La
Dalton Academy in
: << Intolleranti anche a Natale >> ,
quando le festività non fanno
altro che aumentare la cattiveria di certi individui.
Al mio Thad,
ci
servirà un servizio di piatti di scorta: li
romperò tutti.
Ma resto,
non ti lascio cadere.
Note
dell’autore:
Eccoci dunque con la terza giornata. Sono felice che la raccolta sia
stata di
vostro gradimento fino ad ora. Non è uno spazio
pubblicitario, ma ciò di cui
avevo bisogno era proprio di scrivere in modo più
“spensierato” e “leggero”,
cosa che la long di adesso mi impedisce del tutto. Questa è
la mia terza
giornata, alto tasso di stupidità e di insofferenza.
Note
betaggio:
Lady_Thalia e
non potrebbe essere
altrimenti. Il tempo, le correzioni, i consigli e i meravigliosi
commenti che
mi lascia tra parentesi. Grazie.
Giorno III.
Pattinare sul
ghiaccio.
*
-Ditemi, come diamine
avete fatto a coinvolgermi in questa
pagliacciata?- domandò Smythe, trascinando un piede davanti
all’altro, mentre
Thad e Jeff trotterellavano allegri e spensierati.
Nick lo guardò
sconsolato. -Semplice: ci hanno ricattati con
il sesso.-
Sebastian si
voltò, basito. -Ricordami di offrirti
dell’alcool, Duvall.-
-Non mancherò.-
lo rassicurò Nick, sorridendo di quella
strana fratellanza appena venutasi a creare. -Anche
se tu hai dato fuoco al mio ragazzo…-
-Dettagli.-
liquidò il tutto Smythe.
Fare
comunella con
Duvall a causa del culo di Thad: r. i .d. i. c. o. l. o.
Arrivarono finalmente alla
pista di pattinaggio.
Sebastian si chiedeva
seriamente per quale strano scherzo
del destino, uno dei pochi giorni in non cui doveva uccidersi tra
lezioni,
studio ed allenamento, dovesse stare al freddo, scivolando come un
ebete sul
ghiaccio.
Che
cosa c’era di
divertente nel finire per terra, con il rischio di frantumarsi in
quattro punti
diversi il coccige?!
Fiancheggiarono la pista,
per poi virare di lato.
-Che cosa stiamo facendo?-
domandò Smythe, seguendo comunque
i propri compagni.
-Ci nascondiamo.-
spiegò, candidamente, Jeff.
-No, fatemi capire.- si
fermò Sebastian, prendendo per il
polso Thad. -Noi veniamo alla pista di pattinaggio e non
pattiniamo?-
-Mi sembra ovvio.- rispose
Thad, tornando a camminare
insieme a Sterling.
-Perché?-
chiese
con enfasi Sebastian.
-La motivazione
è semplice.- disse Harwood, facendo segno
agli altri di fermarsi esattamente in quel punto. -Wes e David.-
Il gruppo si era sistemato
poco lontano dalla pista, dietro
ad una colonna portante degli spalti che permettevano ai genitori di
sorvegliare i propri figli e scattare foto.
Sebastian
sollevò un sopracciglio, invitando implicitamente
Harwood a continuare in quella folle spiegazione.
-Ho invitato anche Wes e
David.-
-A nascondersi?-
domandò, ironico, Sebastian.
-No,
mangia-rane, a
pattinare.- sbuffò Jeff. -Ho mandato loro un
messaggio, dicendo di venire
alla pista. Dovrebbero arrivare tra qualche minuto : non ci troveranno,
penseranno
ad un ritardo, inizieranno a pattinare da soli e finalmente riusciranno
a
capire quanto siano innamorati l’uno dell’altro.
Per quanto fosse poco fine
e per quanto sua madre
gliel’avesse sempre impedito, Smythe rimase a bocca aperta.
Volse lo sguardo verso
Thad, che ovviamente annuiva
convinto, e poi verso Nick.
Basito
anche lui:
Smythe e Duvall erano solo due vittime.
-Zitti,
eccoli!-
mormorò con tono concitato Jeff, costringendo tutti ad
abbassarsi.
-Non ci vedono da qui,
Sterling.- notò, annoiato, Sebastian.
-Silenzio.-
gli
bisbigliò contro il biondo.
-Barbie.- lo
apostrofò Smythe, massaggiandosi le tempie. -Ti
è mai passata per la mente l’idea che non tutta la
popolazione della Dalton
debba essere per forza omosessuale?-
Jeff alzò la
testa, confuso, e sgranò gli occhi. -Ci sono
degli eterosessuali alla Dalton?- domandò al proprio ragazzo.
Nick sollevò le
spalle. -Qualcuno ci dovrà pur essere…-
-Non sono estinti come i
Dodo?- chiese il biondo.
-Magari in via di
estinzione, come i Panda.- propose
Harwood, appoggiandosi di spalle contro il petto di Smythe.
-Non ricominciare con i
panda, Harwood.- lo
ammonì Sebastian, circondandogli possessivamente la
vita con le braccia.
-Ma a me piacc_-
-Ommmmmmiddddio.-
squittì Jeff, attirando l’attenzione di tutti gli
altri.
Nel loro farneticare, non
si erano accorti della presenza di
Wes e David
che,
in quel momento, stavano facendo il loro ingresso nella pista.
Thompson non sembrava
molto pratico e Montgomery gli stava
facendo vedere come posizionare i piedi, tenendogli
un polso.
-Si tengono per mano.-
sussurrò, felice, Jeff, ricevendo uno
sguardo di approvazione da parte di Harwood.
-Lo tiene per un braccio.
E’ negato, finirebbe a terra se
non lo facesse.- notò, annoiato, Sebastian, frugando nella
tasca del giubbotto
e tirandone fuori una sigaretta.
-Smythe, ma
perché devi rovinare tutto?- chiese Thad,
allungandogli l’accendino.
-Non rovino tutto.-
rispose, accendo la sigaretta. -Impedisco
a voi piccoli unicorni di vomitare arcobaleni per tutta Westernville.-
-Nick, puoi dirgli
qualcosa?- chiese aiuto al proprio
fidanzato Jeff.
Duvall alzò lo
sguardo dal libro che aveva sulle ginocchia.
-Come? Scusa Jeff, ma ho un test importantissimo tra qualche settimane
e_-
tentò di giustificare la totale passività a
quella discussione.
-Continua a fare la
comparsa, Duvall. Tu che puoi, salvati.-
consigliò Smythe, invidiando il diversivo del compagno.
-Perché, voi
avreste il coraggio di dirmi che tra quei due
non ci sia nulla?- domandò, retoricamente, Jeff.
-Cosa dovrebbe esserci,
scusa?- chiese Sebastian, passando
la sigaretta a Thad.
-La
scintilla.-
rispose, entusiasta.
-No,
Sterling. Quello
ero io che ti davo fuoco.-
Harwood scoppiò
a
ridere, facendosi andare di traverso il fumo.
Sterling lo
fulminò con lo sguardo: se non
poteva contare sull’appoggio del suo migliore
amico…!
Si voltò,
irritato, nella direzione di Wes e David e la
giornata tornò luminosa e colorata: Thompson era appena
inciampato nei propri
piedi e Montgomery lo aveva afferrato prontamente.
Jeff iniziò a
saltellare. -Oh, dai. Bacialo!-
Ma tutto
quell’entusiasmo attirò l’attenzione dei
due giù in
pista, che si separarono prontamente e guardarono nella loro direzione.
-Scintilla
spenta,
complimenti Barbie.- annunciò Sebastian, prendendo
l’ultima boccata della
sigaretta in comune con Harwood e gettandola a terra.
-Ma l’avete
visto anche voi che_-
-La mia sigaretta
è finita.- notò Smythe, prendendo per le
spalle Thad e voltandolo. -Come anche la mia pazienza. Se permetti- schernì il
biondo. -Noi ce ne andiamo.- si
piegò sulle ginocchia e afferrò il braccio di Thad. -A scopare.- specificò.
-Ma io_SEBASTIAN.-
urlò, contrariato, Harwood.
Smythe si era caricato in
spalla il moro e tornava alla
Dalton, tra proteste ed insulti.
Odiava
il freddo, ma
amava avere un pretesto per palpare il sedere di Harwood.