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Autore: appver    22/12/2012    1 recensioni
All'inizio dopo essermi trasferita a New York, ci sentivamo spesso.. ma dopo un po nient' altro che poche e-mail ogni mese, dopo di che più nulla. Io e lei ci conoscevamo da ben 13 anni, praticamente eravamo cresciute insieme, stessa scuola media, stessa classe allo stesso liceo, eravamo buone amiche. E ritrovarmela la d'avanti senza poterla abbracciarla forte a me mi metteva un enorme malinconia.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero in trappola. Rinchiusa in quella stanza con le pareti fatte di specchi mi sentivo soffocare. Cercavo di non pensarla, di non vederla ogni volta che mi giravo, ma lei era li e questo mi dava fastidio. Era li seduta che guardava noi fare lezione. Cercavo di concentrarmi, cercavo di non pensare, ma tutte quelle immagini mi ritornavano su e su fino a farmi scoppiare la testa.Lei che mi era stata amica e che mi era stata vicina nei momenti difficili mi aveva tradito.Lui mi aveva tradito. Non ci volevo credere, cercavo di scacciare i brutti pensieri, quei pensieri che però sapevo essere veri.Si erano veri, lui e lei in una stanza insieme ed io boh dove a farmi gli affari miei cercando il mio fidanzato che però non c'era. Pensavo al coro corpo che si strusciava, le loro labbra che si toccavano e il mio cuore si spezzava di nuovo, in mille pezzi che dovevo raccogliere e riattaccare.Ma ogni volta quei pensieri lo facevano staccare di nuovo ed io mi sentivo impotente, inutile.Triste. Mi sedetti a terra sfinita, non per gli esercizi, ma sfinita dentro, non ce la facevo più..avrei voluto urlarle in faccia che era una troia e che si doveva solo vergognare ma non ce la facevo.Ero stanca di stare cosi, cercai di reagire di alzarmi ma non ce la feci, era esausta e cercandomi di alzare di nuovo mi sentii pervadere il corpo di un fluido freddo, le mie gambe si irrigidirono e cadi a terra.Mi sentivo chiamare, le voci erano distanti e contorte ma sentivo il mio nome, la voce di Serena che mi chiamare, i miei occhi cercavano di aprirsi ma non ci riuscivano, volevano restare chiusi, chiusi in quel buio che li avvolgeva.Mi risvegliai in una stanza dell'ospedale, attaccata al mio braccio una flebo e la luce di una lampada illuminava l'intera stanza. Non vi erano persone, almeno per il momento ero sola, ed era cosi che mi sentivo, sola.Scoppiai a piangere,come non avevo mai fatto,le lacrime mi bagnavano il viso e io mi sentii ancora più sola. La porta si aprii lentamente e io con il braccio cercai di asciugarmi le lacrime che continuavano ad uscire senza fermarsi. Quando la porta si chiuse del tutto mi sentii prendere la mano, appannai gli occhi e una voce dolce mi chiese se ero sveglia.Aprii gli occhi lentamente e guardai quella figura ancora sfocata. Era lui, era li per me,mi stringeva la mano con forza.

-Come ti senti?-mi chiese, ma io scoppiai a piangere. Mi strinse più forte per farmi sentire che lui era li e che non mi avrebbe lasciata.

-Male, mi sento male..non mi sono mai sentita cosi in tutta la mia vita e non volevo che succedesse ma non ce la faccio a far finta di niente, per te è tutto passato,finito ma per me no..-singhiozzai-lei è ancora nei miei pensieri, mi assilla e ogni volta che la guardo mi vengono in mente cose che nessuno dovrebbe mai pensare..io non le voglio pensare, ma le penso e non posso farci nulla..-gli lasciai la mano e mi sedetti sul letto, lui si sedette a fianco e mi abbracciò-Non ce la faccio Mario, e non credo di volercela fare..non voglio stare con qualcuno che mi ha mentito per tutto questo tempo, è successo una volta, ma io no ne sono certa e non ci voglio pensare..non voglio credere che tu ci sia andato a letto più di una volta e non lo voglio sapere..per essere perdonata da Serena sono stata via due anni e non voglio scomparire di nuovo per poi tornare con te..so che è una decisione alquanto drastica, ma io ho bisogno di tempo, di molto tempo..-

A quelle parole lui si alzò e baciandomi sulla fronte,mi lasciò la mano, che mi aveva tenuto per tutto il tempo, aprii la porta e se ne andò guardandomi per l'ultima volta dai vetri..

Passarono le ore e le persone si succedevano una dietro l'altra, tutti con la stessa identica domanda dietro 'Ma Mario non è ancora venuto?', ed io con lo sguardo perso nel vuoto rispondevo sempre 'ci siamo lasciati'. Al collo portavo ancora il mio anello, che stringevo nella mani, e che non avrei voluto ancora togliere. Quando arrivò lei accompagnata da Serena mi venne un tuffo al cuore. Entrarono nella stanza con calma, la prima che vidi fu Serena che mi venne subito ad abbracciare.

-So tutto..noi sabbiamo tutto..-e mi strinse più forte. A quelle parole mi girai verso Isa e la fissai, aspettavo che mi chiedesse perdono, che mi dicesse qualsiasi cosa, ma lei rimase li immobile a fissarci, pensai che avrebbe voluto essere in quell' abbraccio con noi e vedendola li sola, come mi ero sentita io poco fa mi venne qualcosa allo stomaco che mi diceva di farla venire qua, di parlarle..ma non lo feci. Ero stanca di essere la vittima di un gioco a cui io non avrei mai voluto partecipare. Appoggiai la testa sulla spalla di Serena e mi accoccolai, avrei voluto rimanere cosi per sempre, ma non potevo, dovevo assolutamente parlare con lei. Chiesi sotto voce a Serena se ci poteva lasciare sole, lei dopo avermi guardato negli occhi si voltò ed usci. Rimasta sola con lei, non sapevo cosa dirle, le parole iniziarono ad uscire dalla mia bossa come il vento e la sua faccia, più io parlavo più diventava dispiaciuta, ma a me non interessava, non più!

  
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