Alessio
24/12/2012 - 17:33
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Tutte le mie difese, in quell'istante
crollarono. Cosa voleva Sara da me? Era solo uno dei sue modi straordinari di
starmi vicino nei momenti più difficili come una cara amica o si celava altro
dietro quelle belle, magnifiche parole?
Sapevo che Sara mi voleva un bene immenso,
non avevo mai avuto dubbi.
C'era stata, semplicemente, da quando mi aveva promesso, quel giorno sotto lo
stesso ombrello (il mio) che mi sarebbe stata accanto qualsiasi cosa fosse
successa, qualsiasi cosa avessi combinato.
E quando le avevo raccontato di aver avuto
disturbi della personalità o quando le avevo confessato di aver rotto il
braccio all'uomo con cui la mia ex mi aveva tradito, di essere caduto davvero
in basso, di essermi drogato per poi uscirne con fatica: come un uomo distrutto
non come un uomo nuovo, perché nemmeno il termine ragazzo mi si adattava più, i
ragazzi conservano ancora un po’ si speranza, di positività,
lei era rimasta, di fronte a me, con due
occhi enormi, e lucidi
mi aveva guardato e mi aveva detto che lei
sapeva quel che faceva, sapeva giudicare le persone e aveva deciso un giorno "non
si sa quando" di starmi accanto, e lo avrebbe fatto, qualsiasi cosa fosse
successa, perché secondo lei io avevo un valore.
Contavo qualcosa per lei, e questo mi dava
ogni giorno la forza di andare avanti e di sforzarmi di essere migliore; volevo
meritarlo tutto quell'affetto.
L'amavo,
Dio quanto l'amavo, quanto l'ho sempre amata.
Dovevo ricompormi: stavo per scoppiare in
lacrime e mio cugino mi stava guardando.
Cosa avrei dovuto fare? Contava troppo per
me. Perderla avrebbe significato perdere me stesso. Non potevo dirle che
l'amavo e poi subire le conseguenze di un amore non ricambiato perché non ne
avrei avuto la forza. Non potevo correre il rischio, non volevo.
La mia gioia più grande aveva dei capelli
neri lunghissimi, la pelle chiara gli occhi azzurri e il naso all'insù. Se non
avessi avuto la certezza che Sara era una ragazza vera avrei pensato che fosse
un angelo, poi quella bocca…
Solo un angelo poteva averla disegnata,
la sua bocca…
Ma no, non dovevo pensarci, pensare a
quanto fosse bella e a quanto la desiderassi non faceva che farmi stare male,
non la potevo raggiungere, punto.
17:40
Tutto mi stava portando alla conclusione
che questo Natale sarebbe stato terribile.
"Alessio stai bene?"
"si mamma"
"Ah, mi ero dimenticata di dartela, è
arrivata un po’ di giorni fa, scusami Ale l'ho messa
da una parte ma poi me ne sono scordata"
"Ah…"
Un flashback: momenti scorrevano
attraverso la mia mente, veloci come non erano mai stati:
Ecco perché l'ultima volta che l'avevo
vista mi aveva salutato con educazione e imbarazzata aveva guardato in basso,
ecco perché aveva gli occhi lucidi.
Avevo creduto fosse arrabbiata con me per
qualche stupidaggine e non le avevo fatto nemmeno gli auguri di Natale, mentre
Sara ci era rimasta male che non l'avevo ringraziata per quella cartolina.
Deve essere stato difficile per lei, così
timida, fare un gesto tanto espressivo.
Deve esserci rimasta molto male per come
mi sono comportato.
Che coglione
Potevo rimediare? Forse no
Forse avrei dovuto correrlo quel benedetto
rischio
E sti cazzi di tutto il
resto.
Si, le avrei confessato tutto, in una
serata di pazzia, le avrei confessato di essere innamorato di lei, e se non mi
avesse ricambiato l'avrei supplicata di restare,
perché
avevo bisogno di lei, in qualsiasi modo volesse stare con me
Bastava che mi dedicasse un po’ del suo
tempo;
sarebbe andata bene in ogni caso.
Me ne convinsi, presi la macchina e andai.
Non c'ero mai stato dalle sue parti, non
conoscevo il posto ne sapevo precisamente dove abitasse, ne potevo chiedere
informazioni visto che la sera della vigilia non c'era nessuno per strada.
Erano le sette di sera, più di un'ora di
viaggio per arrivare fino a li e mia madre e tutti i miei parenti che mi
avrebbero ucciso appena avessero saputo che me l'ero svignata.
Dovevo trovarla.
Il telefono era libero, chissà dov'era
Sara, dove teneva il suo cellulare.
Accostai la macchina, ero esausto,
distrutto, deluso da me stesso: Come potevo credere che…?
Perché?
Sbattei la testa sul volante e cercai di
riflettere dieci secondi prima di entrare nel panico…
Come potevo rintracciarla?
Il mio cellulare improvvisamente si
illuminò e inizio a squillare,
puntuale come non era mai stato.
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Si concluderà presto (al prossimo
o al massimo tra un paio di capitoli ^.^ ),
presto scioglierò il dubbio e vi
svelerò come va a finire, nel frattempo, spero che vi piaccia…
Linus