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Autore: PeterLinus    19/12/2012    0 recensioni
Questa è una breve storia che conterà al massimo 4 o 5 capitoli (brevi ach'essi) e che aggiornerò frequentemente...
Parla di due giovani ragazzi e di un dettaglio che inizia a far muovere le pedine di quella scacchiera che entrambi stavano tenendo serrate per paura di scoprire le difese, di diventare vulnerabili.
Il dettaglio è un messaggio di auguri
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alessio

24/12/2012 - 17:33

_______________________________

 

 

Tutte le mie difese, in quell'istante crollarono. Cosa voleva Sara da me? Era solo uno dei sue modi straordinari di starmi vicino nei momenti più difficili come una cara amica o si celava altro dietro quelle belle, magnifiche parole?

Sapevo che Sara mi voleva un bene immenso, non avevo mai avuto dubbi.

C'era stata, semplicemente, da quando mi aveva promesso, quel giorno sotto lo stesso ombrello (il mio) che mi sarebbe stata accanto qualsiasi cosa fosse successa, qualsiasi cosa avessi combinato.

E quando le avevo raccontato di aver avuto disturbi della personalità o quando le avevo confessato di aver rotto il braccio all'uomo con cui la mia ex mi aveva tradito, di essere caduto davvero in basso, di essermi drogato per poi uscirne con fatica: come un uomo distrutto non come un uomo nuovo, perché nemmeno il termine ragazzo mi si adattava più, i ragazzi conservano ancora un po’ si speranza, di positività,

lei era rimasta, di fronte a me, con due occhi enormi, e lucidi

mi aveva guardato e mi aveva detto che lei sapeva quel che faceva, sapeva giudicare le persone e aveva deciso un giorno "non si sa quando" di starmi accanto, e lo avrebbe fatto, qualsiasi cosa fosse successa, perché secondo lei io avevo un valore.

Contavo qualcosa per lei, e questo mi dava ogni giorno la forza di andare avanti e di sforzarmi di essere migliore; volevo meritarlo tutto quell'affetto.

 

L'amavo, Dio quanto l'amavo, quanto l'ho sempre amata.

 

Dovevo ricompormi: stavo per scoppiare in lacrime e mio cugino mi stava guardando.

 

Cosa avrei dovuto fare? Contava troppo per me. Perderla avrebbe significato perdere me stesso. Non potevo dirle che l'amavo e poi subire le conseguenze di un amore non ricambiato perché non ne avrei avuto la forza. Non potevo correre il rischio, non volevo.

La mia gioia più grande aveva dei capelli neri lunghissimi, la pelle chiara gli occhi azzurri e il naso all'insù. Se non avessi avuto la certezza che Sara era una ragazza vera avrei pensato che fosse un angelo, poi quella bocca…

Solo un angelo poteva averla disegnata,

la sua bocca…

 

Ma no, non dovevo pensarci, pensare a quanto fosse bella e a quanto la desiderassi non faceva che farmi stare male, non la potevo raggiungere, punto.

 

17:40

 

Tutto mi stava portando alla conclusione che questo Natale sarebbe stato terribile.

 

"Alessio stai bene?"

"si mamma"

"Ah, mi ero dimenticata di dartela, è arrivata un po’ di giorni fa, scusami Ale l'ho messa da una parte ma poi me ne sono scordata"

"Ah…"

 

Un flashback: momenti scorrevano attraverso la mia mente, veloci come non erano mai stati:

Ecco perché l'ultima volta che l'avevo vista mi aveva salutato con educazione e imbarazzata aveva guardato in basso,

ecco perché aveva gli occhi lucidi.

Avevo creduto fosse arrabbiata con me per qualche stupidaggine e non le avevo fatto nemmeno gli auguri di Natale, mentre Sara ci era rimasta male che non l'avevo ringraziata per quella cartolina.

Deve essere stato difficile per lei, così timida, fare un gesto tanto espressivo.

Deve esserci rimasta molto male per come mi sono comportato.

 

Che coglione

 

Potevo rimediare? Forse no

Forse avrei dovuto correrlo quel benedetto rischio

 

E sti cazzi di tutto il resto.

 

Si, le avrei confessato tutto, in una serata di pazzia, le avrei confessato di essere innamorato di lei, e se non mi avesse ricambiato l'avrei supplicata di restare,

perché avevo bisogno di lei, in qualsiasi modo volesse stare con me

Bastava che mi dedicasse un po’ del suo tempo;

sarebbe andata bene in ogni caso.

Me ne convinsi, presi la macchina e andai.

Non c'ero mai stato dalle sue parti, non conoscevo il posto ne sapevo precisamente dove abitasse, ne potevo chiedere informazioni visto che la sera della vigilia non c'era nessuno per strada.

Erano le sette di sera, più di un'ora di viaggio per arrivare fino a li e mia madre e tutti i miei parenti che mi avrebbero ucciso appena avessero saputo che me l'ero svignata.

Dovevo trovarla.

Il telefono era libero, chissà dov'era Sara, dove teneva il suo cellulare.

Accostai la macchina, ero esausto, distrutto, deluso da me stesso: Come potevo credere che…? Perché?

Sbattei la testa sul volante e cercai di riflettere dieci secondi prima di entrare nel panico…

Come potevo rintracciarla?

 

Il mio cellulare improvvisamente si illuminò e inizio a squillare,

puntuale come non era mai stato.

 

 

_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Si concluderà presto (al prossimo o al massimo tra un paio di capitoli ^.^ ),

presto scioglierò il dubbio e vi svelerò come va a finire, nel frattempo, spero che vi piaccia…

 

Linus

 

 

   
 
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