Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Gloria Bennet    20/12/2012    11 recensioni
Bonnie si ritrovó a pensare a Damon, quello vero e, per puro caso o forse per destino, i suoi occhi si posarono sull'alta e stretta libreria a destra del camino. Tenendo in braccio il gatto si avvicinó e vide incise nel legno, all'altezza dei suoi occhi delle lettere. Formavano una parola, un nome. "DAMON"
In quel momento la serratura scattò...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  • 3. Il segreto di Damon


  •  


     

    Un raggio di sole si posò sul volto di Bonnie, facendole aprire gli occhi. Inspirò il profumo dell'inverno che si insinuava dalla finestra aperta, mentre una gioia travolgente la avvolgeva nel suo tepore. Il camino era ancora acceso e, ai piedi del letto, Damon si stava stiracchiando.

    «Buongiorno, dormiglione» gli disse, accarezzandolo sotto il collo mentre faceva le fusa.

    Era da un giorno che era tornata e sembrava passata un'eternità. Sembrava che non se ne fosse mai andata veramente. E se fosse stato così? Magari il tempo trascorso a Dalcrest, lontano dalla signora Flowers, dalla sua famiglia, era stato tutto un sogno. Mentre accarezzava Damon si accorse che la porta del bagno era aperta. Ma lei l'aveva chiusa.

    Sì, era certa di averla richiusa. La sera precedente, dopo essersi lavata, aveva chiuso la porta. Eppure ora era aperta.. Lasciò che Damon si lavasse sul letto, leccandosi accuratamente e si alzò. Mise le pantofole e, chiamò la signora Flowers.

    «Theophilia, sei tu?»

    Nessuna risposta. Pensò agli incantesimi difensivi che conosceva e aprì di più la porta. Sarebbe entrata e avrebbe protetto la sua stanza. Non poteva fare a meno di domandarsi perché il male la seguisse dappertutto, ovunque andasse. Sembrava fosse una calamita che attirava a sé disgrazie. In ogni caso, Bonnie non si sarebbe preoccupata se non fosse stata così potente. Da quando i suoi poteri erano cresciuti, era diventata più protettiva nei loro confronti. Spalancò la porta e vide qualcuno nella doccia che si stava mettendo l'asciugamano intorno alla vita. Istintivamente, sbarrò gli occhi. Come aveva potuto essere così stupida? Era solo Damon! Solo Damon! E anche se era nudo (a parte un piccolo asciugamano messo alla meno peggio) non poteva considerarlo una minaccia! Prima che lui si voltasse verso di lei, Bonnie fece per uscire dal bagno, ma qualcuno le impedì di farlo, bloccandole l'uscita. Era Damon, ancora una volta.

    «Che c'è, pettirosso? Te ne vai prima ancora di vedere lo spettacolo?»

    Bonnie si perse per un attimo nei suoi occhi bagnati e nel suo corpo bagnato.

    «Buongiorno anche a te, Damon! Pensavo te ne fossi andato a caccia»

    «Ci sono già andato. Ecco perché mi stavo lavando»

    «E non sai che si chiude la porta del bagno?» gli disse lei.

    «Che gusto ci sarebbe poi nel non farti vedere niente? Senza contare il gusto nel vederti arrossire..» «Ahahahah, sei sempre lo stesso, Damon Salvatore. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio»

    Damon la fissò, amareggiato.

    «Non sono lo stesso. Ho vissuto per secoli e sono cambiato di più in questi ultimi anni che in tutta la mia esistenza»

    Bonnie non voleva ferirlo. Non pensava che Damon potesse mai offendersi per quello che lei gli diceva. In fondo, si erano sempre presi in giro. Era parte del loro rapporto unico e insostituibile.

    Si divertivano, stando insieme. Prendendosi costantemente gioco l'uno dell'altra.

    «Non intendevo dire questo, Damon. Essere lo stesso non é necessariamente un difetto, anzi. Non cambiare significa avere certezze, essere costanti» gli accarezzò le spalle.

    Lasciò che le sue mani, prima che la ragione le bloccasse, si adagiassero su di lui, dandogli conforto. Damon guardò le sue mani toccarlo con delicatezza, come se fosse fragile.

    Come se si potesse spezzare, se qualcuno l'avesse toccato con forza.

    Come se fosse qualcosa di prezioso da proteggere e sapeva, lo sapeva che se il suo dannato cellulare non si fosse messo a squillare l'avrebbe baciata, coprendo la distanza che li separava col calore delle sue labbra.

    «A quanto pare il tuo lupo ti sta cercando, saggia streghetta»

    Bonnie tolse le mani dalla sue pelle e uscì dal bagno, senza smettere di guardarlo, senza smettere di dirgli silenziosamente che a lei sarebbe sempre piaciuto, fosse rimasto lo stesso o fosse cambiato.


     

    Cos'è che non muta mai, anche se tutto muta?

    È l'amore, e amore è solo quello

    che mai si muta in qualcos'altro.

    [Soren Kierkegaard]


     


     

    «Bonnie cara, cosa ti ha detto Zander?»

    Erano in cucina a preparare pozioni varie e Theophilia la stava tempestando di domande sul suo ragazzo lupo.

    «Mi voleva solo salutare, niente di speciale. É stato molto carino, però. Mi ha detto che gli manco giá e che non vede l'ora di rivedermi»

    «E a te manca?»

    Bonnie la guardò, un po' stupita.

    Certo che le mancava, era il suo ragazzo, no? Eppure avrebbe mentito se avesse detto che ne sentiva la mancanza.

    «Beh, credo che sia passato troppo poco tempo per sentirne già la mancanza. Non lo vedo da solo ventiquattro ore»

    La signora Flowers la guardò e sorrise, ma non le rispose.


     

    Quel pomeriggio, dopo pranzo, andarono nella cantina di Theophilia a provare le varie pozioni.

    «Ne abbiamo fatte tre» esclamò lei.

    «Esatto, però questa non é ancora completa»

    La signora fece scorrere il dito lungo la lista degli ingredienti..

    «Mancano le radici e i fiori di aconito*. Qui dice di grattugiarne una manciata dopo tre ore dalla fine della cottura. Però qui non ci sono»

    «Mi pare di averle viste nel baule, in camera» disse Bonnie.

    Salì di corsa le scale per raggiungere la sua stanza.

    Una volta aperta la porta, trovò Damon a dormire sul divano, steso lungo tutta la sua superficie a fare le fusa. Raggiunse il baule e lo aprì. L'aconito era dove si ricordava di averlo visto, proprio nel fondo. Prese il sacchettino che lo conteneva e stava per andarsene, quando le cadde per terra, di fronte alla libreria. Lo raccolse e il suo sguardo si riposò sulla scritta "Damon".

    Perché Damon aveva inciso il suo nome nel legno? E perché proprio in quel punto?

    Quella libreria, pur essendo alta e esile, era colma di libri. Non pensava che Damon potesse dilettarsi a leggere, lei adorava farlo, ma non credeva che la lettura fosse qualcosa che si adattava al vampiro tenebroso. La sera prima non aveva avuto modo di guardare i libri che c'erano, ma l'avrebbe fatto quella sera stessa. Avrebbe desiderato farlo ora, ma l'arte suprema della stregoneria la stava chiamando. Doveva raggiungere Theophilia.


     

    Tornata in cantina, le sue narici furono invase dal profumo delle pozioni.

    «Trovato?» le chiese la signora Flowers.

    Bonnie glielo porse.

    «Oh no, cara, mettilo pure tu nel calderone» la ragazza pronunciò l'incantesimo e gettò l'aconito dentro. La pozione si tinse di una tonalità scura come la notte.

    Subito, tutte le luci si spensero e loro restarono al buio, avvolte dall'oscurità.

    «Lucem veni mihi» disse Bonnie e la luce ritornò.
    «Ha funzionato» disse Theophilia.
    «Doveva solo venire buio?» chiese lei, sorpresa.

    «No, doveva tenere lontano le forze del male. Ora Damon non può più entrare»
    Bonnie la fissò, incredula.

    «Ma perché non dovrebbe entrare?»

    «Sai anche tu che é meglio così. Quel vampiro é solo una fonte di distrazione»

    «A me sembrava più che altro un amico. Un amico che si é sacrificato per salvarmi e che ha fatto il possibile per salvare Fell's Church».


     

    Gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare,

    affrontandone le conseguenze.

    [Paulo Coelho]


     


     

    Bonnie non sapeva che, fuori dalla cantina, Damon stava ascoltando la loro conversazione.

    Così era un amico per lei. Una persona che si era sacrificata per il bene della comunità. Un eroe. Sorrise. Se solo avesse saputo che anche lui pensava le stesse identiche cose di lei.

    Era un piacere sapere che, nonostante tutto, nonostante la presenza scomoda di quel lupacchiotto, la stima che Bonnie provava nei suoi confronti era rimasta invariata. Nonostante tutto, lei lo apprezzava ancora. E, se quella stregaccia della Flowers pensava davvero di poterlo tenere lontano con un incantesimo del genere, si sbagliava di grosso. Era per questo motivo che aveva cosparso la sua camera di erbe "antiFlowers", come le chiamava lui. Erano erbe immuni agli incantesimi della vecchia, miscelate insieme a bezoar e carbone attivo*. Ancora una volta, era un passo avanti agli altri. Si arrampicò sulla quercia più alta del giardino e guardò dentro la sua stanza. Bonnie stava cercando qualcosa nel baule. Sembrava completamente coinvolta dalla sua ricerca. A quanto pareva, però, non riuscì a trovare quello che cercava lì dentro. Così si incamminò verso la libreria e iniziò a pronunciare parole incomprensibili in latino. Dei grossi volumi iniziarono a cadere, finché non caddero tutti. Damon si irrigidì. Ne era rimasto solo uno sulla mensola più alta. Bonnie lo attirò a sé e, tentò di aprirlo, ma non ci riuscì. Provò con un incantesimo, ma anche quello non funzionò. Solo Damon aveva la chiave. Solo lui avrebbe potuto aprirlo. Era suo e nessun altro l'avrebbe potuto aprire. Neanche Bonnie.


     

    Io non rivelo mai i miei segreti,

    ma amo terribilmente che siano gli altri a scoprirli,

    poiché in tal caso posso sempre smentirne la veridicità.

    [Michail Jur'evic Lermontov]


     


     

    Non se l'aspettava proprio da Theophilia. Insomma, il pensionato era di sua proprietà e avrebbe potuto fare quello che voleva, ma chiedere il suoi aiuto per una pozione il cui scopo era allontanare Damon era decisamente troppo. C'era un limite a tutto. Per questo, non appena rientrò in camera, si fiondò a cercare il controincantesimo. Nel baule non trovò niente. Così si mise a cercare nella libreria. Damon non si era mai interessato alla stregoneria, ma quella libreria era piena di libri. Almeno uno avrebbe potuto essere quello che stava cercando. Per fare più veloce chiamò a sé "i libri di cui aveva bisogno". Tutti caddero dalle loro mensole, lasciandole vuote.. Tutti, tranne uno. Era sullo scaffale più alto e la sua copertina era di seta rossa. Lo attirò a sé e tentò di aprirlo. Era chiuso. E non era un vero libro. Era finto. C'era un lucchetto a sigillarlo. Qualunque cosa si trovasse all'interno non era visibile. Provò a infrangerlo con un incantesimo. Non accadde nulla. Non si poteva aprire. E apparteneva a Damon. Sicuramente era stato lui a chiuderlo e solo lui aveva la chiave per aprirlo. Quello che non sapeva, oltre a dove potesse essere la chiave, era la ragione per cui l'aveva nascosta. Ma l'avrebbe scoperto. Era una delle streghe più potenti e Damon Salvatore non poteva avere segreti, non per lei.

     

     

    Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato,

    né di segreto che non sarà conosciuto

    Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre,

    sarà udito in piena luce.

    [Vangelo]

     

     

    * Questa pianta é anche nota col nome di “strozzalupo”, ma è anche contro i vampiri. L'ho scelta perché, al contrario della verbena, era meno scontata e Bonnie non avrebbe capito le intenzioni della Signora Flowers.

     

     

    * Bezoar e carboni attivi vengono usati contro alcuni incantesimi e intrugli vari velenosi.

     

     

    A/N

     

    Eccomi qua, col terzo capitolo!

    L'ho pubblicato stasera solo perchè, nel caso domani finisse il mondo, vorrei almeno farvi leggere questo ;) Naturalmente ringrazio ancora una volta, tutti coloro che hanno recensito, messo la storia tra le seguite e/o preferite...Siete fantastici!

    Fatemi sapere cosa pensate anche di questo capitolo!

    Intanto,

    abbraccio tutti :*

     

    - Gloria

       
     
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