Autore: Toy & Jemei
Titolo: La Muse du Demon
Capitolo: -4 di 9-
Rating: Nc-14
Pairing: Principalmente SatoshixDaisuke, in minor parte
KradxSatoshi e DaisukexRisa
Disclaimers: I personaggi di D.N.Angel sono © Yuriko Sugisaki.
Il personaggio di Eve è © Jemey & Toy.
§°°Capitolo 4°°§
“Aaaah, finalmente!
Ricreazione!” esclamò Saehara, lasciandosi cadere sulla sedia del proprio banco,
un sorriso sornione sulle labbra.
“Come se fossi stato attento alla lezione.” lo rimproverò sorridendo Daisuke,
mentre si sistemava la maglietta bianca.
“Ti è piaciuta la mostra di ieri, Niwa-kun?”
Il rossino si voltò, riconoscendo la voce di Riku .
Annuì, cercando di evitare il suo sguardo. A lui piaceva Risa.
Solo che a Dark piaceva Riku.
E non voleva che al signorino passasse per la mente di trasformarsi in quel
momento!
Non davanti a tutti!
“Sì... molto… è stata molto interessante” ridacchiò, grattandosi il capo e
cercando di sistemare i folti capelli cremisi.
Riku sbuffò, scuotendo il capo. Niente da fare.
Daisuke era troppo... idiota.
“E dai Daisuke, non ti sei accorto che la bella Riku è cotta di te?” mormorò
malizioso Takeshi al suo orecchio, passandogli un braccio dietro al collo.
Il rosso avvampò all’istante.
Ma… ma a lui piaceva Risa!
Alzando le iridi di rubino, s’accorse che metà classe lo fissava.
E tra quella metà c’erano, ahimè, sia Riku Harada sia Satoshi Hiwatari.
“Sc-scusate!” esclamò, fuggendo dalla classe, correndo come un razzo su per le
scale, per rifugiarsi sul tetto della scuola.
Ansimando, spalancò la porta, per poi appoggiarsi alla rete che recintava il
terrazzo/tetto.
“Uff.. ma perché devo essere sempre così.. così…” mugugnò, nascondendo per un
attimo il volto tra le braccia.
Perché doveva essere sempre così imbranato?
Perché doveva sempre arrossire?
Perché doveva sempre essere…così.. dannatamente... Daisuke Niwa?!
“Niwa-kun?”
E ora chi cazzo era che rompeva le pal...le...
Risa.
Risa Harada davanti a lui, che lo fissava con quei grandi occhi castani e dolci.
“Ah... Harada-san...” mormorò, voltandosi verso di lei, abbassando i grandi
occhi vermigli.
“Stai bene?” domandò la ragazza, avvicinandosi a lui.
Oh, com’era dolce…
“Sì, grazie, Harada-san” rispose Daisuke, cercando di sorridere.
Si voltò, poi, quando anche lei gli sorrise.
Un sorriso colmo di dolcezza e affetto.
Anche se l’aveva rifiutata, rimanevano sempre amici... no?
Rimasero in silenzio per un po’.
Fermi. Daisuke girato dalla parte opposta, e Risa dinnanzi a lui.
“Daisuke…” sussurrò poi improvvisamente l’altra.
Con una voce estremamente sensuale, passionale, dolce.
Ma forse era solo una sua impressione.
E non l’aveva mai chiamato per nome.
Si voltò verso di lei, perplesso.
“Dimmi, Hara... Harada-san?”
Risa aveva appoggiato le mani bianche e candide sulle sue spalle.
E aveva gli occhi socchiusi.
“Daisuke…” mormorò ancora la ragazza, socchiudendo le palpebre, e avvicinando il
volto al suo. Aveva un profumo di lavanda, dolce e buono… proprio come lei…
Le labbra di rose appena socchiuse si stavano avvicinando alle sue.
Ancora un po’…
Aveva le gote appena arrossate, il seno ancora non del tutto sviluppato premuto
contro il suo petto.
“Dai-chan…”
Ancora qualche millimetro e…
“SCUSA HARADA-SAN!!!”
Esclamò Daisuke, spingendola via e correndo giù per le scale.
Risa sbattè le palpebre, guardandolo mentre s’allontanava.
Aveva… rifiutato… lei?
Lei, Risa Harada?!
Eppure… c’era mancato così poco…
Sbuffando, cadenzò un piede da bambolina a terra, infuriata.
Strinse le dita sottili attorno alla rete, fino a farle sanguinare.
“Me la pagherai…” sibilò, la voce fredda, bassa. Adulta, quasi.
E, per un attimo, gli occhi color nocciola sembrarono riflettere un colore
simile allo zaffiro.
Daisuke corse per le scale,
fino a fermarsi al piano di mezzo.
Deserto, dato che le lezioni erano già ricominciate, e lui non se n’era accorto.
Era ancora rosso in viso. Tanto, che il volto si confondeva con gli occhi di
rubino e i capelli di sangue.
Ancora pochi millimetri… e si sarebbe trasformato in Dark.
Sospirò mentre qualcosa incurvava le sue labbra e la mano passò tra i capelli
arruffati, cercando di calmarsi.
Si fermò.
La mano ancora tra i filami cremisi... ma non più arruffati.
Oh-oh...
Continuava a sorridere. Sornione. Divertito.
Quello non era il suo sorriso, lui non aveva alcun motivo di sorridere!
"Mi spiace piccolo ma ho GIA' preso il tuo posto." e la voce di Dark,
pronunciata per davvero, da labbra che parlavano non più nella sua testa ma
nella realtà comune, fugò ogni sospetto.
Noooo!!!
Tragedia!!!
"Eddai Daisuke non essere così drammatico, vedrai che farò il bravo."
Soltanto per l'espressione furbetta che fece non c'era affatto da fidarsi e, per
di più, se qualcuno lo avesse visto girovagare con quell'aspetto a scuola che
avrebbero pensato? E se quel qualcuno fosse stato Satoshi Hiwatari?!?
"E tu che ci fai qui?"
Ma che razza di tempismo...
Alle spalle di Daisuke, pardon, di Dark era arrivata una voce che, stranamente,
aveva assunto un tono perplesso.
Non si voltò per controllare che fosse davvero Satoshi.
Se la diede a gambe invece.
E anche velocemente, correndo verso una delle finestre aperte sul corridoio per
gettarvici e afferrare al volo il robusto ramo di un albero che si protendeva
verso il sole.
Con un agile salto atterrò ovviamente illeso e, finalmente al sicuro -o così
pensava- alzò lo sguardo alla finestra da cui era saltato schermandosi gli occhi
d'ametista con una mano.
Dal davanzale il volto di Saehara sbucava corrucciato e pensieroso mentre si
chiedeva di che classe fosse quel tipo.
Dunque non si trattava di Satoshi Hiwatari. Che fortuna.
A questo punto poteva dare inizio al proprio divertimento!
L'indice affusolato posò sulle labbra accarezzandole. Allora, che cosa poteva
fare di bello?
"Cercare Riku e tornare me!"
Roteò gli occhi quando la voce di Daisuke rimbombò fastidiosa nella propria
mente.
Fece finta di non averlo sentito, anche se l'idea di rivedere Riku non era
malvagia.
Peccato che poi sarebbe sorto il problema della sua ritrasformazione, e lui non
voleva tornare a fare l'ombra del rossino.
"Accidenti... questo sì che è un bel dilemma!" bofonchiò iniziando a camminare
per una meta ignota lungo il cortile della scuola.
Dall'alto qualcuno si accorse della sua presenza.
La rete metallica era macchiata di sangue ma i suoi occhi nocciola non lo videro
nemmeno, guardavano attraverso, più in basso.
"C'è qualcuno con quel ragazzo..."
Guardava Dark e, insieme a lui, alle sue spalle precisamente, intravedeva anche
la figura imbronciata di Daisuke Niwa.
"Lui mi ha rifiutata."
Se solo avesse saputo la verità non avrebbe mai detto parole come quelle.
Continuava a guardare i due, fissamente, quasi con odio ed i suoi occhi
parvero ardere attraversati dalle mille sfumature dello zaffiro che si mescolava
con la nocciola.
Nel cortile intanto rumoreggiava l'immenso albero di sakura alle spalle del
ladro.
Lo aveva sentito già da un po’ ma non ci aveva dato peso. Era solo un albero,
non poteva certamente fargli del male o cadergli addosso da un momento
all'altro.
Già...
Le ultime parole famose, perchè le radici del Sakura sembravano animate di vita
propria e si estrassero dal terreno rumoreggiando legnose, borbottando e quasi
ringhiando e, una volta completamente dissotterrate, l'albero cadde abbattendosi
sulla figura del ladro dalle ali d'angelo.
"Kyaaa!!! Il solito maniaco!!!"
Soltanto grazie all'urlo di Riku -e a quella sua solita accusa infamante...-
Dark si accorse in tempo del pericolo balzando di lato, vedendo sfilare il
pesante tronco davanti ai suoi occhi pieni di stupore e sentendolo cadere sul
terreno con un boato che fece tremare la terra.
"Ma che diavolo...?"
"Presto, accorrete, c'è un maniaco nel cortile!!!"
Un maniaco, ma dove? Nel cortile c'era soltanto lui... Ah, già, era lui il
maniaco!
"Porca miseria!"
Perchè tutte le volte che aveva la possibilità di vedere la sua Riku o
setirne l'angelica voce, lei doveva chiamarlo a quel modo.
Accidenti!
Almeno, però, gli aveva salvato la vita.
La sua Riku.
"Mh? Oh cazzo..."
Poteva dirlo forte.
Il suo cuore aveva iniziato a battere accelerato e significava una cosa
soltanto: si sarebbe ritrasformato in Daisuke.
No, no, no, non era ancora il momento. Aveva altre cose da fare lui, una
giornata intera per divertirsi alla faccia del rossino!
E invece no.
Accidenti ai suoi sentimenti.
“Finalmente!” esclamò Daisuke, tornato nuovamente al suo aspetto.
Fortuna che erano tutti scesi per vedere il famoso maniaco. Così nessuno l’aveva
notato.
…Vero?
Aggirando i propri compagni, fece il giro della scuola, entrando dall’entrata
secondaria.
“Accidenti a te! La prossima volta te ne stai fermo e buono!” sibilò, rivolto a
Dark, che sbuffava dentro di lui.
“Certo, come no, la
prossima volta col cavolo che ti faccio tornare nel tuo corpo tanto presto!”
Mai che potesse rimanere con la sua Riku da solo!
Solo mentre saliva le scale, Daisuke si ricordò di Risa.
Che le era preso? Eppure, lo aveva chiaramente rifiutato.
Forse non stava bene.
Possibile che si stesse innamorando di lui..?
Naaaah, impossibile!
Lei era innamorata di Dark, lo aveva detto un sacco di volte!
Sospirando, aprì la porta dell’aula.
Che doveva essere vuota, dato che erano tutti scesi per lui. Cioè, per Dark.
Eppure la figura slanciata di uno dei suoi compagni si stagliò innanzi alla
finestra.
Con una mano davanti al viso tentò di mettere a fuoco l'immagine.
Il sole di mezzogiorno batteva caldo all'interno dell'aula. scontrandosi proprio
con il ragazzo innanzi ai vetri, calando con i suoi raggi sul suo corpo e
accarezzandolo possessivo.
"Non è normale che quell'albero sia caduto a quel modo."
Era stata la voce di Satoshi Hiwatari a parlare, lui infatti era l'unico
occupante dell'aula.
Allora lo aveva visto, trasformato in Dark!
"Dovresti stare più attento, Niwa. Soprattutto ora."
Satoshi si era staccato dalla finestra per avvicinarsi al rossino.
I capelli del particolare colore dell'acqua marina o del cielo di primavera
scivolavano sulla fronte, spostandosi ad ogni suo passo. Gli occhi, lapislazzuli
incastonati nel viso latteo, non mollavano un attimo lo sguardo di Daisuke.
Si avvicinò ancora.
Vicino, tanto, quanto Risa lo era stata pochi minuti prima, soltanto che lui
ancora non lo stava toccando.
Lo sfiorava soltanto. Con il suo respiro, con il suo sguardo.. con il suo
pensiero.
"E soprattutto..." la sua voce era diventata appena un sussurro. Bassissimo,
quasi inudibile. Forse in realtà non parlava nemmeno e Daisuke stava udendo
invece il suo pensiero.
"Dovresti stare attento a..."
Mosse le labbra sottili mormorando l'ultima parola e poi se ne andò lasciandolo
da solo.
Aveva davvero sentito bene quello che Satoshi gli aveva detto?
Aveva davvero pronunciato quel nome?
"...Dark..."
†4° CAPITOLO FINE†