Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Dian87    13/07/2004    0 recensioni
Due mondi lontani che si uniscono, un fratello che vuole salvare la sorella, una ragazza che spera di poter fare di più, evitare una guerra con un documento di storia, un particolare finale...
Leggere e commentare, grazie
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2

CAPITOLO 2- L’AFFETTO

Erano ormai tre giorni che Aki non dava segni di ripresa di conoscenza e tutti si stavano preoccupando per la salute della giovane. Il più preoccupato di tutti, però, era Jono-uchi, che non sapeva darsi una spiegazione per ciò che era successo, soprattutto perché era la prima volta che tentava di avere una relazione seria con una ragazza.

- Come sta?- chiese Jono-uchi al nonno di Yugi.

- Potrebbe stare meglio, questo è sicuro, ma lei non è totalmente umana.- rispose il nonno.- Non so che effetto possono avere le medicine sul suo metabolismo.-

- Quando si è presentata non ci ha parlato del suo essere diversa.- commentò Honda.

- Perché non vuole essere diversa da noi, deve aver sofferto molto quand’era più piccola, nemmeno si muove se ha incubi o cose simili.- rispose il nonno.- È stata molto sfortunata.-

Aki rimase immobile: già da qualche ora aveva ripreso conoscenza, ma aveva imparato a stare immobile fino a quando non avrebbe saputo se si poteva fidare delle persone nel luogo in cui si trovava. Aki sentì che tutti se ne andavano meno Jono-uchi e, dopo circa un’oretta, Aki riaprì gli occhi e vide Jono-uchi che si era addormentato con la testa appoggiata sul letto. Aki sorrise: Jono-uchi le ricordava un po’ suo fratello gemello, che vegliava sempre su di lei come se fosse ancora una bambina di pochi anni. Aki si allacciò più stretto il kariginu, si mise la sua katana al fianco, temendo di dimenticarla, anche se non l’aveva mai dimenticata da nessuna parte, e si chinò su Jono-uchi.

- Vi ringrazio per esservi presi cura di me, ma ora devo andarmene perché altrimenti c’è la possibilità che voi moriate.- gli sussurrò all’orecchio.- È stato bello conoscervi. Addio.-

Aki era a metà tra il diventare umana e l’essere hanyou, quando Jono-uchi le prese la mano, risvegliandosi.

- Non andartene, Aki, rimani con noi.- la pregò Jono-uchi, osservandola.

- Devo, non è la mia volontà, devo tornare nel mio periodo, da mio fratello. È stato un miracolo che non sono morta per l’attacco di Naraku, perché la sua intenzione è sempre stata uccidere me, mio fratello e tutti coloro che ci sono vicini. Se rimanessi qui metterei in pericolo anche la vostra vita.-

- Che ti è successo ai capelli e alle orecchie?-

- Io sono un’hanyou, una mezzo sangue, è una mia caratteristica quella di cambiare corpo. Ci sono volte, una al mese, in cui il mio sangue perde la caratteristica del demone e altre in cui sono io a sopirlo per poter girare nei villaggi senza suscitare sospetti sulla mia natura. Questa notte ho scelto di andarmene così. Addio, Jono-uchi-san.-

Aki si diresse verso la finestra, terminando il passaggio da hanyou a umana, uscì silenziosamente mentre una fitta pioggia cominciava a cadere.

- AKI!- urlò Jono-uchi, prima di vederla sparire nella pioggia.

Yugi si svegliò e raggiunse l’amico, ma, quando arrivò nella stanza in cui si trovava non c’erano più né Jono-uchi né Aki e avvisò il nonno della scomparsa di entrambi. Intanto Aki aveva raggiunto una cartina e vide quanto era distante da Tokyo, aveva imparato da Kagome a leggere le cartine topografiche, e cominciò a correre verso il sud. Avrebbe raggiunto suo fratello e gli altri anche a costo di morire nel viaggio, ormai non aveva più dubbi su ciò che doveva fare. Aki si dovette fermare perché incontrò dei teppisti che la circondarono.

- Ma guarda, una ragazza che corre sola di notte!- rise uno che sembrava il capo.

- Non ho tempo da perdere con voi.- rispose Aki, muovendo un passo nella direzione in cui doveva andare, ma fu subito fermata da un altro teppista.

- Tu non vai da nessuna parte, bellezza.- ribatté quello che l’aveva fermata.

Aki tornò al suo corpo hanyou e i teppisti se la diedero a gambe. Doveva percorrere 700 km prima di poter tornare da suo fratello e non aveva tempo da perdere.

- AKI!- urlò una voce e l’hanyou, sorpresa si voltò, vedendo Jono-uchi.- Ti stai bagnando e sei fradicia, ti porto in un posto in cui non piove.-

- Mi spiace, Jono-uchi-san, ma non posso venire con te: devo tornare nel mio periodo, il Sengoku Jidai, come viene chiamato da voi perché ci sono guerre ovunque. Non posso permettermi alcun contrattempo e il viaggio che ho da fare è molto lungo.-

- Almeno lascia che ti accompagniamo, così arriverai più in fretta che da sola.-

- Sai… anche mio fratello una volta mi disse una cosa del genere, ma allora continuai per la mia strada e non lo rividi che dopo cinquanta anni, quando mi risvegliai da un coma profondo causato da uno youkai molto potente che solo dopo cinquanta anni e con l’aiuto della katana che porto con me riuscii a sconfiggere.-

- Allora non fare in modo che una cosa accada di nuovo.-

- Devo andarmene. Addio, Jono-uchi-san.-

Jono-uchi prese la mano di Aki un attimo prima che questa spiccasse un salto, voltandola verso di sé e abbracciandola.

- Se devi andartene, voglio venire con te.-

- Non puoi… non puoi morire.- ribatté Aki, con le lacrime agli occhi.- Per questo non puoi venire.-

Aki voltò la testa, Jono-uchi la portò in riva al mare e la strinse a sé.

- Se tu muori non ci sarà più nulla per cui valga la pena combattere se non la vendetta e io non voglio essere una macchina di morte e di vendetta.- disse Aki, appoggiando la testa sulla sua spalla e singhiozzando.

- Ma potrei esserti d’aiuto combattendo.- ribatté dolce Jono-uchi.

- Non sai con che razza di hanyou dovresti combattere, ogni giorno che passa lui diventa sempre più forte.-

Jono-uchi le sollevò il viso e la baciò dolcemente, lasciandola sorpresa. Intanto il nonno di Yugi aveva chiamato quello di Kagome e l’aveva avvisato della situazione di cui era a conoscenza e la ragazza, che era tornata nel suo periodo a causa di alcuni test, si era precipitata nel Sengoku Jidai per avvisare il fratello di Aki che lei era ancora viva e per far riunire i due fratelli gemelli. Così ora, sottovento, Yugi, Anzu, Honda, Kagome e il fratello di Aki osservavano la scena dei due ragazzi in riva al mare.

- Addio, Jono-uchi-san. Devo andare.- disse infine Aki, separandosi con dolore da lui e correndo via sulla spiaggia.

- NEE-CHAN!- urlò il fratello di Aki, uscendo dal nascondiglio e comparendo davanti a lei,

- Nii-chan?- mormorò Aki, sorpresa.

Il giovane hanyou la raggiunse e la prese per le spalle, Aki era più piccola di lui di pochi centimetri, voltandola verso Jono-uchi.

- Non sono venuto qui solo per vederti soffrire, nee-chan, anche tu devi essere felice. Non conoscesti nostro padre, ma sappilo che lui avrebbe voluto che fossimo contenti, come nostra madre, di cui abbiamo un’immagine molto sfuocata nei nostri cuori.-

- Nii-chan, e Naraku?-

- Ci metterà fin troppo tempo prima di riuscire a recuperare tutti i suoi pezzi. Va’ da lui, nee-chan.-

Aki annuì e si mosse prima lentamente, dopo corse da Jono-uchi e si gettò fra le sue braccia. Kagome raggiunse il fratello di Aki e gli circondò la vita con un braccio.

- INU-KUN!- esclamò Aki.- QUESTA DOVREBBE ESSERE TUA!-

Aki gli lanciò la carta e Inu Yasha la prese al volo. Kagome sbirciò la carta: era un pezzo unico, la demolizione di ogni barriera, l’amore.



N.d.Aki: ringrazio Killkenny per il suo commento. Hai centrato in pieno le serie, solo che l'ultima non estiste, si capirà meglio nell'epilogo
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Dian87