche io e gli dissi "Sai, ho un deja vu...la neve bianca, una battaglia, noi che giochiamo come due bambini di cinque anni...la prima volta che si incontra una persona speciale non si dimentica!" e gli feci l'occhiolino.

Si mise a ridacchiare e mi chiese se quindi lui era una persona speciale per me facendomi arrossire violentemente -la palla di neve che avevo dietro alla schiena mi cadde persino di mano-.

Lo guardai più volte senza rispondere. Gli diedi le spalle e iniziai a camminare –correre, scappare…l’importante era che dovevo allontanarmi da lui sennò avrei cominciato a parlare a vanvera e gli avrei sicuramente detto tutto…TUTTO!! E non dovevo farmi sfuggire niente!-. 

Solo che per l’ennesima volta inciampai in non so cosa e, probabilmente mi sarei schiantata a terra, se non fosse stato per Alex che mi prese per le spalle e mi tirò su fino a essere faccia a faccia, con i nostri nasi che si sfioravano, i respiri che si mischiavano l’uno con l’altro e gli occhi incatenati fra loro.

Lo vidi sorridermi in quel modo che mi faceva venire i capogiri ogni volta che lo faceva e avvicinarsi ancora di più fino ad avere la sua bocca proprio qualche millimetro distante dalla mia. Aspettò qualche secondo, in cui io trattenni la voglia di appiccicarmi a lui e di non lasciarlo più, e mi sussurrò accarezzandomi una guancia “Attenta , si scivola”.

Poi semplicemente si distanziò lasciandomi con un groppo in gola.

Mi ripresi –più o a meno-, feci un respiro profondo e, stavo per andarmene, quando lui mi prese per i fianchi, facendomi voltare verso di sé e cominciando a girare su se stesso con me in braccio, facendomi ridere tantissimo. Ad un certo punto si buttò nella neve e rimanemmo lì, io sul suo petto e lui sotto di me che con una mano mi accarezzava la schiena e l’altra invece era intrecciata alla mia, a fissarci e sorriderci.

Improvvisamente mi chiese, mentre io gli passavo il dorso della mano sulla guancia, “Perché hai reagito così prima?”

“Ti ho visto così vicino e…ho pensato volessi baciarmi…” dissi tutto d’un fiato.

“E ti ha dato fastidio che non l’abbia fatto?”

“Sì…ma il problema principale è un altro…i-io…non ho mai baciato nessuno veramente…e avrei tanto voluto che quello fosse il primo…” abbassai la testa nel dirlo ma subito lui me la fece rialzare prendendomi delicatamente il mento e accarezzandomi –mamma mia, ogni volta che mi accarezzava mi faceva sciogliere!-.

“Che importa? Nemmeno io ho mai avuto una vera ragazza o mai dato un vero bacio, eppure vivo bene: ho tanti amici, frequento una scuola di pazzi, canto in uno dei migliori Glee club che ci siano e…sai, da un po’ di tempo c’è anche una ragazza, molto carina, dolce e anche lei un po’ matta, che mi piace tantissimo! Sarà circa un mesetto che la conosco e ogni giorno mi stupisco sempre di più di scoprire che bella persona lei sia. C’è solo un problema: non so se a lei piaccio e questo mi fa impazzire perché vorrei poterla stringere tra le mie braccia, baciare o semplicemente accarezzare ogni volta che voglio…e invece mi devo trattenere!” e dicendo tutto ciò i strinse ancora di più a lui.

Io a poco non mi misi a piangere dalla commozione –“no, sono una ragazza che non piange, io!” mi rimproverai mentalmente-.
“Ah, dimenticavo, il suo nome è Ross, ha dei capelli rossicci e ricci davvero morbidi, mi piacerebbe così tanto scostarglieli dal viso, e, se non porta la divisa della Crofford Country Day, la scuola che frequenta, le piace vestirsi colorata perché così può portare felicità a chiunque, ovunque vada, anche a se stessa. E per me è così: ogni volta che la vedo, sento la sua voce o il suo profumo alla vaniglia e cioccolato, o leggo un suo messaggio con scritto “Come va?” o anche solo quando qualcuno parla di lei, un sorriso automatico mi compare in viso e il mio cuore fa qualche capriola nel petto!”

“Sì!” esclamai, con un sorriso ebete, appena ebbe finito “Sì, le piaci anche tu! Non riesce a pensare ad altro tutto il giorno!”.

Ci abbracciammo e ci rotolammo su un fianco.

Dopo un po’ di tempo passato fra le sue braccia –non mi sarei mai stancata di sentire la sua stretta attorno a me- mi scostai leggermente per vederlo in faccia. Gli lasciai un bacio leggero sulle labbra, come uno sfioramento, niente di più, e gli dissi “E’ vero che il mio cuore ora sta ballando la Hola assieme ai miei pochi neuroni rimasti ma mi spiace informarti che il mio stomaco chiede pietà…non ho mangiato niente stamattina, tutto questo..”e indicai noi due sdraiati sulla neve “…non era previsto, io avevo il mio solito programma!” e risi, perché ero felice come non lo ero mai stata: ero tra le braccia del ragazzo dal quale ero ‘ossessionata’ –sì, perché la mia per Alex era un’ossessione!- che mi aveva detto di provare lo stesso nei miei confronti, in più lo aveva fatto in modo dolcissimo!

Si alzò ridacchiando e, dopo essersi tolto un po’ di neve dal giubbotto, aiutò me a fare lo stesso.

Ci dirigemmo verso il Lima Bean, come tutti gli altri giorni, ma per mano, senza smancerie diabetiche da fidanzatini come quella avuta poco prima, ma semplicemente parlando di cose normali con un piccolo dettaglio in più: le nostre mani intrecciate.

Arrivammo e prendemmo la stessa ordinazione di sempre.

Stavamo per sederci ad un tavolo –il nostro tavolo ormai- quando dalla porta entrarono Nick e Jeff, tutti pieni di neve, con i nasi e le guancie rossi ma che ridevano come due cretini.

Si avvicinarono salutandoci e vidi subito Jeff che fissava con un sorriso strano la mia mano e quella di Alex strette fra loro –…per poco ebbi paura di quel sorrisetto inquietante…-.

Guardai il viso di Nick che passò tre fasi: il dubbio, la sorpresa e la realizzazione, in quest’ultima si mise a sorridere anche lui come il biondino.

Io e Alex posammo prima lo sguardo su quei due, poi sulle nostre mani per poi fissarci, prendere un respiro profondo e contare “Uno, Due e…”

“Si sono fidanzati, finalmente!” urlarono in coro i due Warblers prendendosi le mani, ancora coperte dai guanti, e cominciando a saltellarci attorno. Praticamente i due continuarono a saltellare, squittire –quelli non potevano essere versi umani!- e farci domande del tipo “Te lo ha chiesto lui o lo hai fatto tu?” o “Come ha reagito?” finché una ragazza che lavorava lì non venne a chiederli se stessero bene e se potevano smettere di fare tutto quel rumore.

Io e il ragazzo che mi teneva la mano tentammo di non metterci a ridere davanti a quella scena: i Niff –così soprannominati- sembravano dei bambini sgridati dalla mamma dopo aver combinato qualche marachella.

Quando la ragazza se ne andò io e Alex scoppiammo a ridere e ci dirigemmo verso l’uscita –e le nostre mani non si erano ancora staccate…wow- ma i due bamb…ehm, Nick e Jeff ci bloccarono e ci guardarono con delle facce che dovevano sembrare minacciose ma che erano solo ridicole ai nostri occhi. Per fortuna continuarono a parlare sennò ci saremmo messi a ridere così tanto che la signorina sarebbe dovuta ritornare ma per zittire noi.

“Ora voi due rispondete a tutte le nostre domande…” cominciò Jeff “Non ci siamo mica presi quella ramanzina per niente!” finì l’altro.

Sbuffai sonoramente alzando gli occhi al cielo e dissi “Ascoltate bambini, la mamma adesso deve mangiare sennò sviene dalla troppa fame! Quindi, voi ora vi prendete una tazza di cioccolata per scaldarvi, dopodiché tornate a scuola, vi cambiate e vi fate una doccia calda, nel frattempo io e lui ci incamminiamo verso la MIA scuola…poi potremmo anche rispondere a tutte le vostre domande, TUTTE!” e a quelle parole si illuminarono gli occhi a entrambi.

“Ma prima dovete fare i bravi e svolgere queste piccole istruzioni, va bene?” finì Alex per me.

“Certo!” esclamarono i due e corsero verso la cassa per mano per ordinare, con Jeff che continuava a tirare Nick dicendogli “Hai sentito?! Finalmente risponderanno a tutte le nostre domande! TUTTEEE!!!! Dobbiamo sbrigarci!” e l’altro che annuiva e squittiva come una ragazzina.

I Niff erano davvero teneri…ma allo stesso tempo fuori di testa!

Io e il ragazzo che mi affiancava li guardammo come i genitori osservano i propri figli mentre giocano al parco giochi –“Sembriamo un po’ degli stalker così però…” pensai preoccupata- e quello mi disse “Allora, mamma, andiamo alla Crofford?” e mi aprì la porta.

“Sì, dobbiamo prepararci psicologicamente alle domande di quei due invasati…gli voglio bene ma non oso pensare a che cosa ci chiederanno!” un brivido mi percorse la schiena.

Lui si mise a ridacchiare e mi diede ragione, così proseguimmo la nostra passeggiata bevendo caffè e mangiando i biscottini che tenevo nel mio zainetto, senza mai lasciarci le mani.

Quando fummo davanti al cancello della scuola mi chiese “Ma io posso entrare? Cioè, è una scuola femminile e io sono un maschio!”.

“Certo” dissi trascinandolo dentro “Al massimo dico che fai parte del Glee club maschile con cui noi collaboriamo e che avevi bisogno di qualche spartito. Sono una delle allieve più buone qui dentro, i professori mi crederanno!” e con quello lo feci entrare nel grande atrio dell’edificio.

Percorremmo qualche corridoio finché non arrivammo nella mia camera –“tua, di Lara e di Caty, quindi non fare cose di cui potresti pentirti!” Mi appuntai mentalmente-, dove gli diedi il benvenuto.

Le mie coinquiline non c’erano: una era a fare shopping e l’altra era probabilmente a pomiciare con Alan –come ho già detto, le cose tra quei due stavano procedendo per il meglio!-.

Si sedette sul mio letto –wow, al primo colpo ha indovinato qual’era il mio!- e si guardò in giro.

“Lì c’è il bagno.” e indicai una porta bianca con qualche disegno dipinto dalle mie amiche “C’è anche una doccia se ne avessi bisogno. Fai come se fossi a casa tua!” e mi accomodai –lanciai, praticamente- di fianco a lui, sdraiata.

Mi imitò e poco dopo mi cinse i fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe. “I Niff…cosa facciamo ora?” mi chiese.

“Non lo so! Presi singolarmente sembrano due persone del tutto diverse: Nick la maggior parte delle volte potrebbe anche prendere il comando al posto di Blaine da quanto è responsabile, mentre Jeff sarebbe nel suo mondo, tranquillo e parlerebbe solo se interpellato. Assieme invece è come se si completassero, è vero che sono fantastici e unici nel loro genere, ma sono imprevedibili.” e finito il mio discorso mi accasciai sul suo petto.

Riflettemmo finché mi scostai leggermente e gli chiesi “Secondo te potrebbero mai stare assieme? Sai, a me Nick continua a parlare di quanto Jeff gli piaccia ma che non può far niente perché è etero…solo che allo stesso tempo Jeff certe volte tira fuori frasi come…”

““Ma lo sai come stavano bene quei jeans a Nick?!” o “Come farei senza Nick?!” e tante altre del genere, vero?! Anche con me fanno sempre così.” mi sorprese Alex.

Mi accasciai di nuovo sul suo petto e riflettemmo ancora.

“Dobbiamo trovare un modo per spingere Nick a dichiararsi ma nello stesso tempo dobbiamo anche lavorarci Jeff in modo che capisca i suoi sentimenti…” sussurrai beandomi del profumo della sua colonia.

Sentivo il suo mento appoggiato sulla mia testa e il suo respiro infrangersi contro i miei capelli. Le sue braccia invece mi tenevano stretta a lui. Cominciò a giocare con alcune mie ciocche e non riuscì a non sorridere sotto al suo tocco.

“Tu parli con Jeff e io con Nick o il contrario?” mi chiese dopo un po’.

“Jeff, posso riuscire a convincerlo!” mormorai in risposta e lo guardai negli occhi con sguardo convinto. Passò le mani dai capelli alle guancie e mi lasciò un bacio sulla fronte.

Proprio in quell’istante sentimmo qualcosa picchiettare sulla finestra, guardammo e riuscì a scorgere un ciuffo biondo platino. “No, non saranno mica…” dicemmo io e Alex contemporaneamente con gli occhi spalancati ma le nostre parole furono bloccate da un tonfo e il ciuffettino biondo scomparse.

Ci affacciammo alla finestra e vedemmo Jeff sopra Nick che diceva “Nicky! Dovevi tenermi!” e che intanto si massaggiava la schiena.

“Lo so Jeffy ma mi sono spaventato, Caty mi ha fatto un agguato!”  rispose l’altro indicando Caty, Alan e un altro ragazzo che era la sua copia spiaccicata –“il gemello figo del ragazzo figo della mia migliore amica!” pensai- che ridevano a crepa pelle e, con una smorfia di dolore, cercò di alzarsi tenendosi al muro.

Io e Alex tentammo di trattenerci dal ridere ma non ce la facemmo e il biondino e il suo amichetto s’imbronciarono e si avviarono verso l’interno della scuola seguiti dagli altri tre.

Quando arrivarono in camera io e Alex ci eravamo riseduti come prima e stavamo ancora ridendo.
Nick e Jeff, appena entrarono, si sdraiarono assieme sul letto di Lara.

Caty mi guardò come per dire “Dopo ne parliamo” e Alan sembrò guardare Alex nello stesso modo.

A rompere quel silenzio creatosi nella stanza fu la copia di Alan che mi si avvicinò, mi accarezzò il viso e mi disse “Bonjour Mademoiselle, Sebastian Smythe.”e mi baciò un mano –“Che cucciolo gentiluomo abbiamo qua!” pensai-.

Sentì Alex irrigidirsi all’azione di Sebastian –per poco non si alzò e lo menò!-.

Sfilai la mano dalla presa del damerino, tolsi la sua dal mio viso, gli picchiettai la guancia e dissi “Primo: le manine le tieni a posto. Secondo: non mi sono mai piaciuti i lecchini. Terzo: Ross Curlen, piacere. E quarto: tranquillo, so che sei gay, ti informo che così però partiamo col piede sbagliato!”.

Mi guardò malissimo per poi esclamare “Bel tipetto, mi piace! Caratterino acceso da quello che vedo e sa farsi rispettare. Ha saputo tener testa a me! Ma stai attenta, non ci si mette MAI contro Sebastian Smythe.”.

Mi alzai e risposi a tono “Ti piace ripetere il tuo nome per intero a quanto pare: sono solo pochi secondi che sei qua dentro e l’hai già fatto due volte!” e incrociai le braccia con un sorrisetto.

Lui cominciò a fissarmi con aria di sfida finché il fratello non mi venne vicino dicendo “Wow, veramente brava! Hai zittito Seb solo dopo pochi minuti di conoscenza.” e ci scambiammo un abbraccio come nostro solito quando ci vedevamo.

“No, dai! E’ simpatico. Se farà sempre così mi divertirò un casino a zittirlo con le mie frecciatine!”.

“Continua a sperare ricciolina, Sebas…ehm…io non mi faccio zittire da una ragazzina che sembra sia appena uscita da un colorificio” e guardò disgustato i miei abiti colorati.

“Ecco, mi piaci sempre di più fighettino!” e gli porsi una mano che lui accettò con una smorfia divertita.

“Alex, è ok. Facci quello che vuoi, ha i requisiti giusti…” mi fece fare un giro su me stessa “…e non solo per quanto riguarda il carattere.”

“La tua approvazione era di vitale importanza Bas!” s’intromise Caty facendo finta di essergli grata.

Alex mi cinse i fianchi, mi baciò una guancia e disse sarcastico “Veramente Seb, grazie per averci degnati della tua critica positiva.”.

“Di niente caro. Senza di me e la mia perfezione sareste proprio persi!” si vantò quello.

“Certo, come no!” esclamò Nick e Jeff gli tirò dietro un cuscino.

Cominciammo a parlare un po’ delle nostre cose e via dicendo quando Jeff urlò all’improvviso“ROSSEX!!” facendoci spaventare tutti –compreso Sebastian che si abbracciò ad Alan, suscitando la gelosia di Caty-.

Il paz…Jeff, emozionato, scosse Nick ripetendo il nome di prima e, contemporaneamente, si voltarono verso me e Alex che li guardavamo straniti, ci presero le mani e Nick disse “Abbiamo trovato il nome per la vostra coppia!” e Jeff ripeté Rossex spiegando che avevano unito Ross e Alex.

Tutti felici cominciarono a fangirlizzare con Caty che si era unita a loro sul letto con le gambe incrociate, mentre noi altri li guardavamo cercando di capirci qualcosa…ma niente, era come se parlassero una lingua sconosciuta; così intervenne Alan “Ragazzi…e ragazze, vi va di andare a mangiare qualcosa? E’ quasi ora di pranzo e ho paura che qualche professore possa venire a romperci le scatole…come loro solito!”.

Caty gli agguantò subito una mano e ci dirigemmo verso un ristorante.

Lì ebbi occasione di conoscere per bene Seb e Alan, del quale non sapevo molto perché non lo vedevo quasi mai –Caty se lo teneva tutto per sé!-.

I due erano gemelli e si assomigliavano non solo nell’aspetto, ma talvolta anche nei modi di fare.

Mi hanno raccontato la loro storia: due fratellini legati fin dalla nascita, i capolavori di mamma e papà…o almeno così si pensava finché non scoprirono che uno dei due era ‘venuto male’ e, solo perché Seb era gay, lo hanno mandato a questa scuola maschile molto prestigiosa per toglierselo dai piedi.

L’ultima volta che si sono visti o parlati –o ‘urlati contro frasi di disgusto reciproco ‘ come dice Sebastian- fu quando lo informarono del suo trasferimento alla Dalton. Certo, gli pagavano gli studi e tutto il resto ma solo perché era ancora minorenne ed era sotto la loro responsabilità.

Comunque, quando hanno cacciato Seb, Alan non sapeva cosa fare; lui, al contrario dei genitori, voleva bene a suo fratello per quello che era e per nulla al mondo avrebbe permesso che lo trattassero così. Quindi si schierò dalla sua parte e andò contro i suoi creatori.

Anche lui fu spedito alla Dalton con lo stesso trattamento del gemello ma almeno erano assieme.

Lì conobbero gli Warblers, Seb stabilì il record di scopate in quella scuola e anche Alan non se la cavava male sotto quell’aspetto –con ragazze, contrariamente al fratello!-.

Dopo aver pranzato passeggiammo un po’ per le vie di Lima –giocammo con la neve più che altro.-, dopodiché ce ne tornammo tutti per le nostre strade.

Il pomeriggio lo passai fra i libri –al contrario delle mie amiche che decisero di uscire- e, con mia sorpresa, mi chiamò Rachel chiedendomi se ci potessimo incontrare il giorno dopo al negozio di spartiti.

Ricevetti una visita da Blaine e Kurt, che mi aiutarono a finire qualche compito scritto.

Verso le 19:30 andammo a casa di Kurt, dove cenammo.

Avevamo un programma: cambiarci e metterci i pigiami, preparare qualche snack e bevanda, commentare l’ultimo numero di Vogue, guardare la nuova puntata di Project Runway e di American’s Next Top Model e alla fine pettegolezzi vari prima di prepararsi per andare a letto –la nostra ‘serata della moda’!-.

Burt rincasò tardi dal lavoro –stava per finire Project Runway.- e ci trovò nelle seguenti posizioni: io seduta a testa in giù sul divano che borbottavo “Non me la può mica eliminare così! Guarda che abito stupendo ha confezionato!” con Blaine seduto sul tappeto che mi spazzolava i capelli distrattamente, Kurt invece era seduto anche lui sul divano a limarmi le unghie, tutti e tre però eravamo con gli occhi sbarrati puntati alla TV.

All’inizio nessuno si accorse del suo rientro e lui rimase a fissarci divertito finché non tossicchiò e fece un salto Blaine strappandomi una ciocca di capelli, Kurt emise un urlettino che mi fracassò i timpani lanciando chissà dove la limetta e io feci una capriola in avanti cadendo dal divano.

Ci voltammo in sincrono verso la fonte del nostro spavento che si era messa a ridere della nostra grande figura di impavidi ragazzi maturi.

Sospirai e mi misi a ridere anche io salutando cortesemente il signor Hummel che ormai aveva imparato a conoscermi.

Ci ricomponemmo e Burt chiese a Kurt se potesse parlargli un attimo in privato così –dopo alcune lamentele del tipo “Ma papà, stanno per dire chi elimineranno!”- il ragazzo dalla pelle di porcellana si alzò e lo seguì in cucina.

Kurt tornò con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e prima di darci il tempo di chiedergli il motivo, lui disse che ce ne avrebbe parlato prima di andare a letto.

Quando finì anche il programma condotto da quello schianto di donna che era Tyra Banks –nessuno provi a contraddirmi! Tyra è una forza della natura!- ci fiondammo in camera per i pettegolezzi.

Eravamo sul letto, io a pancia in giù e i due piccioncini seduti abbracciati l’uno all’altro.

Blaine disse che si stava preparando per il duetto con il suo fidanzato da cantare alle provinciali –“E’ vero, le provinciali!
Me ne stavo dimenticando!” pensai-, stava progettando tutto assieme ai compagni, quell’anno dovevamo esibirci anche noi Blue Roses con loro, quindi bisognava pensare anche a noi, in più saremmo stati contro un Glee club chiamato New Direction di cui si parlava molto bene –lo avevo già sentito da qualche parte ma non ricordavo dove-.

Fu il mio turno per parlare e aggiornai i miei due amici della…relazione -chiamiamola così per ora- con Alex e del nostro piano per far mettere assieme i Niff…definitivamente come fidanzati e non solo come migliori amici, perché erano tutto tranne che ‘normali migliori amici’ –già normali era una parola grossa per quei due-.

Alla fine parlò Kurt che ci disse il motivo della sua felicità di prima dopo il discorso con suo padre.

“Venerdì sera ha un appuntamento…con una donna!! Si chiama Carole e mi ha fatto vedere una sua foto: è stupenda! Ha detto che ha perso il marito in guerra e che ha un figlio della mia età…magari è anche carino!” e Blaine con una faccia tra l’offeso e l’arrabbiato gli tirò una gomitata nelle costole provocando una mia risatina.

“Dai amore, lo sai che scherzo! Nessuno è più carino di te.” E gli lasciò un bacio a fior di labbra continuando a raccontarci di questa nuova donna entrata nella vita di Burt –la prima che gli piacesse veramente dopo la morte di Elisabeth-.

Ci addormentammo nel lettone di Kurt, i fidanzatini abbracciati fra loro e io sola come un cane nel mio angolino –ma mi sono vendicata rubandogli le coperte!-.

Sarà stata l’ 1:45 quando il mio cellulare trillò e quando risposi la voce di mia madre mi annunciò che erano appena arrivati in Italia, che presto sarebbero arrivati dai nonni e mi chiese come stavo.

“Mamma, qua in America sono quasi le 2:00…stavo dormendo! Oggi c’era la ‘serata della moda’ e quindi sono nel bagno di Kurt a parlare sotto voce per non svegliare nessuno quindi mi potresti richiamare più tardi?”

“Oddio tesoro, è vero! Il fuso orario! Scusaci, ti richiamiamo più tardi allora, saluta tutti! Baci piccola, ti vogliamo bene!”

“Ciao mamma, anche io ve ne voglio.” e riattaccai tornandomene sotto alle coperte dove Blaine mi prese la mano dicendomi “Anche quest’anno niente feste in famiglia?”.

“Già, Anderson…anche quest’anno niente.” e mi rannicchiai vicino al suo petto pensando che il Natale stava arrivando…e io lo avrei passato da sola.





Angolo della sclerata che scrive sta roba:
lo so, lo so...adesso sevo cominciare a scappare...sono in ritardissimo e mi dispiace così tanto! ç_ç
prima di uccidermi -tranquilli però, presto potrei farlo anche da sola; ieri ho rischiato di soffocarmi con un fiocco di neve...quindi!- fatemi parlare di questo capitolo!
allora...la Thadastian per oggi nonc'è però c'è una parte importantissimissima della ROSSEX! che ne dite? troppo smielosa? o troppo poco? bha, sono i miei cuccioli e io li amo così! v.v
i Niff...alcune loro trovate mi fanno paura! ma i nostri *miei* begnamini hanno deciso di farli mettere assieme! ce la faranno mai?! lo scopriremo solo vivendo...se i Maya ce lo permetteranno... -quindi non potete ANCORA farmi fuori!-.
Ross ha conosciuto Seb e ri-incontrato Rach e ora sappiamo la storia dei gemelli Smythe! <3
vi è piaciuta la "Serata Della Moda"?! speravo di poterla scrivere e ora eccola qua!! ^_^
presto introdurrò anche le coppie del McKinley! ;)
ma il prossimo capitolo (si spera in settimana, weekend probabilmente) sarà sul NATALE!!! ( ")>
come avete sentito i genitori di Ross sono in Italia e lei passerà le feste da sola! D=
dovrei aver finito...spero che questa ff sia di vostro gradimento e di star continuando bene...-"Continua a sperare" mi dice il cervello (?)-
bacioni a tutti quelli che leggono in silenzio, una doppia porzione a chi è tra i seguiti (?), baci e abbracci tra i preferiti e doopia di baci e abbracci a chi recensisce! =*
Klaine 4ever! =3                                                                    ^
PS: vi ricordo che potete recensire qua sotto | e non là sopra |   (cit. Daniele doesn't Matter perchè è fissata!) 
                                                                   
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