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Autore: LetThemRot    18/12/2012    1 recensioni
In trappola, legato, e alla mercé del Re dell'Inferno non è una bella posizione in cui trovarsi, specialmente per un angelo con delle informazioni. !Avvertimento: tortura! Personaggi: Balthazar, Crowley (link della storia originale: http://www.fanfiction.net/s/7690391/1/Such-Beautiful-Wings)
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Sesta stagione
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Delle ali così belle

Continua a prendersi in giro pensando che il dolore cesserà questa volta.

È una stupida abitudine umana: sperare che qualcosa finisca senza fare nulla affinché quella fine arrivi. Non sa quando l’ha presa. Ma quando si trova legato da antichi incantesimi e buone, vecchie catene, rimane poco da fare se non sperare – implorare, pregare – che arrivi la fine. Quando anche le sue ali sono rese inutili, che altro potrebbe fare?

È stato lasciato solo per il momento, collassato a pancia in giù sul pavimento freddo, quelle grandi, ampie appendici troppo malconce e rovinate per chiudersi propriamente. Sono spiegate sul cemento; due pezzi in più di un angelo spezzato. Un terzo delle ossa di quella destra sono esposte – le piume e la carne sono state strappate via, sparse in giro. Il rimanente è stato rotto fino a perdere la forma originaria dalla forza impossibile dei mastini infernali, e anch’esso è stato ben mutilato. Tutto è gelato; vestiti e capelli madidi di sudore; ha urlato per ore alla fine. Il soffice tessuto della sua gola è diventato sempre più ruvido.

Mai prima d’ora aveva apprezzato così pienamente la sofferenza umana.

Il fastidio o dolore è un conto quando puoi scacciarlo via con appena un pensiero. Quando sei rinchiuso e costretto a viverci assieme, si moltiplica esponenzialmente, diventa altamente insopportabile – ma ci devi convivere; devi sopravvivergli, perché altrimenti non ha alcun senso.

Se c’è un aspetto che odia di più in tutta questa esperienza da incubo, è sapere che l’unico modo in cui potrebbe guarire è se un demone lo facesse.

È vivo solo per desiderio di Crowley adesso; perché il Re dell’Inferno pensa di poter carpire la posizione dei Winchester dalle labbra dell’angelo più egoista della guarnigione – pensa di poter barattare la sopravvivenza con informazioni. La logica è lampante: il suo prigioniero ha una storia documentata di fughe quando le cose si fanno scottanti. E un branco di mastini infernali costituiscono una eccezionalmente buona moneta di scambio quando gli puoi far lacerare la carne dalla schiena di qualcuno in una manciata di momenti.

Proprio un peccato che questa sia l’unica volta in cui Crowley l’ha giudicato male.

Invece del semplice scambio del dicci dove sono e sei libero di andare, è rimasto intrappolato qui per… per… per molto tempo. Tanto abbastanza da consentire al sangue sul pavimento di seccarsi ormai già diverse volte, diventando quasi nero dove si è depositato in intaccature del pavimento, ancora una crosta rossa in altri punti, ma diventando sempre più scuro ad ogni livello successivo.

Sangue rosso, sangue nero, sangue argentato al chiaro di luna, sangue dorato dove l’illuminazione lo raggiunge dall’alto, sangue spesso, semi congelato misto a piume del colore di nubi temporalesche. Ma tutto sangue suo, zampillante dalle sue braccia, il suo viso, e perfino le sue ali.

La prima cosa che farà non appena uscito da qui è scoprire quale demone ha scovato l’incantesimo per forzare le ali di un angelo in una forma fisica contro la loro volontà, e bruciarlo. Le sue mani si chiusero a pugno al pensiero.

“Devo proprio dirlo, tutti questi anni, e non penso di aver mai visto qualcosa di così patetico.” Ed ecco di nuovo Crowley, strafottente e composto come sempre, mentre fa un altro passo avanti.  I tutt’altro che silenziosi passi e respiri ansimanti dei mastini infernali lo seguono da molto vicino. “Un Angelo del Signore steso a terra, e senza nemmeno prendersi il disturbo di vergognarsene. Indifeso come una ragazzina.” Crowley si accovaccia vicino a lui. “E non è che ti ringrazieranno per questo.” Una mano gli sfiora la spalla.

Scatta all’indietro con un grugnito, scaccia il gesto e forse scocca anche un’occhiataccia verso Crowley prima che un peso colpisca il suo petto rimandandolo a terra. Le sue ali subiscono l’impatto della caduta, torcendosi ulteriormente fuori forma, e non riesce a trattenere un rantolo.

Crowley si limita a sorridere. “Ti concederò un patto: dimmi… dimmi solo chi è con loro, e ti guarirò. Ali e tutto il resto. Chi li protegge?”

Non si permette nemmeno di pensare al piccolo capanno nei boschi  della parte settentrionale dello stato di New York, tanto meno del quasi Dio che protegge i suoi occupanti. Invece, richiama alla mente un’immagine della faccia di Dean Winchester quando aveva visto un angelo venuto a tirarli fuori dal Buco e aveva spinto Sam davanti a sé, urlando “prendi lui per primo!” mentre i guardiani dell’Inferno si avvicinavano. E, maledizione, non ha intenzione di arrendersi così facilmente.

“Torna all’Inferno.” È un insulto debole pronunciato con un ruvido e gracchiante surrogato di voce.

Crowley resta imperturbato. “Capisco perché hanno cominciato a chiamarti l’Angelo Umano. Il oro livello di intelligenza ti ha chiaramente contagiato. E da quando hai imparato la devozione? Tu sei Balthazar – hai inscenato la tua stessa morte, rubato l’arsenale del Paradiso, sei stato ucciso dalla cosa più vicina che c’è a un Dio… e adesso sei improvvisamente dalla parte dei due umani più fastidiosi della storia?” Ridacchia. “E ancora, sono esattamente il tuo genere di irritantemente difficile.”

Balthazar non si dà nemmeno la pena di rispondere. Il mastino infernale non è più seduto sul suo petto, ma lo può sentire posizionato sopra di lui, l’alito caldo che raggiunge il suo orecchio, e se aprisse la bocca l’unica cosa che potrebbe uscirne sarebbe un gemito o qualcosa di similmente umiliante. A questo punto, l’unica cosa da fare è perdere tempo finché Crowley non si stufi e lo uccida andando a cercare i Winchester per conto suo.

“Sai cosa penso?” dice Crowley, e poi continua senza aspettare un incentivo. “Penso che sei perfettamente intenzionato a dirmi dove sono e chi è con loro e ogni piccolo insignificante dettaglio di come arrivare a loro, è solo che non ti è stata data una adeguata… motivazione.”

E, okay, magari ciò fa venire a Balthazar la voglia di raggomitolarsi e nascondersi (perché se avere le sue ali ridotte a brandelli non sono una motivazione allora non sa cosa lo sia) ma si sforza di sollevarsi sugli avambracci, poi in qualche modo spinge via il mastino infernale con una gomitata per alzarsi. Il suo contenitore è più alto di Crowley – non di molto, ma abbastanza – e riesce anche un po’ a rivolgergli un sogghigno arrogante mentre guarda il demone dall’alto verso il basso. “Mi spiace, devi esserti sbagliato.”

Crowley snuda i suoi denti in quello che è mezzo sorriso, mezzo ghigno. “La sai una cosa, Balthazar?”

Solleva un sopracciglio e aspetta.

“Hai delle ali… così belle.”

E a quel punto il mastino infernale si lancia sulle sue scapole.

Atterra al suolo con un grugnito, sente gli artigli scavare nelle sue ali una volta ancora, pensa va bene, altro sbranamento di ali, ho sopravvissuto a tutto questo prima, e poi avverte i denti chiudersi attorno alla base.

Crowley gli sorride dall’alto. “Penso che sarebbero proprio adorabili sulla mensola del camino – non sei d’accordo?”

Non lo fanno in modo netto. Quella destra se ne va per prima, la carne attorno alla base grattata via con zampate frenetiche, poi mascelle insanguinate, gocciolanti afferrano la giuntura e tirano, tirano, tirano finché anche lo scheletro di un angelo non può reggere alla tensione e l’intera struttura cede.

E Balthazar, l’Angelo Umano, Protettore dei Winchester, piange per la prima volta nella sua vita.

Non riconosce le lacrime all’inizio, non capisce (perché non ha pianto prima? Perché sta piangendo adesso?) finché non si rende conto che è perché stanno strappando la sua Grazia via da lui, e poi urla, urla di nuovo, urla quando l’ala destra viene gettata via e il mastino infernale stringe la sinistra tra i suoi denti.

Non aveva mai saputo che gli angeli potessero piangere.

Non pensava nemmeno che potessero perdere i sensi.

Perciò quando giunge il buio in un impetuoso muro di oscurità e tutte le sensazioni si fermano all’improvviso, non può che essere contento; non può che pensare un sommesso grazie a Dio mentre la sua mente si spegne. 
  
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