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Autore: Anveena    22/12/2012    1 recensioni
Ninfe seminude urlano, e le loro grida di terrore fanno salire naturale, spontaneo il riso alle mie labbra. Una risata fredda, che non mi appartiene, mentre la mia mente cerca di ribellarsi all’orrore che le mie mani hanno perpetrato.
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Prima di una serie di flashfic e one shot che avevo in mente da un po' di tempo, tutte riguardanti il pantheon (fittizio) del mondo in cui ambienterò alcuni miei lavori futuri.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Una premessa necessaria, prima che cominciate a leggere questo capitolo. Ogni cosa che leggerete è frutto di pura fantasia. Non sono di certo una fan dei piromani, oh no. Il protagonista di questo capitolo è, come potrete costatare voi stessi, una mente instabile – malata. Una divinità senza controllo, una delle tante che affollano il mondo fantastico di M.B., da me ideato e di cui sentirete ancora parlare, nelle mie storie successive. Ho intenzione di utilizzare queste prime, poche spero, storie per presentare il pantheon che regola a proprio capriccio il mondo nel quale andrò ad ambientare i miei racconti. Detto questo, buona lettura.
 

***

 
Calore.
 
Vento caldo che mi sfiora il viso, mentre il crepitare delle fiamme si fonde con gli schiocchi secchi, impietosi dei rami degli alberi che si schiantano al suolo. Le foglie bruciano, incoronate dal fuoco del mio battesimo – un battesimo di morte, di vite spezzate.
 
Sposto lo sguardo.
 
Ninfe seminude urlano, e le loro grida di terrore fanno salire naturale, spontaneo il riso alle mie labbra. Una risata fredda, che non mi appartiene, mentre la mia mente cerca di ribellarsi all’orrore che le mie mani hanno perpetrato. Socchiudo le palpebre, e lascio che la temperatura mi bruci le sopracciglia, avvolga i miei capelli come un’aureola che non ho mai chiesto. Poi, il mio intero corpo prende fuoco. Un dolore piacevole, mentre lingue di fuoco si dipartono dalle mie membra: bruciano ancora, e ancora, e ancora, qualunque cosa incontrino sul loro cammino, seguite da ondate bollenti che sferzano l’aria, avvelenandola di anidride carbonica.
 
Animali in fuga, la legge del più forte che si impone su di loro, mentre genitori fuggono dalle loro tane insieme ai cuccioli più resistenti, abbandonando i deboli e i malati al loro destino d’Inferno.
 
Allargo le braccia, inspirando la cenere e riempiendomi, fondendomi con quella cacofonia confusa di urla, di morte, che il fuoco porta con sé, distruttivo.
 
Dai palmi delle mie mani, dalle dita aperte a ventaglio, prendono a formarsi delle sfere di fuoco – dieci. Fiamme scure, nere come il petrolio e ribollenti delle medesime sfumature ocra; è la mia mente che le plasma, che le dirige verso i pochi superstiti.
 
E rido.
 
Continuo a farlo, mentre la mia pelle diviene traslucida, lasciando intravedere i palpitanti organi interni – in fiamme, anche loro. Perché di fiamma io sono composto.
 
Pazzo, ebbro di morte e dolore, avanzo. Un passo dopo l’altro, finché non ho bruciato leghe, boschi, generazioni intere sotto il mio volere.
 
Io sono colui che distrugge – il senza padrone, l’indomabile.
 
Io sono il Fuoco.
 

   
 
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