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Autore: DreamingAdelaide    23/12/2012    2 recensioni
Sapete cosa si prova a conoscere dei ragazzi e poi scoprire che fanno parte di una band famosa?
Sapete cosa di prova a ritrovarsi all'improvviso catapultati nella loro realtà, nella loro vita?
É quello che successe, ma i sogni finiscono sempre.
"Sciolse l'abbraccio e andò via facendo un cenno della mano. Non disse nulla, ma nessuna parola mi avrebbe fatto sentire la sua mancanza come quell'abbraccio"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7

Mancavano ancora parecchie ore alla festa e non sapevo proprio che fare.
«Potresti...» cercò di aiutarmi Katia. «Potresti cercare un vestito. Potresti dare un'aggiustata alle tue unghie. Sono parecchio rovinate. Se vuoi lo faccio io»
Osservai le mie unghie. Non facevano proprio schifo, ma non erano nemmeno curate. «Mmm... credo che manicure e pedicure vengano prima del vestito. Sono cosi negata in queste cose».
Impiegò circa un'ora per entrambe le cose, ma ne valse la pena. Non avevo mai avuto delle unghie cosi ben curate, da potersi definire unghie.
«Cavolo! Mancano ancora quattro ore alle otto»
«Ora scegli il vestito».
Salii nella mia stanza e aprii l'armadio. Non avevo di certo una vasta scelta. Non ero proprio il tipo da vestiti eleganti.
Riepilogando: unghie poco curate, pochissimi abiti eleganti... un maschio!
Alla fine, scelsi un vestito viola stretto fin sotto al seno per poi scendere morbido sopra al ginocchio. Abbinai un paio di scarpe col tacco nere con dei piccoli fiocchi lungo il collo del piede e delle borchie dietro nella parte del tallone, una pochette nera e gli orecchini che mi aveva regalato Harry.
Quel cofanetto di velluto rosso mi ricordò il momento passato quella mattina. Sentii il calore salirmi al viso e scossi la testa per mandare via quel pensiero.
Mancavano due ore e mezza quando andai in bagno a farmi la doccia. Una volta sotto l'acqua, immaginai l'intera serata: io che ballavo insieme ai ragazzi con intorno un centinaio di persone.
Tutto ciò che volevo era stare con loro e divertirmi.
Restai per circa un'ora sotto la doccia con l'acqua che mi bagnava la testa, le spalle e tutto il corpo.
Uscii dalla cabina e mi guardai allo specchio mezzo appannato. Allo stereo c'era "Little Thing". Era probabilmente la canzone più bella che avessi mai sentito.
"Se un ragazzo me la dedicasse, lo sposerei subito" pensai sorridente.
Entrai nella stanza e rabbrividii. «Porca miseria che freddo!» esclamai prendendo il vestito dal letto per poi tornate nel rilassante calore del bagno.
Misi il vestito e asciugai i capelli stirandoli. Odiavo i miei capelli perché erano un miscuglio di capelli ricci e lisci e, appena li pettinavo, si gonfiavano, diventando una massa informe. Facevo un favore alla società stirandoli.
Essendo il vestito molto semplice, decisi di marcare lo sguardo truccando molto gli occhi. Misi poi un velo di fard, infilai le scarpe e fui pronta.
Andai da Katia per sapere che ne pensasse che, appena mi vide, esclamò: «Ma sei un incanto!»
«Lo pensi davvero?».
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che bussarono alla porta.
Tolsi i tacchi e mi fiondai per le scale facendo segno a Katia di aprire.
Presi un copri spalle nero, rimisi i tacchi e mi guardai allo specchio. Non ero proprio niente male.
"A Harry verrà un colpo quando..." mi fermai subito.
Quel nome era diventato come un campo minato. Ovunque mi voltassi, mi scoppiava nella testa.
Tornai di sotto con un sorriso stampato in faccia, con tutta l'intenzione di far finta che non fosse successo niente.
A metà delle scale, mi accorsi che alla porta non c'era la massa di ricci di Harry, ma il ciuffo perfetto di Zayn. Capii subito che centrava il nostro "incidente".
Nascosi la delusione e gli sorrisi. «Ciao! Che sorpresa»
«Si. É stato tutto improvvisato. Harry... si è sentito poco bene e... addormentato, si è addormentato e non era ancora pronto cosi sono venuto io»
Zayn stava mentendo e lo si capiva subito ma feci finta di credergli. «Povero piccolo! Mi dispiace. Spero che si senta meglio stasera»
«Certo, speriamo. Andiamo?»
Annuii e uscimmo di casa salutando Katia.
Restammo per un pò in silenzio finché non fu lui a interromperlo. «Sei davvero... molto bella»
«Grazie» sorrisi e abbassai lo sguardo.
«Allora... andiamo?»
«A-a piedi? Arriverò morta con i tacchi che mi ritrovo. Non ci sono abituata»
«Purtroppo sono venuto a piedi. Facciamo cosi, se ti stancherai o ti faranno male i piedi, ti porterò io in braccio».
Risi di gusto. «Ci sto!».
Ripiombò il silenzio. Ero strasicura che Zayn stesse mentendo e che Harry non fosse venuto a causa mia.
Mi feci coraggio e glielo chiesi. «Harry non è voluto venire, vero?» dissi guardando fisso la strada davanti a me.
«M-ma no. Si è davvero sentito male»
«Zayn, te lo si legge in faccia che menti».
Sospirò. «Senti, non so cosa sia successo. Mi ha chiesto di venirti a prendere e mi ha spiegato dove abitavi. Spero che chiariate presto perché siete amici ed è brutto perdere degli amici. Perché... voi siete amici, giusto?» chiese a un tratto.
Zayn mi guardava ed io guardavo dritto davanti a me. Evitavo di farmi guardare negli occhi, anche se non credevo che lui potesse capire i miei pensieri da uno sguardo come faceva Chris.
«Certo che siamo amici. Cos'altro dovremmo essere?»
«Non lo so» si limitò a dire scrollando le spalle.
«Com'è andata l'intervista?» cambiai discorso.
Lui sorrise e si mise a raccontarmi per filo e per segno ogni cosa.

Harry
Vagavo per casa senza una metà già da alcuni minuti. Forse avevo fatto male a mandare Zayn al posto mio. Forse avremmo potuto parlare e chiarire tutto. Potevamo salvare un'amicizia almeno. «Merda! Merda e ancora merda!» gridai portandomi le mani nei capelli.
«Che ti succede Harry?» mi chiese Louis con uno scatolone pieno di decorazioni da festa fra le mani.
«Con tutte le volte che ha detto merda, forse è diventato stitico e sta pregando per una diarrea fulminante» esclamò Niall dall'alto di una scala.
Liam e Niall cominciarono a ridere e il secondo rischiò anche di cadere mentre Louis li guardava con aria di rimprovero.
«Niente. Ho... dimenticato una cosa negli studi di Manchester» mentii.
«Sei sicuro? Sono certo che non abbiamo lasciato nulla lì»
«Dopo proverò a chiamare Paul».
Appena bussarono alla porta, il sangue mi si gelò nelle vene.
«Forse sono Zayn e Ade» tirò a indovinare sorridente Liam andando ad aprire.
«Vado a cercare di sopra» mi precipitai per le scale e mi chiusi in camera.

Liam
Aprii la porta davvero convinto che fosse tornato Zayn con Ade, invece erano i primi invitati. Fra di loro c'erano gli amici di Zayn che, non vedendolo, mi chiesero dove fosse.
«Lui è... andato a prendere degli amici» mentii.
«A piedi?» notò uno di loro.
«Si, a piedi. Che c'è di male? ».
Loro rimasero increduli e io mi chiesi davvero che fine avesse fatto Zayn.

Zayn
«Ti fanno molto male i piedi?» chiesi dispiaciuto dopo che lei mi aveva supplicato di fermarci.
«Un pò. Diciamo che non era il caso camminare così a lungo con i tacchi»
«Mi dispiace davvero»
«Nono, tranquillo. Mi pento solo di non essermi portata la mia super borsa. Potevo infilarci dentro un paio di ballerine»
«Dai, ti prendo in braccio».
Feci per avvicinarmi ma lei indietreggiò. «No dai, è imbarazzante!»
«Ma che imbarazzante! Su vieni».
Mi avvicinai ancora ma mi fermò le mani. «Davvero, non serve. Poi tu sei famoso, cosa penserebbe la gente?»
«Che sono un gentiluomo. Ora vuoi salire? Tanto non manca molto».
Sbuffò e si posizionò dietro di me. Fece un piccolo salto e afferrai le sue gambe.
«Cavolo se sei pesante!» esclamai senza volerlo.
«Grazie eh! Mi sento offesa»
«Non volevo offenderti» sbuffai. «Possibile che con te non ne combino mai una giusta?».
Scoppiò a ridere e mi strinse forte. Era uno strano abbraccio, ma era anche cosi caloroso e... piacevole.

Adelaide
Non ci volle molto ad arrivare e già a un paio di metri dalla casa, si sentiva una musica assordante.
Mi lasciò le gambe e io scesi ricomponendomi.
«Eccoci arrivati» proclamò con un grosso sorriso visibilmente agitato.
Quando ci aprirono, venni sopraffatta dalla musica troppo alta. Le mie orecchie ci misero un pò ad abituarcisi.
Superato lo shock della musica, ne subentrò un altro: la casa era piena di persone, di cui alcune famose, che erano a me sconosciute.
Come ero timida io, avrei fatto difficilmente amicizia con qualcuno e mi maledivo per questo. "Resterò single a vita di questo passo" mi dicevo a volte.
Zayn mi piantò in asso mischiandosi subito alla folla. "Fantastico!" pensai.
Quella serata aveva tutti i presupposti per diventare una pessima serata, soprattutto perché non vedevo nessuno dei ragazzi.
Cercai Harry nella mischia senza alcun risultato. «Benvenuta Ade! Vieni che ti offro qualcosa da bere, o preferisci mangiare?» Niall mi prese per mano e mi trascinò con sé.
«No Niall, sto a posto così»
«Va bene» smise di tirarmi e guardò per un momento gli altri ballare per poi voltarsi verso me. «Ti va di ballare?».
Annuii e subito ci fiondammo nella folla. Danzammo per il tempo di cinque canzoni, poi ci buttammo a peso morto sul divano ridendo.
«Però! Che resistenza che hai»
«Non ballavo così tanto da una vita. Adesso accetterei volentieri qualcosa da bere»
«Tutto ciò che vuole, mia signora».
Scoppiai a ridere per la sta affermazione. Sorrise e andò via per poi non tornare più a sedersi vicino a me.
Guardavo le persone ballare e divertirsi mentre in ero di nuovo sola a chiedermi cosa ci facessi là. Insomma, era come se si conoscessero tutti e io non conoscessi nessuno. Presi il cellulare e mandai un messaggio.

"Chris, sono alla festa e mi sento un pesce fuor d'acqua. Sono seduta su un divano da sola, guardando gli altri ballare. Non so cosa fare. Salvami”

Aspettai un paio di minuti, poi arrivò la risposta.

"Lanciati in pista e balla, anche se ti senti ridicola. È un buon modo per non pensare".

Rilessi quel messaggio più di una volta cercando di capire il senso di ciò che mi aveva scritto. «Perfetto. Non so a cosa mi servirà ridicolizzarmi così» dissi fra me e me.
Sbuffai alzandomi dal divano. Sistemai il vestito e camminai facendomi strada fra la mischia. Un ragazzo mi tirò a se per ballare ma poi si bloccò. Subito lo riconobbi e sorrisi. «Liam!»
«Hey! Quando sei arrivata? Non vi ho visti arrivare»
«Più o meno un'ora fa. Sono stata tutto il tempo seduta e da sola» sottolineai l'ultima parola.
«Potevi cercarci. Non ti avremmo mai lasciata da sola»
«Non ci avevo pensato. Ti va... di stare un po' con me?»
«E c'è bisogno di chiederlo? Ti va di bere qualcosa?».
Annuii e lo seguii al tavolo delle bibite.«Alcolico o analcolico?»
«Analcolico, grazie»
«Ottima scelta. Ti seguo a ruota»
«Un ragazzo che non beve. É un miracolo».
Fece un sorriso sghembo. «Per molto tempo non ho potuto bere alcolici e ora... diciamo che non mi sono ancora abituato. E poi, sai com'è, uno dei cinque deve pur rimanere lucido» spiegò.
Mi porse un bicchiere di succo di frutta alla pesca. Mi parlò un po' di lui, della sua vita e di quanto fosse grato ai suoi fans. Mi disse di amarli incondizionatamente e che cercava sempre di renderli partecipi della loro vita perché a loro doveva tutto.
Era un ragazzo interessante e con la testa sulle spalle. "Ragazzi così non ce ne sono molti in giro" pensai.
«Ti va di ballare?» chiese a un tratto.
Annuii e lui mi prese per mano portandomi in pista. Mi stavo davvero divertendo con lui.
«Liam c'è un problema» c'interruppe una voce familiare che mi pietrificò.
Mi voltai a guardarlo e lui sbiancò visibilmente. «C-ciao. Io... credevo non fossi venuta»
«E invece eccomi in tutto il mio splendore» sorrisi.
«Concordo» intervenne Louis. «Sei al dir poco stupenda. Questo vestito ti dona ed esalta la tua bellezza».
Abbassai lo sguardo sorridendo, forse arrossii. «Grazie»
«Sei il solito ammaliatore».
Alzai lo sguardo in direzione di quella voce. Un incanto di ragazza dai lunghi capelli castani e dal fisico perfetto mi si parò davanti.
«Io sono Eleanor, la fidanzata di Louis. Ho sentito molto parlare di te ed è un piacere conoscerti di persona».
Purtroppo, io non avevo mai sentito parlare di lei. Sorrisi guardando con rimprovero Louis, che abbassò lo sguardo, e strinsi la mano della ragazza. «È un piacere conoscerti, Eleanor»
«Allora, qual è questo problema?» riprese in mano il discorso Liam.
«Un ragazzo si è chiuso nel bagno e adesso è bloccato» spiegò Harry senza togliermi gli occhi di dosso.
«E la chiave?»
«Spezzata... nella serratura» disse quest'ultima volgendo lo sguardo a Liam.
Louis scoppiò a ridere e io lo seguii.
Liam si scusò perché doveva allontanarsi e andò a controllare, seguito da Louis, che continuava a ridere, ed Eleanor.
Mi voltai per tornarmene sul divano ma Harry mi seguì. «Hey, non si saluta più?»
«Ciao» biascicai voltandomi solo per un istante.
«Un iceberg sarebbe meno freddo»
«E una persona matura affronterebbe le situazioni di petto» feci un paio di passi verso di lui.
«Ci ho pensato a lungo prima di prendere quella decisione e mi è sembrato più giusto non affrettare le cose»
«Ma non è successo niente, Harry! É stato... un incidente. Credimi, anche se Zayn è di buona compagnia, ci sono rimasta male».
Si mise una mano fra i capelli e piagnucolò un "Mi dispiace". Amavo i suoi capelli e ancor di più quando li toccava in quel modo. Con quella faccia da cane bastonato poi, noi riuscivo proprio ad essere arrabbiata con lui.
«Sai qual è il mio problema? É che io non riesco mai ad essere arrabbiata a lungo con le persone a cui voglio bene»
«Posso ritenermi perdonato?» il suo viso s'illuminò come quello dei bambini quando hanno visto un barattolo di nutella.
«Voglio stare un po' da sola. Ne riparliamo più tardi magari».
Cercò di aggiungere qualcos'altro ma io lo piantai in asso. Tornai sul divano, quel divano che era stato il mio migliore amico per quella sera.
Presi il cellulare per mandare un altro messaggio a Chris ma decisi di non farlo, di lasciarlo in pace. Infondo, lui quella sera stava lavorando.
Nel momento in cui riposi il cellulare nella borsetta, Zayn si sedette al mio fianco.
«Mancavi solo te all'appello. Adesso posso dire che ho passato del tempo con tutti e cinque i One Direction a questa festa»
«Quindi hai parlato con Harry. Risolto tutto?»
«Non proprio. Gli ho detto che ho bisogno di pensarci su e che ne parleremo meglio dopo»
«Ma è così grave la situazione?»
«Non è grave, è complicato»
«Quindi, visto che è complicato e non vuoi vederlo, te ne stai qui seduta e non ti stai minimamente divertendo. Ma che diamine è successo fra di voi?»
«Sta mattina, quando è tornato da Manchester, è venuto a trovarmi e... diciamo che c'è stato un malinteso fra noi e adesso non ci parliamo»
«Dai, vedrai che si sistemerà tutto».
Lui sorrise. Aveva proprio un bel sorriso. Forse, fino ad allora, non mi ero resa conto di quanto fosse dolce Zayn.
"É perfetto, esattamente come Liam" pensai.
Sentii l'impulso irrefrenabile di abbracciarlo e lo feci.
«Grazie» gli sussurrai in un orecchio.
Ricambiò il mio abbraccio. «Se vorrai, per te ci sarò sempre».
Ci guardammo negli occhi. Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Ero come ipnotizzata dai suoi occhi nocciola.
Mi accarezzò una guancia e lentamente avvicinò le sue labbra alle mie.
Dopo un bacio a stampo, schiusi le labbra e lui fece lo stesso. Le nostre lingue si toccarono e sentii il mio stomaco chiuso da una morsa. Un'insieme di sensazioni indescrivibili oltrepassavano il mio corpo.
Harry
"Parliamo dopo". Queste parole riecheggiavano nella mia testa già da quindici minuti.
Quanto sarebbe durato realmente quel "dopo"?
Non resistetti e andai a cercarla. Guardai in ogni angolo della sala ma non riuscii a trovarla.
«Cazzo! E se fosse andata via?» dissi fra me.
Quando la trovai, la maledii per non essersene andata davvero.
Era avvinghiata a un ragazzo sul divano. Avrei dovuto lasciar perdere, invece mi avvicinai.
«Quanto tempo dovrei aspettare per parlare con te? Vi fermate al bacio o volete anche una stanza?».
Lei si staccò dal ragazzo e io rimasi di sasso: era Zayn.
«Non ci posso credere. Addirittura con lui che... va bé, lasciamo perdere. Continuare pure. Tanto il nostro discorso non è poi così importante, no?».
Feci per andarmene ma mi sentivo ancora insoddisfatto della mia sfuriata così tornai indietro. «E salutatemi la vostra amica Perrie»

Adelaide
Harry si allontanò velocemente e io mi voltai a cercare lo sguardo di Zayn ma lui se n'era già andato.
«Fantastico! Di nuovo sola e con ancora più guai di prima» esclamai.
Andai alla ricerca disperata di uno dei due. Alla fine incontrai Liam e un altro ragazzo, Josh. Lui mi disse di aver visto Harry uscire sulla terrazza.
Mi precipitai da lui. «Harry. Harry dove sei?»
«Sono qui» disse alzandosi da un dondolo di paglia.
«Mi... mi dispiace. Non volevo mettere da parte la nostra discussione. Stavo solo chiedendo consiglio a Zayn»
«Infilandogli la lingua in bocca? E che consiglio ti ha dato la lingua di Zayn?»
«No! Quello... quello è venuto dopo. Perché sei così seccato?»
«Perché...» sbuffò e si passò una mano fra i capelli. «Perché Zayn è... noi dovevamo parlare e tu eri con Zayn che è... impegnato»
«In che senso?»
«Nel senso che Perrie, la ragazza che ho nominato prima... lei...»
«Smettila di girarci intorno, Harry!»
«Zayn è fidanzato con Perrie»
«E ti ci voleva tanto a di... cosa?!»
«Zayn è fidanzato e Perrie è la sua ragazza».
Ero sconvolta. Come poteva avermi nascosto questo particolare e avermi addirittura baciata?
«Scusami un attimo Harry. Lo uccido e torno da te»
«Dai Ade! Non farla cosi... tragica» mi fermò per un braccio e mi costrinse a girarmi.
«Quando qualcuno mi prende in giro, quel qualcuno si deve aspettare una mia scenata».
Rientrai nel fracasso che c'era dentro. Trovai subito Zayn, per sua sfortuna. Lo afferrai per il colletto della camicia e lo portai vicino alle scale.
«Perché l'hai fatto?».
Fece uno strano sguardo, come se non sapesse di cosa stessi parlando.
«Non mi hai detto che sei fidanzato. Perché? Se lo avessi saputo, non ti avrei permesso di baciarmi»
«Non volevo... cioè non era programmato. É successo»
«Non doveva succedere. Io non voglio rovinare il vostro rapporto».
Iniziò a ridere. «Era solo un bacio!»
«Solo un... sai che sei proprio uno stronzo? É meglio che la finiamo qui prima che ti prenda a calci in culo».
Lo spinsi via con tutta la forza che avevo e tornai sulla terrazza.
Harry mi si avvicinò reggendosi a malapena sulle gambe. «Com'è andata?»
«Non è andata. Era solo un bacio» cercai di imitare la voce di Zayn.
Harry scoppiò a ridere come se avessi raccontato la barzelletta più divertente del mondo.
«Ma che hai combinato, Harry?» dissi con lo stesso tono di una mamma che rimprovera suo figlio.
«Giuro che sto bene. Guarda» si mise su una sola gamba per poi cadere rovinosamente a terra.
«Certo, certo. Stai proprio benissimo»
«Giuro che sto bene. Ho solo perso l'equilibrio. Ogni tanto sii un po' più elastica. Divertiti».
Harry era ubriaco ma aveva ragione. Gli strappai la bottiglia da mano e ne bevvi un sorso.
Feci una smorfia di disgusto. «Ma che roba è?»
«Vodka assoluta. Buona vero?»
«Brucia da morire!» esclamai porgendogliela.
«Se non ci sei abituata, non bere» mi sfidò.
«Dai qua» ripresi la vodka per tracannare un altro sorso.
Ci mettemmo seduti in un angolo a dire cazzate a non finire.
«Adelaide, questa bottiglia era piena»
«E allora?»
«E allora... credo che le parole siano scappate dalla mia testa»
«Che cattivone! Dobbiamo trovarle e punirle».
Feci per alzarmi ma la testa cominciò a girare vorticosamente. «Forse è meglio smetterla qui»
«Ma no! Ci stiamo divertendo cosi tanto».
Mi alzai da terra con la vista offuscata e il capogiro e aiutai Harry a reggersi in piedi.
Camminammo nella sala, evitando le persone che ballavano, fino ad arrivare alle scale.
Le salimmo. «Dov'è il bagno?»
«Di fronte alla mia stanza»
«E dov'è la tua stanza, intelligentone?».
Mi guardò malizioso e sorrise. Mi spinse in una stanza e ci ritrovammo nel bagno.
Misi Harry nella vasca ma lui mi trascinò con sé. Ci ritrovammo di nuovo a ridere.
Solo dopo mi resi conto che il mio viso era vicinissimo al suo e tornai seria.
«Che c'è?» chiese lui con una faccia da ebete.
Si alzò sui gomiti accorciando le distanze fra il suo viso e il mio e divenne serio.
Bramavo un suo bacio, non come quello di quella mattina. Volevo un bacio passionale, uno con sentimento. Un bacio lento e delicato che mi facesse perdere la testa.
Per un attimo, credetti potesse leggermi nel pensiero perché stava avvicinando le sue labbra alle mie.
Nel preciso istante in cui le nostre labbra si sfiorarono, qualcuno aprì la porta. Istintivamente, mi nascosi dietro la tenda della vasca.
«E che porca miseria, Harry! Trovatevi una stanza» esclamò Louis che era probabilmente brillo.
«Il bagno fa più figo ed è comodo» rispose prontamente lui.
Louis uscì sbattendo la porta e tirai un sospiro di sollievo uscendo dalla vasca.
Gli tolsi la maglia e aprii l'acqua. «Dio Santo! É fredda!»
«Lo so ma credo che così riesci a svegliarti. Nella mia co...mitiva funzionava sempre».
Lo aiutai ad alzarsi e lo asciugai. Lo feci sedere su una sedia e presi il phon per asciugargli i capelli ma lui mi fermò. «Fallo fare a me. Solo io so come asciugarli».
Prese un asciugamano e se la passò fra i capelli. Poi mi fece segno di passargli il phon. Lo osservavo cercando di memorizzare ogni suo movimento.
«Ora dobbiamo solo metterti a letto» dissi io.
Mi guardò malizioso e scoppiò a ridere. Un istante dopo si bloccò e corse al gabinetto.
«Va tutto bene?» domandai.
«Domanda inutile. Uno che vomita come può mai stare?».
Si voltò a rigurgitare ancora poi si sedette poggiando la schiena al gabinetto. «Scusami, non volevo essere scortese»
«Nono hai ragione. Domanda stupida».
Presi le sue cose poi presi lui per un braccio e lo feci uscire dal bagno. Se la memoria non mi ingannava, la sua stanza era proprio di fronte.
Lo lasciai andare per togliergli il pantalone. «Ma... ma che stai facendo?»
«Ti tolgo il pantalone bagnato. Ricordi che ti ho messo sotto la doccia?».
Fece una strana faccia, poi bofonchiò: «Si, giusto».
Li abbassai di scatto senza però pensare che anche ciò che c'era sotto al pantalone si era bagnato. Distolsi lo sguardo di scatto. Lui rise del mio gesto.
«Dov'è tieni il pigiama?» chiesi seccata.
«Ma se ho le mutande bagnate!» disse infilando le dita nei boxer per tirarli giù ma lo bloccai dicendo: «Harry Styles, abbassati quelle mutande e sei un uomo morto». Mi accorsi che lo stavo guardando e mi voltai a guardare il muro.
Lui sbuffò e mi indicò un cassetto del comodino. «Scegli quella che più ti piace».
Cercavo di contenere l'imbarazzo mentre cercavo davvero un paio di boxer che mi piacessero. Ne scelsi un paio blu con l'elastico azzurro e glielo lanciai.
«Non sbirciare eh» disse lui con tono malizioso.
«Non ci tengo» risposi acida.
Restai una quindicina di secondi a guardare il muro davanti a me. «E il pigiama?»
«Nel letto»
«Eh?» mi voltai a guardarlo, poi ricordai che si stava cambiando e tornai a fissare il muro.
Lui scoppiò a ridere. «Il mio pigiama è nel letto».
Mi lanciai sul letto e cercai il pigiama sotto le sue risate. «Ti gira ancora la testa?»
«Pensa a te che hai vomitato»
Continuò a ridere. «Mi scusi signorina. Per quanto io abbia bevuto un tantino più di te, sono preoccupato».
Trovai il suo pigiama sotto al cuscino. Un classico, come mai non ci avevo pensato?
Glielo lanciai. «La testa gira ancora, ho la vista offuscata e mi sento le palpebre pesanti»
«Qualcos'altro?» rise ancora.
La sua risata iniziava a darmi sui nervi. «Hai finito?»
«Un momento.... giuro... poi mi fermo» non controllava più la sua risata.
Lo guardai e cominciai a ridere anch'io. D'un tratto corse fuori dalla stanza e sentii la porta di fronte sbattere.
«Ed ecco che torna a vomitare» dissi ridendo.
Improvvisamente sentii un rumore provenire dal piano di sotto. Scesi per vedere cosa stesse succedendo e incontrai Louis che sparava stronzate a non finire con un gruppo di ragazzi.
«Hey Louis» gridai per farmi sentire nel baccano.
«Hey bellezza! Ti vedo un po' sfatta. Cosa hai fatto?» chiese con uno sguardo malizioso.
«Assolutamente niente, se non fare la crocerossina».
Fissai il suo bicchiere e mi chiesi cosa contenesse. «Che bevi?» chiesi infine.
«Liam crede che sia un semplice succo di frutta. In realtà è un po' corretto. Non dirglielo però»
Misi una mano sul cuore e alzai l'altra. «Giuro.Muta come una tomba»
Sorrise e mi porse il bicchiere. «Vuoi provare?»
«No grazie. Gradirei una birra però».
Louis scomparì per un momento per poi tornare con una bottiglia fra le mani. Lo ringraziai e andai verso le scale.
Bevvi un sorso e tornai di sopra. La stanza era ancora vuota. «Harry» gridai.
«In bagno» sentii gridare seguito dalle risate.
Lo trovai di nuovo seduto sul pavimento. «Dammi una mano a rialzarmi, per favore».
Posai la birra per terra e andai ad aiutarlo per poi portarlo nella sua camera e farlo stendere nel letto.
Tornai a prendere la mia birra e andai poi a sedermi sul letto per fargli compagnia.
«Tu stai ancora bevendo»
«Tu hai detto che non so divertirmi»
«Ti farà male»
«Ottima osservazione».
Mandai giù un sorso di birra e lo osservai attentamente. Aveva una bruttissima cera e il modo in cui mi guardava era anche più brutto. «Louis mi ha dato la bottiglia già a metà. La finisco e non bevo più».
Finii la birra velocemente e la misi sul comodino. La sua risata ricominciò.
«Sei snervante quando ridi»
«Scusami. Ti stavo immaginando fra un po' di tempo, quando l'alcol inizierà a fare effetto»
Rimasi in silenzio. I ricordi mi affollavano la testa. I ricordi della mia vita in Italia, dei miei amici. I ricordi di lui. Feci un sorriso sghembo. «Ma l'alcol non dovrebbe far dimenticare?»
«Eh?»
«Niente, lascia perdere. Piuttosto, noi due non dovevamo parlare?»
«Già. Credo che lo faremo un altro giorno»
«No, noi parleremo adesso» dissi alzando il mio tono di voce di una ottava.
«Va bene. Non c'è bisogno che ti arrabbi»
«Perché l'hai fatto? Perché mi hai baciata?».
Rimase in silenzio per un paio di secondi. «Non lo so. Non ti dico che non volevo, perché io volevo eccome. Volevo farlo e l'ho fatto ma... non ho pensato alle conseguenze. Non ho pensato alla nostra fiorente amicizia. Volevo solo baciarti».
Rimasi immobile per memorizzare ogni singola parola perché non avrei mai voluto dimenticarle. Mi misi in ginocchio sul letto e lo guardai attentamente. «Lo faresti anche adesso?»
«Cosa?»
«Baciarmi. Lo faresti?».
Si sedette accorciando le distanze fra i nostri visi. Le nostre labbra si toccarono e nel giro di pochi secondi mi ritrovai sotto di lui. Con la lingua sfiorò le mie labbra, come se volesse chiedermi il permesso di baciarmi oppure per darmi la possibilità di tirarmi indietro. Schiusi le labbra e lasciai che la sua lingua toccasse la mia. In quel momento non sapevo neanche io cosa provavo. Farfalle, pterodattili, rinoceronti e quant'altro vagavano nel mio stomaco e il mio corpo era cosparso di brividi.
Cominciò a baciarmi dolcemente il collo mentre la sua mano andava su e giù sulla mia coscia. Quasi senza accorgermene, lo spogliai e lui rimase solo con i boxer blu rigonfi.
Con un gesto da maestro, sfilò il mio vestito e le mutandine e sbottonò il reggiseno. Mi lasciò stesa sul letto mentre lui cercava un preservativo fra le sue cose.
Fu un movimento rapido e sentii inizialmente dolore. Dopo un po' divenne piacevole e mi lasciai andare a quel momento che fu, anche se insolito, magico.


Writer's corner
Saaaaaalllllveeeeeee! :3
Ooookkey :3 probabilmente qualcuno rimarrà deluso dal finale. Il fatto è che mi vergogno da morire a spiegare la scena di sesso che avevo in mente >///<
Spero comunque che vi piaccia :3
Il 6°, il 7° e l'8° (prossimo) capitolo sono i migliori che io abbia mai scritto *-* (vi lascio immaginare gli altri quanto siano pessimi XD)
A presto con il "Dopo festa" :3
Ps: Nella mia testolina, Lui è Chris :3



Mica male eh? :P lo preferite sbarbato o barbato ? (?)
io in entrambi i modi :P
  
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