Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: Winry977    23/12/2012    1 recensioni
Incontri inevitabili, quelli scritti dal destino. Io la prima volta che ascoltai Fallen Angel ne rimasi rapita. E cosa ne potevo sapere che il mio primo concerto della mia band preferita mi avrebbe stravolto la vita? Posso solo concludere... che era destino.
Genere: Generale, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho passato un mese intero a fare il conto alla rovescia e a cancellare i giorni sul calendario. E' stato sfissiante e tremendo! Non lo farò mai più! Sono giunta finalmente alla fine del mese e ormai a giorni dovrebbero tornare i Black Veil Brides a casa di Luke. O almeno di questo sono convinta. Oggi è il 28 agosto, ed è passato un mese esatto da quando io ed Andy ci siamo baciati sul pianerottolo davanti casa mia. “Secondo i miei calcoli dovrebbe tornare o oggi o domani...” penso mentre metto un'ultima “x” sul giorno di oggi.

Sospiro mentre faccio colazione con Kaylah e lei alza lo sguardo dalla sua tazza di caffè.

-Rain è l'ennesima volta che sospiri, e mi sa che ho capito pure perché...- si interrompe e si versa dei cereali in una ciotola, mangiandoli senza alcuna traccia di latte o caffè che sia. Non le sono mai piaciuti col latte, fatta eccezione per i cereali al cioccolato, proprio come me. Ma dato che sta mangiando fiocchi d'avena il problema non le si pone. -E' per via di Andy, vero?- per poco non mi affogo col mio thè mattutino. -Indovinato... Rain, sta tranquilla, non ti ha né dimenticata né altro.

-Diciamo che questo lo constaterò non appena lo avrò visto.- risposi io cercando di respirare.

-A proposito, Rain... oggi ho bisogno della macchina. Mi sa che devi andare a lavoro a piedi.

Faccio spallucce. -Ok.

-Devo dare un passaggio a Marc...- continua lei incupendosi. -Gli si è rotto il motore della moto...

-Non va molto bene tra voi due, vero?

Lei fa segno di negazione e sospiriamo insieme. Io le prendo una mano e gliela stringo. -Andrà tutto bene.- le sorrido.

Scendiamo giù dal condominio insieme a Marc, che chissà come mai è di mal umore. Arriviamo davanti il portone della palazzina e davanti a noi si stagna uno spettacolo che ci lascia tutti e tre a bocca aperta: la macchina di Kay è stata tamponata da un furgone. Anzi, tamponata è dire poco. La macchina è stata schiacciata contro il palo del parcheggio e ora ha la forma di una “v”. “Wow, neanche un mese e già non la possiamo più usare.” penso io sarcastica, girandomi verso Kaylah, che si mette una mano sulla bocca e sbianca... segno che sta trattenendo un'imprecazione. Marc invece scoppia a ridere. Io e Kaylah ci giriamo verso di lui e lo guardiamo in cagnesco.

-Che c'è? Non è una cosa buffa?- continua a ridere lui.

-No, è buffo il fatto che ci andrai a piedi al lavoro!- ribatte lei, girandosi e dirigendosi verso il proprietario del furgone. Marc la ferma tenendola per un braccio.

-Quale a piedi, tu vieni con me in metropolitana!

-Hai idea di quanto sia lontana la metro?! Ed io ci metto pochi minuti ad andare a piedi al mio ristorante!- replica lei alzando i toni.

-E io come ci vado al mio di lavoro?!

-Te l'ho detto! Con la metro! Cos'è hai paura che ti rapiscano gli alieni di Men In Black?!

-Spiritosa, lei! Senti un po' tu...

-Basta! Per l'amor del cielo!- intervengo io.

-Ognuno vada per la sua strada! Marc, ti accompagno fino alla metro e poi da lì vedrai cosa fare da solo. Kay...- mi avvicino a lei, che per lo meno con quella sfuriata ha ripreso colore. -Calmati, ok?

-Oh, Rain...- le trema la voce. -Non ce la faccio più.. ti rendi conto? Per la metropolitana stiamo litigando!

-Lo so, lo so. Ma vedrai, tutto si aggiusterà.

 

Passo una giornata noiosa al lavoro. Frank non c'è più da un mese e i miei colleghi non se ne chiedono neanche il perché. Effettivamente anche il loro numero è diminuito da un po' di tempo a questa parte: ormai siamo meno di dieci a lavorare in quella piccola libreria di città. Ma poco male: più spazio per me.

Quando finalmente sta per arrivare l'ora di chiusura per l'ora di pranzo, il capo mi ferma sull'uscio della porta. -Rain, ho bisogno che tu resti di pomeriggio.

-Cosa? E perché?

-Roba... familiare, ma niente di che. Mi serve che tu stia qui.

Sospiro. -E va bene.. pranzo e torno.

E così devo passarci pure il pomeriggio in libreria. “Damn.” penso mentre addento seccata un panino imbottito. “Meno male che mi ha concesso un giorno di riposo per domani!”

Dopo una giornata noiosa -perché ovviamente tutti i miei colleghi senza la forza energica del capo hanno una flemma peggiore degli zombie- torno a casa, e con mio grande disgusto, mi accorgo che le strade sono più desolate del solito.

-Che cosa inquietante...- borbotto tra me e me. -E' come tornare ad un mese fa...

Cammino a testa bassa per non farmi tornare in mente quei brutti ricordi. “Però mi piace pensare che con una bella vendetta ho quasi reso sterile Frank.” sorrido beffarda, e mi accingo ad evitare di calpestare una serie di chewingum gettate per terra fresche fresche. Alzo lo sguardo verso la strada davanti a me per vedere quanti isolati mancano alla mia palazzina e vedo una figura che cammina nella mia direzione. Non mi è nuova: alta, capelli lunghi che oscillano perché vanno contro corrente, si sente persino il tintinnio di una catena. Mi sorge un dubbio. “No... non è lui... non ci credo...” il mio cuore accelera i battiti, e quando il ragazzo entra sotto un fascio di luce di un lampione il respiro mi si spezza. E' Andy. Non mi muovo più, non sto camminando, sono ferma, immobile sotto un altro lampione. Anche lui è fermo, ora e mi sorride.

Non resisto. Gli corro contro e gli salto addosso, gettandogli le braccia al collo. -Non ci posso credere!

Per poco non cadiamo all'indietro, ma lui ride e mi stringe a sé. -Credevo che mi avessi dimenticata...

-E come potrei, Rain?

Solo sentirlo pronunciare il mio nome mi rasserena, e senza pensarci troppo mi stacco da lui e poi lo bacio. E restiamo così, avvolti in un lungo bacio appassionato. “Kay, avevi ragione.”

  
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