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Autore: xsunnysideup    18/12/2012    3 recensioni
"Eppure non riesco a convincermi che tutto questo possa essere vero. Lui non mi avrebbe mai lasciata. O meglio, sì, magari, un giorno. Ma non in questo modo, non da un momento all'altro, non quando avevo bisogno di lui più di tutto. Non con un addio scritto con una calligrafia diversa dalla sua. Non con una promessa di non tornare più. Non senza avermi detto 'ti amo' un'ultima volta."
finale alternativo - 4x07
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Stonem, James Cook, Quasi tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Effy





Se sono pronta a rivedere Karen lo saprò solo tra qualche minuto.
Stiamo vagando a piedi per le strade, come ci era solito fare tutti i giorni, qualche tempo fa.
Stringo la mano sinistra di Cook, mentre seguiamo a passo svelto JJ, che ci precede, senza il suo sorriso abituale.
Mi sento davvero strana.
Come se tutto questo fosse un fottuto dejà vu del famoso viaggio con Cook, la nostra evasione dalla realtà, il nostro amore compromesso dalla sua vita totalmente disadattata, e la mia chiamata notturna a Freddie, le mie parole distaccate e dirette.

"Perché io amo te".

Sento il mio sguardo perdersi nel vuoto in memorie passate e lontane, ma la realtà è diversa, e non posso affogare nei miei stessi ricordi.
Per questo non mi sento pronta a rivedere Karen o il padre di Freddie.
E non lo sono principalmente per il fatto che finalmente, dopo tutto questo tempo, mi ero abituata all'idea di non poterlo riavere più.
E questa continua ricerca, ci ucciderà tutti. Ne sono più che sicura.

Arrivando davanti al cancello che porta a casa McLair, ci blocchiamo tutti e tre.
Io stringo ancora più forte la mano di Cook, e mi avvicino a JJ, prendendo anche la sua.
Prendo un respiro profondo ed entriamo.
Ripercorro lo stesso vialetto dove ho pianto, riso, dove ho addirittura vomitato sulle mie stesse scarpe.
Mi scappa un sorriso al pensiero, ho capito di non avere nemmeno più la forza di stare così male.
Forse è questo che mi dà l'energia necessaria per superare i due ragazzi e bussare al portone.
Indietreggio e aspetto con impazienza che la porta si spalanchi, e finalmente, dopo secondi sembrati eterni, vedo il viso di Karen comparire davanti al mio naso.
- È bello vedervi, ragazzi.

Ci accomodiamo nel salotto, c'è una luce totalmente.. Opaca.
È luminosa, ma spenta. Come mancasse la vita. E il vaso sul davanzale contenente dei fiori morti ne è la rappresentazione perfetta.
JJ continua a tamburellare nervosamente le dita sul tavolo, mentre Karen torna dalla cucina con un vassoio che sorregge una teiera e delle tazze.
E' rimasta praticamente la stessa.
Stesso fisico, vestiti un po' sgualciti, una ciocca colorata, che ora non è più rosa, bensì di un blu violaceo.
Solo i suoi occhi sono diversi.
Io non mi guardavo mai allo specchio quando ero in ospedale, ma sono più che certa che la loro espressione deve essere stata proprio quella.
- Allora, qual buon vento vi porta qui da me? - chiede accennando un sorriso leggero.
- Volevamo.. Chiarire alcune questioni - le rispondo, ringraziandola mentre mi porge una tazzina di tè.
- Immagino si tratti di Freddie - dice abbozzando una risata triste.
- Lo pensi anche tu, vero? - dice Cook con uno sguardo serio, osservandola negli occhi - non se ne è mai andato, non è così?
Lei poggia il vassoio sul tavolo e senza dire una parola ci fa cenno di seguirla, mentre si avvicina alle scale che danno al piano di sopra.


I ragazzi sono davanti a me, credo stiano andando in camera di Freddie, ma io decido di non andare con loro.
Non voglio che le cose si complichino di nuovo. Mi allontano, e l'arrivo di una telefonata di mio fratello mi salva da questa situazione.
- Hey Tony, scusa non ti ho avvisato, siamo usciti in fretta e furia.
- Ah, perfetto, mi stavo preoccupando.. Senti Eff, ti devo parlare.. E mamma è tornata, dice che vuole salutarti, quando torni a casa?
- Appena posso, Tony..
Non posso spiegargli tutto al telefono. Non so nemmeno se posso spiegargli tutto faccia a faccia.
- Arriva almeno per cena, ok?
- A dopo. E sono contenta che tu sia tornato.

Osservo le mie calze strappate, sono fuori nel giardino, così mi accendo una sigaretta.
Probabilmente i ragazzi si saranno accorti della mia assenza, ma non m'importa.
Respiro. Aria dentro, aria fuori.
Preferisco pensare che Freddie stia bene, che si sia rifatto una vita e che sia felice.
Ma non riesco ad illudermi.
Perchè la sola ragione per cui siamo qui è che sappiamo, in fondo, che lui non ha deciso consapevolmente di andarsene, di lasciarci, di sparire.
Metto la mia mano nella tasca della mia felpa - o meglio, la felpa di Cook che sto indossando - e prendo la sua lettera.
Solo a guardarla mi vengono i brividi, erano mesi che non la tenevo tra le mie mani. Quasi non ricordo ciò che vi è scritto.


"Ragazzi,
sapete quanto io ci tenga a voi, eppure me ne devo andare, perchè so che non starò mai bene qui.
Cook, JJ, ve la caverete anche senza di me, in fondo quella dei tre moschettieri è solo una storia, giusto?
E' inutile che io vi dica che non me ne voglio andare, perchè non è vero.
Effy, so che non mi ami. Non mi ami più nel modo giusto. E' colpa mia, mi prendo la colpa di tutti i tuoi mali.
Ho deciso di andare in un posto lontano, dove non mi troverete. Dove anche se proverete a cercarmi, vi arrenderete, prima di quanto sembri.
Papà, Karen, lo dico anche per voi. Io ho deciso di andare avanti, voi fate lo stesso.
Addio,
Freddie."


Accartoccio il pezzo di carta e lo richiudo nella tasca, dietro di me si apre la porta.
E' Cook.
Senza pensarci due volte gli corro incontro, gli salto in braccio e lo bacio.
Percepisco il suo sorriso, mi mette a terra e mi bacia di nuovo.
- Che c'è? - dice divertito.
- Ti amo, James.
I suoi occhi si illuminano.
- Non è né il momento né il luogo adatto, ma..
- Ma mi conosci, e sai come sono fatta. Non sono mai "adatta", dovresti saperlo.
- Credo di saperlo - dice rubandomi la sigaretta dalla mano e sorridendomi - Hai deciso di non entrare alla fine..
- Già.. E' stato traumatico? - dico sfiorandogli la guancia sinistra.
- Giusto un pochino.. Ci serve la lettera Eff, dobbiamo confrontare la scrittura.
- Lo sai che è inutile, vero? Controllare e controllare.. Sappiamo tutti benissimo che non è stato lui a scriverla, stiamo perdendo tempo qui.
- Lo so.. Ma è come se una parte di me stesse provando in tutti i modi a credere a ciò che c'è scritto. E' la via più facile.
- La vita non è facile, Cook. Dovresti saperlo meglio di tutti.
- Che facciamo ora? - chiede, mentre JJ spunta fuori accanto a una Karen piangente.
- Ora chiediamo aiuto agli altri. Qualcosa ci inventeremo.

Sono sempre meno convinta, ma forse è la cosa giusta da fare.
E se non lo faccio per me, vorrà dire che lo farò per Karen, per JJ, per Cook.
Sì, è definitivamente quello che farò.







myspace.

hello!
sono tornata, spero che vi sia piaciuto c:
sappiate che ho cambiato nickname su twitter, per cui se avete qualche domanda o cose varie mi trovate con @harriescookie :3
a presto!

Sole.






  
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