Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: Winry977    21/12/2012    1 recensioni
E se i componenti di una band si interessassero a una ragazza incinta incontrata a un loro meeting dopo un concerto?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella stessa sera, ci riunimmo tutti a tavola, senza ripensamenti, dubbi, pensieri tristi o roba del genere. Mentre mangiavamo allegramente e mentre Nadia raccontava quello che aveva fatto all'asilo, squillò il cellulare di Jinxx, e scusandosi, si congedò dalla cucina temporaneamente, mentre Nadia proseguiva a parlare senza notarlo.

-...e poi oggi Trisha, la mia amica, mi ha detto cosa vuole fare da grande! Vuole diventare un'esploratrice! Ma secondo me lo ha detto solo perché ha letto uno strano libro, che non mi ricordo neanche come si chiama!

-E tu che vuoi fare invece da grande?- chiese CC, ingoiando una forchettata di pasta e sorridendole con entusiasmo.

-Io diventerò una cantante, e suonerò la chitarra e la batteria!- disse lei con convinzione.

-Certo che sei ambiziosa, eh?- le scompigliò i capelli il chitarrista.

-E non vuoi imparare il basso?- le chiese Ashley con tono teatrale speranzoso e mezzo deluso.

-Tu non suoni la chitarra?- chiese lei intimidendosi osservandolo dalla postazione accanto alla sua.

-No, io suono uno strumento simile, ma che fa un suono un po' diverso da quello della chitarra. Io suono il basso.- spiegò lui.

-Allora suonerò anche il basso!- esclamò lei prendendo la mano del bassista e stringendola amorevolmente, suscitando in lui un sorriso di soddisfazione. Le scompigliò i capelli, e le diede un bacio sulla fronte. Mi sembravano due fratelli.

In quello stesso momento tornò Jinxx con un sorriso che avrebbe potuto illuminare tutta l'America, giusto mentre io toglievo i piatti fondi usati per mangiare il primo e prendevo i piatti piani. Lui si avvicinò a me e mi abbracciò, quasi stritolandomi e lasciandomi senza parole.

-Grazie Sam, grazie!- esclamò felice.

-Ehi, ma che è successo?- chiesi ricambiando l'abbraccio.

-E' successo che abbiamo fatto pace!- si staccò da me.

-Tu ed Alesha?- ricordai la sera in cui le avevo parlato in pizzeria.

-Si! Ha detto che aveva sbagliato e che era colpa sua. Ma dal mio canto, mi sono scusato anche io: ero stato abbastanza brusco. E così non ci sono più problemi! Oddio, non so come ringraziarti!- mi strinse un'altra volta, ed in preda all'entusiasmo si rimise a sedere a tavola, finendo il suo piatto. Ma non riusciva neanche a mangiare e non ci volle molto perché lo ammettesse da sé.

-Oddio, non riesco neanche a mangiare!

-Jinxx, tu devi mangiare!- intervenne Nadia. -Sennò ti succede quello che è successo a Trisha! Svieni perché non hai mangiato a colazione!

Lui scoppiò a ridere, e cercò di mangiare, mentre gli altri manifestavano entusiasmo nei suoi confronti dandogli pacche sulla schiena e scherzando. -Ragazzi, ora siete voi che non mi fate mangiare, però!- rise lui.

-Eh, Casanova, siamo contenti per te!- disse felice il bassista, mentre il chitarrista gli dava l'ennesima pacca sulla spalla insieme al batterista dal lato opposto. -E bravo, bravo!

 

Più tardi ci congedammo tutti nelle nostre stanze ed io mi lasciai andare sul letto matrimoniale stanca, ma felice, mentre Andy si chiudeva la porta alle spalle.

-Mi sento... non so... leggera. Mi sembra di essermi tolta un peso che durava da una vita.- sospirai quasi ridendo. Andy non disse nulla, si limitò a sorridere, per poi avvicinandosi a me e a darmi un bacio sulla fronte.

-Non sai come io sia rasserenato all'idea che tu stia bene e che quel tipo si sia eclissato dalle nostre vite.

Sorrisi di rimando, e mi accinsi ad indossare il mio pigiama, frugando sotto le coperte.

-Ehi, non avrai intenzione di indossare il pigiama!- esclamò lui mentre si toglieva la maglietta che indossava.

-Perché? Come dovrei dormire, scusa?

-Senza pigiama.- disse lui malizioso.

-Ma com'è possibile che tu sia un tale pervertito?- risi io.

-Non sono pervertito. Prendi esempio da me. Io dormo solo con un paio di pantaloni. Perché non lo fai anche tu?

-Perchè... caro il mio lupo famelico, tu mi salteresti addosso!

-Non ti piace l'idea?- mi si avvicinò con un aria maliziosa stampata in volto, facendomi intimidire. Era sempre così. Quando si comportava in quel modo malizioso io diventavo di colpo ed inspiegabilmente timida. E a quanto pare questa cosa divertiva particolarmente Andy.

-E... Ecco...- indietreggiai, sentendomi avvampare il viso.

-Uh, stai arrossendo. Questa reazione non mi è nuova. Mi sa che devo prenderlo come un “si”, allora.- disse lui senza cambiare espressione.

-Oh, Andy! Piantala! Lo sai che mi fa una strana sensazione vederti così... lupesco!

-Oh, Lupesco, ecco come sono. Mi piace l'idea.

A furia di indietreggiare mi trovai il letto dietro le gambe, ed inciampandoci fui costretta a sedermici sopra. Andy ne approfittò, e con la sola spinta di un dito mi fece stendere sul materasso. In qualche modo, il suo modo di fare mi faceva sentire disarmata e la mente mi si offuscava a tal punto che non sapevo più cosa fare.

Lui si mise sopra di me a cavalcioni, sorridendo soddisfatto nel vedermi con lo sguardo quasi perso. Ero... si, indifesa ai suoi occhi.

-Sempre così, tu. Ogni volta che faccio il pervertito, diventi come un cucciolo indifeso e non sai più che fare.

-Ah, quindi lo ammetti che sei un pervertito!- mi ripresi io temporaneamente.

Lui si passò una mano tra i capelli fischiettando e fingendosi vago, ed io ne approfittai per cercare di liberarmi, ma non c'era niente da fare.

-Dove vorresti andare, di grazia?

-Mi vorrei mettere il pigiama!

-Allora ti aiuterò io a metterlo.- disse lui con un sorrisetto che dava perfettamente l'idea di avere un secondo fine. -Tu stai ferma. Faccio tutto io.

E fu così, che si divertì a spogliarmi, baciandomi a tratti sul collo ed accarezzandomi delicatamente; e quando restai solo in intimo, lui indugiò. -Sei sicura di volere anche il pigiama?

-Sicurissima!

-E se io non volessi fartelo indossare?- disse guardando i vestiti notturni che teneva tra le mani.

-Vorrà dire che tu stare nella mia stessa condizione.

-Allora non sono l'unico pervertito!

Fischiettai anche io vagheggiando. Si, sembravamo una coppia di adolescenti. Ma tutto sommato era divertente, ed io lo amavo sempre di più.

Quando anche lui si trovò con i soli boxer addosso, spense le luci e mi raggiunse sul letto senza spifferare parola. Le sue mani calde accarezzarono la mia pelle, facendomi rabbrividire per il tocco leggero; mi baciò sul collo, fino a scendere sulle spalle e facendomi gemere. -Pervertito dentro, pervertito fuori.- sussurrai io, baciandolo con trasporto e accarezzando il suo petto liscio e sentendo il diaframma alzarsi e abbassarsi.

Non ci volle molto perché quei pochi vestiti che avevamo volassero fuori dal letto.

  
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