La
Dalton Academy in
: << Intolleranti anche a Natale >> ,
quando le festività non fanno
altro che aumentare la cattiveria di certi individui.
Al mio
Thad,
io mi
limito a descriverti,
il merito
di questa bellezza è tuo.
Note
autrice: Perdonate
il ritardo. Ho avuto un bellissimo
impegno ieri e non sono riuscita a scrivere nulla.
Cercherò di
recuperare il tutto oggi. Grazie
per le
recensioni e le letture.
Note
betaggio: Lady_Thalia.
Sta facendo un lavoro incredibile anche con
questa Week, non
la ringrazierò mai abbastanza.
Giorno VI
Ricordi di Natale.
*
Sebastian si spinse in
quel corpo caldo e stretto.
Per quanto oramai ne fosse
passato di tempo dalla loro prima
volta, i muscoli di Thad si avvinghiavano intorno a lui in un modo che
il solo
pensiero avrebbe rischiato di farlo venire.
Harwood rispose a
quell’invasione con un gemito strozzato,
mentre si mordeva il dorso della mano per non fare troppo rumore.
Si
prese del tempo per
osservarlo, nonostante il proprio unico desiderio fosse quello di
scavare,
sempre più in profondità, in quella
carne calda.
L’osservò
perché, nudo ed eccitato, rimaneva comunque bellissimo.
Sebastian si stese sopra
di lui, puntellandosi su i gomiti ed
evitando che tutto il proprio peso gravasse sull’altro.
Quelle labbra erano
così rosse e lucide per i baci poco
gentili che si erano scambiati .
Quella di Sebastian era
fame.
Aveva
fame di quel
corpo, così bianco e bello, ma non era solo quello.
Sebastian desiderava Thad,
non solo la sua carne.
Desiderava il calore di
Thad, desiderava il modo in cui lo
prendeva per mano davanti a tutti ; il modo, quasi materno, con il
quale lo
abbracciava quando si lamentava del freddo.
Ondeggiò dentro
quel corpo, cercando la giusta angolazione.
Harwood sgranò
gli occhi.
E
quegli occhi.
Sebastian diede una spinta
secca, cercando di non pensare.
Ma
non riusciva a non
pensare a quanto desiderasse Thad Harwood proprio
perché fosse Thad Harwood.
Si spinse ancora
più a fondo e ricevette in cambio un
gemito.
Trovato.
Colpì
ripetutamente quel punto, non per Thad, ma per se
stesso.
Voleva vederlo.
Voleva
vederlo gemere
per il piacere, aggrapparsi alle sue spalle come se fosse
l’unico appiglio,
tendersi per il piacere imminente e,
in fine, venire.
Voleva imprimerselo nella
memoria, per poi riscoprire ogni
volta qualcosa di nuovo e inaspettato.
-Sebastian.- lo chiamo a
sé Thad, afferrandolo per la nuca
ed avvicinandolo al proprio viso.
Non lo voleva baciare :
Harwood era molto vocale, non
avrebbe mai privato Sebastian del piacere del sentirlo
godere, gli fece appoggiare semplicemente la fronte contro
la propria.
Sospiri, gemiti,
imprecazioni vennero emesse direttamente
sulla bocca di Sebastian, che iniziò a spingere sempre con
più vigore: ne voleva di
più.
Non ci volle poi molto,
Thad si tese e si svuotò tra i loro
due corpi.
Le contrazioni dovute
all’orgasmo stimolarono ulteriormente
Sebastian che, oramai molto vicino al limite, cedette silenziosamente,
accasciandosi infine su quel corpo.
Affannati e sfiniti,
recuperarono la lucidità e le forze.
Thad strinse le braccia
intorno alle spalle di Smythe,
chiedendogli implicitamente di non andare.
-Harwood, devo alzarmi e
pulirmi.- gli fece notare.
-Aspetta.-
mormorò
ad occhi chiusi, contro i capelli dell’altro. -Sto
cercando di memorizzare questo momento.-
E, per quanto Sebastian tentasse di ricacciare
indietro quel pensiero, era vero: Thad Harwood era bellissimo.
Avrebbero ricordato quel
loro primo Natale insieme a lungo.