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Autore: xbelieveinpeace    23/12/2012    1 recensioni
Qualcuno non crede nell’amore, qualcuno non sa cosa si prova ad essere davvero amati, qualcuno ha paura di amare. Qualcun altro peṛ crede fermamente nell’amore in ogni sua forma, qualcun altro darebbe qualsiasi cosa per sentirsi davvero amato, qualcun altro non vede l’ora di innamorarsi. Qualcuno eccelle in matematica, qualcun altro è un disastro coi numeri.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeff Sterling, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sei sicuro che non ci sia nessuno?”
Sebastian rise, aprendo una porta ed entrando, tirando il braccio di Jeff per invitarlo ad entrare con lui. Jeff non ebbe neanche il tempo di riaprire bocca che Sebastian lo spinse contro una parete, cercando l’interruttore della luce della sua stanza.
“Siamo solo io e te, Jeff,” Gli sussurrò il moro, attaccando le sue labbra al collo di Jeff, cercando quel punto particolare che sapeva avrebbe convinto il suo ragazzo a smettere di preoccuparsi.
“Ah, Seb―”
Trovato.Sebastian riprese a baciare, mordere e succhiare sempre lo stesso punto, facendo tremare le gambe di Jeff che fece gemere il suo ragazzo appena spinse i fianchi contro quelli di quest'ultimo, sentendo quanto fossero entrambi eccitati. Un momento di lucidità portò Jeff a spalancare gli occhi, fissando l’armadio di Sebastian.
“Eravamo venuti per― cazzo, vestiti. Dovevamo prendere dei vestiti.”
Sebastian rise, prendendo Jeff in braccio di peso e riappoggiandolo a terra solo dopo essere arrivato ai piedi del suo letto. “Quelli possono aspettare, no?” Con lo stesso stupido sorriso stampato in viso, Sebastian riattaccò le sue labbra a quelle del biondo, spingendolo a sdraiarsi sotto di lui. Le sue mani sfiorarono la pelle sotto la camicia di cotone di Jeff, scivolando fino al tessuto dei suoi jeans, sbottonandoli. “Non possiamo lasciare questa,” Disse Sebastian, tracciando l’erezione di Jeff con un dito, abbassando la cerniera. “senza fare nulla, vero?”
Jeff, mordendosi il labbro inferiore talmente tanto da sentirlo sanguinare, stava cercando di non fare troppo rumore nonostante fossero soli in casa. Con un ultimo sprazzo di lucidità, spinse Sebastian sotto di lui, sorridendogli maliziosamente.
“Non mi sembra di essere l’unico con un problemino, Sebby.”
“Colpa tua.”
“Mmh.”
Sebastian baciò Jeff nuovamente, approfittandone per palpare il sedere del biondo ancora un po’.
“Ho un’idea.”
“Ovvero?”
“Ti ho mai detto qual è il mio numero preferito?”
Jeff, che aveva già capito cosa intendeva Sebastian, si tolse i pantaloni e li gettò di fianco al letto, scuotendo la testa. “No, mai.”
Sebastian alzò un sopracciglio, sorridendogli. “69.”
“Chi sa perché mai?”
Jeff rise, lasciando una scia di baci dal collo al petto di Sebastian, scendendo verso il suo stomaco, succhiando e mordendo la pelle del suo ragazzo, che provava a non muoversi troppo sotto di lui.
"Sei perfetto."
Jeff rise, scuotendo la testa riprendendo a baciare l'interno coscia di Sebastian fino a quando non arrivò al tessuto dei suoi boxer, mordendo qua e là.
"Sono perfetto solo perché sono in mutande e sto per―"
Sebastian non gli lasciò neanche finire la frase, alzandosi subito e baciandolo con forza.
"Sei perfetto perché sei perfetto."
Jeff sorrise, baciandolo di nuovo. "Anche tu sei perfetto."
"Ah, si?" Chiese Sebastian, spingendo Jeff sul materasso, salendo su di lui a carponi.
"Sì." Sussurrò il biondo, catturando le sue labbra in un altro bacio, approfittandone per spostare le sue braccia verso il fondo schiena del moro, spingendo i loro fianchi ad incontrarsi, gemendo quando le loro erezioni si incontrarono di nuovo. Continuarono così per un po', Sebastian aveva appena afferrato l'elastico dei boxer di Jeff per togliere quell'ultimo inutile pezzo di stoffa quando qualcuno entrò in camera all'improvviso.
"Papà?"
L'uomo si limitò a ridere, osservando come Sebastian si era subito alzato dal letto, afferrando i suoi pantaloni e quelli di Jeff, porgendoglieli con sguardo allarmato.
James Smythe era quasi più alto di Sebastian, capelli brizzolati, occhiali spessi e smoking cucito su misura. Dietro la sua risata, però, si nascondeva un gelo che spaventò anche Jeff.
"Papà, mi dispiace, non pensavo―”
James indicò Sebastian minacciosamente. "Tu, nel mio studio fra cinque minuti." Poi si voltò verso Jeff, squadrandolo da capo a piedi mentre si riabbottonava la camicia. "Lui può restare dov'è."
Sebastian avrebbe voluto tirargli un pugno in gola sentendo il tono con cui si stava rivolgendo a Jeff. James sbatté forte la porta, lasciando i ragazzi soli in camera.
"Piacere di conoscerla, signor Smythe."
"Jeff, mi dispiace. Non doveva essere a casa oggi."
Jeff sorrise, alzando le spalle e baciando Sebastian dolcemente.
"Non preoccuparti per me, preoccupati di lui piuttosto."
"Me la caverò."
"Sicuro?"
"Come sempre."
"Il mio eroe."
Sebastian rise, infilandosi la sua polo. "Prevedo di scappare non appena avrò finito con lui, puoi prepararmi una borsa con qualche pantalone e delle magliette più leggere, Jeffie?"
Jeff annuì, allacciandosi le scarpe. Sebastian gli sorrise un'altra volta prima di scomparire dietro la porta, prendendo un bel respiro e scendendo le scale.
 
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“Si può sapere come ti sia venuto in mente di portare qualcuno in casa nostra così?”
“Papà―”
“Un ragazzo, poi!”
“Ti aspettavi davvero di vedermi con una ragazza, prima o poi?”
“Sebastian, ne abbiamo già parlato. Non voglio che tu ti convinca che ti piacciano i ragazzi, che succederà quando sarà tutto passato?”
Sebastian rise, scuotendo la testa. “Sei ancora convinto che questa sia solo una fase, vero? Una specie di malattia?”
“Ho tollerato questo tuo comportamento fin troppo a Parigi, ma ora siamo tornati e non voglio assolutamente che tu continui con questo tenore di vita!”
“Papà! Ma ti stai ascoltando?”
“Sebastian, non parlarmi in questo modo.”
“Non provare a darmi ordini! Non hai fatto altro che mandare a puttane tutto, dal primo giorno! Prima con mamma, poi Charlotte ed ora questo!”
“Non ti permettere mai più di alzare la voce con me, hai capito?”
“Sai qual è l’unica cosa che ho capito? Che hai passato tutta la vita a plasmare una copia di te stesso, pretendendo di essere comunque superiore, ma non lo sei. Sei un uomo solo, triste, costretto a fare un lavoro che odia, bloccato in una vita che non vuole più vivere. Io non voglio essere come te, papà. Farò di tutto per non essere come te.”
“Fuori da questa casa, tu e quell’altro.”
“Con molto piacere, James.”
 
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Sebastian trovò Jeff seduto sull’ultimo scalino in pietra, fissando la porta con gli occhi spalancati. Jeff scattò in piedi appena lo vide uscire e gli prese la mano.
“Sebby…”
“Andiamo, non voglio stare in questo posto un secondo di più.”
E così fecero, restando in silenzio per tutto il tempo. Jeff non lasciò la mano di Sebastian neanche un istante, stringendola forte mentre guidava e assicurandosi che Sebastian stesse bene.
Sebastian non stava bene, ma era sempre stato così da quando aveva fatto coming out. Non gli dispiaceva la perenne distanza fra lui e suo padre, a volte era convinto che fosse la cosa migliore per il suo bene, sentendo sempre e comunque questo strano vuoto ogni volta che qualcuno nominava una qualsiasi figura paterna. Era meglio così, no?
“Sebby?”
“Mmh?”
“Dimmi la verità: ti dispiace più per il fatto che ci abbia interrotti o per come l’hai praticamente umiliato?”
Sebastian si voltò verso di lui, sorridendo. “Decisamente perché ci ha interrotti. Fra lui, Nick, Thad e David non so chi abbia deciso di impegnarsi di più.”
Jeff gli strinse la mano, alzando le spalle. “Al giorno d’oggi due ragazzi non possono neanche divertirsi senza essere interrotti sul più bello.”
“A proposito, non ne abbiamo mai effettivamente parlato…”
“Di sesso.”
“Oh. Sì, giusto. Sei sicuro di volerne parlare proprio ora?”
“Sì, mi aiuterebbe a distrarmi.”
“Parliamone, allora.”
“L’hai mai fatto?”
Jeff guardò Sebastian un secondo, riportando lo sguardo sulla strada. “Non proprio…”
Non proprio?
“No, mai fatto.”
“Jeff, non te ne devi vergognare, anzi…”
“E’ solo che tu hai tanta esperienza e mi sento molto in imbarazzo se solo provo a pensare a tutte le cose che avrai fatto―”
“Tranquillo. Calma, respira.”
“Non voglio sembrare un incompetente.”
“Jeff, vuoi il mio onesto parere?”
Il biondo annuì, parcheggiando l’auto di Sebastian nel suo solito posto e spegnendo il motore.
“Da quello che abbiamo… fatto, fino ad ora, ero convinto che non fossi assolutamente vergine.”
“Davvero?”
“Giuro.”
Jeff sorrise, sporgendosi per baciare Sebastian leggermente. “Mi fido di te.”
Sebastian gli sorrise, baciandolo di nuovo. “Ti amo.”
“Anche io ti amo.”
“Dovremmo seriamente provare la canzone, di nuovo.”
“Seeeeebby! Siamo perfetti, lo sai.”
“Potremmo essere ancora meglio, Jeff. La cerimonia del diploma è fra meno di due settimane.”
“Esatto, e abbiamo ancora due test da fare, matematica compresa.”
“Andrà benissimo, lo sai.”
“Solo perché ho avuto un ottimo insegnante.”
Sebastian rise, aprendola portiera dell’auto. “Chi, Mayners?”
Jeff gli prese la mano, camminando verso l’ingresso della Dalton con il borsone di Sebastian in spalla. “No, un certo Sebastian Smythe, l’idiota della Dalton.”
“Non sembra un tipo molto interessante.”
“All’inizio lo prenderesti a calci, ma dopo averlo conosciuto capisci davvero che è ancora peggio di come la pensassi all’inizio.”
“Ah, bene!”
“Johnny l’ha sempre detto, ho un pessimo gusto per i ragazzi.”
“Mmh-mmh?”
Sebastian aprì la porta d’ingresso ai dormitori, dirigendosi verso la sua casella della posta, aprendola con la sua chiave.
“Però non puoi mai sapere di chi ti innamori, giusto?”
Sebastian si voltò con un sorriso che sembrava infinito, aprendo una lettera di Charlotte e trovandoci due biglietti per Parigi mentre Jeff controllava la posta del suo corrispondente spagnolo.
“Jeff?”
“Sì, Seb?”
“Che fai quest’estate?”
“Nulla, perché?”
“Parigi, ecco perché.”
“Pa― cosa?”
“Charlotte ha mandato i biglietti, guarda.”
“Wow.”
“Non possiamo fallire gli ultimi test.”
“Fallire? Non è una parola presente nel mio vocabolario, Sebby.”
Sebastian lo baciò, stringendolo forte. “Andiamo, dobbiamo festeggiare.”
Jeff osservò il suo ragazzo salire le scale dei dormitori col sorriso più bello che avesse mai visto, cominciando a rincorrerlo quando Sebastian si girò a fargli l’occhiolino.


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Note.
CIAUU lo so che mi odiate perché sono in super ritardo e tutto, ma CIAUU dopodomani è Natale ed io ho una settimana per scrivere e basta aka la vita è bella quando siamo in vacanza, no? Ora, vorrei riuscire a preparare il capitolo dove quei due fanno fiki fiki per il 25, ci proverò ma non vi assicuro nulla. Un regalino anche a parte mia lo meritate comunque se state ancora leggendo questa roba. -3 capitoli ragazzi, SOLO TRE CAPITOLI e poi tutte le OS che Zia Charlie (che betò il capitolo da brava elfa delle fanfiction) ha promptato, yay. La smetto di parlare, giuro.
Grazie mille a tutti quelli che hanno lasciato una recensione, crepo dal ridere a leggere i vostri scleri♥
 
BUON (quasi) NACHELE, BITCHES!
xbelieveinpeace
   
 
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