Tornai a stare a casa dei ragazzi la sera stessa in cui tornarono, e non credo ci fosse bisogno di dire come passammo la notte io ed Andy. Momenti di tristezza, nostalgia, silenzi, vennero tutti ricuciti al buio. Quella stessa domenica decidemmo di andare a fare una passeggiatina nei dintorni della nostra contrada, mentre Nadia era a casa di un'amichetta. Parlammo di tutto, a partire dai concerti fino a quello che avevano fatto nel viaggio di ritorno.
-Lo sai che Jinxx russa in una maniera unica?- disse Ashley.
-Io benedico i miei amati cuffioni, grazie ai quali ho passato notti tranquille in camper.- disse invece Jake con aria che sembrava sognante.
Jinxx sospirò. -Come se fosse colpa mia!
Io gli pattai la spalla, -Dai, su. Ti do i cerottini per il naso?
Lui si illuminò. -Davvero? Oh grazie Sam!
Scoppiammo tutti a ridere. Poi notammo che il cielo cominciava ad oscurarsi ad una velocità quasi allucinante, e restammo per un po' con i visi rivolti verso di esso in attesa che le nuvole si dissolvessero. Poveri illusi che non eravamo altro. Il primo a ricevere una gocciolina sul naso fu CC, che se lo tastò e si sfregò le dita dicendo: -Questo non è un buon segno.
-Concordo.- sottolineò Andy asciugandosi una guancia.
-Ragazzi, quanto ci siamo allontanati da casa nostra?- mi guardai attorno preoccupata e un po' disorientata. Andy mi imitò.
-Direi giusto di qualche isolato...- si voltò a guardarmi. -Hai paura?- ghignò.
-Diciamo che i fulmini mi innervosiscono, ma per il resto, no, non ho paura.
Una goccia mi cadde sulla fronte, e man mano che i secondi passavano cominciò a piovere, e ciò ci istigò a correre verso casa, senza né ombrelli né cappucci sotto i quali ripararci. Ci colpì in faccia persino una ventata d'aria ghiacciata e una macchina per poco non ci fece la doccia passando a tutta velocità. D'accordo che l'inverno stava finendo, ma addirittura un acquazzone del genere! Una luce ci illuminò i visi: il primo fulmine si era stagnato in cielo, ed io avevo buttato un'imprecazione. Mi mettevano a disagio i fulmini, ma forse solo per le storielle che mi raccontavano i miei genitori da piccola per “salvaguardarmi” da essi, evitando di indossare o avere per mano oggetti metallici e avendo con se qualcosa che fosse di gomma, come le scarpe.
Arrivati a casa ci chiudemmo il portone alle spalle, ansimanti e bagnati fradici; nel giro di pochi secondi fuori si era instaurato un temporale vero e proprio.
Io in pratica tremavo dal freddo e cominciai a starnutire senza alcuna pausa, mentre gli occhi presero a bruciarmi esageratamente.
-Ehi, tutto ok? Sei pallida!- notò Andy passandomi una mano sulla fronte da poco asciugata. -Ma... tu scotti! Sarà meglio che tu ti faccia una doccia calda e che ti riposi!
-Ma no, dai. E' giusto perché siamo stati sotto la pioggia. Però la doccia me la faccio lo stesso, mi riprenderò con quella.- sorrisi.
Quando uscii dalla doccia mi resi conto di aver dimenticato i vestiti puliti in camera da letto di Andy, e ci dovetti sgattaiolare in accappatoio, trovandolo poi intento ad asciugarsi i capelli con un phon spuntato dal nulla. Quando si accorse della mia presenza si preoccupò subito della mia salute, ma io lo rassicurai che mi sentivo bene, a parte qualche brividello dovuto al fatto che non avevo alcun vestito addosso a parte l'accappatoio. Mi guardò con aria maliziosa.
-Mmm... accappatoio soltanto, eh?- si alzò, fece il giro del letto matrimoniale e mi raggiunse, mentre io ero intenta a rovistare nell'armadio alla ricerca dei miei vestiti. Poi mi ricordai che li avevo tirati fuori prima di avviarmi verso il bagno, e mi girai verso di lui.
-Ehi, hai visto i miei vestiti?
-Chi? Io? Di quali vestiti parli?- vagheggiò lui.
-Andy... dove sono i miei vestiti?
-Ma quali?
-Quelli che avevo messo non mi ricordo dove prima di farmi la doccia.
-Ah! Dici... questi?- e me li sventolò sotto gli occhi, e quando stavo per riprendermeli lui non me lo permise.
-Andy, ridammeli!- mi avvicinai a lui.
-Prendili se ci riesci!- scherzò lui, allontanandoli dietro la sua schiena, quasi stendendosi.
-E dai! Così va a finire che mi raffreddo per davvero!- quasi mi dovetti stendere sopra di lui per riuscire a prenderli, tanto che alla fine la situazione si capovolse e me lo ritrovai sopra di me.
-Incastrata.- cantilenò lui sorridendomi e solleticandomi le guance con i capelli lunghi e facendomi scoppiare a ridere. -Non mi ricordo bene, hai detto che hai solo l'accappatoio addosso?
-E... esatto.- lui fece scivolare una mano sul mio fianco.
-E che succede se io sciolgo questa cordicella?- disse giocherellando con la cintura di spugna.
-Succede che... che... oh, Andy! Almeno chiudi la porta, per l'amor del cielo!- esclamai io, nel timore di farmi trovare così da qualcuno.
-A ha! Quindi potrebbe succedere qualcosa...- disse maliziosamente, alzandosi ed affacciandosi alla porta. -Ragazzi! Io e Sam, abbiamo un problema! Andate voi a prendere Nadia, ok??- urlò attraverso il corridoio.
-D'accordo! Poi vogliamo sapere che tipo di problema è!- rispose di rimando Ashley, e per tutta risposta Andy chiuse la porta. In tutto quel tempo io ero riuscita ad indossare almeno gli indumenti intimi e a mettermi sotto le coperte, nascondendomi completamente.
-Vuoi giocare a nascondino?- chiese lui, mentre io lo scrutavo di soppiatto da sotto le coperte. Sentii degli sprofondamenti nel materasso e poi il mio viso venne scoperto. -Tana per Sam!- esclamò Andy facendomi ridere e scoprendomi completamente.
-Ehi, fa freddo!- esclamai.
-Certo che sei una tipa freddolosa, tu!- ridacchiò, mentre facevamo la lotta a chi si prendeva i miei vestiti. Ad un certo punto mi trovai sopra di lui, nel tentativo di afferrare il pezzo di sopra del mio pigiama larghissimo. Restammo un po' a fissarci, finché lui non mi passò una mano tra i capelli e mi fissò dolcemente. Sembravamo due ragazzini, altroché. Lui innalzò di poco il capo e mi baciò.
Il mattino dopo mi svegliai con una flemma pazzesca. Ero stanca e ad ogni movimento tremavo come una foglia. Starnutendo mi avviai verso la cucina, dove trovai Andy che rovistava nel frigorifero come un lupacchiotto affamato.
-Ehi, buongiorno. Vedo che ti sei rivestita.- sorrise malizioso.
-Avresti preferito vedermi camminare nuda per la casa?
-Beh, se non ci fossero stati anche gli altri e la piccola Nadia... forse si.
Gli diedi una pacchetta sulla spalla, dandogli poi un bacio sulla guancia. -Pervertito... senti, hai qualcosa contro l'influenza? Non sto proprio bene.- un brivido mi attraversò la schiena. Lui fece capolino accigliandosi.
-Influenza? Allora ieri sera avevo ragione...
-Naaah, ieri sera mi sono ripresa con la doccia, sennò mi sarei lasciata cadere sul materasso con tutto l'accappatoio e ignorando il fatto che tu fossi in vena di perversione...
-Sei fissata, eh? Non sono pervertito!
Io inarcai un sopracciglio, e poi fui costretta a starnutire un paio di volte, indebolendomi poi notevolmente. Andy poggiò una mano sulla mia fronte.
-Te lo avevo detto che scottavi! Dai, va a letto che ti porto qualcosa. Nadia la accompagnerà Jake all'asilo.
Annuii, trascinandomi a letto e tirando su col naso. Non appena ci arrivai, stramazzai su di esso e crollai in un sonno profondo.
Dormii per tutto il giorno e solo di sera mi venne a svegliare mia figlia.
-Mamma? Mamma?- mi scuoteva leggermente.
Io riemersi dal calore delle coperte. -Mm... Nadia? Che c'è, tesoro?
-Che hai?
-Un po' di influenza.- risposi stancamente.
-E passa?- chiese lei preoccupata e sgranando gli occhi.
-Certo, piccola pulce mia. Vedrai che già domani starò meglio.
-Promesso?
-Promesso.- le presi una manina accarezzandola, poi Jinxx la chiamò dall'altra stanza. -Va' dallo zio Jinxx. Ti affido una missione, ci stai?- lei annuì facendosi attenta. -Devi disegnarlo. Ce la fai? E magari poi gli fai pure una foto.- le sorrisi stancamente.
-D'accordo mamma.- mi diede un bacio sulla fronte e scappò in soggiorno, mentre io restavo in ascolto di quello che succedeva nell'altra stanza dalla mia postazione a letto.
-Ehi, ehi! Perché sempre io? Dai, facciamolo ad Andy, che è l'unico rimasto incolume da quando ci avete conosciuti!- sentii Jinxx obiettare e mi venne da ridere.
-Oh, ed io che c'entro?- disse Andy.
-C'entri, c'entri! Nessun pennarello o trucco ha ancora sfiorato la tua faccia!
-Un momento!- si intromise mia figlia, e la sentii sgambettare fino alla mia stanza da letto. -Mamma, Andy va bene?
Scoppiai a ridere. -Ma certo!
-Perfetto, grazie!- e tornò in soggiorno. -Mamma ha detto che va bene anche Andy!- annunciò nell'altra camera.
-Come sarebbe a dire “Mamma”??- chiese con tono incredulo Andy. -Saaaaam!