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Autore: Winry977    21/12/2012    1 recensioni
E se i componenti di una band si interessassero a una ragazza incinta incontrata a un loro meeting dopo un concerto?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al mio secondo giorno di lavoro dopo la mia ripresa fisica, quando tornai all'ora di pranzo, notai una figura maschile davanti il mio appartamento. Non potevo crederci. Era Luke, e non è che fosse proprio in ottime condizioni, eh. Aveva un braccio ingessato e si reggeva su una stampella ospedaliera. Restai a fissarlo per un po' dallo specchietto retrovisore dell'auto mentre ero parcheggiata nel garage della band che ormai mi ospitava da chissà quanto tempo. Mi faceva pena da una parte. Che strano rivederlo dopo tutto quel tempo. Dopo tutto non ci vedevamo dai tempi dell'incidente, ovvero da più di due mesi. Dopo un po' si allontanò dalla mia casa a testa bassa e zoppicando e mi fece una pietà pazzesca. Tuttavia, non mi mossi per rincorrerlo, chiedergli di lui, o una qualsiasi cosa: il ricordo del mio litigio con Andy e quello che mi aveva detto si stagnava forte e chiaro nella mia mente... se lo era meritato.

Entrai a casa dopo aver abbassato la saracinesca del garage e mi diressi in cucina per cucinare qualcosa. Era la prima volta che cucinavo qualcosa per i ragazzi da quando erano tornati e avevo voglia di riflettere il mio flusso di pensieri sulle portate leggere che preparavo. Dopo un po' qualcuno entrò in cucina, facendomi sobbalzare.

-Oh, cucini tu oggi?- chiese CC.

-Oddio, CC, mi è preso un colpo!- esclamai io immediatamente.

-Scusa, non volevo. Però sai com'è. Di solito cuciniamo o io o Jake e nel sentire dei rumori provenire dalla cucina mi sono sorpreso, anche perché lui è una mattinata che sta in camera sua a strimpellare la chitarra.- restammo in silenzio cercando di ascoltare dei suoni esterni alla cucina che non fossero prodotti dal bollore dell'acqua nelle pentole o del gas sotto di esse, ed in effetti udimmo un assolo provenire dal corridoio.

-Si starà divertendo, eh?- dico io girandomi a tagliuzzare delle verdure.

-Già. Comunque si sta diffondendo un ottimo odorino per la casa, mi sa che ben presto attirerai quei lupi affamati relegati nelle loro stanze.- si avvicinò ad una pentola e con un cucchiaio di legno ne girò il contenuto, mentre sul mio viso si andava a creare un velato sorriso di compiacimento.

CC aveva ragione: nel giro di pochissimi minuti arrivò un timido Jinxx e un affamato Ashley, seguiti da Jake, che entrò esterrefatto dall'odore che si era divulgato in tutta la casa, ed Andy i cui brontolii dello stomaco si udivano in modo molto chiaro.

Mangiammo di gusto, ma io non riuscivo a non pensare a Luke. Sapevo perfettamente che il giorno dopo sarebbe tornato, ma tutto sommato non lo temevo più. Avevo intuito che si fosse calmato solo fissando il suo portamento: di solito, quando diventava ossessivo cominciava a muoversi nervosamente o a cercare un'occupazione nell'attesa che quello che desiderava si verificasse e muoveva in continuazione un piede come se dovesse tenere il tempo di una canzone. Invece quando lo avevo visto davanti a casa mia non faceva nulla e non si muoveva in modo agitato. Semplicemente “studiava” l'architettura della casa dall'alto al basso reggendosi sulla stampella. Era un buon segno, almeno secondo me.

Quando Ashley si accorse che ero più silenziosa del solito se ne preoccupò, e mi chiese cosa avessi.

-Niente di che. Sono sovrappensiero...

-Cioè?

-Ecco... avete presente Luke?

Andy si fece attento, smettendo di mangiare, e la cosa mi suscitò una strana sensazione di piacevolezza. -Oggi era davanti casa mia... ma... non era come al solito. Non era ossessivo, con l'aria stralunata o da pazzo. Era tranquillo, sereno forse, e non sembrava neanche che mi aspettasse, guardava semplicemente la casa e dopo neanche dieci minuti se n'è andato. Voi che ne pensate?

-Penso che non si sia scordato di te...- disse serio Jake. -Però questa sua tranquillità è una cosa di cui potresti approfittare... perché non gli parli, la chiudi con lui, ora che è calmo, e finisce questo tormento davanti casa tua?

Io volsi un'occhiata ad Andy per vedere cosa ne pensasse, e lui reagì subito. -Se lo vuoi fare.. cioè, se gli vuoi parlare, vorrei esserci anche io. Ma non per intromettermi, perché ho paura che abbia uno scatto di pazzia o chissà che...- stavolta fu lui a guardarmi in attesa di una risposta.

-Concordo...- mi affrettai a rispondere, facendo rilassare la sua espressione. -Ad essere sincera, non me la sarei sentita ad affrontarlo da sola, quindi ti avrei chiesto a prescindere di venire con me... Grazie.- gli sorrisi, ottenendo lo stesso gesto di rimando.

 

Il fatidico momento arrivò. Alla stessa ora di pranzo, mentre tornavo dal lavoro, ritrovai Luke davanti casa mia, con lo stesso portamento del giorno prima. Tranquillo, pacato. “Beh, meglio così” pensai io, e mentre parcheggiavo trovai Andy che mi attendeva in garage. Era evidente che si era già accorto della presenza di Luke davanti casa mia, quindi mi attendeva. Senza dire niente e con un solo cenno del capo, ci avviammo sulla stradicciola che poi avremmo attraversato per giungere a casa mia. Tossicchiai leggermente per farmi notare, e quando Luke si girò quasi non saltò.

-Oh, sei qui. Non mi aspettavo più di vederti.- mormorò quasi impaurito. -Pensavo che dopo l'incidente fossi scomparsa.- volse un'occhiata a chi mi stava dietro, ed Andy fece solo un cenno con la testa in segno di saluto.

-Vedo che non sei combinato tanto bene...- dissi io notando il braccio ingessato e la stampella.

-Già. Quando la macchina è entrata a contatto con la tua, sono stato scaraventato completamente dall'altra parte della strada, con un'energia tale che sono entrato in coma per due assurdi mesi solo sbattendo il cranio contro lo spigolo del marciapiede. E poi, mentre ero incosciente, due motorini mi sono pure passati sopra due arti...- alzò la stampella ed evidenziò il braccio gessato.

-Ma mi avevano detto che solo gli arti superiori erano stati lesi..- notai io.

-Bah, balle mediche.- disse semplicemente lui. Andy tossicchiò, ricordandomi il motivo per cui eravamo lì. -Ascolta, sono qui solo per chiudere definitivamente questa storia.- riprese a parlare Luke, sorprendendomi con quell'affermazione. Era come se mi avesse letto nel pensiero, tanto che nei nostri visi -mio e di Andy- si instaurarono delle espressioni stupefatte.

-Ti ho causato troppi problemi, Sam... Samantha- si corresse. -Scusami. Sono venuto per dirti che non ti darò più fastidio.

Mi accigliai. “Dov'è la fregatura?” pensai dubbiosa.

-Ovviamente sono ancora in crisi economica e...- si bloccò subito vedendo la mia espressione negativa sul mio viso. Sospirò. -... e mi piacerebbe rivedere nostra figlia per l'ultima volta.

La mia negazione arrivò, subito e secca. -No.- dissi solamente con sguardo severo. Lui si rattristì, e facendomi pena mi affrettai ad “addolcire” il diniego. -L'ultima volta non l'ha presa proprio bene, e poi non è neanche qui attualmente. Quindi, niente da fare. Mi dispiace.

-Ma... potrei anche aspettare...- obiettò insistendo, suscitando un altro colpo di finta tosse da parte del vocalist. Sospirò in segno di rassegnazione. -Ho capito... beh, allora non ho più nulla né da fare né da dirti. Me ne vado, Samantha. Non credo che ci vedremo più, a meno che non lo voglia il caso. Arrivederci, se mai succederà.- ci rivolse uno sguardo poco convinto di sé, poi si girò e se ne andò zoppicando sulla sua stampella, senza neanche il tempo di dirgli un vero e proprio “Addio”, sicuramente migliore di quel falso “Arrivederci”.

Mi girai verso Andy, che manifestava ancora dubbiosità ed era ancora esterrefatto. -Ha... ha fatto tutto da solo...- farfugliai un po' confusa. Poi ci rasserenammo a vicenda, e per la felicità di essermi tolta un peso del genere, gli gettai le braccia al collo abbracciandolo.

  
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