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Autore: Spring Dania    05/07/2007    10 recensioni
Riprese il telefono e il giornale, poi digitò nuovamente il numero di Sakura e attese.
Il numero della persona chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile.
Sasuke cercò di mantenere la calma: magari le si era scaricato il telefono proprio mentre stava andando a cercarlo.
No.
Sakura non era esattamente il tipo che si faceva scaricare il cellulare giusto prima di un appuntamento con lui.
L’opzione chiamata era fallita perciò l’alternativa che gli restava era andare a cercarla.
Dove poteva trovarsi?
Hinata gli aveva detto che Sakura era uscita di casa per andare a cercare lui: questo significava che si era diretta specificatamente da casa sua in direzione dell’istituto.
Aspettò.
Il ragionamento di Sasuke non faceva una piega, sicuramente le cose erano andate in quel modo.

La storia di Naruto in un universo alternativo.
L'amore segreto per Naruto di una timida compagna di classe, Hinata, la serrata silenziosità di Sasuke e il suo irremovibile desiderio di vendetta.
Pairing: Naruto/Hinata, Sasuke/Sakura, Kakashi/Anko e molti altri.
Fanfiction ripresa dopo anni di pausa... perdonate perciò la differenza di stile tra inizio e fine.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Asuma/Kurenai, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Ci ho lavorato tutto il giorno... spero che vi allieti... purtroppo l'inizio non mi viene mai bene ma penso che il seguito si prospetti meglio ;-)
 
Capitolo 1
Tutte le cose belle finiscono
 
 
Honestly what will become of me?
Don't like reality
it's way too clear to me
but really life is daily…
We are what we don't see…
Missed everything daydreaming.
 
All good things – Nelly Furtado
 
15 anni dopo…
 
 
“AHAHAHAH!!! Che opera d’arte! Che opera d’arte!”
“Sei sempre la solita testa quadra, Naruto…”
A quell’affermazione, un ragazzo dalla chioma bionda come i raggi del sole si voltò verso il compagno che l’aveva pronunciata: lo fissò con i suoi occhi azzurri mentre la sua espressione allegra e divertita si tramutava in uno sguardo corrucciato e poco lusinghiero.
Il ragazzo di quindici anni dinanzi a lui sembrava il suo opposto, sia nel carattere sia nell’aspetto: aveva gli occhi e i capelli neri come la pece e al seguito un grande manipolo di ammiratrici; chiunque l’avesse voluto descrivere, avrebbe sottolineato la sua bellezza esteriore a parità di quella sua riservatezza a volte massacrante che però lo rendeva diverso dagli altri.
Soprattutto da Naruto.
“Sasuke, hai qualche problema? No dico… hai visto cos’ho fatto? Sono riuscito a risolvere questa equazione nel giro di un minuto, mentre tu ne hai impiegati cinque… HO BATTUTO IL TUO RECORD DA UN PEZZO! NON TROVI?!”
“Non c’era bisogno però di imbrattare tutta la lavagna, potevi farla su un foglio. Sai com’è, la signora delle pulizie aveva appena finito di pulire.”
Il biondino si voltò verso la lavagna un tempo nera, che adesso sembrava ricoperta da una superficie indelebile di zucchero a velo.
Sorrise lievemente e abbassò la mano che stringeva il pezzo di gesso un tempo molto lungo: erano in quella classe da circa dieci minuti, erano riusciti ad eludere la sorveglianza del bidello e adesso stavano cercando di ingannare il tempo.
Mancavano altri dieci minuti al suono della campanella, alle 8:30.
Naruto guardò il compagno mentre cercava di ripulire la lavagna che aveva sporcato: Sasuke Uchiha non era una persona che poteva certo essere definita da Naruto amico; ma era errato definirlo anche nemico.
Si conoscevano da quando erano bambini e avevano attraversato tutto il loro percorso di studi assieme, tra momenti felici, imbarazzanti e snervanti.
Erano però molto diversi.
Naruto aveva vissuto una vita intera senza la figura dei genitori.
Il giovane Uzumaki era figlio di una delle personalità più importanti tra le bande rivali della città e, secondo i pareri di coloro che non lo conoscevano, si prospettava per lui un futuro pessimo, segnato o dall’ambiente della criminalità o dal continuo bisogno di essere accettato dagli altri, perché lui valeva più di quei criminali che giravano di strada in strada.
Il giovane Uchiha, invece, aveva conosciuto i suoi genitori, che erano morti circa sette anni prima.
Questo per colpa del fratello maggiore, Itachi, che col tempo era stato influenzato dagli ideali che scorrevano tra le stesse bande rivali che avevano rovinato il futuro di Naruto e il suo, quegli ideali presenti negli ambienti che frequentava normalmente, come la scuola, il lavoro estivo o le attività pomeridiane come il pugilato e alcune arti marziali come il Ju-Jitsu.
Il torto subito da Sasuke, da parte di Itachi, era qualcosa di indescrivibile perché il padre era stato proprio il capo della polizia di Tokio.
Anche Naruto e Sasuke praticavano quel tipo di combattimento nel tempo libero.
Sarutobi, il dirigente dell’orfanotrofio, ricordava benissimo la volta in cui Naruto era tornòato da scuola pestato.
Lui credeva in quel ragazzino. Dunque si era rimboccato le maniche.
Specialmente, in aiuto di Naruto, era giunto un ragazzo più grande che aveva passato parte della sua giovinezza nell’orfanotrofio, proprio perché i suoi genitori erano stati uccisi in un tentativo di rapina di una banca da parte di alcuni amici del padre di Naruto. Ma questo il giovane Uzumaki non lo sapeva.
Iruka Umino, insegnante di matematica presso la scuola media del quartiere, non lo aveva rivelato a nessuno, eccetto al dirigente dell’orfanotrofio.
Ma questa è un’altra storia.
Iruka era proprio il professore della classe che Naruto e Sasuke frequentavano: erano al terzo anno e poco mancava al mese di marzo, agli esami.
Egli entrò nella classe e si sorprese, non tanto per la presenza di Sasuke ma per la figura gioiosa di Naruto, che di solito arrivava in ritardo.
Iruka sgranò gli occhi. “Voi non dovreste aspettare fuori come tutti gli altri?”
“Professor Iruka! Ho battuto il record di Sasuke!”
Il giovane insegnante sorrise di fronte all’allegria del suo allievo a cui era più affezionato: certo era l’unico che si permettesse di accompagnare l’appellativo di professore al suo nome e non al cognome.
Sasuke emise l’ennesimo sbuffo di quella mattina; Iruka fece per rispondergli ma lo interruppe il suono della campanella.
“Cavolo, come passa il tempo.” Disse Naruto mettendosi una mano dietro la testa e raggiungendo il compagno al suo posto.
In pochi secondi l’aula si riempì di persone e, come da copione, il biondino si ritrovò spazzato via dal suo posto dal manipolo di ammiratrici di Sasuke di cui parlavamo prima.
“Mi siedo io accanto a Sasuke!”
“No io!”
“Io!”
La figura intimidatoria di una ragazza dai capelli rosa si fece strada tra le ragazze e, senza troppi preamboli, si accomodò accanto al giovane Uchiha.
“Come stai Sasuke?” gli chiese sorridendo dolcemente.
“Sakura…” Naruto guardò gli occhi verdi della ragazza con un misto di tristezza e di rabbia; gli piaceva quella ragazza ma certe volte lo faceva proprio innervosire, perché aveva occhi soltanto per Sasuke, che in quel momento sembrava disposto a tutto tranne che a guardar ragazze.
Naruto si alzò. “Uff… che rottura…” e, dopo aver lanciato un’occhiataccia al compagno, voltò lo sguardo verso la classe in cerca di un posto da occupare.
“Avanti, diglielo Hinata…”
“Mi vergogno Kiba…”
“Di che ti devi vergognare, diglielo e basta.”
La quindicenne dai capelli neri e gli occhi color della neve scosse la testa diventando tutta rossa.
“Ok, lo faccio io…” un ragazzo dagli ispidi capelli castani alzò il braccio. “Ehi, UZUMAKI! Qui c’è un posto!”
Naruto si voltò verso la fonte della voce e vide Kiba, un suo compagno di classe con cui praticava Ju-Jitsu, che spesso stuzzicava e da cui veniva stuzzicato.
“Dici a me?”
“E a chi, testa quadra, quante altre persone conosci che si chiamano Uzumaki?” il ragazzo sembrò pentirsi di aver invitato il compagno a sedersi vicino alla sua compagna di banco, Hinata.
“Ciao… N-n-naruto…”
“Ehi ciao Hinata!” Naruto sorrise solare all’amica, com’era solito fare. “Aspetta che mi sistemo il cravattino così sono più affascinante.”
La ragazza divenne più rossa di prima e cercò di nascondersi ma Kiba, prontamente, avviò una conversazione molto animata con lui. “Allora Naruto, hai saputo che alla fine anche Hinata si iscriverà al liceo scientifico nell’indirizzo di informatica?”
Naruto sorrise. “Mi fa molto piacere! A questo punto siamo in cinque della nostra classe a frequentare quell’indirizzo! Sei riuscita a convincere tuo padre, vero?”
La giovane Hyuuga, che era a dir poco incandescente, annuì molto lentamente.
Il biondino rifletté un momento e prese a guardare Kiba, che ricambiò lo sguardo: il padre di Hinata era famoso tra i docenti della classe per l’autorità che era abituato ad esercitare sulla figlia, non a caso la famiglia Hyuuga era una tra le più ricche della città e risiedeva in una grande abitazione in campagna.
Dopo qualche minuto di conversazione generale da parte di tutta la classe, Iruka esordì rivolgendosi ai suoi studenti.
“Allora ragazzi, gli esami sono imminenti ed è meglio dedicarci ad un ripasso generale di matematica. Vediamo…” Iruka prese a scorrere il registro. “Allora… Haruno e Uzumaki, alla lavagna.”
Naruto ridacchiò sotto lo sguardo dolce di Hinata mentre si alzava: il ragazzo era migliorato molto nel corso di quei lunghi tre anni di scuola media; non lo conosceva dai tempi delle elementari come Sasuke Uchiha ma spesso si parlava di lui come un bambino movimentato ed arrogante che però era stato seguito di continuo proprio dal loro insegnante di matematica, si diceva in giro che si conoscessero bene.
“Vediamo… Naruto, potresti illustrare alla classe i vari procedimenti di risoluzione di un’equazione di secondo grado?”
“Certamente professore…”
 
“Bravo Naruto, non credevo che potessi sostenere così bene un’interrogazione.”
Sakura si stava complimentando con lui e stava sorridendo lievemente.
“Lo pensi davvero?”
“Si. Però non sei certo a livello di Sasuke.” La ragazza prese a rivolgere gli occhi al cielo con sguardo sognante.
“Ma ce l’avete tutte con questo Sasuke… io lo conosco da anni e non ci trovo niente di speciale.”
“Si vede che non ne capisci di ragazzi e ragazze.”
Naruto le si parò davanti e fece un sorriso molto malizioso. “Tu dici?”
“NARUTO! LEVATI DAI PIEDI!”
“Ahia! Che male… che bisogno c’era di colpirmi?!”
“Smettila di fare lo stupido.”
“Come vuoi…” sospirò il ragazzo stancamente, continuando a camminare lungo la strada che conduceva all’orfanotrofio.
“Allora Sasuke, come sono andata all’interrogazione oggi?”
“Magnificamente…” commentò l’Uchiha senza troppo entusiasmo.
 
Che noiosa…
 
Naruto fissò la coppia davanti a lui accigliato, lui avrebbe pagato pur di essere al posto di Sasuke e ricevere le attenzioni di Sakura.
“Ehi! NARUTO!”
Il biondino si voltò: dietro di lui correva Kiba.
“Stasera tu e Sasuke venite in palestra?”
“Certamente.” Naruto sorrise fieramente. “Dobbiamo allenarci per la cerimonia di consegna della cintura marrone di aprile, l’aveva detto il maestro, no?”
“Naruto, siamo arrivati.”
La voce di Sasuke interruppe la conversazione tra Naruto e Kiba. Effettivamente l’orfanotrofio era proprio dinanzi a loro.
“Non vedo l’ora di diventare maggiorenne… così me ne vado via da questo posto…” Naruto fece una smorfia.
“Non potete uscire la sera, vero?” Sakura intervenne con un tono di voce leggermente rammaricato: molto tempo prima considerava l’esuberanza e l’arroganza di Naruto delle caratteristiche assimilate col tempo per l’assenza dei genitori.
Sasuke le aveva risposto a tono, dicendole che il suo carattere non dipendeva dall’assenza dei genitori ma dal fatto che fosse solo in ogni caso.
“Abbiamo un limite fino alle 19:30… dopo c’è la cena.” Sasuke rispose col suo solito tono inespressivo ed apatico.
“Va bene… ragazzi.” Kiba fece un cenno di saluto. “Io me ne torno a casa, dopo devo portare Akamaru a spasso… ci vediamo più tardi all’allenamento!”
“Ciao Kiba!” i tre lo salutarono all’unisono e lo videro scomparire verso la strada principale.
“Posso venire al vostro allenamento?” la voce di Sakura ruppe il silenzio che si era creato lungo gli ultimi venti metri di strada.
“Mi piacerebbe tantissimo!” disse Naruto con entusiasmo, nonostante la ragazza pendesse solo dalle labbra di Sasuke, che si mossero in due semplice parole.
“Si, certo…”
 
L’atmosfera della palestra era velata dall’odore dei fiori di campo appena colti e da quello del sudore di ogni persona presente.
 
Torsione del braccio destro dietro la schiena…
Gli blocco il sinistro…
Preparati al volo... Naruto...
 
Sasuke riuscì a far cadere Naruto, dopo averlo bloccato. Lui si mise seduto e piegò una gamba, massaggiandosi il braccio. “Uffa…”
“Per oggi basta ragazzi, ci vediamo tra due giorni.”
“Si, maestro.” I due si inchinarono, giungendo le mani.
Sakura sorrise lievemente e uscì dalla palestra. I suoi compagni la raggiunsero dopo circa venti minuti e decisero che l’avrebbero accompagnata a casa prima di tornare all’orfanotrofio.
“Sei veramente bravo, Sasuke.”
“Mmh…”
“Ehi, guarda che ci sono pure io.” Naruto mise un broncio che fece ridacchiare Sakura per qualche minuto.
Poi parlò. “Sapete, aspetto con ansia gli esami, non vedo l’ora di cominciare il nuovo corso di studi.”
“Hai saputo che con noi ci sarà anche Hinata?”
Sasuke alzò lo sguardo. “Pensavo che suo padre non glielo permettesse.”
“No, è riuscita a convincerlo.” Disse il biondino con un largo sorriso.
“Mi fa piacere per lei.” Disse Sakura sorridendo a sua volta: Hinata era forse l’unica ragazza della sua classe con cui non avesse legato molto ma, a dir la verità, non le sarebbe dispiaciuto cercare di condividere qualcosa con quella ragazza tanto timida quanto misteriosa.
“AAAAAAH… ho una fame che mi mangerei tutta la dispensa dell’istituto.”
“Sei sempre la solita testa quadra.” Disse Sakura. “Stavamo facendo un discorso serio e guarda come hai rovinato tutto.”
“Eh dai, tu non ti sei allenata per un’ora di fila!”
“Tutte scuse!”
Sasuke sbuffò leggermente, in vista del solito battibecco tra Naruto e Sakura.
Non volle richiamarli come faceva di solito e forse fu proprio quest’azione che gli permise di cogliere un movimento sospetto dietro l’automobile posteggiata a qualche metro di distanza.
Si fermò.
Sakura e Naruto continuarono a punzecchiarsi e solo dopo qualche secondo si accorsero dell’immobilità dell’amico e del suo sguardo profondamente interdetto.
“Che ti succede, Sasuke?” chiese Sakura perplessa.
“Sakura, dietro Naruto.”
“Sasuke, cosa c’è che non va?” chiese Naruto improvvisamente serio.
“Non te ne sei accorto? Qualcuno ci sta seguendo.”
Gli occhi dei due compagni sembrarono uscire fuori dalle orbite. Sasuke si mise in posizione di attacco, facendo una di quelle tante mosse di Ju-Jitsu che aveva praticato proprio l’ora precedente.
Naruto lo imitò e stando in silenzio si accorse finalmente del fatto che qualcuno li stesse spiando.
Quando uscì allo scoperto fu il primo ad attaccare e come di consueto, urlò.
“AAAAAAAAAAAH! NON MI SCAPPI!”
Riuscì ad immobilizzare l’avversario.
“BRAVO NARUTO!” urlò Sakura.
Questi però, in tutta risposta, si liberò senza troppe esitazioni, facendo fare a Naruto un volo di tre metri lungo la strada, muovendo solo il braccio.
“Oh, no!”
Si voltò verso Sasuke. “È te che voglio, Uchiha!”
“Come fai a conoscere il mio nome?!”
“Tutti gli abitanti della città conoscono il tuo nome!”
Sasuke strinse i denti. “Dimmi chi sei.”
“Il mio nome è Orochimaru.”
 
Flames to dust
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Why do all good things come to an end?
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Why do all good things come to an end?
come to an end come to an
Why do all good things come to end?
come to an end come to an
Why do all good things come to an end?
 
Travelling I only stop at exits
wondering if I'll stay
young and restless…
Living this way I stress less…
I want to pull away when the dream dies,
the pain sets it and I don't cry,
I only feel gravity and I wonder why…  
 
All good things – Nelly Furtado

Ringrazio NINA, Inu_Kagghy, Beckil, mimi, Hinata-chan 6 e _Ellis_ per le loro recensioni, cercherò di migliorarmi comunque e appena ci avrò preso meglio la mano e saremo più avanti con la storia vi riserverò delle sorprese su questa ff. ^^

Ancora l'arrivo di Kakashi e degli altri personaggi è un po' lontano...  XD

A presto, un bacio, Asdrel ^^


   
 
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