P.D.R. – Problemi di Reincarnazione
- Però è troppo forte che sei
una ragazza!
Quelle parole di Steven le rimbombavano continuamente nella mente, a causa
di Brad che si sentiva colpito nell’onore per quella
storia. Una storia veritiera, certo, ma una brutta storia. Chris
non sapeva come comportarsi ne cosa dire. Era una
situazione troppo strana e a lei non era mai capitato nulla del genere, come
più o meno a tutti gli umani mai esistiti.
A proposito.. loro due si potevano ancora considerare due esseri umani?
In fondo non era mai
capitato, a rigor di logica, che due persone condividessero
in un senso così stretto e letterale il corpo. In un certo senso si poteva
anche dire che erano telepatici, sentivano i pensieri l’un
dell’altra, no?
Non erano più esseri
umani..
Chris sentì una sgradevole stretta allo stomaco.
Un botto improvviso fece
saltare la ragazza, ma Brad si trattenne e si limitò
ad alzare lo sguardo verso la cattedra. Il professore aveva sbattuto
violentemente il registro per richiamarla sulla Terra. Uno svogliato “Sì?” dimostrò al professore
che non aveva fallito totalmente.
- Collins,
gradirei che ascoltasse la lezione e prendesse appunti..
se non le dispiace..
Il professore si sistemò
gli occhiali sul naso con un semplice gesto del dito medio e da dietro le sue
sottili lenti squadrò la ragazza che si riprendeva da
una specie di torpore nel quale era caduta poco prima.
- Mi scusi.. – cominciò lei. Il
professore si sistemò comodamente sullo schienale e incrociò le braccia al
petto per ascoltare le solite scuse degli studenti. “La scorsa notte non ho
dormito”, “non sono stata bene” e simili erano ai primi posti della classifica
e lui, il professore, ne aveva sentiti a valanghe. Una
volta aveva sentito un ragazzo scusarsi del suo clamoroso ritardo perché aveva
avuto problemi nel parcheggiare l’Enterprise.
Ma Brad non continuò oltre,
non gli sembrava neanche giusto. Lui avrebbe mai potuto capire cosa li
affliggeva? Avrebbe mai creduto alla loro storia? Cosa
gli importava di quel che aveva per la testa per non ascoltare quell’importantissima lezione di letteratura? No. Perché mentire, allora, e cadere nella
banalità di qualsiasi ragazzino?
Cominciò a prendere
appunti scrivendo ciò che c’era sulla lavagna. – Tanto
non capirebbe.
Il professore trattenne
una fragorosa risata, ma fallì. Si alzò in piedi e, con tutti gli altri
studenti che ridevano come coro, si avvicinò al banco di Brad
e vi appoggiò una mano.
- Mia cara, faccio il
professore da 18 anni e, credimi, di scuse ne ho sentite
di tutti i colori. I problemi adolescenziali li conosco
a menadito e il tuo certamente non è da meno. – e poi,
in modo da farsi sentire solo da lei – Se vuoi, dopo possiamo parlarne in
privato…
Ma Brad rispose a volume
normale, noncurante della situazione che poteva degenerare.
- No, le ho detto che non capirebbe. Continui pure la lezione, sto
prendendo appunti ora, vede?
Il professore si
massaggiò la barba corta e fissò la ragazzina con aria di superiorità. Collins era famosa per la sua scontrosità, era una ragazza
problematica, come se il fatto che fosse figlia di un famoso politico non
bastasse alla sua vita; ci volevano i suoi lutti e il secondo matrimonio del
padre. Sorrise pacato e tornò alla sua lezione. Alla
fine dell’ora le avrebbe parlato. Chissà cos’è che lui
non può capire..
L’intervallo del
mezzogiorno fu terribile per Chris e Brad, tanto che decisero unanimi di uscire cinque minuti prima del trillo della campanella per scappare
nell’angolo più remoto della scuola perché nessuno li vedesse, nessuno li
sentisse.
A mezzogiorno, puntuale
come un orologio svizzero, il loro nuovo processo biologico li chiamò al
“cambio della guardia”, come scherzosamente lo chiamò Christine
dopo esser tornata in possesso del suo corpo.
Per lei era una specie di
liberazione. Ora poteva andare in bagno tranquillamente, mentre aveva costretto
Brad più di una volta di trattenerla; poteva fare la
doccia, mentre aveva deciso di farla un giorno dì e uno no, quello in cui la
sera salutava Brad; poteva
rimettere a posto i pezzi di quello stranissimo puzzle che era la sua vita.
Man mano che il tempo
passava, il loro scambio diventava sempre meno doloroso. La prima volta
entrambi avevano sofferto tantissimo, tanto che erano
quasi svenuti dalla fatica. La seconda volta la solfa non era cambiata quasi
per niente, se non che sapere quel che succede è un
passo avanti dalla sorpresa totale.
In effetti, era quello un
fattore fondamentale: la consapevolezza di quello cui
stavano andando incontro li aiutava
molto nel superare il trasferimento di spirito.
Quel giorno non erano
riusciti ad ottenere tempo sufficiente per andare nel
sgabuzzino delle scope al piano inferiore della scuola, dove un tempo c’erano
le mense, così avevano dovuto ripiegare sul primo bagno sulla loro strada.
Quando uscì, Chris si ritrovò di
fronte il professore dell’ora appena conclusa.
- Allora, Collins, mi vuoi parlare del tuo problema?
Christine si morse il labbro inferiore.
- No, io.. le ho già detto che non avrebbe capito.
- E io ti ho già detto
che non c’è nessun..
- Non è un comune
problema adolescenziale!
Il professore rimase in
silenzio e rovistò fra le sue carte. Ne tirò fuori un biglietto da visita,
bianco da un lato e sporco di una macchia di qualche
liquido dall’altro. – Nel caso avessi bisogno d’aiuto..
o di parlare con qualcuno, qui c’è il mio numero di telefono.
Lo porse alla ragazza e
lei lo prese titubante. Era lo stesso professore che
l’aveva tormentata per tutto l’anno?
- Grazie..
- Spero solo che non
influisca sulla tua carriera scolastica.
Chris trattenne un “Quale carriera scolastica?” e si
limitò a sorridere.
Quel giorno, stranamente,
il bus del ritorno si fermò alle sue preghiere dopo che lo ebbe rincorso per
quasi tutto il viale della scuola. Il successivo sarebbe passato venti minuti
dopo perché si dirigeva in una zona non molto frequentata dagli studenti della
scuola.
Nik
ancora non ha detto nulla.. il che è molto strano, lui
sa quel che ci succede, lo sa! Ma dai.. Senti, tu pensala
come ti pare: per me, quello è un altro degli “strani”. Nikolas?? Sì, esatto! Ma non è possibile! Lui.. lui.. Lui? Dov’era quella sera?
Loro due non la
chiamavano in altro modo: quella sera. Tanto bastava.
Appena tornò a casa, non perse tempo e cercò il
fratellastro per tutta casa. Lo trovò nel garage, a sistemare la bicicletta.
- Ciao Chris! – la salutò lui agitando una mano nera di grasso per
catene – Com’è andata a scuola?
- Non male, grazie! A te?
- Ho fatto un esame..
- E?
Sospirò. – E che ne so, il risultato me lo daranno a giorni!
- Ah già! - risero entrambi, poi il
silenzio calò peggio di un sipario.
- Senti Nikolas.. volevo chiederti.. tu
dove sei stato il 24 settembre?
Il ventenne si alzò di
scatto e squadrò la ragazza da capo a piedi. Prima di tornare a casa aveva
deciso con Brad che lui non avrebbe fatto un solo
fiato durante tutta la loro conversazione. Magari, in quel modo, qualsiasi
sospetto di Nik avrebbe potuto dissiparsi.
Quando ebbe finito di squadrarla sospirò e fece un paio di
passi verso di lei, fino a che non si ritrovarono quasi faccia a faccia. Lui
era alto quasi venti centimetri più di lei, quindi non erano esattamente
“faccia a faccia”..
La sua risposa
arrivò tagliente come una lama.
- E
tu?
- Beh, io.. non si risponde a una domanda con un’altra domanda, hey!
- Ok.. allora mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
- Cosa?
E perché!
- Perché
sono fatti miei.
- Se
me lo dici io rispondo alla tua domanda.
Chris si morse la lingua per istinto di Brad. Voleva dire qualcosa, ma non poteva. Lei sapeva già
che cosa doveva dire.
Nikolas la fissò ancora per valutare meglio la proposta
della sorellastra ma non fece in tempo a considerarla abbastanza che la porta
del garage si aprì di scatto e vi entrò Diane.
- Oh, scusate.. ho interrotto qualcosa? – chiese col
suo vocino un po’ malizioso trovando il figlio e la figliastra soli nel garage
e un po’ troppo vicini per i suoi gusti. Suo malgrado, Christine arrossì.
- No, mamma, non hai
interrotto nulla! Stavo aggiustando la bici..
- Vedo. John mi ha chiesto di chiamare la
principessina nel suo ufficio – disse, poi alzò i tacchi.
- Principessina.. – Nikolas marcò con sarcasmo quell’attributo
che molti padri danno alle proprie figlie.
“Sì,
ma non l’ha detto lui.”
Quella sera, come altre precedentemente, Brad stava
cercando di fissare insistentemente il muro della doccia, come Christine gli aveva chiesto di fare. Il problema era che,
così come chiunque può tenere immobile la testa e guardare lo stesso in diverse
direzioni, anche Brad poteva abbassare troppo lo
sguardo e il tempo per fare la doccia si sarebbe dilungato
oltre ogni immaginazione. Chris, dal canto suo, ci
teneva moltissimo a non mostrare il proprio corpo in ogni sua fattezza allo
spirito che albergava in lei, ma doveva fare comunque
i conti con un ragazzo della sua età! Così lei era costretta a fare la doccia
“al buio” o “al tatto” con la testa rivolta al
soffitto così che, in qualsiasi direzione Brad
volesse sbirciare, non poteva vedere null’altro che pareti. Alle volte la
ragazza arrivava a chiudere totalmente gli occhi.
Aveva deciso che avrebbe
fatto una doccia prima di parlare col padre e, per fortuna per lei, quella
tortura acquea durava solo pochissimi minuti. Inutile
riportare i lamenti di Brad dopo “troppo tempo” ad
insaponare i lunghi capelli. Per lui era impensabile.
L’ufficio del padre era
al piano terra della loro villettina e aveva una
bellissima vista del nulla, le sue finestre davano praticamente
dentro i cespugli.
John Collins stava attendendo la figlia seduto nella sua bella poltrona di pelle, fumando
lentamente una pipa in stile europeo. Chris odiava il
fumo e l’odore delle sigarette, ma quello del padre era un tabacco totalmente
diverso, che a lei piaceva da morire.
- Mi volevi vedere? –
chiese dopo aver fatto capolino con la testa dalla porta.
John si alzò in piedi e fece le sue movenze come se la
figlia fosse una giornalista famosa. – Prego, siediti
pure!
Con un tocco lieve, poi, azionò lo stereo e partì la musica di un disco rock. Uno di
quelli di Christine, e lui lo sapeva.
- Questa è la tua.. musica, giusto?
La ragazza abbassò il capo
e sorrise lievemente. Lui stava cercando di farla felice. Stava cercando di
starle vicino.
- Ah, beh.. certo, l’ho preso dalla tua camera! Allora.. è rock, giusto?
- Veramente è pop/rock.. – precisò Chris, mentre una gocciolina
di liquido trasparente le scese lungo il viso, svanendo subito alla vista.
- Giusto.. beh, devo dire che non è male..
Lei non disse nulla.
- Senti un po’, mi sono
accorto che ultimamente non abbiamo passato molto tempo insieme: che ne dici se
domenica andiamo in campagna a fare un bel pic nic?
Christine alzò il capo d’un tratto. I
suoi occhi erano ansiosi. Mancava un dettaglio epr
decidere se era felice o meno della notizia.
- Domenica, sì.. andiamo dove quella volta ero stato morso da un’ape, che
ne dici?
Lei rimase ancora in attesa.
Lui comprese cosa stava
aspettando. – Sì, io e te soltanto.
Christine balzò in piedi e, noncurante
della scrivania che li separava, saltò al collo del padre, non ricordava da
quanto tempo non stava solamente col suo papà e, in quel momento difficile della
sua vita, era come una manna dal cielo.
- Hey,
attenta o non respiro.. Chris!
Si staccò da lui a
fatica, ancora gioiosa negli occhi, che avevano riacquistato una luce che John non vedeva da molti anni.
Udirono Diane gridare
dalla parte opposta della casa che la cena era pronta e si ripresero entrambi.
- Tu comincia pure ad
andare, io ti raggiungo subito.. – disse con un cenno
della mano mentre sistemava un paio di carte. La musica continuava ad andare.
Non era la canzone preferita di Chris, ma le piaceva
molto lo stesso.
Ripensandoci, si fermò
sulla porta. Poi, mentre ancora ci ripensava, si voltò lentamente verso il
padre e, mentre un’altra lacrima la tradiva, disse una cosa che colpì il
politico lasciandolo senza parole.
- Sai una cosa, papà?
Questo disco è davvero molto bello e.. non è la mia musica. E’ di Nancy. Era un suo disco..
Uscì dalla stanza e
chiuse lentamente la porta dietro di sé.
Le note risuonavano nelle
sue orecchie: era Brad che cercava di coprire la sua
presenza tormentando la povera Chris che doveva
recitare ancora con Nik perché non li scoprisse.
Inoltre loro dovevano scoprire lui, nel caso ci fosse
qualcosa da scoprire sul suo conto.
La cena era un momento
terribile.
Diane squadrava
storto un po’ tutti, come a chiedersi chi siano mai questi sconosciuti che
cenano al suo tavolo le preziosissime cose che lei ha cucinato.
John fa l’indifferente a qualsiasi familiare gli parli e ha
orecchie praticamente solo per la CNN.
Nikolas cercava sempre di essere il più naturale possibile,
ma non sempre gli andava bene; in questo era molto impacciato, molte volte
straparlava.
Phoebe, infine, la secondogenita di Diane, se ne stava muta
come un pesce, come era suo solito. Era la bambina più
muta di tutta la sua scuola, ma non era per colpa sua. I medici dicevano che o
aveva avuto un tremendo shock da piccola o lo faceva apposta o era affetta da
qualche forma di mutismo parziale, perché a volte parlava come una normale
bambina di 9 anni. Per Christine, valeva la seconda
ipotesi. Anche lei non doveva esser contenta della sua
nuova famiglia.
Christine, infine, era sempre un po’ solare e un po’ rinchiusa
in se stessa, a volte con sprazzi di acutezza fuori
dal normale e a volte senza nemmeno un briciolo di vitalità. Ogni sera, però,
accanto a lei c’erano altri due posti, occupati dalla madre e dalla sorella,
che poteva vedere solo lei.
E Brad era là in mezzo senza
che nessuno a parte la sua coinquilina lo sapesse, unico in grado di guardare
quella situazione in modo comico.
La governante di casa Collins, ogni volta che li vedeva a cena, si chiedeva come
il signor John potesse occuparsi della guerra in Iraq
con quella che si svolgeva continuamente sotto al suo
tetto…
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Vi piace la famiglia Collins? Non è male.. sembra un
po’ gli Addams.. XDD
Allora, il capitolo
scorso vi è piaciuto, lo avete trovato comico! Il prossimo prometto
che sarà molto meglio di questo, che mi sembra un bel po’ mediocre.. ma che ci
volete fare, sto sopportando un’aquila starnazzante (= mia sorella) da quando
mi sono svegliata! Ho la testa a pallone.. @__@
Vi ringrazio per
l’attenzione e vi saluto, al prossimo capitolo! ^^
Ciao!