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Autore: The_Ruthless    20/12/2012    2 recensioni
"Buio. Nasconde ciò che sono, mentre nella fredda notte guardo la luna. Mi sento in pace con me stessa per la prima volta da non so quanti anni. Chiudo gli occhi e sospiro. E' ora."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sei: un oggetto
 



Sono le quattro del pomeriggio. Strano come passi in fretta il tempo; prendo la bici e vado al Parco del Torre. È un parco per modo di dire, una specie di foresta selvaggia usata come discarica situata ai margini del fiume Torre. C'è un posto, però, che mi piace particolarmente, vicino al sentiero c'è un campo incolto, ed in mezzo ad esso c'è un albero gigantesco. D'estate mi siedo li sotto, a leggere e guardare il cielo. Anche questo freddo pomeriggio del venti dicembre sono li, a pensare. Perchè mi ha lasciata di nuovo? È la terza volta che lo fa, arriva, torna nella mia vita e una volta che mi ci sono abituata, sparisce senza lasciare tracce. È la persona che mi è più cara al mondo, lo conosco da una vita, ha trentacinque anni ma non ha ancora messo la testa a posto. Gli voglio bene, come potrei non volergliene? Ma non può continuare così, se n'è andato di nuovo, un'altra pugnalata al cuore. Un cuore ridotto a brandelli. L'avevo avvisato, l'avevo avvisato che se fosse successo di nuovo non lo avrei più accettato. Se tornerà di nuovo, gli darò talmente tanti calci in culo che diventerà molto simile alla marmellata di fragole. Lo giuro.

Mi sento vecchia, sento di essere solo un'oggetto. Servo solo a schifare o soddisfare gli altri. Sono vuota, come la mia mente, è del tutto inutile e superflua. Ieri mi sentivo soddisfatta, come oggetto avevo compiuto il mio dovere, avevo soddisfatto il mio ragazzo. Oggi mi sento depressa, sono destinata a questo, a una vita senza colori? I colori li vedo solo quando ferisco qualcuno, allora sale l'adrenalina, c'è l'eccitazione. Altrimenti tutto è grigio, niente ha più effetto su di me. Sono sempre stata un po' strana, quando ero piccola, ferivo le formiche per poi curarle e ferirle di nuovo e cosìvia finche non morivano; spesso poi, giocavo a fare finta che la casa fosse allagata e mi salvavo sul letto a castello lasciando i peluche morire per poi salvarli all'ultimo minuto. Non ero normale, lo ammetto, ma i maschi mi accettavano, a differenza delle femmine...

Continuando a pensare alla mia infanzia, chiudo gli occhi. Quando li riapro mi accorgo che è già buio, e c'è un ragazzo sui diciassette anni che mi osserva. Mi alzo in piedi diretta al sentiero e li mi fa:-Ciao bella, come va?-Mi fermo e llo guardo, indecisa. COme mi devo comportare? Lo devo soddisfare o schifare? Decido di ignorarlo, passandogli accanto, ma all'ultimo minuto lui mi afferra un braccio. D'istinto gli tiro un pugno in piena faccia e mentre lui è piegato in due dal dolore me la do a gambe. Forse dovevo aiutarlo, e se poi mi avesse stuprata? Di certo non sarebbe stata una bella esperienza ma non ce l'avrebbe mai fatta. Eravamo uno contro uno. E se anche ci fosse riuscito? Chissene frega, ormai non me ne frega più niente di me stessa. Potete fare ciò che volete di me, non sono altro che un oggetto, privo di vita.
   
 
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