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Autore: REAwhereverIgo    18/12/2012    4 recensioni
è passato un anno dall'addio definitivo di Layton a Claire, dalla partenza di Luke e dall'ultimo caso del professore... A un certo punto Lisa, giovane neolaureata, diventa la sua nuova assistente.
Il suo comportamento fin da subito suscita curiosità in Layton... Che cosa nasconde davvero? Hershel avrà il coraggio di lasciar andare il passato per darsi un'altra opportunità?
Per chi ama la coppia laytonxclaire (come me! quanto ho pianto alla fine del gioco!) mi odierà, ma ero così triste nel pensare che quella fosse la fine per Hershel, che mai più nella vita avrebbe trovato l'amore, che ho deciso di dargli un'altra possibilità! Probabilmente sono stata un po' OOC, vi chiedo scusa... spero che la storia vi piaccia!
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Quella dentro la teca è la moglie di Zeus. Ventidue anni fa è morta per colpa di una malattia, lasciandolo solo. Nonostante avesse provato in mille modi a curarla, alla fine le se n’era andata, lasciandolo so. A quel punto, lui è impazzito di dolore. Questa specie di bara di vetro è una vasca di contenimento: dentro la temperatura è molto fredda, così i corpi si conservano anche dopo molto tempo per il principio di congelamento” iniziò a spiegare Layton.

“Da quel giorno, ha iniziato a cercare un modo per far tornare in vita Crystal. Fu a quel punto che incappò nella leggenda della Spilla di Venere. Quell’idea iniziò a torturarlo giorno e notte, facendolo quasi ammattire, fin quando, un giorno, decise che l’avrebbe trovata a tutti i costi” raccontò. Zeus, che era rimasto zitto, annuì sconsolato.

“La mia Crystal. Avevo trovato il modo di farla tornare in vita e tu me l’hai portato via!” accusò Lisa. La ragazza si sentì in colpa solo per un istante, ma sorresse il suo sguardo.

“Se ci fosse il modo di far tornare vivi i morti, il mondo sarebbe un caos totale! E tu, per seguire un’idea utopica, hai ucciso tutta la mia famiglia!”

“No, non tutta” la contraddisse Layton. La ragazza lo guardò stralunata.

“C-che significa?” chiese.

“Zeus, dov’è Logan?” interrogò l’uomo. Lui non rispose, ma i suoi occhi andarono in direzione di lui. In tutto quel tempo il ragazzo era stato immobile a fissare un punto sulla parete, senza dare segno di comprendere ciò che gli capitava intorno.

“Come pensavo” annuì il professore.

“Ma di che parli?”

“Lisa, tu hai un modo per riconoscere tuo fratello?” le domandò.

“Beh, sì. Mi aveva dato un braccialetto, poco prima di separarci, che avrebbe utilizzato per ritrovarmi, diceva lui” rispose confusa.

“Come quello?” le indicò il polso del ragazzo. Lei seguì il suo indice e il suo cuore si fermò un attimo: sì, era il suo bracciale.

“Logan?” chiese. Layton annuì.

“Già, proprio lui. Posso dedurre che Zeus abbia utilizzato l’ipnosi per sottometterlo al proprio volere e fare in modo di farlo agire a suo piacimento. Colorando i suoi capelli e mettendogli un paio di lenti a contatto, Logan ha cambiato completamente connotati, ed è diventato questo ragazzo qua. Non è cosciente da ormai dodici anni, giusto?” domandò conferma. Zeus strinse i pugni, arrabbiato.

“Sì, è giusto” ammise infine.

“L’unico modo che avevo per tenere Lisa con me fino alla fine era avere suo fratello in ostaggio. Ma lui è troppo intelligente, avrebbe trovato un modo per fuggire prima o poi, così, grazie alle mie doti ipnotiche, l’ho sottomesso alla mia volontà. Avendolo con me, dalla mia parte, avrei potuto ricattare lei e tenermi lui. Un giorno, però, si è risvegliato. Ha iniziato a gridare e spaccare tutto, facendo scappare gli altri membri dell’Occhio. Hanno detto che si stava rivelando una situazione troppo pericolosa, che non potevo andare ancora avanti così, e se ne sono andati. Ma io non ho smesso di ipnotizzarlo, anche dopo che aveva rubato a Lisa il bracciale. Sperava che lei capisse che le era accanto, anche se lei non l’ha mai capito” raccontò. La ragazza si avvicinò al fratello, accarezzandogli una guancia.

“Logan, mi senti?” lo chiamò. Lui non parve ascoltarla.

“Non ti risponderà. Finché non glielo dirò io non si risveglierà” la informò Zeus.

“Allora diglielo!” gridò lei, infuriata. L’uomo rimase zitto a fissare la bara.

“DILLO!” ordinò di nuovo. Layton le mise una mano sulla spalla per farla calmare.

“Lisa, se glielo chiedi così non ti ascolterà”

“Voglio indietro mio fratello” disse lei, disperata.

“Lo so. Zeus, io posso capire il tuo dolore più di qualsiasi altra persona. Un amore che muore è terribile, è una sofferenza che non augurerei a nessuno, ma questa non è la prima volta che vedo qualcuno tentare di riportare i morti alla vita. Tutte le volte le persone si sono ricredute, hanno capito che la morte è una cosa naturale e, per quanto dolorosa, dobbiamo accettarla e andare avanti” gli spiegò. Quelle parole, lo capiva mentre parlava, erano anche sue. Andare avanti, darsi un’altra possibilità…

“Lo so, l’ho capito” ammise l’uomo, tristemente.

“Allora libera Logan” rispose. Lui annuì e si avvicinò al ragazzo.

“Adesso guardami” gli ordinò. Quello ubbidì.

“Svegliati” batté le mani davanti ai suoi occhi e poi si allontanò.

Per qualche secondo trattennero tutti il respiro: Luke e Flora dal piano di sopra; Lisa e Layton da lì davanti; perfino Zeus, che non sapeva se sarebbe funzionato.

“Ti prego, ti prego” sussurrò la ragazza, incrociando le mani in preghiera.

Alla fine, lui sbatté le palpebre. Una… due… tre volte di seguito, confuso.

“Dove mi trovo?” domandò spaesato. Lei si avvicinò cauta.

“Logan?” lo chiamò. “Fa che si tornato” pensò.

“Lisa? Che succede, io…” non riuscì a finire la frase, lei si gettò tra le sue braccia piangendo.

“Logan! Logan sei tornato, sei ancora qui! Oddio, come sono felice” esclamò. Anche lui la strinse, sorridendo.

“Te l’avevo promesso, no?” le rispose.

Layton si asciugò una lacrima che era sfuggita al suo controllo: un gentiluomo si da sempre un tono, non può lasciarsi andare a simili esternazioni. Sentì dal piano di sopra anche Luke e Flora piangere di gioia e rise divertito.

“Quindi è tutto finito” comprese Zeus, accasciandosi a terra. Il professore si avvicinò.

“Io capisco i tuoi motivi. Fidati, posso comprendere più di chiunque altro il perché delle tue azioni. Ma arrivare ad uccidere per i tuoi scopi è una cosa spregevole e meschina, e non credo che tu sia mai stato davvero convinto della causa che portavi avanti. Dico bene?”

“Lo so. Ho sempre saputo che la spilla era solo una leggenda, che in verità non aveva poteri, ma era l’unica cosa a cui potevo aggrapparmi. Cos’altro potevo fare? La mia Crystal se n ‘era andata e con lei la mia ragione di vivere” rispose.

Layton rimase stupito da quella confessione e delle domande iniziarono a formarsi nella sua testa: lui voleva vivere così? Sempre col ricordo di Claire che moriva, strappata via da un destino crudele e ingiusto? Senza mai darsi un’altra possibilità di amare, di vivere… di svegliarsi la mattina col sorriso? Era quella la vita che voleva?

 

Lisa rimase con Logan in Italia. Avevano deciso che dovevano recuperare tutti gli anni persi, così non ripartì con il professore, Luke e Flora per Londra.

“Mi mancherai!” la salutò il ragazzino, abbracciandola.

“Anche tu” rispose.

“Sei sicura di questa tua decisione? Puoi ancora ripensarci, magari hai una possibilità con…”

“Flora, no, è giusto così. Devo stare accanto a mio fratello per un po’. Prima o poi tornerò, te lo prometto” la interruppe, stringendola forte.

“Abbi cura di te” si raccomandò lasciandola. Lei annuì e si asciugò gli occhi.

“Anche tu” ribatté, sorridendo.

Li guardò salire sul treno e poi si voltò verso il professore.

“Quindi ci siamo” disse tristemente.

“Pare proprio di sì” annuì lui.

“Allora… arrivederci” lo salutò, tendendogli la mano. Layton si stupì di quel gesto così freddo e distaccato, ma non disse niente. Semplicemente strinse quelle dita calde, fissandola intensamente.

“Arrivederci, Lisa. Sii felice” le augurò, salendo il primo gradino. Lei rimase a fissarlo, sentendo che non era giusto lasciarlo andare, che avrebbe dovuto fermarlo.

“Hershel!” lo richiamò. Lui si girò prontamente.

“Senti, nella grotta tu… tu mi hai detto che dovevi dirmi qualcosa” gli ricordò.

“Sì, lo so” ammise.

“Cos’era?” gli chiese. L’uomo esitò un secondo di troppo: la porta del treno si chiuse, dividendoli.

“Ehi, fermi! Non potete partire adesso!” si ribellò la ragazza, cercando di riaprirla.

Il professore corse ad uno dei finestrini della cabina, aprendolo.

“Lisa, ascoltami noi ci ritroveremo, capito? Prima o poi tu tornerai a Londra, o io verrò a prenderti qui, in Italia, ma ti prometto che questo non è un addio” le gridò mentre il treno fischiava.

“Cosa volevi dirmi?” domandò di nuovo lei, mettendosi a correre per sentire la sua risposta.

“Te lo dirò! Quando ci vedremo di nuovo, prometto che te lo dirò!” giurò, scomparendo in lontananza. La ragazza si fermò appena prima di cadere sui binari e lo guardò andare via.

Era come se una parte di sé si fosse appena staccata dal suo corpo e fosse partita insieme a lui, tornando a Londra.

“Sei pronta?” gli chiese Logan quando uscì fuori, nel sole mattutino di Roma.

“Non ne sono sicura” ammise, sedendosi. Il fratello la guardò incuriosito.

“Che succede?” s’informò, mettendosi accanto a lei. Aveva ripreso il colore originale dei suoi capelli e si era tolto quelle odiose lenti a contatto. Inoltre aveva ritrovato finalmente il suo sorriso cristallino, quello che le riservava sempre nei momenti difficili, trasmettendole quel senso di calore e di famiglia che per tanto tempo le era mancato.

“Nulla, penso. Mi sento… strana. Sono triste” rispose.

“Penso che sia normale, no? Hai lasciato andare l’uomo che ami senza combattere” le fece presente. L’uomo che ami… davvero? Era così?

“Lisa, qual è il problema? Adesso che siamo liberi dall’organizzazione possiamo fare ciò che vogliamo, niente ci può fermare. Perché non li hai seguiti?”

“Voglio stare con te, voglio recuperare il tempo perduto”

“Ma tesoro, noi staremo sempre insieme. Ci siamo finalmente ritrovati, siamo di nuovo uniti come prima, forse anche di più. Non pensi che rimanere qui sia solo una scusa dietro cui nascondersi?” le domandò. Lei rimase in silenzio, pensierosa.

“Beh, come vuoi. Sali in macchina, torniamo a casa” le ordinò, alzandosi e prendendo di tasca le chiavi.

Casa… quella non era più casa sua, ormai. Era solo un lontano ricordo sbiadito, un’ombra sul suo futuro.

“Logan, non credo di potere” esordì infine.

“Cosa?”

“Non penso di poter venire con te. Io devo andare con loro, devo… devo seguire Hershel” comprese. Suo fratello sorrise e l’abbracciò.

“Lo so, ti capisco. Il prossimo treno c’è domani, il biglietto te l’ho già comprato io” le confessò.

“Sei il miglior fratello del mondo” disse.

“Oh, ne sono consapevole”

 

  
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