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Autore: Setry_USui    06/07/2007    3 recensioni
[Una produzione del Full Metal Alchemist Fan Forum] Fan Fiction EdwardXWinry. Una visita alla nonna...un'istante, un'irruzione con la forza nella casetta di Rezembool e poi il buio... Cosa vogliono gli Homunculus da Winry? Sostiruirsi a lei per vegliare sui loro preziosi sacrifici umani?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Envy, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non posso perdere anche lei...

 

Correva, correva a perdifiato il giovane alchimista!

Non era vero, non poteva essere vero! come? Come era potuto succedere? Lei cosa c’entrava? Eppure pareva che fosse proprio così…la zia Pinako aveva telefonato appena pochi minuti prima. Piangeva la vecchia donna. Nella mente di Edward rimbombavano le parole udite poco prima dall’apparecchio telefonico…

“Erano in tre! Edward è stato orribile! L’hanno presa! L’hanno portata via!

Winry! Non ho potuto fare niente! Erano potenti! Immortali, erano…erano…”

Homunculus! Dannate creature! Edward li maledisse con tutta la sua mente, la sua anima e il suo corpo mutilato.

Perché lo avevano fatto? Cosa volevano da lei?

Erano capaci di tutto quei mostri…una terribile fitta di terrore gli inondava di continuo il cervello: avevano freddato a sangue freddo Huges! Il caro vecchio Huges! Un padre di famiglia, un militare, un rappresentante delle forze dell’ordine…in piena notte, in un luogo pubblico…erano capaci di qualsiasi atrocità quei mostri!

Oh Winry, no! L’avevano presa, portata via…poteva già essere morta in questo momento! No! No! Se lei fosse morta…se lei non fosse più tornata a stringergli le viti degli automail, a rimbambirlo di chiacchiere su come dovesse curarli e non sforzarli troppo, a sorridergli una volta finita la manutenzione, a piangere quando lui ed Alphonse se ne andavano…come? Come avrebbe fatto? Come poteva tollerarlo?

Gli occhi dorati, stanchi di piangere, punsero nuovamente di calde lacrime…Winry…no! Arrivo da te! Aspettami ancora un poco…soltanto un poco.

“Acciaio!” la voce insopportabile del tenente colonnello precedette l’arrivo di Roy Mustang che gli si parò dinnanzi sbarrandogli l’uscita dalla caserma.

“Si sposti! Si sposti immediatamente dannazione!” lo minacciò il ragazzo senza rallentare la sua corsa.

“Acciaio non è da te perdere la calma in un momento simile! Fermati!” il comandante non si spostò di un solo centimetro.

Edward rallentò la corsa inchiodando dinnanzi al suo superiore: “La avverto se non si sposta lei dovrò passare con la forza!”

“E provaci ragazzino! In ogni caso non ti lascerò passare! Fermati e rifletti per una volta!”

“Non posso fermarmi! Devo andare! Lei…Winry è in pericolo!”

“Ragiona Acciaio! E’ una trappola sei cieco?!?!” la voce adirata del comandante risuonò nel corridoio deserto della caserma, mai Edward lo aveva visto adirato…sarcastico, insopportabile, irritante, autoritario…ma in tutti i suoi anni di servizio mai aveva visto il suo maggiore urlare in quel modo…e anche se era così? Che importava? Nulla importava in quel momento.

“Lo so benissimo! Cosa crede? Non sono uno sprovveduto comandante!” urlò Edward di rimando.

“E allora non comportarti come tale! Stai facendo il loro gioco cretino!”

“Se fare il loro gioco significherà anche salvare Winry…”

Il comandante Mustang parve quasi sorpreso da quell’affermazione.

“Quella ragazza…è così importante per te?”

“Tenente. Beh…sa, io non voglio perdere anche lei.” Rispose Edward, il suo cuore che già batteva all’impazzata dall’agitazione e dalla paura accellerò ulteriormente i battiti quando si scoprì a pronunciare quelle parole.

Roy Mustang sospirò rassegnato: “Dammi almeno il tempo di raccogliere i rinforzi.”

“Non c’è né di tempo.”

“Non puoi andare da solo!”

“Al è ancora da riparare dall’ultimo scontro, non può venire con me.”

Di nuovo Roy Mustang sospirò indi si spostò dall’uscio e fece un piccolo cenno con il capo al ragazzo: “Vedi di non morire prima del nostro arrivo…sai quanti grattacapi con i superiori mi daresti?”

Un sorriso comparve sul volto di Edward mentre correva fuori dalla caserma: “Se mi succede qualcosa farò di tutto per metterla nei guai signore!” urlò mentre si allontanava di corsa.

Winry! Devi resistere! Ti scongiuro, ancora poco! Sto venendo da te…costi quel che costi ti porterò via di lì! Non puoi mollare ora! Non puoi farmi questo!

Sapeva dove trovarla…gli Homunculus avevano lasciato dietro di loro tracce così evidenti che solo un cretino sarebbe cascato nel loro trabocchetto, ed Edward Elric promosso ad alchimista di Stato a soli dodici anni, riconosciuto come uno dei massimi esperti della materia esistenti a quindici, uno dei pochissimi sopravvissuti alla trasmutazione umana e al collegamento di un anima ad un oggetto e con alle spalle la storia vissuta di un reduce non era certo da classificare come un cretino.

Eppure le sue gambe, meccanica o meno, sfiorarono il terreno a tutta velocità diretti verso la trappola più evidente che esistesse.

Non è nel loro stile, è una provocazione…devo capire cosa c’è sotto e subito!

Giunse dinnanzi alla casetta abbandonata in periferia di Central City, senza nemmeno rallentare la corsa spiccò un salto e sfondò la porta con il ginocchio di ferro.

Come una furia fece irruzione nella stanza, le mani già con i palmi uniti pronte ad ogni evenienza, i muscoli tesi, la mente attenta…nessuno.

Si guardò intorno freneticamente: un armadio, un letto senza lenzuola…null’altro nella stanza.

“Winry! Rispondimi Winry!” urlò quasi disperato, una voce proveniente dall’altra stanza rispose alle sue parole. La porta adiacente si spalancò e la ragazza che tanto lo aveva fatto penare corse verso di lui tremando e piangendo di paura.

“Edward! Oh Ed!” gli corse incontro gettandosi contro il suo petto e affondando il viso tra la stoffa del suo spolverino rosso. Il ragazzo non reagì, rimase fermo ed impassibile.

“Non puoi sapere quanto ho avuto paura! Pensavo di morire! E’ stato…è stato orribile…e…io ho tanto sperato che venissi a salvarmi…” Winry singhiozzava sommessamente stringendo tra le mani i vestiti di Edward e stringendosi a lui ancora tremante.

“Winry…” disse lui afferrandole le spalle e spingendola indietro, la fissò negli occhi per qualche secondo e poi continuando a tenerla per le spalle: “Cosa c’è inciso nel mio orologio?” le domandò con un tono di voce estremamente serio.

“C-che dici Edward? Non capisco!” domandò lei ancora singhiozzando “Cosa c’entra questo ora?”

“Non fare domande e rispondi! Devo sapere! Nel mio orologio da alchimista di Stato…cosa c’è scritto?” rispose lui freddamente e con decisione.

“Io…io…suppongo che dovrei saperlo…” disse lei abbassando lo sguardo a terra per poi rialzarlo nuovamente su di lui…gli occhi scintillavano di malignità “e bravo il nostro Alchimista di latta!”

Edward la spinse indietro con forza, batté i palmi fra loro e trasmutò il suo automail facendo crescere una lunga lama sul dorso della mano. La ragazza barcollò ma riprese subito l’equilibrio, il corpo di lei scintillò di riflessi e giochi di luce azzurri mentre cambiava forma e dimensione…

“Envy… bastardo!” mormorò Edward a denti stretti una volta che l’Homunculus riacquistò la sua vera forma.

“Impressionante! Potevi dirmelo subito che non c’eri cascato! Mi sarei risparmiato questa bella recitina, che c’era che non andava? Non ero abbastanza convincente?” domandò Envy sorridendogli malignamente.

“Sei un bravo attore…ma io non sono un deficiente!”

“Uhm già…oh? L’automail? Non avrai voglia di combattere? Spiacente mio caro ma non oggi! Piano fallito operazione annullata! Bye Bye!” così dicendo l’Homunculus si voltò di scattò e corse via con una rapidità impressionante dalla stessa porta dalla quale era entrato.

“Fermo bastardo!” Edward fece per iniziare a rincorrerlo ma Envy, senza nemmeno voltarsi, gli urlò: “Fossi in te tirerei fuori la ragazza da lì dentro! Non ho calcolato per quanto tempo avrebbe avuto ossigeno, scusa!”

Il ragazzo si bloccò di scatto, impallidì al sentire quelle parole…”Dove? Dove? Dov’è? Dimmelo stronzo o ti ammazzo!” urlò adirato.

“Questa volta hai vinto tu e ti meriti un premio! Io fossi in te guarderei sotto i miei piedi!” così dicendo sparì alla vista di Edward, ma a lui non importava! Si lasciò cadere in ginocchio, batté i palmi e con le mani toccò il pavimento della casa.

“Winry! Winry! Rispondimi Winry! Winry ti prego, ti prego! Dimmi che sei viva! Dammi un segno ti imploro!” la sua voce si spezzò dall’emozione e dalla paura.

Al suo tocco le travi del pavimento si dissolsero, c’era qualcosa sotto…una cassa! Silenziosa…troppo silenziosa.

“Winry!” senza indugiare un solo istante il ragazzo sollevò il coperchio, al suo interno la ragazza era distesa supina, con gli occhi chiusi, il respiro fermo, la pelle pallida.

“NO!!!!!!” Edward si chinò, la prese tra le braccia e la adagiò sul pavimento “Winry! Non morire così! Non puoi morire così!” dal contorno occhi calde goccie salate gli rigarono il viso, le sue mani tremarono…in un impeto disperato chinò il capo sul petto di lei e poggiò l’orecchio ad altezza del cuore…attese con il respiro in gola.

Un battito! Batteva! C’era ancora speranza!

Le toccò un polso, la pressione era appena percettibile…non pulsava e il respiro era praticamente inesistente…se il cervello non avesse ricevuto ossigeno e sangue entro pochi secondi sarebbe stata la fine per lei!

Doveva gonfiarle i polmoni e doveva farlo subito! Non ci pensò due volte. Si inginocchiò accanto a lei avvicinando il viso a quello della ragazza incosciente, le prese le guance tra le mani per tenerlo ritto e poggiò le sue labbra su quelle fredde di Winry che non reagirono minimamente al contatto.

Edward soffiò tutta l’aria che riuscì a tirare fuori dai suoi polmoni e dal suo fiato corto per la paura…si staccò prese aria, poi ricominciò a soffiare, prese aria e soffiò, prese aria e soffiò…sempre più velocemente e sempre con impeto maggiore.

La testa iniziò a girargli per il dispendio di ossigeno ma non ci diede peso…

Forza Winry ti prego! Coraggio respira! Respira! Reagisci!

Quando poggiò le sue labbra sulla bocca della ragazza per l’ennesima volta avvertì un leggero tremolio, un debole rantolo soffocato precedette la sua immissione di aria…il petto della ragazza si gonfiò spontaneamente.

Edward si lasciò cadere indietro tremante…salva per un pelo…ce l’aveva fatta.

  
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