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Autore: ravencraw    17/12/2012    0 recensioni
"Un giorno speciale in fin dei conti, e per Izumi lo era ancora di più, era il suo compleanno e per questo motivo il padre decise di chiamarla primavera, non credo ci sia un nome più appropriato"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 4 NOMIKOMU

 

Le giornate passavano nella più totale tranquillità, la primavera con tutti i suoi doni, anche se titubante, si fece sentire anche nella grande metropoli, capitale del Giappone; lo si capiva non dagli alberi carichi di gemme, non dal canto degli uccelli venuti da est a svernare...lo si capiva dalle persone, vestite in modo più leggero anche se formale, lo si capiva delle grandi pubblicità lampeggianti sulle schermate degli edifici e dai negozi che puntualmente modificavano l'ordine dei loro prodotti inneggiando al naturale.

Suzume saltellava come un cardellino tra gli angoli della biblioteca civica, con le braccia cariche di saggi e volumi di analisi economica, nascondendo nell'incavo del braccio, un libro di scienze farmaceutiche, che lesse voracemente e con attenzione in un angolino appartato adiacente agli scaffali, nascosto alla vista; indisturbato, passò così le ore della mattinata ed anche quelle del primo pomeriggio, quando poi capì che aveva bisogno di una pausa, sistemò i libri e prese in prestito il libro di medicina, accertandosi che nessuno lo vedesse, uscì dall'edificio e imboccò la via verso casa, fermandosi prima per un tè al solito locale in cui si fermava, c'era sempre poca gente ed era l'ideale per fermarsi a riflettere qualche momento.

Entrato, si sedette al medesimo posto dove sedeva ogni volta che veniva;

"Il solito, grazie" disse il ragazzo, dall'altra parte del bancone, una giovane e allegra voce gli giunse in risposta..."Mi scusi,...cosa prende di solito?"

Il ragazzo che si aspettava la vecchia commessa si stupì di vedere invece una giovane ragazzina indaffarata nella gestione del bar.

"Un tè verde per favore" si chiarì Suzume, la ragazza dopo qualche minuto giunse al suo tavolo saltellando e porgendogli il suo ordine.

"Ti occupi di medicina?" disse la ragazza osservando il piccolo volume sporgere da sotto le ginocchia del giovane.

"Ecco io...cioè..non" Suzume cercò velocemente una scusa per giustificarsi, quando la ragazza proseguì:

"Deve essere bello,..dico..impegnarsi per aiutare gli altri, ti fa onore"

Detto ciò ritornò ai suoi compiti lasciando il giovane alquanto sbigottito e perplesso...

Tra se e se pensava dove avesse già incontrato quella ragazza, era un volto familiare anche se non ricordava affatto di averla già incontrata...aveva una voce dolce e cristallina, non era sicuramente della zona, aveva un accento molto più rurale e forte...come quello che si usa nelle località montuose più a ovest...simile a quello parlato nella prefettura di Tochigi.

Tochigi...questa parola risuonò come un mantra estatico nella mente del giovane, e cominciava a farsi largo una serie di connessioni...vedeva in lei la signora della cartoleria, lo stesso sguardo delicato, gli stessi zaffiri al posto degli occhi, la stessa voce dolce...

Suzume! Smettila!...cercò di ricomporsi e di non fare pensieri sciocchi in quel momento anche se non riusciva a smettere di fissare la ragazza che era evidentemente in difficoltà, ma ciò nonostante continuava a sorridere, era un sorriso contagioso, tendeva le labbra color pesca formando due buffe fossette sulla pelle chiara, delineando ancora di più la dolcezza di quel viso.

Qualcosa pervase Suzume, lo prese e lo scosse dalla sua monotonia, un sentimento che non aveva mai provato..era incuriosito da quella ragazza voleva saperne di più...avrebbe voluto parlare con lei, ma non ci sarebbe mai riuscito la sua timidezza era troppo forte.

"Ehy..scusa...ho qualcosa che non va?"

Suzume si svegliò bruscamente dalla sua trance e venne riportato alla realtà:

"Ehy dico a te...come mai continui a fissarmi?...c'è qualcosa che non va?..."

Il ragazzo divenne rosso dall'imbarazzo e le sue gote avvamparono al richiamo inaspettato della ragazza, riusci a farfugliare qualcosa di incomprensibile continuando a fissare la giovane, che venne verso di lui, si sedette al suo tavolo stendendo i gomiti in una posa non troppo conveniente e guardandolo negli occhi, e continuando a sorridere...

" Piacere Izumi"

"S..suzume" biascicò il ragazzo,

"Bhè avrei dovuto aspettarmelo"

"Cosa?"

"assomigli davvero ad un piccolo passerotto"...rise.

Quella risata...era..era dolce...

Non era conveniente...non era...formale..Suzume si sentiva a disagio...ma qualcosa lo sbloccò...

Parlarono, parlarono delle loro passioni, lei le raccontò delle sue montagne, dei suoi alberi e di sua madre, lui si aprì e le raccontò delle sue passioni e dei suoi timori...non capiva cosa avesse quella ragazzina per convincerlo a spogliarsi del suo carapace impenetrabile...alla fine raccolse tutto il suo coraggio, fece un grande respiro e chiamò:
"Doki?"

  
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