Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Ella ago 98    20/12/2012    1 recensioni
La storia di una ragazza di media borghesia che scoprirà che cos'è l'amore vero. :)
SpErO vI pIaCcIa! =D
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ecco un nuovo capitolo. BuOnA LeTtUrA!!!

Al mio risveglio la carrozza era ancora in movimento, al mio fianco c’era ora il servo di Matthew, mentre del padrone non ce n’era l’ombra.
-Che fine ha fatto? – farfugliai, non mi capii neanche io, stavo per ripeterlo ma …
-E’ fuori vicino al tizio che guida la carrozza, aveva bisogno di aria fresca.
-Grazie. – ero ancora stordita, ma la sua voce mi mise fuori uso tutti i sensi, più di quanto lo fossero già.
D’un tratto mi ricordai …
-Mi devi ancora dire qual è il tuo nome.
-Si, il mio nome è Caleb.
-Caleb? E’ un nome molto particolare, ma è anche molto bello.
Caleb, un nome, mille emozioni. La pelle candida era stata di nuovo coperta da uno spesso tessuto nero. Sotto quel cappotto sembrava ancora più pallido.  Il suo viso era come sempre in penombra, riuscivo a scorgere solo delle profonde occhiaie sotto i suoi misteriosi occhi.
-Cosa guarda milady?
- Osservavo il tuo viso, non sono ancora riuscita a scorgere i tuoi occhi.
Il sole avvolgeva il mio viso come un grosso lenzuolo avvolge il letto. Il calore era piacevole. Gli occhi bruciavano leggermente, ma volevo scorgere di più del viso di Caleb.
-Posso farti due domande?
-Certamente. – era sempre così gentile con me.
-Sai dove stiamo andando?
-No, ne sono desolato, ma ne so quanto lei.
-Capisco, grazie comunque. La seconda domanda è … posso vedere il tuo viso?
Sul suo viso si dipinse un’espressione terrorizzata. Avevo paura, ne ero certa, avevo rovinato tutto!
- Certo, ma in un posto meno assolato. – nella parola assolato ci mise un po’ di enfasi.
-Rispetto il tuo desiderio. – feci una smorfia, e scoppiammo tutti e due a ridere.
 
Guardai fuori dal vetro per tutto il viaggio. Si vedeva solo campagna, campagna, e ancora … campagna. La carrozza rallentò e infine si fermò. Caleb si lanciò sulla poltroncina di fronte alla mia e fece finta di dormire. Io socchiusi gli occhi per riposarli un poco. La porta si aprì.
Matthew entrò svegliò Caleb, o almeno, lui era convinto di averlo svegliato. Sorrisi tra me e me.
-Ora ripartiamo, ma non manca molto.
-Comprendo signore.
Matthew uscì si sedette vicino al signore che guidava i cavalli e la carrozza ripartì. Iniziarono a parlare ad alta voce.
Erano ormai passati trenta minuti all’incirca, e Caleb non si era ancora mosso. Stava dormendo. Mi sedetti vicino a lui e lo osservai. Non riuscivo a scorgere il viso. Come potevo fare? Semplice, avrei aspettato, oppure … avrei sbirciato scostandogli la chioma bronzea di capelli. Mi avvicinai vicino al finestrino dalla sua parte e mantenendo l’equilibrio mi chinai sul suo viso.
Con una calma paragonabile solo a quella dei morti gli afferrai la prima ciocca di capelli, la scostai. Sbucò un bellissimo orecchio perfetto, pareva l’orecchio di quelle statue greche. Presi una seconda ciocca di capelli, la spostai, si intravide l’angolo esterno dell’occhio destro. La carrozza frenò di colpo. In un attimo mi trovai sopra Caleb. Le sue possenti braccia mi trattennero dallo sbattere la testa su di un angolo di ferro appuntito.
-G … g … grazie.
-Prego. Ma posso farti una domanda?
-Procedi.
-Cosa stavi facendo?
-Niente, ero seduta di fronte a te.
-Certo signorina. – scoppiò a ridere, sembrava ridere di cuore, e non accennava a smettere.
-Scusa, ma perché ridi in quel modo?
-Sai, non sei per niente brava a mentire.
-Ma … ma … io non ho mentito.
-ah, certo che no. Come può una così graziosa ragazza mentire?
Mi fece sedere. Si alzò e mi prese con le sue lunghe e maledettamente perfette dita il mente e lo avvicinò al suo viso.
-Come può una ragazza dolce come te mentire ad uno come me? – le sue parole erano ormai poco più che un sussurrò leggero. Il suo fiato mi inebriava i sensi.
-Come può?
Avvicinò il suo viso ancora più al mio, ormai tra la mia bocca e la sua c’era una distanza che sarebbe stata azzerata da un semplice gemito, dal più debole gemito.
-Non può. – il suo alito mi ricoprì il viso.
Spalancò gli occhi, rimasi accecata da così tanta bellezza.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Ella ago 98