InuYasha si attaccò al campanello.
Chissà, forse
per l’età, quello là era un po’ sordo. O forse non voleva sentire?
Si staccò
solo quando lui aprì la porta.
-Ciao, fratellone!- lo salutò
allegramente.
Quello roteò gli occhi come a dire “lo sapevo che era lui”, e
gli sbatté la porta in faccia.
-Andiamo, Sesshoumaru… capisco che per i
nostri trascorsi… ma è una cosa importante!-
Udì da dentro qualcosa del tipo
“Rin! Non azzardarti ad aprire la porta!”. Doveva solo sperare che, come al
solito, la ragazzina facesse quello che voleva.
-Ciao, InuYasha! Come mai
qui?-
-Rin! Te lo scordi di uscire domani pomeriggio!- Urlò Sesshoumaru da
dentro.
Lei alzò le spalle, figurarsi se non sarebbe poi riuscita a
convincerlo del contrario.
Sorrise affabilmente verso InuYasha. –Devi dirci
qualcosa?-
Lui tirò fuori una mano dalla tasca e si tirò indietro i capelli.
–Oh, nulla. Mi sposo.-
Sentì un tonfo attutito. Sbarrò gli occhi. Non
ditemi che mi sono giocato il fratello!