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Autore: roby_lia    21/12/2012    3 recensioni
In seguito agli efferati atti compiuti su Midgard, Loki viene spedito proprio su quell'infimo pianeta che aveva cercato di conquistare, mentre la sua famiglia spera che incontri qualcuno in grado di farlo cambiare, così com'era successo a Thor. E fin qua niente di nuovo.
Peccato che il biondo in questione non sia esattamente sprizzante di gioia al pensiero del suo fratellino consolato da una stupida midgardiana e per questo cerca di raggiungerlo sulla Terra, e mettersi a cercarlo in compagnia dei suoi allegri compari, i Vendicatori.
Ma Loki incontrerà la midgardiana in questione? Certo che sì, e a questo punto forse smetterete di leggere la storia, potendo già benissimo immaginare come andrà a finire.
Peccato che costei non sia né esattamente umana, né incline ad obbedire alle previsione del Fato, ma ha ben chiaro come vuole che vadano le cose... ma tanto sono cose che non v'interessano, vero?
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Natale in casa Avengers

Una volta, prima che tutto cambiasse, prima dell’arrivo dell’Altro, Bruce aveva un gatto. O meglio, la figlia della vicina aveva trovato questo gatto mezzo morto per strada e, sapendo che Bruce era un dottore glielo aveva subito portato perché lo curasse.
Bruce non era riuscito a dire no a quella bimba, anche se dubitava seriamente che quel gatto avrebbe superato la notte.
E invece quel micino randagio a chiazze grigie e rosse ci era riuscito. Bruce lo aveva tenuto con se per un po’, per assicurarsi che fosse del tutto sano e perché la bimba aveva bisogno di tempo per riuscire a stressare abbastanza sua madre da acconsentirgli di tenerlo.
Comunque per quel lasso di tempo, puntuale appena Bruce tornava a casa dal lavoro, la bimba si presentava a casa sua, per occuparsi del gatto. Gli dava il latte e cercava di fargli le coccole.
E per tutto quel periodo le mani della piccola erano state piene di graffi e morsi dell’animale.
Osservare Thor avvicinare Loki era come rivedere quella bambina che testarda, non si preoccupava del male che avrebbe provato, ma voleva far star meglio il gatto.
E Loki si comportava proprio come un gatto randagio improvvisamente costretto a vivere chiuso in casa. Il ragazzo era sempre attento a tutto, ogni rumore lo faceva scattare, doveva sempre avere sotto controllo la situazione. E Thor imperterrito continuava a cercare di avvicinarlo, con gesti semplici, come passarli la bottiglia d’acqua, dargli un’amichevole pacca sulla spalla o passargli giocosamente una mano tra i capelli. Bruce non si sarebbe sorpreso per niente se un giorno, invece che scansarlo semplicemente, Loki si sarebbe girato mostrando i denti, con un ringhio trattenuto nella gola, e cercando di graffiarlo.
A differenza del biondo, l’uomo sapeva come comportarsi, e si lasciava studiare con tranquillità dagli occhi sospettosi di Loki, dandogli tutto il tempo che voleva per abituarsi alla sua presenza.
Eppure Bruce non riusciva ad essere un po’ preoccupato. Dopotutto, si ricordava fin troppo bene il viso triste della bimba quando, appena rimessosi del tutto, in gatto era scappato alla prima occasione.
 
Di sfuggita l’uomo lanciò un’occhiata al giovane, con lo sguardo pensieroso fisso sullo schermo del laboratorio.
“Avete tecnologie del genere ad Asgard?” domandò cercando d’instaurare una conversazione. Era alla Stark Tower da due giorni e in pratica non aveva aperto bocca, a parte per insultare Thor o  chiunque avesse a tiro.
Loki spostò di scattò lo sguardo su di lui, ma Bruce fece vinta di niente, continuando a lavorare.
“No, niente di simile- rispose dopo qualche momento- La nostra forma di scienza, la magia, non ha bisogno di strumenti simili e diciamo che non è troppo… apprezzata”
“Perché?”
“Hanno paura di ciò che non possono comprendere. Hai visto Thor. Gli asgardiani sono quasi tutti come lui. Non riuscirebbero a capire la magia neanche volendo” rispose con una scrollata di spalle.
“Non è così per te, giusto?” Gli occhi di Loki, fissi sulla sua schiena, si fecero più penetranti. Gli sembrava di avere due pugnali piantati tra le costole.
Fu un sollievo quando il moro spostò lo sguardo fuori dalla finestra “Ero curioso. Avevo sempre il bisogno di capire, di sapere il perché di tutto. Nonostante il fatto che mi si sarebbe attribuita la nomina di dio delle menzogne, sono stato l’unico a ricercare sempre la verità delle cose. E l’unico modo per farlo ad Asgard è la magia”
-Galileo e la Chiesa di Roma… in versione aliena- si trovò a paragonare Banner- L’unico che ricerca la verità eppure ne viene punito-
“Eccovi qua! Thor era già andato in panico pensando che un mostro verde e incazzato gli aveva rubato il fratellino” Tony Stark entrò con tutto il suo autocompiacimento, nel laboratorio.
“Ma non veneravate andati?” domandò Loki, fissandolo come se fosse l’insetto più disgustoso che avesse mai visto.
“Andati a fare compere. Ascolta le frasi per intero quando ti parlo. E per intenderci, ho preso i regali per tutti, anche per te, dio con complessi d’inferiorità dei mie stivali”
“Regali?” domandò confuso il moro.
“Certo, tra poco è Natale. E visto che a Natale sono tutti più buoni, il sottoscritto, con tutta la sua magnanimità, ha deciso di fare regali anche a te… a proposito, puoi far riapparire quel tuo buffo elmetto? Sarebbe perfetto per farti fare Rudolph!”
“Ru…dolph?” Loki inclinò il capo, guardandolo strano.
“Non ti piace Rudolph? Chi preferisci? Dixen? Vixen? Comet, Donner, Cupid, Dasher, Prancer, Dazzle?”
“…Di cosa stai vaneggiando?”
“Non conosci le renne di Babbo Natale!? Come si fa a non conoscere le renne di Babbo Natale?!” Loki continuò a guardarlo stranito. L’uomo sbuffò “Prevedo un’indigestione di film natalizi sta sera… ora muovetevi, si fanno le decorazioni tutti insieme, come una grande famiglia felice” Tony lo afferrò per una manica trascinandoselo dietro.
Con uno strattone Loki si sottrasse alla sua presa, ma con uno sbuffo seccato lo seguì fuori dal laboratorio.
Zitto, zitto, Bruce sperò di essere riuscito ad evitare i preparativi di Natale (anche perché con due killer, due dei che non sapevano neanche chi era Babbo Natale, un miliardario che tra poco si sposa con la propria immagine e un soldato del secolo scorso, aveva davvero paura di cosa ne sarebbe venuto fuori) ma quando Tony rientrò con scritto in faccia il suo chiaro intento di stressarlo finchè non sarebbe venuto a fare l’albero, Bruce si arrese, uscendo sconsolato dal laboratorio.
 
“Loki smettila di fare l’asociale e vieni ad aiutarci!” il rimprovero di Steve ricevette come risposta soltanto un sopracciglio alzato e un sorrisetto di scherno.
Il dio osservava disgustato i preparativi in cui Steve era riuscito a coinvolgere tutti. Mancava solo Fury con il vestito rosso,  Maria Hill e Coulson con i vestiti da elfi e allora sì che si sarebbe scatenata l’apocalisse.
Un’apocalisse con un’orribile musichetta cretina come sottofondo. Morire con in testa una canzoncina di Natale doveva essere una morte davvero atroce.
Loki aggiunse questa voce alla lista dei modi atroci in cui sterminare chiunque non fosse abbastanza interessante o utile da tenere in vita.
“Almeno renditi utile” cercò di convincerlo l’uomo, fissandolo con insistenza.
“Se proprio vuoi saperlo, ho seriamente pensato di assassinarvi tutti nel sonno. Ma ora mi sono reso conto che farei un favore alle finanze pubbliche. E io non farei mai una buon’azione come liberare questo miserabile mondo dalla vostra molesta presenza” Steve lo fissò confuso, spostando lo sguardo perso su Tony, in cerca di una traduzione. Tony scosse la testa, alzando gli occhi al cielo.
“Vuole dire che piuttosto che piuttosto che fare qualcosa di anche solo apparentemente buono preferisce soffrire l’atroce tortura della nostra amabile presenza” Steve era quasi sicuro di aver capito cosa stavano dicendo, ma per sicurezza si rivolse a Bruce.
“…Loki non tenterà di ucciderci e ora torna a concentrarti sulle decorazioni prima che Clint usi le palline come tiro a segno” fu il suo saggio consiglio.
Dopo qualche minuto Tony si stravaccò, con tutta la sua immane grazia vicino a Loki.
“Sai, però Capitan Natale non ha tutti i torti. Visto che dovremmo sopportarci reciprocamente finchè non ti torna un po’  di sale in zucca, e prevedo che ci vorrà fin troppo tempo per i mie gusti, ti conviene abituarti ed essere un pochino più…socievole”
“Lasciatemi andare: tu riavrai il tuo mausoleo di casa tutto per te e io non dovrò più sopportare questa vostra buffonata. E non dovrò essere più…socievole”
“…Nah, sei troppo interessante per abbandonarti al freddo e al gelo come se niente fosse”
“Tu invece sei terribilmente prevedibile”
“Ha parlata il messere ‘oggi mi annoio perché non mi metto a conquistare il mondo per passare il tempo?’ Insomma un cattivo che cerca di conquistare la terra è più che scontato! È un cliché in piena regola! E francamente mi aspettavo di più dal famigerato dio del Caos… e invece che mi ritrovo? Uno schizzato con idee originali come il panettone a Natale e la colomba a Pasqua” fu la sarcastica risposta, prendendo due bottiglie di birra che Ferrovecchio aveva provvidenzialmente portato.
Loki rifiutò la bevanda, alzandosi per andare nella sua camera. Vedere i vendicatori destreggiarsi tra lucine, palline colorate e pacchi regalo li stava facendo venire il diabete. Per non parlare di quelle insopportabili canzoncine da emicrania.
“Eddai Loki! Non fare il Grinch!” lo richiamò Tony, ma l’altro lo ignorò.
 
 
Prendendo un respiro profondo, Thor entrò nella stanza, sapendo di trovare un Loki terribilmente annoiato. E aveva imparato a sue spese quanto potesse essere pericoloso. Il minore era disteso sul letto, con il viso rivolto verso la finestra.
“Loki…-lo chiamò, ma l’ex dio si era già alzato, fissandolo sorpreso- è per te” aggiunse poi, non sapendo bene cosa dirgli e porgendogli il pacchetto. Il moro lo guardò stranito, ma continuando a mantenere una luce diffidente negli occhi. Come se lui potesse mai trovare la forza di fargli male…
“Cos’è?” domandò alla fine il minore, sconfitto dalla curiosità.
“Un regalo. Tony voleva che te lo lasciassi sotto l’albero ma so bene quanto puoi diventare irritante quando ti annoi” il moro s’imbronciò, incrociando le braccia sul petto.
“Io non sono irritante!” protestò senza accettare ancora il dono. Thor ridacchiò.
“No, sei solo riuscito ad esasperare Padre, convincendolo a rimandare tutti i suoi incontri solo per farti raccontare la storia dell’universo… quanto anni avevi? Quattro?” ricordò nostalgico.
“Poco più di tre veramente, e comunque è stata colpa sua, non può accennare ad argomenti così interessanti lasciandoli in sospeso…e non è mio Padre. Esattamente come tu non sei mio fratello o come Frigga non è mia madre. Voi non siete la mia famiglia” rispose gelido il moro. Thor lo fissò mesto, con un sorriso malinconico sul viso.
“Ma tu sarai sempre la mia” mormorò, allungandogli nuovamente il pacchetto. Loki spostò lo sguardo dal regalo al volto del fratellastro, ma alla fine cedette e con uno sbuffo accettò il regalo.
Fingendosi annoiato lo scartò, trovandosi tra le mani un libro. Sorpreso fissò quell’inatteso dono, sfogliandolo sorpreso ma poi la sua attenzione venne attirata da un piccolo dettaglio.
“Thor… perché mi hai regalato un libro per bambini?” domandò infine, rivolgendogli uno sguardo rassegnato dalla sua stupidità.
“Bhe aveva una bella copertina. E quando Tony lo ha visto ha detto che ti sarebbe piaciuto…” Tipico di Thor, scegliere un libro perché ha una bella brillantinata.
“E poi l’oro è sempre stato uno dei tuoi colori preferiti no?”
“Quindi soltanto perché la mia armatura è dorata, tutto ciò che è dorato dovrebbe piacermi, secondo te?” domandò eloquente.
“Bhe… sì?” Loki sospirò esasperato, decidendo che era meglio lasciar perdere.
“Allora io… torno di la, vuoi venire?” lo invitò il biondo, un po’ ferito. Certo, non si aspettava un grazie e a ben vedere quella era la loro prima conversazione senza insulti e urla, però…
“No, ho un libro da leggere” ribattè ironico l’altro, tornando a distendersi, ma appoggiando il volume davanti a se.
 
Loki fissava sospettoso quel libro. Poco più di 150 pagine, dei strani simboli sulla copertina dorata e nessuna sera idea di che cosa si trattasse. Un libro magico? Con quei disegnetti che non aveva mai visto… Ripensandoci non esisteva una lingua che lui non fosse in grado di leggere, quindi doveva trattarsi di altro. E poi neanche quegli umani sarebbero stati così idioti da dargli un libro di magia… anche perché, se lo fossero stati, l’umiliazione di essersi fatto battere da tali mentecatti sarebbe stata ancora più insopportabile.
E poi quella dannata copertina d’oro. Lui odiava l’oro. L’oro di Asgard, l’oro di Odino, l’oro dei capelli di Thor…da piccolo si divertiva sempre ad attirare l’attenzione del fratellone tirandogli i capelli. Illuminati dal sole risplendevano creando quasi un’aureola e …
Loki scosse la testa, vedendo dove stavano andando a parare i suoi pensieri. A lui di Thor non gli importava assolutamente nulla. Era soltanto un idiota con qui era stato costretto a crescere, al cui fianco aveva passato tutta la sua vita e-
Esasperato dai suoi stessi pensieri, il moro si decise ad aprire il libro, mettendosi di malvoglia a leggere, aspettandosi una lettura scadente, dato che dagli umani non poteva nascere niente di buono, a parte certe eccezioni. Come quel tale, Dante e la sua Commedia. La fine non era niente di speciale, ma la prima parte nell’inferno era davvero esilarante.
“Come descrivere Artemis Fowl? Numerosi psichiatri hanno tentato di disegnare il suo profilo psicologico, e hanno fallito. Il problema principale è rappresentato dalla sua intelligenza. Riesce a farsi beffe di qualunque test. Ha sconcertato i migliori specialisti, facendone finire alcuni a farfugliare nelle loro stesse cliniche.
Non c’è dubbio che Artemis sia un ragazzo prodigio. Ma perché una mente così brillante ha deciso di dedicarsi al crimine? Una sola persona, lui stesso, potrebbe rispondere a questa domanda. E non ne ha la minima intenzione.”
La cosa iniziava a farsi interessante.
 
Un paio d’ore dopo, Thor rientrò nella camera per chiamare il fratello per la cena.
“Loki vieni a mangiare?” il moro no gli risponde tenendo lo sguardo fisso e malinconico sulle ultime pagine del libro.
“Loki…” prova a richiamarlo Thor, avvicinandosi lentamente per sbirciare cos’aveva così intristito il moro.
 
Erano anni che non leggeva così semplicemente, senza lo scopo preciso d’imparare o di scoprire qualcosa dai libri. E stava andando tutto bene, il geniale ragazzino non sembrava intenzionato a redimersi (in quel caso il volume sarebbe finito giù dalla finestra o preferibilmente in testa a Thor) ma poi era arrivato alla fine e a qual dannatissimo momento.
-Ma…mamma- balbettò Artemis.
-Su, vieni qui.
Il suo abbraccio lo avvolse. Caldo, forte, profumato. E di colpo Artemis Fowl si sentì di nuovo un ragazzino di dodici anni.
Loki non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle poche righe.
“Ti  manca madre, Loki?” la voce di Thor, seguita da un’affettuosa carezza tra i capelli, riuscì a farlo tornare in se.
Il moro si alzò di scattò, sottraendosi al suo tocco “Non so di cosa parli” bofonchiò, senza fissarlo negli occhi, e cercando di cancellarsi dalla mente tutti gli abbracci che Frigga gli aveva donato, nonostante sapesse di non essere sua madre.
 
 
Quando ad Asgard pioveva i due principi, inseparabili da sempre, si rintanavano nella stessa stanza, cercando un modo per sconfiggere la noia.
“Loki ti va di giocare a qualcosa?” domandò il maggiore, spostando lo sguardo dalla pioggia al fratellino, comodamente disteso a pancia in giù al centro dell’ampio letto e concentrato in un altro libro che probabilmente aveva di nuovo preso di nascosto dalla biblioteca. Padre non voleva che Loki leggesse così tanto. Aveva solo otto anni, avrebbe dovuto giocare spensierato.
“Mm” mugugnò Loki, continuando a leggere, senza badarlo veramente.
“A cosa vuoi giocare?” ritentò il biondo.
“Ah ah”
“Pensavo di andare a provare i vestiti di Madre, tu che dici?” domandò Thor, offeso perché il minore non lo badava.
“In questo caso abbandono l’eroica impresa e sono più che felice di lasciarti a te tutti i meriti”
“Ma allora mi ascolti!”
“Le persone normali sanno fare più di due cose alla volta fratello” Thor bofonchiò qualcosa, offeso.
“A cosa giochiamo? Nascondino?” propose dopo qualche attimo, cercando di dimenticare la figuraccia.
“No. Se ti nascondi tu, io ti trovo subito. Se mi nascondo  io, il gioco non finisce mai”
“Soltanto perché bari!”
“Soltanto perché sono più sveglio di te” lo rimbeccò il minore, decidendosi  a distogliere gli occhi dalle pagine.
“E allora cosa facciamo?” domandò con tono lamentoso il maggiore.
Loki ci pensò su un attimo, prima di scrollare le spalle e fargli segno di sedersi vicino a lui.
Mentre il biondo lo raggiungeva, lui tirò fuori da sotto il letto un altro volume, con le pagine decorate di strabilianti figure.
Sorridendo felice, Thor si lasciò incantare dalla voce del fratellino.
 
 
Dovrebbe chiedergli di spegnere la luce perché è stanco e vuole dormire. Ma non riesce a fare a meno di fissarlo. Gli occhi illuminati di divertimento, il sorrisetto ironico sulle labbra, il gomito che ogni tanto sfiora il suo braccio mentre scrive qualcosa in fondo alle pagine…
“Leggi per me?”
“Cosa?” la domanda lo coglie di sorpresa.
“Leggi ad alta voce. Come quand’eravamo bambini” Loki socchiude le labbra, fissandolo stranito, prima di far tornare la noia e il disprezzo a tingergli lo sguardo.
“No e poi l’ho finito” risponde gelido, chiudendo il volume e alzandosi dal letto.
“Dove vai?” domanda il maggiore alzandosi su un gomito.
“Da Stark” è la laconica risposta. Una fitta di gelosia attanaglia il biondo, ma con una smorfia torna a distendersi, spegnendo la luce.
 
“Voglio altri libri” la voce di Loki lo coglie di sorpresa. Il genio alzò lo sguardo dal pezzo dell’armatura su cui stava lavorando, incontrando lo sguardo dell’altro.
“Arriveranno a Natale”
L’ex dio fece una smorfia “Io li voglio adesso”
“No aspetterai Natale come il comune mortale quale sei. E allora potrai aver tutti gli e-book che vorrai” Loki corrugò la fronte. Aveva visto i cosiddetti regali sotto l’albero, ma non tutti sembravano libri e comunque lui ne voleva molti di più.
“E-book?” domandò confuso.
“Certo, potrai scaricarli sul fantastico regalo che ti ho fatto. Un gioiellino delle mie tecnologie. E così abbiamo risolto anche i problemi di spazio che di sicuro avrebbero creato tutti i libri” Loki corrugò la fronte, mettendo il broncio.
“Io voglio libri veri”
“Gli e-book sono la stessa cosa”
“No. Un e-book non puoi tirarlo addosso a Thor”
“Sai cos’è un e-book?”
“Sono sula terra da tre mesi, imparo in fretta” mentì spudoratamente.
“…Quindi vuoi i libri per usarli come corpo contundente contro Thor, se non ho capito male”
“Vivi con Thor da tre mesi, giusto?”
“Circa…”
“E non dirmi che non ti è mai venuta voglia di tirargli qualcosa addosso!” disse eloquente.
Tony non potè dargli torto dopotutto.
 
La settimana abbondante per l’arrivo del Natale, passò relativamente tranquilla. Loki aveva smesso di fissare in cagnesco i vendicatori, preferendo prendere mano non le tecnologie terrestri. Tra l’altro aveva anche capito per bene cos’era un e-book, e la cosa non gli andava a genio. Lui voleva libri veri. Tomi grandi e pesanti, preferibilmente con gli angoli rinforzati in ferro. Quelli sì che facevano male, e Thor l’aveva imparato a sue spese quand’erano ragazzi.
Alla fine, quella settimana che a Tony sembrava sempre la più lunga della sua vita, passò, ed arrivò la fatidica vigilia di Natale.
 
“Eddai Steve! È mezzanotte e trenta secondi, ergo è Natale, ergo si aprono i regali!” i ragionamenti di Tony non ebbero nessun effetto sul soldato.
“Stark ti costa tanto aspettare ancora qualche ora? Quando sarà giorno potrai aprire i tuoi regali”
“Ma è già il 25! Perché dobbiamo aspettare proprio che sorga il sole?” esclamò immusonito.
“Io sono abituato così” Il caro Steve deve ancora imparare a non servirgli certe battute su un piatto d’argento.
“Appunto nonnetto, è così che si faceva ottant’anni fa. Ora siamo nel nuovo millennio e giuro, se non mi fai aprire immediatamente i regali, mentre tutti dormirete li nasconderò e vi creerò una caccia ai regali talmente difficile che li ritroverete mai!” la minaccia di Tony non creò tutto il panico e lo scompiglio che aveva immaginato.
“…vabbè, casa mia regole mie. E io dico che si aprono i regali!”
“Tony!!”
Loki smise di ascoltare l’ennesima litigata dei due, tornando a guardare le luci della città sotto di se.
Thor gli si avvicinò, cercando di appoggiare una mano sulla sua spalla, ma il moro si scostò velocemente, fulminandolo con lo sguardo.
“Loki… va tutto bene?” domandò infine. Era da qualche giorno che gli sembrava strano.
“Thor sono rinchiuso con i mie nemici giurati, è normale che non ne possa più di tutta questa storia!” Thor sospirò. Aveva voglia di stringerlo tra le sue braccia, di rivedere quel sorriso che lo faceva sempre illuminare. Ma dio o non dio, era contemporaneamente troppo vicino alla finestra e a Loki per essere sicuro di non incorrere in conseguenze spiacevoli.
“Io…”  tentò d’iniziare il biondo, non sapendo neanche lui dove voleva andare a parare, ma la voce allegra di Tony li richiamò, interrompendo il discorso.
“Dai che si aprono i regali! Vi muovete o preferite andare sotto il vischio come da tradizione?”
Entrambi gli interessati lo fissarono confusi, preferendo non indagare. E fu una loro fortuna. Almeno dal punto di vista di Loki. Thor sarebbe stato più che lieto di adempiere ai doveri imposti dalla tradizione. Dopo, probabilmente, si sarebbe trovato piegato in due con i gioielli di famiglia feriti gravemente, ma questo non centra.
 
Loki non si sorprese troppo del regalo di Tony: l’ultimo modello di Starkpad. Si aspettava qualcosa del genere dalle parole del genio.
“è troppo leggero. Non fa abbastanza male da poter essere usato come arma” borbottò irritato.
“Come mai questa predilezione per le cose grandi e pesanti? Cos’è, per compensare?” Tony si aspettava come minimo urla incazzate e un tentativo d’omicidio.
Loki non riuscì a trattenere un sorrisetto di scherno “Compensare? Non sono io quello che va in giro con un martello gigante, giusto per fartelo notare…”
“A questo proposito, Thor se ne va in giro con un martellone, tu con un elmo cornuto, diciamo che viene spontaneo ideare scenari piuttosto… ambigui, non so se mi sono spiegato. E poi con quella provvidenziale scoperta di essere stato adottato…” Tony non scoprì mai quale di quelle allusioni fece infuriare Loki, ma le conseguenze se le ricordò a lungo.
Questa volta non finì fuori dalla finestra, ma si limitò a scoprire sulla sua pelle quanto i festoni natalizi possano essere pericolosi.
Dopo il tentativo d’omicidio (che dal punto di vista di Loki era il suo metodo di essere più buono a Natale. Dopotutto liberare l’umanità da Tony Stark era senza dubbio un’azione magnanima nei confronti dell’intero genere umano) Loki uscì dalla stanza, infuriato con le mani chiuse a pugno.
“Ah… comunque buon Natale!” tossicchiò Tony, mentre Steve l’aiutava a riprendersi.
 
“Stupido mortale. Dannazione lui, a Lex, a tutto!” il moro continuava ad imprecare contro nessuno, macinando aventi e indietro per la stanza.
“Loki…” provò timidamente Thor.
“Vattene stupido scimmione!” fu l’unica risposta. Thor si lasciò sfuggire un sorrisetto.
“Loki- ripetè esasperato- stava solo scherzando. Sai com’è fatto Tony…”
“Thor togliti dalle scatole!” urlò, tirandogli contro un cuscino. Thor prese il cuscino, dopo essere stato colpito.
Poi con un sorriso strafottente, lo ritirò addosso a Loki, colpendolo sulla nuca.
Il moro si bloccò, girandosi lentamente e fissandolo socchiudendo gli occhi.
“Thor, per il tuo bene, vattene fuori di qui”
“Fatti sotto piccoletto” continuò a prenderlo in giro, mettendo la migliore faccia da schiaffi che gli riusciva.
“Come. Mi hai. Chiamato?!” domandò avvicinando minaccioso e afferrando un altro cuscino dal letto.
Nonostante se lo aspettasse, non riuscì ad evitare la cuscinata di Loki, che lo fulminò con lo sguardo, consigliandogli amichevolmente di non cercare una guerra senza speranze di vittoria.
Purtroppo Thor rispose al colpo, dando inizio ad una guerra di cuscini come non accadeva da quand’erano bambini.
Tony e Steve, attirati dal rumore(che Tony sperava essere tutt’altro ma è un dettaglio), entrarono nella stanza.
Dopo un attimo di spaesamento (insomma chi non si sentirebbe spaesato vedendo due dei millenari fare una lotta con i cuscini?) Tony bofonchiò un allucinato “Torno subito” e in effetti tornò subito, portando una decina di cuscini.
L’uomo si butto allegramente nella mischia, convincendo con poche cuscinate anche Steve a partecipare.
“Ma che diavolo-“ borbottò Natasha entrando, ma la sua domanda venne immediatamente repressa dal cuscino che le lanciò in faccia Loki.
“Sai cos’hai fatto?” domandò gelida.
“No. Dimmi, ti ho sbavato il trucco per caso?”
“Di le tue ultime preghiere Loki” lo minacciò la donna. I due si misero a girare in tondo, ma quando la rossa fece per colpirlo, Loki si abbassò e il cuscino finì proprio addosso a Clint, appena entrato per capire cosa diavolo era preso a tutti.
Ma il vero putiferio si scatenò quando entrò Bruce che si vide arrivare sei cuscini addosso contemporaneamente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 







Note
Ok, non so più neanch’io quello che scrivo. Non solo sono in ritardissimo (cosa di cui credo siate più che felici) ma vi propino anche questa schifezza qui  -__-’’’
Ho provato a riscriverlo non so quante volte, ma sto capitolo proprio non mi va giù quindi prego, se avete dei consigli (o insulti, per sto capitolo del piffero me li merito di sicuro u.u) fatevi avanti.
Per quanto riguarda il capolavoro di Eoin Colfer, Artemis Fowl, bhe mi è sembrato più che adatto a Loki ( per che non ce l’avesse presente qui c’è la copertina http://www.fanpop.com/clubs/artemis-fowl/images/395655/title/artemis-fowl-photo  )
Bene non ho altro da dirvi quindi penso che andrò a scavarmi la fossa con le mie mani e non mi farò mai più vedere u.u (io che speravo tanto nella fine del mondo…)
Buon Natale a tutti (anche se credo di avervelo irrimediabilmente rovinato)
 
Ciao ciao
roby_lia
  
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