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Autore: Eliyss    21/12/2012    4 recensioni
"Devi sfogarti? Fallo."
"No. Io non piango. I deboli piangono, e io non sono una debole."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Greg POV
 
Eravamo da Micky già da circa mezz’ora quando improvvisamente suonò il campanello. Micky si alzò di scatto, ed annunciò che avrebbe dovuto essere la sua migliore amica. Era così impaziente di presentarcela. Inizialmente, da come continuava a parlarne, io e Dan, sospettammo addirittura che avesse un flirt con questa ragazza, eppure lui negava.
Io continuavo a credere che lui impazzisse per lei.
Così, dopo aver sentito il rumore della porta aprirsi, udii una voce femminile. Sembrava molto graziosa, umile e tenera.
Dan mi fece un cenno sulla spalla e mi girai. Cominciò a parlarmi, ma io non lo ascoltai. Ero troppo preso e concentrato ad origliare quel suono così dolce. Ero veramente curioso.
I passi si facevano sempre più vicini, ma continuavo a guardare verso Dan, senza un motivo quando nemmeno lo stavo ascoltando.
Mi girai di scatto solo quando sentii la ragazza emettere un sussulto, e non ebbi nemmeno il tempo di realizzare bene la situazione che sentii un colpo dritto in faccia. Rimasi un attimo là immobile, scuotendo leggermente la testa, mentre i miei carissimi amici Dan e Micky stavano già in due dalle risate.
La migliore amica di uno dei due idioti che stava rotolando per terra, era a qualche metro da me, con gli occhi sbarrati. Sembrava una statua, sì una statua così piena di luce, raggiante, splendente.
Il suo viso dai tratti fini era di carnagione bronzea, che metteva in risalto i suoi occhi, verdi come le foglie colpite dal sole. Una cascata di lucenti capelli color miele le incorniciava quel viso così accattivante, e quelle labbra perfette, piene e rosee.
Dopo qualche istante si sbloccò all’improvviso venendomi velocemente in contro e continuando all’impazzata a chiedermi scusa. Presi il telefono per porgerglielo, ma in quel momento anche la sua mano cercò l’apparecchio telefonico però, trovò la mia di mano, sfiorandomela.
I suoi polpastrelli mi accarezzarono leggermente. La sua pelle era morbida e delicata.
Profumava di vaniglia.
Alzai lo sguardo, ed incontrai il suo. Così ipnotico, con i lineamenti perfetti.
Rimanemmo entrambi per qualche secondo a fissarci, dritti negli occhi, quasi imbarazzati.
Poi vidi che era come assente, e cominciò a colargli qualcosa, anzi saliva dalla bocca. Mi trattenni a stento dalle risate e glielo feci notare.
Fece un balzo indietro diventando rossa all’istante.
Non volevo imbarazzarla, volevo solo evitare che mi sbavasse sui pantaloni nuovi lol, anche se fu comunque inutile, troppo tardi.
Dalla sua espressione sembrava volesse morire, ma era così fottutamente bella, anche se mi aveva mizzato i pantaloni.
Così, per farla stare nuovamente a suo agio, mi presentai.
“Comunque io sono Greg”- le dissi porgendole la mano.
“Alice [Èlis], ma per gli amici Aly!”- e fece un leggero sorriso, bellissimo comunque, abbassando lo sguardo e cominciando a fissare l’orribile moquette che stava a terra nel salotto di Micky.
“E comunque non preoccuparti per i pantaloni!- le dissi quando lei rialzò subito lo sguardo –non sono così delicato, ed erano già sporchi comunque!”
Cazzata.
Era la prima volta in tutta la mia vita che li mettevo. Che palle!
Ma dopotutto ero stato io a creare quella situazione così imbarazzante che dovevo fare per forza qualcosa, o sarei rimasto col rimorso a vita! Lol Sensi di colpa del cazzo!
Ma ora che ci penso, perché la sto confortando?
Perché mi preoccupo se è in imbarazzo?
Non la conosco nemmeno, e so a malapena il suo nome! Ed a pensarci meglio, io una ragazza già ce l’ho!
 
Aly POV
 
Poco dopo la mia bellissima figura del cavolo, quei due ragazzi se ne andarono, ed io rimasi a casa di Micky.
“Michael!- gridai appena i suoi amici furono usciti dall’entrata principale –potevi anche avvisarmi che non eravamo soli!”- continuai.
Quando lo chiamavo con il suo nome per esteso, voleva dire che ero davvero arrabbiata.
“Non lo farei neanche se potessi tornare in dietro nel tempo! Non sai quanto mi sono divertito!”- e ricominciò a ridere.
Quando comincia, non lo fermi più.
In quel preciso momento lo odiavo, lo odiavo più di ogni altra cosa al mondo!
“Io non ci trovo assolutamente niente da ridere!”- e gli diedi ancora una volta una pacca dietro la nuca, ma questa volta molto più forte rispetto alle altre.
Ecco che smise di ridere.
Dio sia lodato!
“Stavo morendo! Che figura cioè ma l’hai visto?”
“Sì che l’ho visto, e ho visto anche come lo guardavi!”
Lo fulminai con lo sguardo.
“Non negare! Ma lo conosco, so com’è fatto, e so come tratta le ragazze. Per favore Aly, non stare mai ad innamorarti di uno come Greg!”- mi disse, cambiando subito tono diventando serissimo.
Non capivo, cosa intendeva dire?
Io mica gli avevo detto che volevo sposarmelo, e nemmeno che c’era interesse da parte mia. Era palese che ne ero rimasta colpita ma niente di altro, credo. A vederlo, a pelle mi era sembrato un bravo ragazzo, a meno che il suo sguardo angelico non fosse tutta un’inutile copertura.
Nah, ma che problemi mi faccio?! Non sono il tipo da correre dietro a nessuno.
Sto bene sola, come lo sono sempre stata.
Non ho bisogno di complicarmi ulteriormente la vita.
“Allora se è come dici tu, spero che canti meglio di come tratta le donne!”- dissi per sdrammatizzare, accennando una risata minima.
“Aly, io non sto scherzando!”- continuò non comprendendo la mia ironia.
“Mamma mia Michael, tu credi che io abbia tempo da perdere dietro a stupide ed inutili storie d’amore?- ed a questo punto, anche io mi feci più seria -Ho cose più importanti a cui pensare”- sussurrai infine, girandomi e dirigendomi verso la porta.
Micky mi fermò, afferrandomi per un braccio. Ero diventata nervosa, non so nemmeno perché mi ero irritata a tale punto.
“Non vuoi fermarti a dormire, come ai vecchi tempi?”- chiese il mio migliore amico, con il suo solito sguardo irresistibile.
“Oramai niente è più come ai vecchi tempi purtroppo.”- gli risposi dispiaciuta. Poi gli spiegai che non potevo e che dovevo tornare a casa che quella sera, mia madre sarebbe tornata dalla Costa del Sol, in Spagna.
Ci salutammo, con i nostri soliti due baci, e mi avviai verso casa che erano circa le undici e trenta della sera.
 
Era notte fonda, anzi oramai era già quasi mattina, ma non riuscivo proprio a dormire. Mi continuavo a rigirare nel letto.
Che amica di merda ero?
Perché mi ero innervosita tanto?
Forse lui avrebbe potuto sforzarsi a capirmi meglio, ma in quel caso, ero io che mi ero comportata da stronza.
Allora presi il mio cellulare che stava sul comodino, accanto al mio letto. Lui non mi aveva scritto nulla, avevo paura che si fosse veramente offeso.
Tutto l’orgoglio dentro di me, scompariva improvvisamente ogni volta che si trattava di Micky.
Non ero di certo una ragazza che si abbassava a chiedere scusa, anche quando sapevo benissimo di aver sbagliato. Per me chiedere umilmente il perdono era una cosa da deboli, eppure con lui cambiava tutto.
Ero debole nei suoi confronti, se litigavo con lui sentivo sempre qualcosa dentro di me che mi turbava, e avevo bisogno di fare sì che tutto si risolva.
Solo lui era in grado di rendermi così impotente, così fragile. E questo era segno che era davvero importante nella mia vita.
Così cerci le parole più adatte e scrissi.
 
‘Hei Micky! Sai come sono, sai che ho un carattere di merda. Mi dispiace per averti trattato in quel modo. Spero che domani potessimo chiarire al meglio. Ti adoro migliore amico.’
 
Lo rilessi un paio di volte per paura di scrivere qualcosa di inappropriato, presi coraggio ed inviai.
Non ero brava nel giustificarmi, anche perché mi costava davvero molto, eppure sapevo che lui mi avrebbe capita anche detto nel modo più scorretto.
Ero ansiosa nell’attesa di una sua risposta, che però non arrivava.
Probabilmente stava dormendo, ma allora perché io non ci ero riuscita, mentre lui si era addormentato senza problemi?
Quante paranoie!
Era colpa mia, il rimorso mi stava torturando, era per quello che il sonno non arrivava.
Poi dei rumori incerti mi distolsero per qualche istante da tutto ciò che era successo quel pomeriggio.
Scesi lentamente le scale, cercando di fare meno rumore possibile. Mi tenevo saldamente allo scorri mano in legno pregiato che si trovava ai lati dei gradini, ed intravvidi due figure a me familiari.
Si accesero le luci tutto d’un tratto, ed io per qualche secondo non riuscii ad aprire gli occhi, abituata al buio della notte.
Appena i miei occhi smisero di soffrire per tutta quella luminosità, trovai sotto di me mia madre e quel cazzone del suo compagno, che aveva ben quindici anni in meno di lei, che si strusciavano uno sull’altro.
Che brutta scena.
Che schifo!
Ridevano in continuazione, e lei si lasciava toccare ovunque, non la immaginavo così. Credeva forse di avere quindici anni?
Poi mamma alzò lo sguardo, e mi vide sulle scale con un’espressione alquanto sorpresa ma soprattutto schifata.
Molto.
Si staccò immediatamente dal quell’energumeno e si sistemò i capelli.
“Tesoro mio! Che ci fai ancora in piedi a quest’ora?!- disse mamma con la sua voce così stridula e fastidiosa come se nulla fosse successo –Sai che sono le quattro della mattina?”
Ero lì immobile.
Non riuscivo a pronunciare parola.
L’unica cosa che in quel momento interessava a mia madre, era che io fossi a dormire così potevano scopare selvaggiamente in tranquillità. Non gli erano bastate quelle due settimane?
Mi vergognavo per lei.
“C’è qualcosa che non va?”- si limitò a chiedermi, senza nemmeno avvicinarsi, o provando a tranquillizzarmi con una carezza o un semplice abbraccio come fanno solitamente tutte le madri.
Io scossi la testa lentamente, e un paio di lacrime mi scesero a peso morto dagli occhi senza che io lo volessi.
Volevo solo rimanere lì a piangere, perché mi ero tenuta troppe volte. Non volevo aprire bocca perché sapevo che non mi sarebbero uscite di certo cose carine.
Eppure non ci riuscii.
“Mi fate solo schifo!- gridai contro i due piccioncini –Non capisci che anche io, per quanto non sembri, ho bisogno di momenti d’affetto, di un semplice abbraccio, o di qualcuno che mi rassicuri nei momenti di bisogno? A questo punto, potevate anche starvene in Spagna o non so dove cazzo eravate, per sempre che a me non cambiava molto!”- e mi girai per tornarmene in camera mia, notando la faccia di mamma che non aveva fatto una piega, e lei che non accennava nemmeno un movimento per venirmi incontro.

-Look at me
Saaalve c:
Io oggi, non so voi, ma stavo morendo di paura! Ahah che vergogna!
No seriamente, Maya di merda! *fine sfogo time*
Tornando al capitolo, ecco a voi il secondooooo YEEEEE! :D
Come ve pare?
Ok lo so, non succede ancora niente di accattivante, ma per entrare nel vivo della storia bisognerà aspettare un paio di capitoli (:
Ultima cosa e poi vi lascio:
essendo che cominciano le vacanze di Natale, quindi avrò più tempo per scrivere,
magari resco a postare due volte a settimana (Martedì e Venerdì)
Lo spero c:
Piccola recensione sempre ben accettata *occhi dolci*
Grazie, vi adoro! Davvero


@alikee1D

  
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