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Autore: Black ashes    19/12/2012    1 recensioni
Sophie: diciassette anni, capelli rossi, occhi color cielo e vita normale. Scuola normale, casa normale, famiglia normale, fidanzato normale.
Il diciannovenne Jack è, invece, il contrario: è sempre stato anormale, è sempre stato diverso. La sua è una vita nomade, totalmente inadatta ai deboli, ai fragili.
Infanzia piena di tristezza, di dolore, di lacrime.
Tutti hanno sempre visto Jack come quello diverso, così lui ne ha fatto un lavoro, uno stile di vita.
Jack ha sempre colpito la gente, ma questa ragazza ne sarà colpita in modo diverso.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.


«E' stato fantastico! Quando torniamo?» Meg aveva un sorrisone che le andava da un orecchio all'altro.
«Di solito gli spettacoli si vedono una volta sola.» Disse Kirk.
«Non lo escluderei.» Bisbigliai, la testa fra le nuvole.
«Cosa?» Kirk mi guardò interrogativo.
Feci spallucce. «Tornare.»
Kirk sorrise amaramente. «Cosa ti è piaciuto, lo spettacolo o i biglietti?» e al contempo Meg strillò e scappò dalla mia presa, correndo verso una roulotte con la porta aperta.
L'angelo stava fumando una sigaretta seduto sugli scalini della porta, non si era ancora tolto il trucco di scena: la pasta bianca spalmata sulla faccia, le palpebre dipinte di nero con una lunga striscia che si allungava fino alle tempie, i capelli tirati indietro. Aveva indossato una maglietta nera e un paio di shorts che non gli stavano niente male, ma non mi sorpresi: quel ragazzo sarebbe potuto stare sotto la pioggia per tre ore con tutto quel trucco colato sulla faccia e sarebbe sembrato comunque un modello di profumi.
Si voltò e i suoi occhi verdi incontrarono Meg, che gli si stava praticamente catapultando addosso. Fece appena in tempo a buttare via la sigaretta e a sventolare una mano davanti al fumo ancora sospeso davanti al suo viso che la bambina gli buttò le braccia al collo saltellando.
Corsi verso di lei proprio mentre dichiarava il suo amore all'angelo, e lui rideva così forte che sembrava che la roulotte tremasse.
«Oddio, Meg! Sei pazza?! Vieni via dal...» non sapevo che dire: angelo? Ragazzo? Modello per profumi? «Vieni via dal signore!» Conclusi, sentendomi un'idiota appena pronunciata l'ultima sillaba. La presi in braccio e la misi davanti a me, bloccandola con tutte e due le braccia.
Il ragazzo rise. «Non preoccuparti, Nirvana. L'unica cosa che mi ha dato fastidio è esser stato chiamato 'signore'.» Poi spostò lo sguardo su di Meg. «Mia cara, temo che tu sia un po' troppo giovane per me.» Le sorrise.
«Guarda che ti ho visto che fumi, ma non m'interessa perchè anche Soph fuma e mi ha detto di non dirlo alla mamma.» Disse Meg.
«Andiamo.» Intervenne Kirk. «Devo passare in Università a prendere un libro, e fra poco chiude.»
«Posso stare qui?» Domandò Meg, guardandomi.
«Ma figuriamoci.» Risposi io.
«Che c'è, non ti fidi di noi 'zingari'?» L'angelo mi guardò, uno sguardo duro e tagliente che sarebbe stato maledettamente attraente se non fosse stato indirizzato a me.
«Non dopo questa domanda.» Risposi, ricambiando con tutta la stronzaggine che riuscivo a mettermi nello sguardo. «Stando sulla difensiva non mi rassicuri di certo.»
Si accese un'altra sigaretta, fissandomi. «Suppongo che tu sia sempre stata abituata a gente con la battuta pronta.» Indicò Kirk con la Marlboro Rossa.
«In realtà sono stata abituata a gente che non cerca di attaccarmi dopo aver scambiato con me sette parole.»
Sputò il fumo parlando. «Borghese.»
«Stronzo.»
«Dai, andiamo.» Kirk mi mise una mano sulla schiena e mi spinse verso il parcheggio con gentilezza.
Mentre camminavamo, sentii l'angelo che mi chiamava. «Ehi, Nirvana!»
Mi voltai, e lo vidi che sorrideva, un sorriso tutto scintille bianche e denti perfetti.
Alzò la mano destra e mi mandò a quel paese.
«Fottiti, scherzo della natura!» Urlai.
Lo odiavo, ma Dio se era bello.
  
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