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Autore: Cicci 12    09/07/2007    5 recensioni
- Mi chiamo Eiko! Piacere di conoscerti... Shinichi Kudo!-.... chi sarà questa strana ragazza che conosce la vera identità del piccolo Conan? Che ruolo avrà nella storia? il giovane detective potrà fidarsi di lei? potrete scoprirlo solo leggendo!!! tra omicidi, mistri e nuovi amori, inizia una nuova avventura per il detective Conan
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap. 13 Torna da me

Cap. 13 Torna da me

 

Eiko era ancora chinata sul petto di Shinichi quando l’ambulanza arrivò sgommando.

Non riusciva a smettere di piangere.

Shinichi, il suo Shinichi, era lì, tra le sue braccia, in bilico tra la vita e la morte.

Lo sapeva che era così, lo sapeva perché sentiva il suo cuore: era debolissimo.

Takagi l’allontanò da lui: voleva protestare, restare con lui, ma non ne aveva la forze e lo lasciò fare.

I medici caricarono il ragazzo sul mezzo poi guardarono la giovane: non le chiesero nemmeno se era parente, le fecero solo cenno di salire.

Lei lo fece e si sedette accanto alla barella: le lacrime continuavano a scendere.

Gli prese la mano e gliela strinse.

Lo guardò a lungo, il petto che si alzava ed abbassava debolmente: non un cenno, non una parola che le facesse capire che lui si accorgeva della sua presenza.

Il suo viso sembrava quasi rilassato, come se dormisse, come se non si accorgesse di quello che gli stava accadendo.

Il cuore di Eiko continuava a martellarle nel petto: aveva paura, una paura tremenda, per quel ragazzo che le aveva rapito il cuore.

Perché era proprio ciò che era successo: solo in quella situazione così tragica la giovane si era accorta che quelle emozioni che sentiva da qualche tempo erano qualcosa di molto vicino all’amore.

Lei si stava innamorando di Shinichi.

Per la prima volta da diversi minuti, Eiko fece il suo primo pensiero egoista: voleva che Kudo si risvegliasse, per sapere, conoscere i suoi sentimenti per lei.

La ricambiava?

O pensava ancora a Ran?

Non lo sapeva, e forse non lo avrebbe mai saputo.

In quel preciso istante avrebbe voluto darsi uno schiaffo, per il suo pensiero, per il fatto che le era semplicemente affiorato alla mente un pensiero del genere.

Shinichi si sarebbe svegliato e chissà, forse avrebbe ricambiato i suoi sentimenti.

Ma ciò che importava in quel momento è che lui riaprisse i suoi incredibili occhi azzurri e continuasse a vivere.

- Torna da me, ti prego. Torna da me.- sussurrò la giovane, in modo che solo lui potesse sentirla.

Ma sapeva che non poteva succedere.

Lui non la sentiva, non sentiva la sua voce: il suo dolce angelo stava dormendo, ma presto si sarebbe risvegliato.

Non era ancora pronta lasciare che quell’angelo tornasse da colui che l’aveva creato, che tornasse a casa, che tornasse in paradiso.

Finalmente arrivarono in ospedale e i suoi pensieri si interruppero.

Rimase accanto alla barella, mentre correva per i corridoi, fino a giungere alla sala operatoria, dove lei non poteva entrare.

Lo vide sparire dietro le porte, poi il silenzio la circondò.

Si sedette e cercò di respirare.

In un momento di lucidità chiamò Ai e suo zio, che la raggiunsero immediatamente.

- Eiko. Eiko tesoro.-

Non lo fece nemmeno parlare: si butto tra le braccia del dottor Agasa e pianse ancora, fino a terminare tutte le lacrime.

L’uomo la strinse: era più tranquillo, la sua nipotina era in salvo, ma il ragazzo che conosceva da quando era nato, che vedeva un po’ come un figlio, era in una di quelle stanza a lottare contro la morte.

Anche la piccola Ai versava qualche lacrima, lei che era sempre così rigida.

Attesero a lungo: sembrava che il tempo non finisse più.

Finalmente dopo un paio d’ore un dottore venne loro incontro.

- Dottore. Come sta?- chiese impaziente il professore.

- Voi siete i parenti?-

- N-no… ma i genitori sono all’estero e noi… siamo gli amici più stretti che ha.- rispose Eiko, trattenendo le lacrime.

- D’accordo. Il ragazzo è fuori pericolo, ma…… è entrato in coma.-

L’americana trattenne il respiro, per non ricominciare a piangere.

- Coma…- sussurrò Ai.

- Si. Ma cerchiamo di essere positivi. Potrebbe risvegliarsi presto e stare meglio in un paio di settimane. La pallottola è andata molto vicino al cuore, ma non ha lesionato nessuna arteria o altro. È stato fortunato.-

Senza quasi accorgersene, Eiko tirò un sospiro di sollievo: non tutto era perduto.

- Possiamo… possiamo vederlo?- chiese Agasa.

- Si, uno alla volta.-

- Vuoi andare tu?- chiese Ai all’americana.

- No, andate prima voi… io… ho bisogno di restare un po’ sola.-

Così i due, uno alla volta, fecero visita al giovane detective.

Quando la bambina tornò, Eiko vide che aveva pianto: significava che la vista del giovane faceva quell’effetto?

La ragazza trasse un profondo respiro poi, dopo essersi scambiata uno sguardo con lo zio, si alzò e si diresse alla camera di Kudo.

Vi entrò lentamente, guardandolo da lontano.

Era steso sulla schiena immobile, con diversi tubi attaccati qua e là.

Sembrava quasi morto, se non fosse stato per il BipBip della macchina accanto a lui che indicava che il cuore continuava a battere.

Come si era aspettata le lacrime cominciarono a scorrerle sulle guance, incapaci di essere fermate.

Si sedette sulla sedia accanto al letto, senza togliere gli occhi dal suo viso.

Gli accarezzò la fronte, poi una guancia: non un movimento.

- Cosa ti hanno fatto? Che cosa ti hanno fatto?-

Continuò a guardarlo.

Com’era bello…

Avrebbe voluto baciarlo, ma non voleva: se doveva farlo lo avrebbe fatto quando lui poteva sentirlo.

- È stata tutta colpa mia.- continuò a dire, prendendogli una mano e stringendola. – Se solo non mi fossi fatta catturare…-

Poggiò la testa sulle lenzuola, piangendo e stringendogli la mano.

Rimase lì a lungo.

Dopo quasi un’ora venne raggiunta dal dottor Agasa e Ai.

- Tesoro, noi andiamo a casa.- le disse lo zio: aveva la sensazione che lei volesse restare.

- Va bene. Io resto qui. Ci vediamo domani.- disse la ragazza, come aveva immaginato l’uomo.

Senza aggiungere una parola i due se ne andarono lasciando soli i due giovani.

- Starò con te, fino a quando ti risveglierai. Ma ti prego… torna da me.-

Senza quasi pensarci, appoggiò la testa sul braccio la cui mano stringeva quella di Shinichi e senza più una parola, si addormentò, stremata.

 

 

Lo so, non è successo molto.

Ma questo era un capitolo utilizzato per descrivere i pensieri di Eiko e i suoi sentimenti.

Spero comunque che vi sia piaciuta.

Ringrazio magicadula, Dany92 e viky4forever per i commenti e tutti quelli che hanno letto.

Un bacio

Cicci12

  
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