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Autore: Nimel17    19/12/2012    7 recensioni
E se Regina non avesse mai rapito e rinchiuso Belle, e questa fosse restata con Rumpelstiltskin? Come avrebbe potuto cambiare la vita di Gold a Storybrooke, insieme a quella degli altri personaggi delle fiabe?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Grazie, Kathryn, sei stata molto gentile ad invitarci.”
Belle sorrise alla signora Nolan con fare amichevole, ignorando l’espressione di cortese indifferenza della donna. Non aveva mai legato particolarmente con lei nemmeno quando erano bambine e dovevano giocare insieme durante gli incontri tra i loro padri, alleati da tempo. Già a sei anni lei era stata un topolino da biblioteca, appassionata dei racconti che la sua nutrice le raccontava prima di andare a dormire, mentre Abigail era già una vera e propria Principessina di Papà: parlava in continuazione dei suoi vestiti, di come li volesse esclusivamente azzurri e bianchi, di come suo padre avesse mutato in oro un’intera carrozza per metterla a sua disposizione, oppure descriveva nei dettagli tutte le sue bambole. Ma entrambe avevano perso la madre e questo bastava per portare pazienza e non accapigliarsi.
David se ne stava in disparte, quasi a disagio, con un bicchiere in una mano e un piatto di stuzzichini nell’altra. Guardava tutti con l’espressione di un topo tra una stanza piena di gatti e lei pensò che probabilmente alcune donne l’avrebbero definito tenero. Belle però non era tra quelle.
“David, che piacere vederti. Non ti ho ancora ringraziato come si deve per avermi aiutata, dopo il terremoto.”
Gli occhi chiari dell’uomo s’illuminarono nel vederla. Probabilmente le lodi che aveva riversato su Mary Margaret riguardo il suo contributo nel suo salvataggio avevano fatto effetto.
“Isabeau, come stai? Il ginocchio e la caviglia sono guariti?”
“Dopo tre settimane a letto sarei guarita da qualsiasi cosa. Mio marito si è esageratamente preoccupato.”
David si guardò velocemente intorno.
“C’è Mary Margaret?”
“No, non è potuta venire, temo.”
Più probabilmente, la coscienza le rimordeva per amare un uomo sposato e aveva deciso di compiere il nobile sacrificio di stargli lontana. La punizione che Regina aveva pensato per loro era molto crudele.
Superò David e gironzolò un po’ per la stanza piena di gente, evitando accuratamente la cucina dove c’era anche la regina, assieme a Kathryn. Vide Emma e Henry in un angolo, intenti a confabulare. Il bambino la scorse e la salutò sorridente, facendole segno di avvicinarsi.
“Isabeau, sono felicissimo che anche tu sia qui.”
Emma si passò una mano tra i capelli biondi e sospirò.
“Henry è convinto che David Nolan sia il Principe Azzurro.”
Belle gli sorrise teneramente.
“Se c’è un ruolo che gli si addice, è proprio quello.”
Esitante, si rivolse alla Salvatrice.
“Posso parlarti un momento?”
Senza aspettare risposta, si allontanò verso la cucina, ora deserta e si voltò solo per vedere se Emma la stesse seguendo.
“Che cosa c’è?”
“Io… io volevo scusarmi. Per la faccenda di Ashley e della bambina.”
Belle abbassò lo sguardo e si morse il labbro.
“Io e mio marito non abbiamo figli nostri, anche se li desideriamo moltissimo. Quando Ashley ha firmato quel contratto…”
Emma alzò precipitosamente una mano e aprì la bocca.
“Stop stop stop. Non devi scusarti di niente. Tuo marito poteva evitare di manipolarmi, ma tu desideravi solo un figlio.”
Lei sorrise, timida, ma scosse la testa.
“Non è un fatto personale. È il suo carattere.”
“Emma, Isabeau!”
Henry era corso da loro, sorridendo. Belle gli scompigliò i capelli, intenerita.
“Cosa c’è, ti sta inseguendo Barbablù?”
“Gnegne.”
Vedendo che il bambino si avvicinava a sua madre, si allontanò con discrezione e prese un cioccolatino da un piatto appoggiato sopra un tavolino. Whale osservò il suo gesto e Belle si fermò con la mano per aria e la bocca semiaperta. Gli voltò le spalle e inghiottì velocemente. I nervi che le faceva venire quell’uomo… anche nella Foresta Incantata lo aveva sempre tenuto alla larga, quando per un motivo o per l’altro veniva a parlare con Rumpelstiltskin. E non perché le avesse rivolto attenzioni indesiderate, ma perché da lui emanava un alone di Morte che comprendeva un leggero odore che lo avvolgeva, le macchie di sangue che non erano state lavate dalle maniche, persino gli occhialini scuri che lo facevano assomigliare ad una mosca in procinto di svolazzare attorno ad un cadavere. Le sue intenzioni erano comprensibili, non aveva chiaramente accettato la morte del fratello, ma da qui a volerlo riportare in vita utilizzando cuori e membra di altre persone… era una cosa orribile.
Trovò suo marito da solo, come si aspettava, seminascosto dietro uno scaffale.
“Sei qui per portarmi a casa, dearie?”
“Non sei un bambino.”
“Se lo fossi mi porteresti via da qui?”
“Beh, penso proprio di si.”
“Allora lo sono. Portami via da questa gabbia di matti.”
“Sono tutti molto carini. Potresti uscire e socializzare un po’.”
“Ma certo, dearie, chissà perché non ci ho pensato prima. Buonasera, come sta? Ah, è indietro con l’affitto, giusto per informarla.”
“Sei un guastafeste. Andiamo, Grinch, si torna a casa.”
Lui sogghignò, abbracciandole la vita.
“Ammetti che ti stavi annoiando anche te.”
“Ho fatto una bellissima chiacchierata con David.”
“Immagino. Sarà persino riuscito a dirti che aveva notato un po’ di gente in casa sua.”
“Perfido.”
Riuscì a dire a Kathryn solo qualche parola, prima che Rumpelstiltskin la trascinasse via. Rinunciò a rimproverarlo, sapendo che sarebbe stato tutto inutile. Inoltre, le riusciva difficile pensare a parole di biasimo quando la stringeva nella giacca e le lasciava una scia di piccoli baci sul collo.
“Non sei perdonato.”
“Farò in modo che ti diverta lo stesso stasera, dearie.”
Lei ridacchiò, ma lo frenò tirandolo per la manica.
“Che c’è?”
“Ssh.  Solleva il bastone e non far rumore.”
Lo spinse dentro un giardino senza recinto, dietro un albero e lo aiutò velocemente a sedersi, inginocchiandosi a sua volta. Rumpelstiltskin roteò gli occhi, sorridendo.
“Non potevi proprio aspettare di arrivare a casa, Belle?”
Si sporse per baciarla, ma lei lo schivò e allungò il collo.
“Sciocco. Guarda chi c’è più avanti.”
Lui sospirò ma obbedì. Vicini, l’uno di fronte all’altra, c’erano Mary Margaret e David Nolan, nello stesso atteggiamento imbarazzato, triste eppure così… agognante. Belle bloccò la mano di suo marito che stava scendendo lungo la schiena.
“Si sta svolgendo un dramma d’amore, Rumpelstiltskin, non essere insensibile.”
“Sei tu insensibile, se mi trascini a spiare due poveri innamorati sdraiato sull’erba umida con il mio ginocc…”
Lei gli premette un dito sulle labbra e continuò ad assistere, interessata, fino a che non li vide separarsi.
“Se ne sono andati.”
“Dio ti ringrazio.”
Belle fece per alzarsi, ma un braccio si chiuse attorno alla sua vita e l’altro attorno alle spalle.
Si sentì voltare e la bocca di Rumpelstiltskin premette sulla sua prima che potesse parlare.
Si rilassò e trattenne la risata che minacciava di uscire, approfittando invece di quando lui le lasciò libere le braccia per stringerlo di più. Una stava risalendo lungo la sua gamba, sotto la gonna del vestito, mentre l’altra era persa tra i suoi riccioli per tenere la testa vicina alla sua.
Quando le strinse leggermente il seno, non riuscì a frenare un verso, misto di piacere, sorpresa e divertimento.
Le luci della casa si accesero e Rumpelstiltskin le coprì troppo tardi la bocca con la sua.
“Chi è là?”
Il corpo di Belle era scosso da risatine silenziose, e stranamente anche lui stesso si ritrovava a sorridere. Una voce femminile seguì la prima.
“Lascia stare, saranno le solite coppiette del quartiere.”
Rumpelstiltskin non si fidò e le mise una mano sulle labbra.  Belle stava ridendo quasi liberamente ormai e tentava di parlare a bassa voce nonostante l’impedimento.
“Potresti minacciarli di alzare l’affitto.”
“O potremmo trasferirci nel giardino di Regina Mills.”
“Brr, terrà probabilmente dei cadaveri sotto terra. Tanto vale andare al cimitero.”
“Dicono la stessa cosa del nostro, lo sai vero?”
“No, le ipotesi più gettonate sono il tuo negozio e la nostra cantina.”
Lo aiutò a rialzarsi. Erano irrimediabilmente sporchi di terra, ciuffi d’erba ogni tanto spiccavano sui loro colori scuri e i loro capelli erano in uno stato disastroso.
 “Speriamo che non ci veda nessuno.”
Riuscirono ad arrivare quasi a casa, prima di essere fermati. Una macchina della polizia li stava affiancando. Belle spalancò i suoi occhi blu.
“Non possono averci riconosciuto in quel giardino.”
“Zitta, tesoro, lascia parlare me.”
La testa ricciuta di Graham sporgeva dal finestrino.
“Siete stati assaliti?”
Lei avrebbe voluto sprofondare, ma Dio non ascoltò le sue preghiere e la fece solo arrossire. Tuttavia, suo marito non aveva nemmeno un’oncia di vergogna.
“Uno scambio di opinione, del tutto risolto sceriffo. Non deve preoccuparsi.”
Era impossibile ignorare la punta d’ironia nelle sue parole, così Graham osservò attentamente entrambi e la sua espressione divenne confusa.
“Capisco.”
Continuò a guardarli con una strana espressione sul viso, fino a che Gold batté la punta del bastone per terra.
“Non ha una ronda da terminare, sceriffo?”
Graham si riscosse.
“S-sì, signor Gold, vado subito.”
Quando arrivarono dentro casa senza altri incidenti, Belle si passò una mano tra i capelli.
“Ho bisogno di una doccia.”
“Ottima idea, dearie.”
“Hai altre opinioni da scambiare, signor Gold?”
“Sono sempre stato un oratore, dearie, lo sai.”
 
 
Era un bel pomeriggio. La gente venuta a chiedere in prestito libri stava aumentando e molti non la guardavano più come se fosse un raro esemplare allo zoo. Belle stava canticchiando di buon umore e più di una testa si fermava un istante a guardarla: quel giorno sembrava particolarmente bella, con i capelli semiraccolti in una coda e un maglione che le faceva da vestito, evidenziando la curva dei fianchi. Lei ne era completamente ignara e continuava a salire e scendere dalla scala per sistemare i libri rimasti fuori posto dal terremoto, il fantasma di Rumpelstiltskin nella sua testa che le urlava di stare ferma a terra a causa della troppo recente guarigione al ginocchio. La scuola di Storybrooke le aveva chiesto una gran quantità di volumi per bambini e quello era stato il primo incarico di responsabilità effettiva, seppur moderata. Fu distratta dalla porta che veniva aperta troppo bruscamente.
“Attenzione al campanellino, spero non lo rompiate.”
Sorrise quando riconobbe Mary Margaret, o per meglio dire Biancaneve. I capelli corti avevano la riga spostata, il golfino stava scivolando sempre di più sulle spalle e le calze erano smagliate, ma gli occhi avevano una tale luce di felicità che sembrava ugualmente la più bella del reame.
“Scusa Isabeau, sono di fretta, non so dove ho la testa.”
“Ah no?”
Belle stava sorridendo, dolcemente.
“Mi servirebbe un libro sugli animali, sugli uccelli soprattutto.”
“Ti prendo subito quello che ti serve.”
Mentre cercava il titolo giusto, adottò un tono indifferente, sentendosi particolarmente maliziosa.
“Dimmi, David ha trovato lavoro al rifugio per animali?”
Mary Margaret arrossì e si abbottonò nervosa il cardigan.
“Davvero? Non lo sapevo… no, voglio dire, l’avevo sentito, ma mi era proprio sfuggito di mente.”
Belle le porse il libro e le prese una mano.
“Ascolta Mary Margaret, stai parlando con la moglie del signor Gold. Credi che non sappia cosa vuol dire amare una persona pur sapendo che tutti ti biasimeranno per questo?”
La maestra di scuola aprì la bocca e la richiuse.  Una lacrima le scivolò lungo la guancia e crollò appoggiandosi con le braccia sulla scrivania.
“Lo so, lo so, è una situazione orrenda, Isabeau. Lui prova qualcosa per me, ma è ancora sposato con Kathryn e io mi sento orribile.”
“Se voi vi amate, esiste il divorzio. Siamo nel ventunesimo secolo, non nell’età Vittoriana.”
Lo sguardo dell’altra donna si accese di speranza.
“Lo credi davvero? Che sceglierà me?”
“Il Vero Amore non si può ostacolare. Tu l’hai salvato.”
“Disturbo?”
Mary si voltò, spaventata. Regina stava in piedi sulla soglia, sorridente.
“Io non lo farei se fossi in lei, signorina Blanchard.”
Belle incrociò le braccia e guardò freddamente la regina.
“Ha bisogno di un libro, signora Mills? Lei passa spesso qui ma non ha mai preso in prestito niente.”
Regina non mutò espressione, ma per lei che la conosceva era visibile il raffreddamento negli occhi scuri.
“Questa biblioteca non resterà aperta per molto, signora Gold. È una promessa.”
“Regina, che sorpresa vederti, pensavo uscissi solo di notte, hai avuto molto coraggio ad affrontare la luce del sole.”
Belle guardò suo marito dietro la regina, un mezzo sorriso sarcastico che stava a meraviglia con i suoi lineamenti spigolosi. La giacca era un po’ aperta sul petto e la camicia blu spiccava come unico colore sulla sua figura.
“Graham ti stava cercando, Regina. È meglio se ti affretti, per favore, sembra urgente.”
Incurante della furia del sindaco che stava uscendo e della presenza di Mary Margaret, Belle gli andò incontro e gli sorrise.
“Sono contenta che tu sia qui.”
“Regina ti disturba, dearie?”
“No, non più del solito.”
Rumpelstiltskin chinò il capo verso la maestra, rimasta a guardarli con un’espressione… ispirata.
“Signorina Blanchard, che piacere.”
La donna arrossì e chinò lo sguardo.
“Signor Gold… grazie Isabeau del tuo aiuto, arrivederci.”
Mary afferrò in fretta e furia il libro e uscì senza guardarli.
“Tu intimidisci le persone, Rumpelstiltskin.”
“Non lo faccio apposta, dearie.”
Lui si chinò per baciarla dietro l’orecchio, ma lei gli batté una mano sulla fronte.
“Stavo parlando seriamente con Mary Margaret.”
“Non sono io che vi ho interrotte, dearie.”
“Ma l’hai spaventata.”
“Solo per invitarti da Granny a prendere la cioccolata calda che ti piace tanto.”
“A che ora?”
“Facciamo fra mezz’ora?”
“Ok. Vado subito, voglio sentire le ultime novità e cercare di riagganciare i rapporti con Ruby.”
“Purché non ti presti le sue gonne e le sue camicette.”
“Sono molto belle.”
“Dentro la nostra casa, sì.”
Belle roteò gli occhi e prese la borsa con una mano e le chiavi dall’altra.
“Ci vediamo lì.”
Fuori vide Archie, che la salutò senza esitazioni. Dall’incidente alla miniera sembrava aver ritrovato la sua coscienza e non l’aveva più turbata con richieste di prendere medicinali. Ricambiò il saluto, sorridendo.
Quando entrò da Granny, anche Ruby l’accolse con un sorriso. Belle si fermò per un secondo, disorientata, poi si sedette e la guardò avvicinarsi, senza sembrare arrabbiata o diffidente.
“Cosa ti porto, Isabeau?”
“Sto aspettando mio marito, Ruby, ti ringrazio, ordino quando arriva. Odia che io anticipi le sue scelte, anche se sono le stesse che farebbe lui.”
“Problemi in paradiso?”
“No, per ora no. Ne abbiamo avuti abbastanza in passato.”
Belle si sentì rincuorata dal fatto che la cameriera non sembrava avercela più con lei. Si stava ricostruendo delle amicizie e la sua vera personalità stava riemergendo sempre di più, a discapito di Isabeau. L’unica cosa che desiderava era avere una parte più attiva nei piani contro la regina.
Il giornale abbandonato sulla sedia di fronte alla sua catturò la sua attenzione. Il titolo era scritto a caratteri cubitali: Famosa coppia di Storybrooke si arrende al romanticismo nei giardini altrui.
Belle nascose la faccia dietro il quotidiano, andando freneticamente alla pagina dell’articolo. Tirò un sospiro di sollievo quando lesse un commento del tutto inoffensivo, non si sapeva chi fossero gli innamorati in questione ma le allusioni sembravano coinvolgere piuttosto Ruby e Billy, il meccanico.
Ci mancava solo che Sidney li avesse fotografati dietro i cespugli come due sedicenni.
 
 
Belle non stava spiando. Assolutamente no. Ma quando David era entrato da suo marito a chiedere informazioni stradali per il Toll Bridge, aveva subito percepito nell’aria novità amorose, visto che nemmeno un’ora prima aveva visto Mary Margaret dirigersi da quella parte.
Così aveva preso la giacca, lasciando un biglietto a Rumpelstiltskin, ed era andata anche lei al fiume. I suoi tacchi, poco adatti per il sentiero scivoloso e pieno di foglie, la rallentarono notevolmente, ma riuscì ugualmente ad arrivare a vedere la coppia che gesticolava poco lontano.
No, non era così che doveva andare. Perché Biancaneve aveva gli occhi pieni di lacrime e sembrava allontanarsi da David, che aveva sul viso un’espressione da cane bastonato? Dovevano essere abbracciati, se proprio non potevano ricordare da subito e aiutare a spezzare la maledizione, ma sicuramente Mary Margaret non doveva allontanarsi senza guardarsi indietro, stringendosi in quel suo cardigan dai colori brillanti.
David la scorse e le fece un cenno.
“Isabeau, anche tu qui?”
Belle si avvicinò, gli occhi blu pieni di scintille, le guance arrossate.
“Tu, uomo! Al momento non riesco a pensare ad un insulto peggiore! Cosa le hai fatto?”
L’espressione desolata di lui diceva tutto.
“Non dirmi che hai osato scegliere tua moglie, che non ami nemmeno, spezzando il cuore a Mary Margaret!”
“Io le ho detto che provo qualcosa per lei. Ma ho iniziato a ricordare la mia vita con Kathryn, c’è una possibilità per noi, lo so.”
“Cosa credi, di poterle avere tutte e due?”
“Io e Mary Margaret ci amiamo.”
“Allora dovevi scegliere lei. Non credere che si lascerà trattare da sgualdrina di riserva, porco!”
In un impeto di rabbia, gli puntò l’indice sul petto e gli diede una leggera spinta. David sgranò gli occhi e ondeggiò all’indietro.
“Nononono, aiutoo!”
“Oh dai, non ti ho spinto così forte.”
Ma si dovette ricredere: l’eroe della Foresta Incantata, che sconfiggeva draghi e streghe, aveva perso l’equilibrio per un dito puntato contro. Ed era caduto nel fiume, roteando le braccia come pale di un mulino a vento.
Non riuscì a trattenere una fragorosa risata.
“Siamo fregati.”
Mentre tornava a casa, si coprì il viso con le mani. Ringraziando Dio, Emma era più intelligente o avrebbero dovuto spezzare da soli il sortilegio.
 
 
Angolo dell’autrice: Buonasera a tutti, dearies, spero che il capitolo compensi un po’ il ritardo… come avevo promesso, Charming finisce nel fiume ed è Belle che lo “spinge”, quindi congratulazioni a chi aveva indovinato! Per il prossimo episodio, anticipo che ci sarà una lunga chiacchierata tra Graham e Belle, che svelerà un po’ di cose sul passato della nostra Bella e la Bestia. Ringrazio quelli che leggono, recensiscono e mettono la storia tra le preferite/seguite, il loro contributo è importante. Buona serata!
  
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