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Autore: Endlessly    21/12/2012    6 recensioni
Lei è Lilith, 21 anni, gelataia, studentessa d'infermieristica. Lei è semplice, dolce, la bella ragazza che non sa di esserlo, dannatamente sbadata, piena di sogni e di speranze.
Lui è Filippo 42 anni, il milionario capo di Lei, rinchiuso in una relazione con una donna più vecchia e poco attraente sotto ogni punto di vista, rimasta incinta di lui dopo tre mesi. Lui è affascinante, interessante, bello, dolce ma amaro, oscuro, pieno di segreti ma povero di sogni.
I due si guardano, si scrutano, si osservano, si odiano... ma si attraggono. Il bene e il male si mischiano, s'uniscono e poi si scindono e, al mondo non c'è più nulla di giusto o sbagliato.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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19

Quando nasce un amore non è mai troppo tardi 

scende come un bagliore da una stella che guardi 
e di stelle nel cuore ce ne sono miliardi 
quando nasce un amore, un amore. 

E' un emozione nella gola da quando nasce a quando vola 
che cosa c'è di più celeste di un cielo che ha vinto mille tempeste ?
che cosa c'è se adesso sento queste cose per te 
farò di te la mia estensione farò di te il tempo della ragione 
farò di più farò tutte le cose che vuoi fare anche tu. 

Ti fa bene, ti piace questa voglia di dare 

e ti senti capace non ti puoi più fermare 
come un fiume alla foce che si getta nel mare 
quando nasce un amore, un amore...

E' l'universo che si svela quante parole in una sola 

amore mio immenso e puro ci penso io a farti avere un futuro 
amore che sta già chiedendo strada tutta per sè 
farò di te la mia estensione farò di te il tempo della ragione 
farò di più farò tutte le cose che vuoi fare anche tu. 
...Sì...
Anna Oxa -Quando Nasce Un Amore-


 Era aggrappata a me e Dio quanto desideravo continuare tenerla stretta a me, così stretta tanto da fondere il suo corpo al mio.
La sua pelle mi era mancata da morire.
Lei mi era mancata da morire.
Chi doveva morire però era Luca.
Lo avrei ucciso. Davvero. Non so con quale forza ero riuscito a non ammazzarlo. Con che coraggio si voleva approfittare di lei? Che razza di uomo era? Ogni muscolo del mio corpo era ancora tirato per la rabbia che mi bruciava dentro al pensiero di quello schifoso bastardo. Se non se ne fosse andato lo avrei probabilmente ammazzato.
Lei, indifesa, ingenua. Lei era buona e quanto male questo mondo sembrava volerle fare.
Luca.
Io.
IO.
 
*

La sua Mini era parcheggiata poco lontano da dove ci trovavamo. Mi aveva aiutata ad arrivarci, sostenendomi. Mi teneva stretta a se e io in quel momento,con lui non avevo paura di nulla. Non temevo nulla stretta al suo petto, cinta dalla sue braccia.
Aveva aperto la portiera del passeggero e dolcemente m'aveva fatta accomodare, mi guardava e non vedevo altro che tenerezza nel suo sguardo.Chiuse la portiera quando mi fui sistemata.
Mi buttai completamente sullo schienale, stremata da tutta quell'assurda giornata. Era tutto così strano, quasi irreale.
Entrò in macchina, e Dio, nonostante tutto quello che era successo,nonostante tutta quella infinita e terribile giornata ogni gesto che compiva continuava a sembrare inspiegabilmente sensuale. Ogni movimento che faceva,nel modo in cui lui lo faceva, era così assurdamente attraente. Il modo in cui si muoveva, il modo in cui si allacciava la cintura, il modo in cui mi guardava. Filippo riusciva ad essere sempre seducente qualsiasi fosse stata l'azione che compiva. Era chiaramente l'inibizione dell'alcol a farmi pensare tutte queste cose. Ma, dopotutto, era quello che avevo sempre pensato di lui a cui però normalmente cercavo di non dar peso, su cui normalmente cercavo di sorvolare ogni qual volta posava i suo occhi celesti su di me, trafiggendomi con quelle iridi che apparivano quasi innaturali alle volte, tanto erano chiare e profonde.
Quando mise in moto la macchina, partì il segnale che obbligava ad allacciare le cinture di sicurezza. Io, no, non le riuscivo ad allacciare, e sinceramente quel segnale no, non lo avevo nemmeno udito tanto ero presa ad osservare Lui.
Si slacciò la sua di cintura e si avvicinò a me, con un sorriso maledettamente seducente e con lo sguardo più profondo che avesse potuto mostrarmi. Mi ricordava quelle volte, prima che tutto accadesse, quelle volte che mi sorrideva prendendomi in giro perchè magari avevo spaccato qualcosa, versato a terra qualcosa, fatto qualche faccia strana....spesso in quelle occasioni m'era capitato di scoprire quel sorriso appena accennato che lui nonostante si sforzasse non riusciva a nascondere e che affiorava involontario.
Eravamo ad un respiro. Si era fatto serio e aveva lentamente preso la mia cintura mentre contiuava a guardarmi intensamente.. Il mio respiro si stava facendo più veloce per riuscire a star dietro al cuore che mi stava per scoppiare in questo mio piccolo petto, tanto batteva veloce. Era così dannatamente vicino che i nostri respiri ormai erano intrecciati in uno solo mentre i nostri sguardi sprofondavano a vicenda, il mio nel suo, il suo nel mio.
Avrei voluto baciarlo.
Lui mi allacciò la cintura senza togliere i suoi occhi da me...e poi...poi dolorosamente si allontanò e mise le mani sul volante, stringendolo evidentemente con forza, come fosse stato frustrato anche lui da qualcosa e avesse trovato unico sfogo nello stritolare quel povero oggetto di pelle.
<< Sei sicura di non voler andare a casa? E' tardi, sei stanca. >> Disse appena partì, fissando la strada davanti a lui.
<< Si sono stanca. >> risposi e lui si girò verso di me con un espressione indecifrabile. << ma non voglio andare a casa, vorrei che tu mi tenessi con te solo per un altro pò, solo questo. Però se non vuoi, non sei obbligato. >> continuai e lui rigirò il volto verso la strada.
Accennò un sorriso distorto che di profilo mi sembrò nascondesse dolore. Non rispose e io non capii se a quel punto mi stesse tenendo con se per senso d'obbligo o meno.
Dopo un eternità lui stava ancora guidando, fissava la strada serio e imperturbabile. Non avevo idea di dove mi stesse portando ma, non aveva importanza, quella notte lo avrei seguito anche sulla luna senza ossigeno.
Poi, non so come, non so quando, non so perchè, mi addormentai.
Mi risveglia dopo un tempo che mi sembrò eterno; lui era girato verso di me, accomodato sul suo sedile con la testa poggiata al braccio mentre mi scrutava in penombra.
Sentivo addosso il suo profumo e mi accorsi di avere la sua giacca addosso.
<< Ho dormito molto? >> gli chiesi dopo qualche istante in cui cercai di riprendermi.
<< No, solo il tempo di un battito di ali di farfalla...è ancora notte. >> Rispose passandosi la mano fra i capelli e poi sulle tempie. Era evidentemente stanchissimo.
Mi sembrava d'essermi svegliata dopo millenni, e iniziavo anche ad avere un senso di nausea ed un mal di testa massacranti.
<< Ancora per poco >> affermai sbirciando dal suo finestrino. << Il sole sta per nascere. Ma, dove siamo? >> continuai tornando a perdermi dentro quello sguardo così profondo che a volte m'ipnotizzava.
<< Seguimi >>
Filippo uscìi dall'auto e io lo seguii continuando a tenermi la sua giacca e il suo profumo addosso.
Eravamo su d'un burrone. Con il buio non riuscivo vederne la fine ma, potevo chiaramente udire il violento percuotersi del mare contro gli scogli. Filippo era proprio sul ciglio di quel burrone, un solo centimetro e sarebbe caduto e guardandolo m'assalì un' angoscia, come se mille spilli mi stessero trafiggendo. Continuava a fissare un orizzonte inesistente in quell'oscurità, senza il minimo timore di precipitare. Mentre io continuavo ad osservare lui spaventata a morte che potesse perdere l'equilibrio e sparire nella notte nera.
<< Mi stai spaventando. >> Gli svelai.
Lui sembrò come risvegliarsi da un lungo sonno e si avvicinò a me con un espressione malinconica.
<< Ti ho chiesto se ti fidassi e hai risposto di si. >> mi riprese provocandomi.
<< Si, mi fido, so che non mi faresti del male.Non ho paura per me. Ho paura per te. >> mi giustificai.
Sul suo volto ricomparve di nuovo quel mezzo sorriso di dolore.
<< Prima che sia troppo tardi voglio farti vedere una cosa, chiudi gli occhi e sdraiati qui sull'erba. >> Mi chiese mentre un lampo di euforia gli comparve sul volto. Feci ciò che mi chiese e lui si sdraiò accanto a me. << Aprili >>
Involontariamente emisi un suono indecifrabile per  la sensazione di stupore che mi rapì.
<< E' meraviglioso. >> esalai in un soffio. Era lo spettacolo più bello che avessi mai visto. Il cielo più denso di stelle che avessi mai visto, contornato da sagome di alberi altissimi che creavano come una cornice che dava la sensazione di trovarsi in uno scenario surreale.
<< Vengo qui quando ho bisogno di pensare e mi da pace. Sembra così lontano dal mondo che riesce a calmarmi. >> disse e si girò verso di me. Poi, dopo un lungo silenzio : << Lilith? >> Mi chiamò a bassa voce.
<< Si? >> Risposi mentre continuavo ad osservare rapita lo spettacolo di quel luogo senza tempo.
<< Perchè proprio io? >> Continuò sottovoce con un ombra di tormento.
Mi girai verso di lui a quella domanda che riuscì a togliermi il respiro.
<< Non lo so, non so cosa mi sia successo, non so da quando, non... so esattamente perchè tu. So solo che sei tu. >> Risposi lasciando parlare il cuore mentre sentivo il viso diventare bollente.
<< Non dovresti, non mi conosci, non sai chi sono davvero. >> Mi disse e socchiuse gli occhi come se avesse visto un immagine che lo feriva e a cui cercava di sottrarsi.
<< Non dovrei. E' vero. Non ti conosco. E' vero. >> risposi malinconicamente. Poi, con la mano accarezzai la sua guancia che iniziava a farsi pungente.. Lui riaprì gli occhi. << Ma è qualcosa che non riesco a controllare e non chiedermi di farlo o spiegarti che cos è, perchè, io stessa c'ho provato e ho capito che è qualcosa contro cui non posso oppormi, sarebbe innaturale quanto cercare di respirare sott'acqua; se provo a starti lontana, se provo a non amarti mi sento soffocare, anzi mi sento morire. E' tu forse non puoi capire e mi consideri una bambina perchè dico d'amarti e non ti conosco. Ma, credimi, ho imparato a conoscerti in questi anni: so che faccia fai quando sei arrabbiato, so che stai in silenzio ed eviti il mondo quando sei triste, so riconoscere tutti i tipi di sorrisi che mi fai. >> mi fermai ed un ombra di dolore mi attraversò il volto al pensiero. <<...che mi facevi. So che quando sei stanco ti passi sempre una mano tra i capelli, che quando sei annoiato strizzi gli occhi e ti gratti la testa. So che quando soffri bevi molto e che nonostante tutto non ti mostri mai ubriaco, so che adesso stai male perchè c'è qualcosa che non ti lascia dormire e che hai gli occhi stanchi da mesi. So che ami tuo figlio e la tua famiglia, so che sei responsabile e che mai faresti loro del male...e ho anche la presunzione di sapere che non faresti del male nemmeno a me. So tante cose di te, ne so molte altre e so che mi manca tutto il resto, ma il poco che so è già bastato perchè potessi innamorarmi di te. E forse sarà la giovane donna che sono che parla ma io so che sei tu tutto ciò di cui ho bisogno anche se ho comunque la consapevolezza che io e te siamo diversi e che tu hai una famiglia e che tutto ciò è ingiusto e impossibile. So questo, non so il perchè, so solo che sei tu, anche se non ti conosco davvero. So di amarti ma non so il perchè. >>
Filippo era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Non aveva accennato nemmeno un suono ma sul suo volto stanco e pallido passarono, come fulmini istantanei, centinaia di emozioni mentre parlavo.
Dopo che terminai di svuotargli il mio cuore lui era rimasto lì, davanti a me, come paralizzato ad osservarmi.
Il sole stava Nascendo e il cielo ormai era come pennellato di lunghi nastri d'un rosa intenso, mentre io stavo annegando nel mare di quel silenzio imbarazzante. Probabilmente mi credeva davvero una bambina. E probabilmente ancora lo ero. Dopotutto lui aveva cercato di allontanarmi in qualsiasi modo in questi due mesi e io, forse, ora avevo sbagliato ad aprirgli  il mio cuore senza pensarci.
Prese la mia mano che ancora si trovava sul suo volto. La guardò e l'accarezzo. Poi sfiorò il mio volto con il palmo della mano ed improvvisamente Filippo si spostò e avvicinò il suo viso al mio baciandomi sulle labbra.
Il suo era un bacio delicato ma disperato, soffocato dalle ferite della vita che sapevamo non poter sconfiggere. Sapevamo che oltre quel bacio non ci sarebbe potuto essere niente. Ma ci accontammo in quell'istante, rassegnandoci solo a baciarci.
Eravamo insieme e bastava per ora. Mi toccava come fossi stata di vetro e mi baciava come fossi stata l'unica cosa di cui avesse avuto bisogno lui stesso. Perchè era un bisogno il nostro, il bisogno di stare l'uno accanto all'altro e baciarci...e toccarci..e amarci. Un bisogno inappagabile.
Si staccò dalle mie labbra e mi fece quasi male quel gesto.
Tornò ad osservarmi con gli occhi color cielo che illuminati dal sole dell'alba avevano qualcosa di davvero innaturale.
<< Lilith, io non ti considero una bambina è forse è questo il male peggiore. Ti considero una donna e provo per te più di quanto tu possa credere. Quello che dici lo capisco, Dio, certo che lo capisco. Questo senso di passione mi sta uccidendo. Ho bisogno di te Lilith ma non possiamo. Io e te, nonostante questo mi stia dilaniando l'anima non è qualcosa di possibile. Io ho un bambino che non voglio distruggere e allo stesso modo non voglio distruggere te come ho fatto con le donne che ho avuto. Stefania ed io non facciamo l'amore da dopo che è nato Matteo. Io non l'amo e lei non ama me. Stiamo di comune accordo insieme per il bambino e tu non ti meriti un amante. Perchè io non potrei essere altro che un amante per te. Sarebbe tutto difficile, sarebbe tutto un sotterfugio e tu non te lo meriti. Non sarebbe vita. Tu Dio sei così giovane che io mi sento quasi un malato a volerti e, troverai qualcuno che potrà essere tuo anche sotto la luce di questo sole che ora ci sta illuminando e non soltanto nell'oscurità e nella passione della notte. Tu ti meriti una vita e non un incubo.
<< Io mi merito di amare... e amo te. >>
<< Lilith, Dio Santo, Io ho fatto del male a tutte le persone che hanno avuto il coraggio d'avvicinarsi a me. Ero un tossico. Lo sai..so che lo sai, lo sanno tutti. >> Socchiuse nuovamente gli occhi per un istante a quella dolorosa rivelazione. << Avevo raggiunto livelli di bassezza inaccettabili e giorno dopo giorno, anche dopo anni che ho smesso, lotto contro il bisogno di tornare a farmi. Ho avuto una ricaduta tre anni e mezzo fà e ho picchiato persone e... ho picchiato Stefania. Ho fatto cose inaccettabili e credimi non sono l'uomo che credi. Sono sbagliato. >>
Filippo raccontava tutto e, nonostante la voce apparentemente calma riuscivo a leggere la disperazione, la vergogna e l'orrore che lo stava dilaniando.
Eppure io non provavo ribrezzo, sapevo che quello che mi stava raccontando era qualcosa di sconvolgente e malato. Sapevo che infondo aveva ragione. Ma la ragione non riusciva più a vincere sul cuore.
Ormai l'amore che provavo aveva del tutto traviato la mia mente e, non mi importava se Filippo era un ex-tossico, non m'importava se aveva fatto del male, non m'importava se non era stato onesto o se era pericoloso.
Non m'importava di nulla se non che lui non provava nulla per la sua compagna ma che invece provava qualcosa per me. Quell'unica cosa riusciva a vincere tutto l'orrore che raccontava.
<< Filippo... >> presi fiato prima di dire ciò che stavo pensando. Non sarei più tornata indietro da quelle parole.
Tornai ad accarezzare la sua guancia ispida mentre lui mi guardava con occhi gelidi. Ma sapevo che quella era una maschera e ormai non mi spaventava più. Difatti il suò sguardo si addolcì dopo poco. Si passò una mano fra i capelli, guardandomi sconfortato.
<< Non dirlo. >> mi chiese poi fermando la frase che avevo iniziato e guardandomi teneramente.
<< Daccordo non dirò nulla. Però posso abbracciarti? >> Gli chiesi e mi avvicinai a lui mentre aspettavo la sua risposta.
Lui mi guardò per qualche istante confuso ma, poi annui e io mi immersi tra le sue braccia calde e confortanti.
Lui mi stringeva a se come se avesse avuto paura di perdermi e io mi stringevo a lui come fosse stato la mia ancora in quell'oceano d'amore che ci stava travolgendo spietatamente.
Il futuro era assurdo ed incerto ma in quell'istante il solo starsi accanto e abbracciarsi non ci bastava, la passione furiosa c'era, io riuscivo a percepire la sua come lui sicuramente poteva capire la mia fra quei baci disperati che ci eravamo donati, ma ci fermammo dolorosamente a quelli, combattendo contro il desiderio di appagarci l'uno dell'altro.
Li, sopra quell'erba morbida, in quel mondo irreale, spaventoso eppure attraente da sconvolgere ci addormentammo l'uno fuso nel corpo della'altro, e il dormire avvinghiata a lui mi diede la felicità più meravigliosa e assurda che mai avrei pensato di poter provare. Ero felice.


Endlessly: se mi odiate vi posso capire benissimo...ma proprio non c'è l'ho fatta a scriverlo prima. Faccio fatica a trovare il tempo di dormire, per la cronaca sono quasi le 3 del mattino e ho finito ora di scrivere. Non voglio giustificarmi perchè dopotutto è un passatempo sia per me che per voi, però comunque mi sento in colpa nei vostri confronti che seguite con costanza la storia e mi dispiace. Cercate di avere pazienza. La vita è difficile e potete capire che un giorno ha solo 24 ore e cerco di ricavare il tempo per ogni cosa ma qualcosa alla fine la devo sempre sacrificare...questa settimana è stato sia lo scrivere che il dormire. Però ho cercato farmi pedonare con questo capitolozzone che è ammetto forse troppo lungo per la media, ma non sapevo dove fermarla quindi ho deciso di comprimere quasi due capitoli in uno. Spero vi piaccia, ho fatto del mio meglio anche se so che meriterebbe di più questa parte, vedrò di sistemare anche questo.
Grazie a tutti come sempre.
Grazie non so come esprimervi la mia gratitudine: Feddy, Lady Po, lfll, Aerith94, StellaChiara, Sofistess..grazie davvero.
A presto, per Domenica dovrei aggiornare :P
muà :*













  
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