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Autore: buffinkaxD    21/12/2012    2 recensioni
Grace è l'unica cosa che tiene Liam legato a Burnage,
l'unica cosa importante nella sua vita...
Ma quando le loro strade si dividono dirle addio sembra + difficile
del previsto. (ma.. sarà davvero un addio??)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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18 Dicembre 1994, Manchester.

 
Il 21 dicembre! Un esame il 21 dicembre! Insomma.. perché non mettercelo direttamente a Natale?! E io che pensavo di tornare in Italia per la vigilia.. che nervoso! Ci andrò comunque però, te lo assicuro, dovessi prendere 20 su 30!”
Grace ascoltava distrattamente Rebecca, la sua nuova compagna italiana universitaria che perseverava nel considerarla una specie di confidente personale riversando su di lei i suoi discorsi logorroici. Solitamente Grace la ascoltava anche a abbastanza volentieri, ma quel giorno i suoi pensieri erano altrove.
“Grace? Mi stai ascoltando? Insomma se hai da fare io..”
“No, scusami è che ho alcuni pensieri per la testa”
“Niente di grave spero, se posso fare qualcosa..”
Grace scosse la testa sorridendole.
“Ok.. beh, tu? Come passerai il Natale? Con David?”
“Oh beh, non so esattamente cosa farò il 25.. il Natale non è una tra le mie priorità”
“Ah capisco.. dovresti venire in Italia, tanta gente, decorazioni, dolci, cibo.. se vuoi sentire il Natale intendo”
“Sarebbe bello.. scusa ma ora dovrei andare. Ci sentiamo Becky”
“Ci puoi scommettere, ti racconterò di come Mr. Bricks non ha fatto miseramente fallire i miei festeggiamenti con il suo esame natalizio!”
Grace guardò la ragazza protestare un’ultima volta e poi si allontanò da lei diretta verso la macchina poco distante. La strada verso Burnage era breve ma, ogni volta, la portava a pensare a tante cose che ormai non riusciva più a controllare.
David.. quasi sette mesi che stavano insieme e lui era fantastico, perfetto, ma si sentiva sempre come se mancasse qualcosa e lei stessa si vergognava di questa sensazione insistente. E poi  c’era sua madre che viveva nei ricordi, nella speranza che da un giorno all’altro suo marito sarebbe tornato con loro, ma non era così, non sarebbe mai accaduto e Grace lo sapeva bene. Erano sole.
La ragazza parcheggiò la macchina nel piazzale di casa spegnendo il motore e poi restò seduta, immobile. La sua casa sembrava quasi abbandonata, solo la luce accesa della cucina dimostrava che era abitata. Burnage quell’anno, per Natale, era un ammasso di case e negozi addobbati e decorati, tutti tranne casa sua. Ci aveva sempre pensato suo padre alle luci esterne e sua madre all’albero, ma ormai le cose erano cambiate.
Qualcuno battè la mano contro il vetro appannato della macchina di Grace all’improvviso facendola trasalire.
“Cosa ci fai qui?” chiese la ragazza a David.
Il ragazzo la guardò, sorridendo, poi si accomodò sul sedile del passeggero.
“Ti sono venuto a trovare”
“Non ti avevo detto che tornavo”
“Ti conosco”
Grace sorrise, poi tornò a fissare la casa di fronte a se.
“Tutto bene?” le disse David prendendole la mano.
“Forse andrò in Italia” gli rispose Grace sorpresa lei stessa di quella affermazione, continuando ad osservare l’edificio di fronte a se, il grande albero nodoso e massiccio nel giardino, e la facciata bianca della villetta.
“Cosa stai dicendo?” le chiese David facendola voltare.
Grace lo fissò negli occhi e capì che non avrebbe mai provato per lui ciò che lui provava per lei, era qualcosa di troppo diverso, qualcosa a cui non poteva rimediare.
“Me lo ha proposto la mia compagna di università, per passare il Natale”
“Stai scappando da me?”
La ragazza scosse la testa.
“Devo andarmene da qui.. prima che non possa più farlo, prima che la posta in gioco sia troppo alta”
David la guardò confuso, e a terra. Grace si slacciò la cintura di sicurezza e scese dalla macchina chiudendola non appena fu fuori anche lui.
“Quando tornerai Grace?”
“Presto”
David si avvicinò a lei con le mani nelle tasche del cappotto, i capelli mori leggermente mossi e il suo sguardo così dolce e innamorato. Appoggiò le sue labbra su quelle della ragazza come se fossero l’ultima risorsa di ossigeno prima del vuoto, e poi la strinse a se.
“Buonanotte David” gli disse Grace abbracciandolo a sua volta, poi si allontanò da lui entrando in casa e chiudendosi la porta alle spalle.
Appoggiò la schiena alla porta, chiudendo gli occhi, cercando di lasciarsi alle spalle il rimorso e il dispiacere  per tutta la tristezza che aveva appena provocato in quel ragazzo, poi si diresse verso la cucina. Era deserta, probabilmente sua madre era già in camera sua come ogni sera davanti alla tv. Si sedette su una sedia e prese in mano il telefono componendo il numero di Becky.
“Pronto?” disse la voce squillante della ragazza dall’altra parte dell’apparecchio.
“Becky? Ciao sono Grace, ecco mi chiedevo se la tua proposta per l’Italia fosse seria, si insomma..”
“Certo che è seria!! Vieni con me?!”
“Se non è un problema mi piacerebbe” rispose Grace incerta.
“Perfetto allora avviso i miei così preparano un letto in più, vedrai sarà un bellissimo Natale!”
“Già, sicuramente. Grazie Becky buonanotte”
“Buonanotte Grace, ci sentiamo”
La ragazza spense il cellulare appoggiandolo al tavolo, poi si alzò e spense anche la luce. Al piano superiore la porta della camera di sua madre era accostata.
“Mamma..” disse Grace affacciandosi alla stanza.
La donna guardò la figlia simulando un sorriso di benvenuto che le veniva più difficile man mano che passavano i giorni.
“Sono venuta a fare le valige, non sarò a casa per Natale”
“Vai con David?”
“No, con un’amica di università, in Italia”
Sua madre la guardò, sorpresa e accigliata allo stesso tempo.
“Non hai mai parlato di nessuna ragazza”
“Non ce n’è mai stato motivo.. beh, adesso vado a letto, si sta facendo tardi”
“Grace..”
“Buonanotte mamma”
La ragazza richiuse la porta incamminandosi verso la sua stanza, una volta dentro estrasse il trolley blu da sotto al letto e cominciò a riempirlo di vestiti. Non sapeva cosa stesse facendo, l’unica cosa di cui era consapevole era che troppe cose le stavano sfuggendo di mano e non andava bene, non doveva essere così. Lui era partito, aveva preso la sua strada, adesso toccava a lei. Grace chiuse la valigia facendo un po’ di pressione e poi la rimise sotto al letto quando all’improvviso la vide, la foto, quella foto.
L’afferrò velocemente avvicinandosi alla abatjour sulla scrivania per vederla meglio e, come se quei due anni non fossero passati, come se quel bacio non ci fosse mai stato, le sembrò che tutto fosse come prima come quando erano solo amici, erano felici. In quella foto Liam stava tirando un calcio alla palla nel campo da football mentre Noel cercava di pararla senza grandi risultati. Se la ricordava bene, l’aveva scattata lei in un pomeriggio di giugno, allo stadio di Londra. Gli occhi cominciarono a bruciarle ma non si arrese, per una volta non si arrese al passato, a tutto quello che, nonostante volesse nasconderlo, ancora provava per Liam. E’ solo un ricordo.. si disse per convincersi. Poi appoggiò la foto sulla bacheca appesa sopra la scrivania, l’unico oggetto in quella stanza che era rimasto esattamente come due anni prima, con le stesse foto, gli stessi post-it, lo stesso invito per il ballo di terza.
Il cellulare nella tasca dei jeans le vibrò avvisando l’arrivo di un nuovo messaggio, Grace lo alesse velocemente:
“Avvisata la mamma, ho già i due biglietti dell’aereo; il 22 dicembre a Heathrow si parte! Buon Natale Grace! J”
La ragazza sorrise. Allora era vero, se ne stava andando. Si coricò sul letto e chiuse gli occhi.
Il futuro era solo una nube confusa di possibilità, ma sentiva che il suo cuore avrebbe sempre e costantemente pensato  a lui.
 
 



 
18 Dicembre 1994, Los Angeles


 

 
“.. Nobody’s can see him, nobody can ever here him call!” con quest’ultima frase di Liam e l’assolo del fratello, il concerto degli Oasis terminò in un insieme di applausi, esclamazioni e fan urlanti.
La band raggiunse il backstage sorseggiando una birra ghiacciata e scaricando l’adrenalina del concerto prima di dover affrontare la folla durante il ritorno in hotel.
“Cazzo che roba! Puro rock ‘n roll” disse MacCarroll cambiandosi la maglietta “e.. Liam dove l’hai tenuta quella fottuta voce fino ad ora?!”
Il frontman sorrise alzando le spalle prima di essere assalito dalla sua nuova groupie, una tipa di nome Sandy molto appiccicosa e ignorante.
“Ecco, questi sono per voi. Ottimo concerto, sold out; e sarà così anche per quelli dell’anno nuovo” disse McGee irrompendo nel camerino all’improvviso “ma ora ragazzi avete bisogno di una pausa”
Noel gli lanciò uno sguardo interrogativo poi afferrò la busta che gli stava porgendo McGee.
“Cosa sono?” gli chiese osservando i biglietti nella busta.
“Biglietti di andata e ritorno per Burnage, per il 22 dicembre, per passare il Natale a casa”
Il chitarrista lo guardò sorpreso mentre Bonehead si alzò improvvisamente dal divanetto abbracciandolo.
“Si torna a casa! Che fottuta serata da sballo..” disse continuando a sorridere.
Noel lanciò un’occhiata veloce a Liam, avvinghiato a Sandy dall’altra parte della stanza. Il ragazzo, non appena sentì le parole di Mcgee, si staccò da lei e ricambiò lo sguardo del fratello.
“Ho voglia di una sigaretta” sbottò improvvisamente avviandosi verso la porta.
“Portatela dietro!” gli disse Noel accennando alla ragazza.
Le ultime parole che Noel sentì pronunciare dal frontman furono un “fanculo” e “non ora Sandy” prima che sparisse oltre la porta, poi fu ancora casino e adrenalina pura cosa a cui erano tutti ormai abituati così come erano abituati alle uscite teatrali di Our Kid.
Seduto sul muretto del parcheggio sul retro dell’arena, Liam osservava il fumo della sua Benson spandersi nell’aria in quella calda serata americana. Era stato tutto perfetto quella sera, tutto normale per una volta e ora McGee se ne usciva con quei biglietti. Qualche mese prima avrebbe dato qualsiasi cosa pur di tornare a Burnage ma ora.. ora non aveva più certezze. L’unica insistente e fastidiosa sensazione che non lo abbandonava mai era la mancanza di qualcosa che non riusciva a spiegarsi, che forse non voleva spiegarsi.
Ma in fondo sapeva benissimo il motivo per cui McGee li stava spedendo in Inghilterra per qualche giorno: allentare la tensione tra lui e Noel. Illuso. Come se il Natale in famiglia avesse ancora un qualche significato per loro, come se avrebbero avuto un Natale felice. Probabilmente Thomas Gallagher era da qualche parte in Inghilterra a sperperare quel poco che gli era rimasto mentre loro madre era a casa con Paul. Forse loro non lo sapevano neanche cos’era un vero Natale.
L’unica cosa che gli dava un briciolo di volontà e desiderio di tornare a Burnage era la consapevolezza di rivederla, risentire il suo profumo, di parlare con lei dopo quasi due anni; tutto il resto non era nient’altro che passato.
La porta alle sue spalle si aprì all’improvviso e Bonehead si sedette di fianco a lui.
“Sandy?” chiese curioso.
“Sarà da qualche parte” grugnì Our Kid aspirando l’ultima boccata dalla Benson.
“Tieni, McGee ha detto di dartelo”
Liam osservò qualche istante il biglietto d’ aereo che il chitarrista gli stava porgendo poi lo afferrò senza dire niente.
“Si torna a casa” disse Bonehead con meno entusiasmo rispetto a poco prima “i The Rain sarebbero fieri di questo momento”
Liam si voltò verso l’amico, sorpreso. I The Rain, la sua band, quella senza Noel e senza successo, quella che aveva solo la musica e il garage di Bonehead come luogo in cui provare e Grace come pubblico. Forse era questo il motivo per cui ogni volta che saliva sul palco non aveva paura, perché aveva già dimostrato tutto quello che doveva dimostrare alla persona più importante per lui, e il resto non contava.
“Andiamo” disse all’improvviso Our Kid alzandosi.
Bonehead lo seguì, sorridente.
“Allora vieni?”
“Solo per vedere se anche a Burnage ci sono fan scatenate che mi sognano mezzo nudo a letto con loro”
Il chitarrista scoppiò a ridere dandogli una pacca sulla spalla.
“Quelle c’erano anche quando eravamo solo i The Rain” gli rispose scuotendo la testa.
“Lo so, ma voglio conoscere la nuova generazione!”
Bonehead continuò a camminare ridendo, le cose non erano cambiate da un tempo. Forse, pensò Liam, gli Oasis avevano ancora un motivo per tornare a casa; LUI aveva ancora qualcosa che lo legava a Burnage.






a.a. Ciaoooo popolo di efp! Innanzitutto scusatemi, eh si è tipo una vita e mezzo
che non aggiorno ma sn stata davvero confusa su come proseguire nella storia aggiungendo
poi gli impegni è veramente stato un casino! ma ora ecco qui un nuovo capitolo (che non so
come sia venuto). Vi ringrazio tanto x le recensioni che mi fanno davvero molto piacere e vi lascio
facendovi tanti auguri di Buon Natale e dedicandovi questo capitolo "tutto natalizio" *.* ciaoooo 
buffinkaxD

  
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