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Autore: martar95    19/12/2012    1 recensioni
C’è un momento della nostra vita che non potremmo mai dimenticare. Può essere bello, oppure no, ma comunque quel momento rimarrà impresso nella nostra memoria… per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 5


Jared mi guardava, probabilmente si aspettava una mia reazione, qualcosa. Ma questa volta rimasi io senza parole. Jared riaccese lentamente la macchina e ripartimmo. Arrivammo nel vialetto e ancora una volta rimanemmo fermi in macchina. “Lo immaginavo…” sussurrò.

“Cosa?” chiesi lentamente.
“Adesso anche tu mi giudichi…” il suo tono era triste.
“No, ti sbagli!” replicai.
“Molti lo fanno, ormai ci sono abituato non preoccuparti.” 
“Te lo ripeto ti sbagli, io sono l’ultima persona che può giudicarti, e comunque non ti conosco ancora bene per farlo.” 
“Non ti darei torto se lo facessi, l’hanno fatto persone molto vicine a me, e su cui contavo molto”
“Allora sono degli stupidi! Io ti conosco da poco più di una settimana e pure mi fido di te e di quello che dici. Quindi se i tuoi amici non ti credono allora non meritano di essere tali!”
Non appena ebbi finito di dire queste parole, Jared mi abbracciò. Il suo profumo era dolce e la sua stretta era salda “Grazie..” mi sussurrò. In quel momento mi sentivo protetta e avrei voluto solo che quelle braccia non mi avessero mai abbandonata. Quando mi lasciò scendemmo dalla macchina. “Che fame” mi lamentai scandendo per bene le parole.
“Ahahah… ma come hai pranzato ora!” 
“Veramente due ore fa e comunque la fame è fame!!” dissi saccentemente. Ero felice, ero riuscita a fargli tornare il sorriso e quello era tutto quello che volevo. 
Entrammo in casa, ma nessuno ci accolse come accadeva di solito “Ehi ma dove sono tutti?” chiesi “Non ne ho idea io sono uscito per venirti a prendere e già la casa era deserta” 
“Giusto i bambini sono ad una festa se non sbaglio” ricordandomi ciò che mi aveva detto mio padre quella mattina.
“Si hai ragione forse mia madre e John sono sempre a lavoro” aggiunse Jared.
“Probabile…” Guardai l’orologio erano le 4. Ma quanto siamo stati in quella macchina? Pensai. 
“Accidenti sono già le 4 è meglio che vada a fare i compiti altrimenti il Signor Smith mi ucciderà” esclami preoccupata.
“Vuoi che ti dia una mano?” mi chiese gentilmente. 
“Forse è meglio che tu ti vada a fare una doccia e a cambiare i vestiti, sembri un barbone” lo rimproverai ridendo.
“Ah si??” mi rispose con tono di sfida e subito iniziò a fami il solletico “Jared basta!!! Sme-“ “Ora non mi prendi più in giro è piccola Emma” “Dai ti prego non lo farò più però basta!!!! Chiedo pietà!!” urlai tra una risata e l’altra cercando di fare la faccia più dolce che potevo “Va bene visto che me lo chiedi con quel faccino lo farò” mi lasciò andare “Però ricorda non provare mai più a dirmi che mi vesto come un barbone altrimenti-“ “Bè ma è vero!!” iniziò ad avvicinarsi di nuovo “Va bene Va bene non lo farò più promesso” mi difesi allontanandomi.
“Bene!!” disse con aria di sufficienza. “Adesso è meglio che vada a fare i compiti” “Ok ed io andrò a farmi una doccia” sorrisi.
“Ci vediamo dopo” lo salutai. “A dopo”. 
Arrivò l’ora di cena e ormai sia Katrin che mio padre erano rincasati, mentre i bambini erano rimasti a dormire a casa dell’amico di Michael. Andammo a tavola e prendemmo le nostre solite posizioni, io accanto a Jared e Katrin e mio padre a capotavola. Poi Jared chiese “Ma perché oggi siete rincasati così tardi?” Katrin rispose “Bè ecco… a ritorno da lavoro ci siamo incontrati e abbiamo deciso di fare una passeggiata insieme” 
“Bè è strano, non lavorate dalla parte opposta della città??” mi intromisi. 
“Sarà stato il destino” affermò mio padre “Già” aggiunse Katrin un po’ incerta.
Io e Jared ci guardammo con sguardo complice “E dove siete andati a fare la vostra passeggiata?” chiesi rivolta a mio padre “Sulla spiaggia, ma cos’è un interrogatorio?” “Era così tanto per parlare” mi difesi. Mentre sistemavamo la cucina Jared mi prese da una parte “Senti secondo me stanno mentendo. A parte il fatto che lavorano uno ad un capo ed uno ad un altro della città e poi mia madre odia il mare, quindi perché dovevano andare proprio li?” mi disse sussurrando “Ehi Jared ti vuoi dare una calmata. Magari volevano semplicemente stare soli sai per… si insomma qui in casa ci sono sempre i bambini e poi…” arrossii.
“Ahhh capisco cosa intendi. Mmm… può essere. Ma perché sei arrossita? Cos’è non ti è mai successo di-“ “Certo!!” urlai, poi abbassai di nuovo il tono delle voce “Ma non mi va di parlare di cosa fanno mio padre e tua madre in privato!!” mi giustificai. 
“Ho capito bè in effetti non va neanche a me” fece una piccola pausa e poi continuò “Allora piccola Emma forse non sei così piccola” e dicendo questo ne andò. 
“Certo che non sono piccola!!!” gli urlai mentre saliva le scale. Ma cosa credeva che fossi nata ieri?? Mi dava fastidio quando qualcuno mi diceva che ero piccola, e a maggior ragione quando era Jared a farlo. Ma tanto non sarei rimasta piccola a lungo, anche perché mancava solo un mese al mio diciottesimo compleanno.



--Angolo Autrice

Scusate per il ritardo. So che il capitolo è corto e ben presto pubblicherò un altro capitolo. Grazie per chi legge e per chi segue la storia :)
  
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