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Autore: Scarlett Carson    21/12/2012    2 recensioni
(In revisione si Wattpad) Ciao a tutti! Ecco a voi una storia tutta mia. Ottavia è un essere umano con una famiglia ed era felice, finché un brutto giorno, non le accade qualcosa che cambierà tutta la sua vita e la sconvolgerà in un modo che nemmeno lei avrebbe mai immaginato.
spero vi piaccia ;)
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga: La Ragazza Immortale'
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Capitolo 04. Una nuova casa e nuove abitudini.

 

Stavamo cavalcando da un po', e io rimasi tutto il tempo in silenzio a testa china, non so perché ma mi metteva un po' a disagio guardare quelle due persone che mi avevano comprata, strappandomi così da un uomo che avrei volentieri ucciso con le mie stesse mani appena avuta la prima occasione. Alzavo solo testa per guardare dritto davanti a me per guardarmi intorno: non avevo mai visto così tanta gente in tutta la mia vita, tutte insieme.

Era fantastico, tutti collaboravano, si aiutavano e sembravano tutti felici.

Al nostro passaggio, o meglio, al passaggio dei due sovrani, tutti si inchinavano e salutavano rispettosi, si vedeva che amavano i loro sovrani e di questo ero molto contenta, non potevo lamentarmi, ero stata fortunata.

Ma mi domandavo cosa avrei dovuto fare per loro, e soprattutto, cosa c'entrava la storia della predizione.

Non avevo fatto in tempo a pensare a una risposta logica per quelle mie domande che il cavallo si era fermato.

Guardai dritta davanti a me e dovetti alzare lo sguardo per riuscire a vedere bene quello che mi si pareva davanti: il palazzo era enorme e, dietro ad esso, c'erano le due costruzioni che avevo vista appena eravamo arrivati li solo quella mattina. Il sole stava calando lentamente e potei ancora godere di quella vista meravigliosa.

Ti piace?” mi disse il principe, era la prima volta che mi rivolgeva la parola.

Si molto.” riuscì solo a dire. Ero davvero intimorita da lui, ma capii che non ne ero spaventata, no sapevo che non mi avrebbe fatto del male, o almeno così credevo.

Sono contento perché questa sarà la tua nuova casa!” mi disse allargando le braccia per abbracciare tutto il panorama che si stagliava di fronte a noi.

Figlio mio, perché non le fai vedere i suoi alloggi e non le permetti di darsi una rinfrescata, sarà esausta.” disse il faraone.

Si avete ragione, padre e che sono molto estasiato. Vieni ti faccio strada” mi disse in tono dolce.

I miei alloggi? Cosa voleva dire, non lo sapevo proprio ma mi piaceva come suonava.

Intanto, entrammo nel palazzo ed era favoloso l'interno quasi quanto l'esterno, era pieno di disegni strani sui muri ma erano molto belli. Quell'uomo aveva ragione, qui sono davvero una popolazione intelligente e molto avanti, anche se ignoravo ancora cosa volesse dire quell'ultima parola, ma credo che, col tempo, lo avrei scoperto.

Il tetto era altissimo e le colonne che reggevano il suo peso, anch'esse decorate, erano spesse e maestose. C'erano diverse stanze me le fece vedere tutte quelle che stavamo passando:

Qui ci sono i servitori di mio padre, molti di loro vivono a palazzo: specialmente chi fa da mangiare, chi lo lava, chi cuce i suoi abiti, coloro che lavorano ai suoi gioielli per ogni occasione e chi sta costruendo il suo sarcofago, scrivani, e abbiamo anche un veggente, è lui che ti ha vista arrivare qui.” mi disse sorridendo. No, un momento, fatemi capire, lui mi avrebbe vista arrivare? E come avrebbe fatto? Ero più confusa di prima, ma gran parte di quello che ha detto, lo avevo capito.

Doveva essersene accorto che non avevo capito molto, perché mi disse:

Tranquilla, presto capirai tutto e imparerai a vivere qui come se ci fossi nata. Ma vorrei solo dirti che tu non servirai mio padre se è questo che ti stai chiedendo” disse, e mi aveva letto nella mente, era incredibile! “ma servirai me. E la tua stanza non è altri che la stanza accanto alla mia, quindi, si può dire che saremo sempre insieme a tutte le ore del giorno, o quasi. È per questo che mio padre ti ha comprata per me. Oggi compio 21 anni, e crede che sia ora che inizi a impormi sulla servitù. Ma ti posso dire che tu avrai un trattamento diverso.” Eh? Scherzava vero? Io avrei dovuto passare con lui tutto il giorno per ogni giorno della mia vita? E perché la mia stanza doveva essere accanto alla sua? Iniziavo ad essere spaventata per quella che sarebbe poi stata la mia nuova vita e quello che avrei dovuto fare qui. Lui diceva che mi sarei abituata, e io volevo abituarmici al più presto, anche perché comunque sia, quel luogo mi piaceva molto e il principe, dopotutto, era stato molto gentile nei miei confronti, come suo padre.

Mi portò a quelli che sarebbero stati i miei alloggi. Erano immensi, avevo praticamente un'intera casa tutta per me! Ecco il significato de “i tuoi alloggi”! Avevo un enorme letto che potevano comodamente starci quattro persone, sedie tavoli su cui appoggiarmi, spazio tutto per me.

Qui è tutto per me?” riuscii a dire, estasiata.

Si qui è tutto per te, e qui accanto ci sono i miei alloggi, vieni ti faccio vedere” disse, portandomi verso la sua stanza, letteralmente appiccicata alla mia e, non c'era che dire, era maestosa, molto più grande, ariosa, luminosa, il letto era addirittura il doppio del mio.

Anche tu, ogni tanto starai qui con me, perché dovrai stare molto tempo con me e questo ti porta anche a conoscere me e il mio stile di vita.” mi disse.

Ma cosa vuol dire esattamente che passeremo molto tempo insieme?” gli chiesi, perché ancora non avevo ben chiara la situazione.

Be, vedilo come un rapporto tra amici, perché vorrei che fossimo questo. E vuol dire che tu ti prenderei cura di me come io farò con te. Ad esempio, sai scrivere?” mi chiese, dove voleva andare a parare? Comunque, feci cenno di no con la testa.

Bene, io posso insegnarti a leggere, scrivere, e tutto quello che riguarda il mio mondo e tu, ti occuperai di me, facendomi compagnia, sempre. È più chiaro adesso?”. Be più di prima lo era, almeno so per certo cosa avrei fatto li, e quindi, feci cenno di si con la testa molto più rilassata.

Bene, è quasi ora di cenare, quindi adesso ti porterò dove potrai farti un bagno con le altre signore che vivono qui a palazzo. Io farò lo stesso, ma con mio padre e gli altri uomini, intanto ti faccio strada. Seguimi.” mi disse e io obbedii.

Durante il tragitto, mi spiegò cosa mi attendeva, per così dire, ai bagni: “I bagni non sono altro che stanze costruite in riva al nostro fiume, il Nilo, la sua acqua ci purifica dalla fatica della giornata e lo dobbiamo fare ogni giorno. Imparerai anche quest'importante abitudine. La facciamo sempre prima di cena. Ceniamo tutti insieme, io mio padre, mia madre, che presto conoscerai, e anche tutta la servitù.”.

Ero talmente impegnata ad ascoltare quello che mi diceva che non mi accorsi che eravamo arrivati e, sulla soglia che avrei dovuto oltrepassare, c'era una donna bellissima, coi capelli e occhi neri, con una lunga tunica bianca e sembrava ci stesse aspettando.

Yami, tuo padre il faraone, mi ha parlato di una nuova fanciulla, non mi aveva detto che era così graziosa. Io sono Nefer, la moglie del faraone. È un piacere conoscerti.”.

A quella frase, arrossii leggermente e chinai il capo d'istinto.

Grazie, il piacere è mio. Io sono Ottavia.”.

Ottavia. Che nome particolare, non trovi Yami?”

Si molto.” si limitò a dire.

Seguimi Ottavia, è ora del bagno. Ti daremo una bella sistemata.” disse e mi condusse con se all'interno della stanza.

 

***

Senza che dissi nulla, delle donne iniziarono a togliermi il vestito che avevo addosso, se così si poteva definire.

Mi immersero nell'acqua fino alle spalle – cavoli se era gelida! - e mi iniziarono a strofinare il corpo con degli stracci che, sfregati sul mio corpo, facevano fuoriuscire una specie di nuvoletta piena di bollicine che, al contatto col la mia pelle, scoppiavano, e quelle che riuscivano a salvarsi, volavano in alto, e io mi divertii a osservarle.

Questo processo fu lungo, ma piacevole. Dopodiché, passarono a vestirmi: mi porsero una tunica bianca da mettere, molto simile a quella che indossavano anche loro, solo che la mia, invece di arrivare fino alle caviglie, mi arrivava fino alle ginocchia; era stretto, ma allo stesso tempo morbido e scivolava sul mio corpo come se fosse acqua sulla mia pelle. Era fresco e pulito. Poi passarono al groviglio che erano diventati i miei capelli. Decisero di raccoglierli, di modo che, non mi dessero fastidio, scivolando in avanti, lasciandomi qualche ciuffo qui e li, per abbellire. Loro, a differenza di me, avevano tutte la stessa capigliatura: capelli neri, lucidi e piatti fino alle spalle, tranne la moglie del faraone che li aveva lunghi fino ai fianchi e a onde. Mi misero ai piedi le stesse scarpe – così aveva detto che si chiamavano - che avevano loro e lasciavano il piede libero ma protetto dal suolo, che rischiava di rovinarli.

Il tuo abito lo abbiamo buttato via, era poco più di uno straccio vecchio e rovinato. Non preoccuparti, qui ti daremo tutto quello di cui hai bisogno.” mi disse Nefer.

Io mi limitai ad annuire con la testa.

Ci decidemmo ad uscire e, con loro, mi diressi alla sala da pranzo.

La strada era ancora più lunga di quanti immaginassi, quel posto era immenso! Non mi sarei mai abituata, pensai d'istinto.

Ma non mi persi nemmeno un particolare: le statue dei loro dei, le colonne tutte decorate, le pareti scritte e disegnate. Un giorno avrei capito cosa avrebbero voluto dire tutte quelle scritte, col tempo, mi dissi, avrei imparato tutto e avrei vissuto la mia nuova vita.

 

***

Arrivammo all'immensa sala, e c'era una lunga tavola, dove gli uomini erano già seduti, aspettavano solo noi per iniziare.

Mi sentii immensamente insignificante in mezzo a tutte quelle persone, non ne avevo mai viste tante insieme prima d'ora.

Nefer mi condusse con lei fino ad arrivare quasi in fondo al tavolo dove c'erano il faraone e il figlio Yami, che si alzò in piedi: “Vieni, siediti qui accanto a me.”

D'accordo” dissi piano per non farmi sentire da troppe persone, e mi sedetti tra il principe Yami e una ragazza che non avevo visto ai bagni, o perchè non c'era o perchè non avevo prestato abbastanza attenzione.

Guardai sotto di me dove c'era il piatto e, con immenso stupore mi accorsi, che molti degli oggetti che c'erano io non sapevo che fossero e come andavano utilizzati. Li stavo ormai fissando con terrore quando la voce di Yami mi disse: “tranquilla, ti insegnerò anche questo” mi disse e, dalla voce, mi resi conto che sorrideva, per la mia faccia dopo aver visto il mio posto.

Capii solo allora che voleva che mi sedessi accanto a lui per correggere tutti gli errori che avrei fatto visto che non conoscevo nulla di loro, delle loro abitudini di fare e tutto il resto.

Quindi mi concedetti un sospiro di sollievo.


Ciao a tutti! ;)
eccomi tornata ;) 
scusate ci ho messo un po'n perchè volevo un minimo andare avanti a scrivere. Adesso sono al sesto capitolo da scrivere ;)
spero di andare avanti a scrivere durante questa pausa di Natale ;)
Allora, che ne diten di questo capitolo? é comprensibile? vi paice? troppo noioso? su su ditemi la vostra, ci tengo ai pareri du tutti,sia positivi che negativi ;)
Allora qui siamo a casa del Faraone e del principe, secondo voi cosa accadrà adesso?? ;)
vi dico solo una cosa: il titolo del prossimo capitolo è "Le prime difficoltà" e non dico altro ;) 
spero di aggiornare al più presto e di andare avanti a scrivere ;)
Alla prossima
Kiss Kiss
Shana

  
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