Sara
03/12/2012
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Cercai il suo indirizzo di casa nell'elenco telefonico e spedii quella
cartolina, mettendoci il cuore tra quelle poche righe di spazio che potevo
occupare, dietro c'era la figura di un albero di Natale gigantesco, immerso nel
buio,
luminoso splendeva.
Volevo fargli un regalo che fosse sincera espressione di ciò che provavo,
ma prima di ogni altra cosa volevo farlo sorridere.
Esatto, dopo tutte le cose brutte che gli erano capitate volevo che
sorridesse di nuovo.
Vorrei
riempire il tuo mondo di luci e poi accenderle e…
Alessio
24/12/2012 - 17:30
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Tutto era pronto, Tommaso rideva mentre mio zio gli raccontava una
barzelletta vicino all'albero,
con il camino acceso:
mio cugino
non aveva idea di tutte le cose brutte che ogni giorno succedevano nel mondo,
io si.
Avrei voluto
tornare ad essere un po’ più come lui,
però forse
era meglio così,
perché io da
adulto potevo proteggerlo.
Gironzolavo
un po’ per casa mentre mia madre preparava la cena: erano le 17:32, cioè tra 5
ore e 28 minuti sarebbe stato Natale.
Un pensiero
fisso: "Come si può festeggiare con la sensazione che troppe cose belle se
ne sono andate via?"
Quando
tornai in salotto Tommaso stava giocando da solo, probabilmente zio era andato
a dare una mano in cucina;
notai che
aveva in mano una foto di un albero di Natale,
no era una
specie di cartolina…
…una…
…
Avete
presente quegli attimi di alta intensità e consapevolezza? quando il tuo
cervello fa un istantaneo collegamento visivo-logico,
che non vi aspettereste mai, ma che potrebbe cambiare la vostra vita?
Quella era
la scrittura di Sara.
La ragazza
che ho amato segretamente per un anno e un mese: dal primo momento che l'ho
intravista tra i corridoi della redazione, quel giorno di Novembre, mentre
fuori faceva terribilmente freddo e lei voleva disperatamente un the caldo alla
macchinetta.
Non glielo
dissi mai che l'amavo,
anche
quando, conoscendola, me ne convinsi sempre di più.
Era
esattamente come sapevo che fosse:
Quel giorno
io me l'ero disegnata nella mia testa e più passava il tempo più quelle che
erano solo le fantasie di una mente distorta diventavano sempre più reali.
Il mio
disegno e Sara coincidevano, in ogni fattezza.
Ma lei non
mi amava, me lo aveva fatto capire troppe volte ormai; mi voleva bene ma non mi
amava, e non potevo biasimarla, io non ero di certo all'altezza delle sue
aspettative, né brillante e bello quanto quel bastardo del suo ex ragazzo.
Strappai la
cartolina dalle mani di Tommaso, e la lessi, incredulo davanti a tanta
spontanea dolcezza:
Vorrei
riempire il tuo mondo di luci e poi accenderle e guardarle brillare
così tanto da schiarire il buio che hai intorno, e quello che hai dentro.
Che gli adulti si destino dal loro sonno e dall'illusione di valere qualcosa
anche senza mai aver provato un emozione che sia vera, bella, sincera:
meraviglia.
Si voltino
a guardarti, accecati da quella luce, la tua,
stupiti come bambini di fronte ad un albero di natale.
Vorrei darti colori nuovi, mille colori nuovi: i colori del tuo sorriso.
Se solo me lo permettessi…
Sara