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Autore: FleurTheApocalypse    22/12/2012    0 recensioni
Una donna che poteva sottrargli non solo un filamento ma metà della sua magia,o anche più,legata a lui,in grado di prendere ciò che era suo.Quanto più potere lei gli strappava,tanto più lui diventava debole,esposto al flusso insidioso del parassita demoniaco che lo divorava. Aveva creduto che un tale legame fosse impossibile. Lei gli aveva dimostrato che si sbagliava.
Genere: Azione, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucifero, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
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Spostando nella mano guantata la sacca con le provviste,Lucifero aprì con una spallata la porta di vetro e condusse Eve fuori nella notte. La luce sulla porta d'ingresso era rotta, si accendeva e si spegneva a casaccio, e così si addentrarono nella semioscurità, la luna e il bagliore del lampione a distanza servivano solo ad accentuare le ombre.
 
 
 
Eve urtò contro la schiena di Lucifero, che sentì di nuovo uno strappo intenso, come su una forza gli stesse aspirando via il sangue aspirandolo. Ma non era sangue:lei gli stava succhiando tutto il potere. La vicinanza di Eve era un pericolo per lui. Il flusso di magia che aveva usato per rimediare al caos dei demoni era stato uno spreco folle; ma in quel momento, l'espressione abbattuta di Eve lo aveva addolorato e spinto a offrirgli conforto.
 
Un intento nobile che lo aveva solo indebolito. Il male in lui ringhiò e sibilò, percependo l'esaurimento delle forze, furibondo perchè voleva liberarsi, prenderlo, rubare tutto ciò che lui rappresentava. Eve si irrigidì e sollevò la testa, lo sguardo cercò quello di Lucifero. Ora che la loro sintonia era perfetta, lo sentiva, sentiva il seme demoniaco in lui. Il loro legame diventava ogni momento sempre più forte e, nelle ore in cui erano stati insieme, aveva involontariamente logorato le catene che tenevano a bada l'oscurità. "Lucifero.." Eve pronunciò quel nome in tono prudente. Si bloccò a metà passo, l'auto era a breve distanza,tutt'a un tratto divenne sospettoso. Un increspatura, un movimento, un lieve campanello d'allarme. "Angeli." gracchiò Lucifero digrignando i denti, chiamò a raccolta la magia di luce che rifluì in lui liscia, gradita sebbene il potere fosse appena sufficiente per incatenare la bestia. 
"Stammi vicino" le ordinò, consapevole dell'ironia del paradosso,quanto più gli stava accanto,tanto più gli sottraeva potere. Eve si spostò al suo fianco. Percependo gli angeli,Lucifero si concentrò su di loro, localizzandoli uno dopo l'altro fra le ombre. Ce n'erano solo tre,troppo pochi per destare preoccupazione, anche nella sua condizione di debolezza. Eppure c'era qualcos'altro, qualcosa che lo rendeva nervoso. Esaminò il perimetro, conscio di una corrente più forte che lo disturbava. L'odore era debole, il movimento nel flusso di magia un soffio leggero che si librava nell'aria segnalando la presenza di un Arcangelo potente,uno che abitava da tempo nel mondo degli umani. Gli venne in mente chi potesse essere quell'arcangelo, uno con cui aveva un conto in sospeso. "Michael" Eve gli si avvicinò di più, tremava, con il braccio gli sfiorò un fianco e Lucifero sentì lo scarto improvviso di potere,instabile, sbilanciato che passava da lui a lei. Se l'avesse lasciata continuare,presto sarebbe stato poco più che un guscio vuoto. "Sono qui" sussurrò Eve,guardandosi attorno,studiando i contorni sfocati degli edifici circostanti,in cerca di spettri o Angeli. Lucifero esaminò la zona,prestando attenzione al profilo basso delle spie irregolare che segnava il confine della proprietà. I rami spogli di un albero isolato ad arco su di essa,proiettando un reticolo di ombre sull'erba secca; forme strane, in movimento, che ondeggiavano e saltellavano a ritmo del vento che ululava. Eve si sfregò i palmi sulle braccia. " C'è qualcosa" Si. Qualcosa. Non un servitore minore ma un Arcangelo potente,scortato da un pugno di angeli minori. Lucifero si guardò lentamente intorno per testare il flusso di magia. Era quasi certo dell'identità dell'arcangelo e assolutamente sicuro del suo scopo. Voleva lei, voleva Eve. Ma prima avrebbe dovuto passare dal suo cadavere, il pensiero era quasi piacevole, l'oscurità ribolliva in lui, desiderava con furia essere liberata. Serrando i denti, la respinse tentando si sottometterla al suo volere. Gli angeli si avvicinarono, tre ombre si muovevano veloci e bassi, in abiti scuri, un attacco sincronizzato. La luce di un lampione in lontananza fece scintillare le loro lame, lame antiche. Santo cielo. Quei pugnali erano immersi nelle fiamme del regno degli angeli e raffreddati nel sangue degli innocenti.
 
Lucifero invocò il suo potere, fondendo luce e magia, raccogliendo le riserve prosciugate, l'essere dentro di lui fremeva, approfittando delle risorse indebolite. Fuori. Voleva uscire fuori.
 
 
Eve si strinse ancora più a lui, inspirò profondamente. Lucifero sapeva: Lei percepiva il demone parassita che lo contaminava, che strisciava attraverso il loro legame. L'ombra alla sua destra si mosse e lui la sferzò, ma la magia ricadde a breve distanza dal bersaglio. Era debole,il mostro di dimenava in lui, sussurrava in preda al desiderio. Tre angeli. Solo tre. Non voleva uno scontro. Doveva dare loro una possibilità. Lui dava sempre una possibilità. Intimò loro di allontanarsi, offrì una via di fuga com'era sua abitudine, ma la lingua era spessa in bocca,il sangue scorreva lento. Sforzandosi di pronunciare le parole per invocare protezione e antichi scudi difensivi,Lucifero costruì una fortezza nella mente, mattone per mattone,augurandosi che l'oscurità rimanesse nella sua cella. Lo sforzo non ebbe il successo che sperava. Cauto bloccò lo sguardo sull'angelo più vicino e poggiò la sacca con le provviste per terra.. Si bloccò,notando il cambiamento nel timbro della sua voce,il tono cupo. Cosa diavolo poteva dirle? che una parte di lui era demoniaca,che discendeva dal fetido inferno e che presto avrebbe perso la battaglia con cui tentava di tenerla incatenata? Eve scosse la testa gli afferrò il braccio e Lucifero sussultò a quel contatto, mentre sentiva che la magia veniva risucchiata a una velocità preoccupante. Come se percepisse che il contatto fisico era l'ultima cosa che Lucifero desiderava in quel momento, Eve lasciò cadere la mano e indietreggiò di un passo. "L-Lucifero ci siamo" Le parole erano concitate e acute,intrise di paura.Gli angeli gli accerchiarono come un branco di iene affamate.
 
Eve si guardò attorno sconvolta, lo sguardo guizzava ovunque;poi si lanciò ad afferrare per terra un pezzo di catena spezzata da qualche vandalo,Lucifero fu pervaso dall'orgoglio mentre si voltava per compiere il suo dovere. Doveva essere scossa, ma nonostante tutto era sempre coraggiosa,la sua Eve, che gli stava dietro con le mani strette a pugno attorno alla spessa catena. Da sinistra un angelo caricò,armato di una lama lucente del colore del sangue, un arma demoniaca che doveva superare di gran lunga il potere modesto di un angelo. Il taglio affilato si abbattè su Eve, ma Lucifero le si parò d'avanti per ricevere il colpo al suo posto. Ringhiò, il dolore lo trafisse spietatamente, forte,intenso. Il sangue caldo scorreva in rivoli lungo il braccio. "Lù no" sibilò Eve,lanciò con violenza la catena sulla spalla dell'angelo,che urlò voltandosi verso di lei con la lama protesa. Con un ruggito, Lucifero sentì svanire il controllo glaciale mantenuto per secoli,ridotto drasticamente dall'impeto furioso di proteggere Eve a qualunque costo. Spinse in avanti la mano sinistra, dando libero sfogo al suo potere che fluì libero..tutto oscurità mescolata alla luce.
 
Un impeto di potere si librò velocemente dal profondo,oscuro e minaccioso. La forza emanata che scorreva più potente di quanto avesse mai fatto prima,e la presenza del demone parassita che scivolava in lui trasformano il potere in qualcosa di completamente diverso,conferendole una forza tale da non riuscire quasi a sopportarla. Lo stomaco gli si aggrovigliò,dilaniato da un dolore incandescente e senza fine che gli sferzava le viscere. Cercò di richiamare il potere, di controllare l'impeto malvagio che sgorgava da lui. La sua arma era sempre stata la magia di luce,usata con rigido controllo e solo per proteggersi e difendersi.Il potere che ora pulsava in lui era ignoto,sconosciuto. Non riusciva a controllarlo.
 
La nuova magia ribolliva con forza e assoluta distruzione, ma a lui non era rimasto potere sufficiente per contenerla.Una voluta scura di vapore denso e orribile da lui come una nebbia soffocante. Travolto, l'angelo sussultò urlando,un suono breve e intenso che si spense mentre si disintegrava, spruzzando sangue e tessuto sibilante, come se fosse stato immerso nell'acido dalla testa ai piedi. La lama precipitò,svanendo prima che toccasse terra.Da destra e da sinistra si avvicinarono gli altri due angeli con le armi demoniache. La ferita sul braccio friggeva, i bordi bruciavano di un dolore livido e crudo. Mentre lottava per riacquistare il controllo, il sudore gli scendeva in rivoli caldi lungo la schiena. Il demone parassita era un miasma che lo assorbiva, una caligine nera che imbrattava le sue emozioni e il suo essere.
 
 
 
"Eve stà giù!!" Il cuore gli si riempì di sollievo vedendo che lei gli obbediva e si gettava sull'erba secca e bruna. 
Quel calore familiare di luce scintillante e di magia tagliente che sgorgava da lui non c'era più. Un angelo si scagliò su Lucifero, mentre l'altro si tuffò su Eve e le strinse la caviglia con le dita forti. Urlava trascinata sull'erba, tirava calci e si dimenava nel tentativo di liberarsi. Lucifero fu attraversato da una furia che non aveva mai conosciuto, una furia che aumentò fino a diventare una palla incandescente e sfrigolante. La mano bruciava e pulsava, l'oscurità scivolava libera rifluendo nelle vene in un fiotto oleoso,fluido. Al sicuro. Tieni Eve al sicuro. 
A un tratto le lame oscure gli squarciarono la pelle, attraversarono la giacca di pelle e la maglia, dall'interno all'esterno,fendendo l'aria con un sibilio, e andarono a infilzare l'angelo più vicino. L'essere urlò agonizzante. Con un ringhio, Lucifero roteò la mano e le lame sventrarono l'angelo mentre l'energia e la rabbia in fermento lo invadevano con un impeto violento. Ansimando, si rese conto con orrore crescente che gli piaceva. Gli piaceva l'intensità, così dissimile dalla lieve danza della magia di luce, nuova, insolita,una forza esaltante alimentata dalla stessa oscurità contro cui aveva lottato per anni.
Disgustato da se stesso,diede un violento strattone, liberandosi della creatura morta.L'ultimo angelo trascinava convulsamente Eve per una gamba, mentre lei lo scalciava con movimenti rapidi,intensi,sferrando colpi su colpi che gli rallentavano il passo. L'angelo si sbilanciò,lasciò la presa e sollevò la lama, voltandosi per affrontare Lucifero. Con il sangue che dalla ferita gli grondava sul dorso della mano, dove le punte affilate delle stesse lame lo avevano squarciato, Lucifero invocò l'oscura minaccia in lui,l'accolse,l'abbracciò scagliandosi contro l'angelo e affondando gli artigli affilati nel petto dell'ultimo aggressore. Con un violento strattone avvicinò l'angelo trascinandolo a se per fissare quello sguardo vuoto.L'angelo aveva osato toccare Eve,aveva cercato di prenderla,ferirla. ringhiando tranciò le grandi arterie e le vene che tenevano saldo il cuore pulsante dell'angelo, poi gi strappò dal corpo l'organo lacerato e il sangue sgorgò dalla cavità in un flusso sciropposo. Si raggelò,scosse la testa,si sentiva disorientato, primitivo,selvaggio.Respirando a fatica,era in piedi davanti a Eve, il braccio destro pendeva inutile lungo il fianco e pulsava di dolore. La sete di sangue pompava in lui, ormai fuori controllo.
Eve lo fissava. Era seduta per terra. Lucifero desiderava ardentemente tirarla a sè, assaporarla,reclamarla. Gli occhi di Eve erano sbarrati. Le labbra dischiuse. Scosso dalla forza delle emozioni, si sforzò di riportare in cella il seme dannato,lottando per tenerlo a freno. "Dobbiamo andar via."Quasi senza fiato,riuscì appena a formulare quelle parole: l'oscurità stava prendendo ancora una volta il sopravvento,piena e intensa, prendendosi gioco di ogni sua pretesa di dominarla. Sollevò la testa in cerca di ombre. Aveva neutralizzato l'ultimo angelo, ma li fuori aveva percepito la presenza di qualcos'altro,qualcosa di antico e infinitamente potente, un arcangelo vero che vagava ancora libero. Michael era lì. Si aggirava nella dimensione mortale senza un guardiano. A caccia di Eve.
Eve ,si guardò attorno,poi scostò una mano dal petto e la tese verso di lui. Voleva che l'aiutasse ad alzarsi.Sembrava non provare repulsione nè terrore verso di lui, per ciò che gli aveva appena visto fare. O per ciò che la sua anima aveva appena liberato.L'aria gli sibilò fra i denti,mentre tese a Eve la mano martoriata.Ecco allora,cos'era diventato. Per un istante chiuse gli occhi. No. Non cos'era diventato. Lui da sempre era un mostro.Era stato solo molto bravo a fingere di non esserlo.
  
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