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Autore: weasleywalrus93    20/12/2012    2 recensioni
Cosa può succedere se la Liverpool del 1958 e la Liverpool a noi contemporanea venissero a contatto tramite due ragazzi? Di uno il mondo conosce il suo nome, la sua vita e i suoi ideali. Dell'altra invece il mondo non fa nemmeno caso, mettendola in disparte e oscurando ciò che potrebbe offrire al mondo. Ma dall'esterno non si può sapere quanto una persona, anche la più famosa, può venire influenzata da qualcuno che il mondo nemmeno vede.
(mia primissima FF... mi sono letteralmente buttata a scrivere)
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Living is easy with eyes closed, misunderstanding all you see.
It's getting hard to be someone but it all works out, it doesn't matter much to me.
Let me take you down, 'cos I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hungabout.
Strawberry Fields forever.
{Strawberry Fields Forever}

 
Liverpool, 13 Novembre 1958.    
 
Nonostante l'aria fredda e i nuvoloni grigi, era una bellissima giornata, per gli standard di Liverpool.
 
Eravamo sdraiati sul tetto di un autobus che percorreva la città.
 
Andava piano, ma l'aria era pungente. Mi pentii di aver messo come giacca sopra il maglione di John la giacca della sua divisa scolastica.
 
Una curva presa a velocità. Stavamo per cadere di sotto. Sorridemmo beffardi.
 
L'autobus frenò di colpo. Eravamo alla fermata.
 
Approfittammo del tempo di sosta per scendere dall'autobus. Avevamo appena poggiato i piedi per terra quando ci raggiunsero delle risate ironiche.
 
-Non sapevo te la facessi con i maschi recentemente Lennon-
 
-Non sapevo ti imbottissi il cavallo dei pantaloni e ti appiattissi le tette per far credere di essere maschio Crane-
 
Si guardavano in cagnesco. Si misero uno di fronte all'altro. Feci un passo avanti, con l'intenzione di trascinarlo via prima che scoppiasse una rissa. Gli amici di quel Crane mi fecero indietreggiare e uno di loro cominciò a girarmi attorno, fermandosi alle mie spalle. Sapevo bene dove fosse caduto il suo sguardo. Incrociai le mani dietro la schiena, con la chiara intenzione di coprirmi per quanto possibile il fondo schiena, e si parò di fronte a me.
 
-Albert! Io la conosco questa ragazza!-
 
-Te la sei già scopata per bene?-
 
-No ma mi piacerebbe. Eccome se mi piacerebbe. E' quella che ha frantumato il naso al tizio del Cavern qualche giorno fa-
 
-Ah si?-
 
Il suo tono di voce era cambiato, così come la sua espressione. Continuava a fissarmi. Aveva le pupille dilatate e mi guardava come se avesse fretta. Per un attimo distolse lo sguardo e fissò un punto sopra la mia spalla. Tornò a fissarmi. Aveva stampato un sorriso da coglione.
 
-Non ci provare bastardo-
 
-Altrimenti cosa mi fai Lennon? Mi suoni la serenata?-
 
I suoi amici cominciarono a ridere sguaiatamente. La gente passava per la strada ma, piuttosto che fiutare la rissa in arrivo, erano tutti troppo impegnati ad additare e a criticare il mio abbigliamento, decisamente poco femminile, molto più adatto a un Teddy boy che a una ragazza. Infilai le mani nelle tasche della giacca, cercando di rimanere calma.
 
-Almeno io so cantare. Quando canti tu chiamano la protezione civile per maltrattamento di animali domestici vero?-
 
-Mi hai rotto anche troppo le palle Lennon-
 
Estrasse un coltellino svizzero dalla tasca interna della giacca. Rimasi a fissarlo. Si avvicinò e me lo punto alla gola.
 
-Forza. Alla fine basta spingere un po’-
 
-Lennon!-
 
-Tu-resta-dove-sei!-
 
Per un attimo persi quel briciolo di lucidità che mi era rimasta da quella situazione assurda. Scattai in avanti con chiaro intento di trascinarlo via una volta per tutte prima che si facesse male sul serio. Alcune ragazze si nascosero dietro dei muri per osservare la scena nei minimi dettagli. Sospirai rumorosamente per riacquistare la calma. Crane sbottò in una risata acida.
 
-Dai Lennon lasciala avvicinare. Sicuramente è molto meno testarda di te... E soprattutto molto più interessante-
 
Ebbi un conato di vomito a sentire il suo tono mellifluo. Dei passi si avvicinarono. Tolse la lama dal mio collo. Si concentrò sulla figura vicino a me. Ebbi un altro conato di vomito a vedere le sue mani sulla sua faccia.
 
-Sapevo che eri molto ragionevole tu...-
 
Si avvicinava sempre di più alla mia bocca. La sua mano viscida continuava ad accarezzarmi. Lo lasciai avvicinare quanto bastava.
 
-E io sapevo che tu eri il più gran bastardo dell'universo-
 
Lo prese per il bavero della giacca e gli assestò una ginocchiata ben piazzata sui genitali. Si inginocchiò sul marciapiede con una smorfia di dolore, mentre le mani proteggevano il punto colpito. La presi per una mano e cominciai a correre. Dopo i primi attimi di sorpresa, tenne il mio passo sostenuto. Svoltammo un angolo. Poi un altro. Dopo un altro ancora. Passammo davanti una cancellata a me ben nota.
 
-Forza! Qui dentro!-
 
Ci arrampicammo in fretta sulla cancellata rossa. Una volta dentro, mi trascinò dietro uno dei due muri leggermente inarcati che accostavano il cancello. Intravedemmo i ragazzi di prima passare correndo e imprecando. Gettarono una veloce occhiata dentro la cancellata e ci accostammo ancora di più al muro. Dopo un'altra serie di imprecazioni, ripresero la loro corsa. Tirammo un sospiro di sollievo e scoppiammo a ridere, nonostante il fiatone.
 
-Sei stata fantastica!-
 
-Non esagerare-
 
-Sul serio! E' proprio per questo che ti a...-
 
Mi fermai appena in tempo.
 
-Che... cosa?-
 
-Ti stimo.-
 
"Ti amo anch'io"
Lo pensai ma non riuscii a dirlo. Il viso si colorò ulteriormente di rosso. Pregai desse la colpa di questa mia reazione alla corsa e alle risate.
 
-E' lo stesso per me-
 
Restammo la per del tempo, senza parlare. Dei bambini che giocavano con un vecchio pallone da calcio ci raggiunsero, ci osservarono di sbieco e dopo un po' sparirono di nuovo fra gli alberi.
 
-Dove siamo?-
 
-Allo Strawberry Fields-
 
-L'orfanotrofio?-
 
-Si. Proprio quello-
 
-Nel mio anno diventerà una chiesa...-
 
-Non prendermi per il culo-
 
-Sono seria!-
 
Quando seppi la notizia al tempo, ne rimasi scioccata. Non perché avessi qualcosa contro la chiesa, anzi. I religiosi che passeggiavano per la città erano tra i pochi che mi rivolgevano sorrisi sinceri e non auguri di morte precoce.
Si mise in piedi. Lo imitai. Cominciammo a camminare.
 
-C'eri già stata?-
 
-Qualche volta... Ma niente di che. Tu?-
 
-Venivo qua con la banda a giocare. Per anni Mimì non ha fatto altro che ricordarmi che se non era per lei io sarei finito qua, ad aspettare che qualcuno mi adottasse. Ogni tanto quella donna ha ragione-
 
-Solo ogni tanto? Per quanto ne so è come una bocca della verità-
 
-A volte invidiavo i bambini dello Strawberry Fields perché non dovevano sopportare le sue ramanzine del cazzo-
 
-Io ho sempre invidiato i bambini dello Strawberry Fields-
 
-Come mai? Tu vivevi con i tuoi-
 
-Si ma per come la vedo io, è meglio stare in un posto come questo sapendo o meno che fine abbiano fatto i tuoi genitori, piuttosto che vivere con loro ed essere trattata come un oggetto. Non hanno fatto altro che rinfacciarmi tutto quello che loro avrebbero potuto fare se non fossi nata io-
 
-Certo che abbiamo avuto una fortuna...-
 
-Forse era destino-
 
Quando una cosa è fin troppo triste, la cosa migliore da fare è buttarla sul ridere, nei limiti del possibile.
 
A volte restare fermi è impossibile. Così si cammina senza meta, giusto per non far intorpidire i muscoli e per illudersi che nel mondo esista un posto dove si possa stare tranquillamente. Una specie di isola che non c'è.
 
Man mano che si proseguiva si vedevano sempre più ragazzini di età varia che si rincorrevano per il cortile.
 
Gli alberi erano enormi e le radici formavano come delle grotte. Da li si poteva osservare tutta Liverpool, fino al mare.
 
-Sai a volte penso che certi posti siano irreali-
 
-Inserisci questo alla lista?-
 
-Si. Pensa... qua non sarebbe strano vedere un elefante che guida una bicicletta da gelataio e come animaletto domestico ha un boa constrictor.-
 
-Oppure un topo che guida un dirigibile, forse lo Zeppelin, mentre delle aquile ballano il can can in coda-
 
-Perché no? Insomma...-
 
-E' un posto dove niente è reale-
 
-Però dopo è brutto tornare alla vita di sempre-
 
-L'importante è capire perché capitano certe cose-
 
-Altrimenti?-
 
Mi girai verso di lei. Mi stava fissando. Tornai a guardare Liverpool.
 
-Altrimenti chiudi gli occhi e scoprirai quanto è facile vivere disinteressandosi di tutto.-
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice.
Sisi sono ancora viva :3 (per vostra sfortuna LOL) ecco qui il nuovo capitolo :) vi avviso che comunque ci stiamo avvicinando sempre di più alla fine (non potevo scrivere beautiful) ma avrete un bel regalo di natale da parte mia ^^ (almeno spero che sia gradito XD) che altro dire? *scusate ma l’autrice di questa storia si è completamente rincoglionita* no Macca ma grazie ah! *non c’è di che cara* mo ti faccio portare via dagli Uruk-Khai poi voglio vedere se ridi ancora… vi chiederete perché con me c’è Macca e non Lennon… quel verme se n’è andato alle Bahamas senza dirmi niente lasciandomi con Macca! T_T vabbè non sono particolari che vi interessano XD allora ho provato a scrivere un capitolo in cui i 2 hanno dei contatti con altri esseri umani ma ho l’impressione che faccia un po’ schifo XD anche se in questo momento un po’ di cose vi sembrano scontate a tutto c’è un perché :3 promesso! Che altro dire?? *CIBOOOOOOOOOOOOOO* George! -.- ah si…. Ringrazio chi segue la mia storia :) (al secondo posto tra le più popolari dell’ultimo anno *_*) e anche quei folli da rinchiudere che mi hanno inserito tra le autrici preferite ^^ grazie mille e alla prossima gente! :)
Ps. Ovviamente il prossimo aggiornamento sarà domenica (disguidi vari permettendo)
Pps. la scena dell'autobus è liberamente ispirata alla scena simile di Nowhere Boy. :)

 
  
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