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Autore: PerfectToMe    21/12/2012    3 recensioni
«“ Tantissimi auguri, siete la coppia migliore di sempre. Buon primo anniversario! “ Mi sembra ieri che mi raccontava freneticamente del loro primo bacio, ma forse è meglio cominciare tutto dal principio.»
Avvincente storia di amici, o forse qualcosa di più.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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Raccolse il suo coraggio, allungò il braccio e strinse la mano del ragazzo.
“Io sono Eva.” Disse abbassando lo sguardo verso le loro mani che continuavano a ondeggiare su e giù. Harry aveva una forte stretta di mano, molto rassicurante. Aveva il palmo caldo contornato dalle punte delle dita gelide, ma Eva trovava tutto questo molto confortante.
“Mh. Credi che ora potremmo mollarci le mani?” chiese Harry.
La ragazza lasciò la presa immediatamente, quasi in modo impacciato, arrossendo sempre più e lasciando cadere lo sguardo sul bancone dove l’aspettava la cuffietta bianca. Harry oltrepassò la porta del magazzino guardandola con un piccolo sorriso stampato in faccia.
Si udiva un tamburo rumoreggiare velocemente, era il cuore di Eva. Aveva appena fatto figuracce su figuracce e la sua carnagione chiara tramutò in un rosa pesca un po’ troppo acceso. Prese un grosso respiro che terminò in un lungo sbuffo, così riuscì a calmarsi escludendo da sé tutta la tensione accumulatale addosso da quell’incontro esageratamente imbarazzante.

El nel frattempo si stava dirigendo verso un edificio dove suonava il pianoforte dall’età di 12 anni. Il corso iniziava come sempre alle 4 quindi si prese un po’ di tempo per un frullato alla fragola da Starbucks.
Il rumore fastidioso della cannuccia nel bicchiere vuoto del frullato terminò quando El, passeggiando per le vie della città, rimase incantata da una vetrina illuminata da lucine color oro. Appoggiò lentamente e sue mani sulla vetrina, e, quasi senza accorgersi, la sua fronte arrivò a toccare il vetro. Le luci brillavano riflesse nei suoi occhi castani che fissavano da qualche minuto un braccialetto argentato circondato da un tessuto rosso di sfondo. El pensava fosse perfetto per Eva, lo doveva avere a tutti i costi. Ma solamente qualche secondo più tardi, dopo la lunga e scrupolosa visualizzazione del gioiello, vide il piccolo cartellino del prezzo: 89,90 £. La ragazza realizzò che non aveva tutti quei soldi al momento, così abbassò lo sguardo, si girò e buttò via il bicchiere vuoto continuando il suo viaggio verso le note del suo melodioso amico bianco e nero: il pianoforte.
Non riuscì a smettere di pensare a quella meravigliosa maglia d’argento intrecciata con un ciondolo a forma di cuore bombato. Avrebbe sacrificato l’anima per donarlo alla sua grande amica, così le frullò in testa un’idea che nel suo cervello iniziò a fruttare.
Chiuse quel pensiero nella sua mente quando arrivò alle porte dell’edificio dove il corso sarebbe iniziato da un momento all’altro. Entrò e si diresse verso l’aula interessata. Aprì la porta, si spogliò dell’ingombrante giacca e sedendosi al piano appoggiò delicatamente le sue dita arrossate dal freddo su quei lisci tasti bianchi e premendoli formò una dolce melodia che aveva composto lei stessa. Era veramente presa dal suono leggero che le sue dita veloci creavano, finché un piccolo applauso risuonò per tutta la stanza. Era il suo maestro Josh che sorrideva entusiasta della sua piccola allieva.
“El, sei il mio prodigio. Mi stupisci sempre più.”
A quelle parole la pianista si spostò i capelli dietro le orecchie e arrossì leggermente ringraziando il suo maestro ancora appoggiato alla porta.
“Josh sei davvero gentile, ma solo grazie a te! Ti piace?” chiese El turbata.
“E me lo chiedi? È splendida.” Rispose sbalordito il maestro.
“Oh grazie al cielo. Credi che a una diciassettenne possa piacere?”
“Se apprezza la bella musica allora credo proprio di sì!” disse sorridendo Josh.
“È il regalo di compleanno per la mia migliore amica.” Aggiunse El sfoggiando un enorme sorriso.
Così iniziò la lezione tra pentagrammi, note e risate.

Da dietro il bancone si sentiva parlottare i due ragazzi nel magazzino interrotto da qualche risatina ed Eva a quei borbottii reagiva nervosamente. Sentii i passi dei ragazzi che si avvicinavano sempre più e senza dare nell’occhio si allontanò dal muro, si infilò velocemente la cuffia e iniziò a scrutare gli scaffali. La voce di Richard non sorprese Eva, che si girò con un sorriso tirato.
“Avrai già conosciuto Harry.” Affermò il capo.
“Sì, abbiamo avuto un incontro bizzarro prima.” Disse Eva il più veloce possibile aggiungendo “come se non ti avesse già raccontato tutto!”
Richard rise e il riccio rimase impassibile.
“Lo ammetto, mi ha descritto tutta la scena! Sei sempre la solita stordita.” Rispose ridendo con una mano davanti alla bocca.
“È stato un primo incontro speciale nel suo buffo.” Sibilò Harry con una voce bassa e roca.
I due giovani panettieri si guardarono negli occhi come due bambini alla scoperta di un nuovo giocattolo, i loro sguardi si incrociarono e sorrisero. Due sorrisi splendenti, forse un po’ imbarazzati e timidi. Ma la piccola conversazione finì e i due iniziarono il loro lavoro, insieme.
Il riccio occhi azzurri non esitò ad iniziare la nuova chiacchierata:
“Allora tu sei Eva, quanti anni hai?”
“Ne ho 17.” Disse rapidamente la ragazza.
“Oh! Allora siamo coetanei.” Esclamò Harry e vedendo Eva non a suo agio aggiunse “come mai una ragazza così carina come te, viene a lavorare in una sudicia panetteria come questa?”
Eva rimase spiazzata da quella domanda. Si girò verso il suo collega, lo guardò e rispose:
“Devo guadagnare un po’ di soldi. Sai, per un’amica, voglio farle un regalo. Comunque sei gentile, ma non sono carina. Soprattutto con questa cuffietta!”
“Per me lo sei, le ragazze sono tutte carine esteriormente. Ma bisogna conoscerle per affermare lo stesso dell’interno.” Disse profondamente Harry.
“Sì, hai ragione. Parole sagge!” ribatté Eva “ora fai meno il carino e lavora, voglio vederti con la faccia piena di farina!”
“Tipo così?” chiese Harry nascondendo una mano sotto il bancone per poi sorprendere la ragazza con uno spruzzo di farina imbiancandole la faccia. Il viso della ragazza prese un’espressione seriamente aggressiva, tanto che Harry sbarrò gli occhi dalla paura. Ma una lieve risata sollevò il ragazzo impietrito che rise chiudendo gli occhi ritrovandosi anch’esso la faccia completamente infarinata.
“Vuoi la guerra?” chiese maliziosamente Eva.
“È una sfida allettante ma il nostro capo ci licenzia se ci trova così!” rispose divertito Harry levandosi la farina dal viso col grembiule, seguito da Eva che fece lo stesso.

Il cellulare di Harry suonò, segnava le 6. Lui toccò lo schermo e la sveglia si bloccò. La panetteria stava chiudendo e i due erano soddisfatti della loro giornata di lavoro. Insieme si diressero agli armadietti, Eva si levò la maledetta cuffia tirando un respiro di sollievo e dopo essersi infilata il cappotto chiuse lo sportello sbattendolo; aprendo una visuale su un Harry tatuato a torso nudo. La ragazza rimase bloccata con la bocca leggermente aperta, ma il suo cervello era in tilt, non riusciva più a captare nulla finché Harry si girò verso di lei. Le sorrise cambiando immediatamente espressione assumendone una interrogativa. Il cervello di Eva riprese a funzionare e, pur di evitare un’ennesima figuraccia, scollò la testa e si giustificò:
“È che mi piacciono i tatuaggi.”
“Anche a me. Si vede?” chiese ironicamente il ragazzo.
“Ehm sì. Ora però scappo a casa che sono stanca, ci vediamo! Ciao Harry.”
“Ciao… Ah, aspetta! La vespa bianca qui fuori è tua?” chiese. Eva si girò e sorridente disse:
“Sì, è mia! Adoro le moto, come mai me lo chiedi?”
“Oh wow, anche io le adoro! No, così… Volevo farti sapere che ho un pass per la mostra di moto d’epoca che verrà inaugurata questo sabato.” Disse un po’ demoralizzato Harry.
“Perché quel muso lungo? È un’occasione unica, sei fortunato!”
“Nessuno vuole venire con me, tutti i miei amici hanno altro a cui pensare che alle moto d’epoca.”
“Hey ragazzo, hai qui davanti a te la tua collega coetanea che adora le moto. Non voglio autoinvitarmi ma mi faresti davvero felice se mi ci portassi!” rispose Eva.
Ad Harry brillarono gli occhi smeraldo nella penombra del magazzino che per lui si illuminò di gioia. Piegando la testa scostò i capelli ricci e rialzandola sfoggiò uno dei sorrisi più sinceri e luminosi che Eva ebbe mai visto; la ragazza sorrise slegandosi i capelli svolazzanti.
E nelle loro pance in subbuglio si aggomitolò tutto.



Ciao a tutti, è l’autrice che vi parla. Scusatemi se questo capitolo è molto lungo ma siccome non scriverò per un po’ ho voluto lasciarvi con qualcosa di più massiccio!
Spero vi piaccia anche se non succede ancora un granché, il prossimo sarà molto più dinamico!
Graaaazie a tutti quelli che hanno letto, recensito e aggiunto la storia tra le seguite!
Vi adoro, lasciatemi qualche recensione per farmi capire cosa ne pensate!
Alla prossima, e buona natale c:
PerfectToMe
  
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