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Autore: angelad    23/12/2012    5 recensioni
"Il Natale sta per giungere anche in casa Castle e tutto sembra procedere per il meglio. Rick e Kate sono una bella famiglia allietata dalla presenza della loro piccola Joy. Qualcosa però annebbia un poco la loro felicità.... Qualcosa che forse nessuno si sarebbe aspettato.... "
Questa storia è, in parte, il seguito dell' "Araba Fenice". In quella storia nasce il personaggio di Joy e vi suggerirei di darle un'occhiata (se ne avete voglia, s'intende) per comprendere meglio alcune citazioni di questa.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Xmas cap 2

Un dolce profumo di caffè aleggiava nell’aria, quando Alexis lasciò la sua stanza diretta in cucina. Suo padre doveva essere già sveglio e sicuramente era intento a preparare la colazione per tutta la sua famigliola. Se ne era sempre occupato lui e non credeva che avesse perso l’abitudine negli ultimi mesi.

Infatti, mentre scendeva le scale, lo scorse intento a rovistare nel frigorifero. Sui fornelli in  due pentolini si stava scaldando del latte e le padelle abbandonate nel lavandino suggerivano che le omelette e le uova fossero già pronte.

Nel bel mezzo della sala troneggiava l’albero di Natale preparato la sera precedente, era ancora acceso con mille lucine che scintillavano incessantemente al ritmo di musica. Doveva ammettere che era riuscito molto bene, come ogni anno era un capolavoro e ogni dettaglio non era stato lasciato al caso. Il padre aveva tanto insistito per mettere anche la prima pallina di cartapesta, fatta insieme molti anni prima, con scritto “Alexis” accanto a quella che aveva preparato per Joy. Rosa per lei, verde per la sorella, i loro colori preferiti. Nonostante si sentisse ancora un po’ di troppo, quella carineria l’aveva fatta sentire a casa. Incominciava a sentirsi meglio, dopotutto non era così male ritrovarsi in mezzo a loro.

“Buon svegliata tesoro! Dormito bene nel tuo vecchio letto?”. La calda voce di suo padre la destò dai suoi pensieri.

 Alexis si voltò verso di lui e rispose: “Sì, grazie. Ho riposato divinamente..”.

“Su scendi, ho preparato molte cose buone da mangiare, compresi i pancake che ti piacciono tanto..”

“Papà, piacciono più a te…” lo corresse la ragazza alzando di poco gli occhi  verso al cielo.

“Dettagli tesoro. Tu mi farai compagnia! Quando mai ti sei rifiutata di darmi una mano?” disse Rick strizzandole l’occhio.

“Effettivamente mai” concluse Alexis avvicinandosi al padre e dandogli un bacio sulla guancia.

Mentre stavano preparando la tavola, Kate li raggiunse in cucina. Aveva in braccio la figlia, ancora un po’ addormentata  con la testolina appoggiata contro la sua spalla.

“Buongiorno a tutti” salutò cordialmente.

Castle si affrettò a raggiungerla e a donarle un lieve bacio: “Buongiorno a te detective. Dormito bene? Eri così bella e serena che non sono riuscito a svegliarti, ho pensato che avessi bisogno di un po’ di riposo ora che sei in ferie per qualche giorno. Ciao tesoro di papà! Vieni? Hai ancora sonno? Dai su che il tuo favoloso papino ti ha preparato un succulento biberon di latte, biscottini e un pizzico di cioccolato, ma non dirlo a mamma, tutto per te! Me lo fai un sorriso?”.

Nell’udire la voce del padre la piccola Joy si ridestò improvvisamente e sfoggiò un sorriso così radioso da fare invidia alle star del cinema.

“Papino..” ed allungò le braccine verso di lui. In poco meno di due secondi il padre la stava abbracciando dolcemente.

Alexis sentì una piccola fitta al cuore, ma cercò di non darlo a vedere. Diede il buongiorno alla compagna del padre e si concentrò per affettare il pane, distogliendo lo sguardo.

Kate notò il disagio della ragazza e si andò a sedere proprio accanto a lei, posando una mano sulla sua spalla. La giovane ragazza rialzò lo sguardo e le sorrise debolmente. Per quanto si sentisse inadeguata in quella situazione, voleva bene a Kate. Quella donna l’aveva sempre rispettata e probabilmente era l’unica ad essersi accorta che qualcosa non andava. Poteva affermare senza margine di errore d’avere un rapporto migliore con lei che con sua madre Meredith e per questo si vergognava ancor di più di provare quell’inaspettata gelosia nei confronti della sorellina.

Capiva bene, però, che, nonostante l’affetto provato dalla detective nei suoi confronti, Joy restava pur sempre sua figlia e, se la situazione fosse degenerata, l’avrebbe sicuramente difesa schierandosi contro di lei. Per questo non poteva dir nulla, magari col tempo tutto si sarebbe aggiustato.

Quando la giovane donna le domandò: “Va tutto bene Alexis?” lei prontamente le rispose: “Sì, certo non preoccuparti”.

Sapevano entrambe che era una bugia, ma non poteva confidarsi con lei. In quel momento avrebbe voluto solo fuggire, di nuovo.

Nel frattempo Castle aveva seduto Joy sulla sua seggiolina, le aveva consegnato il fantastico biberon e si era accomodato accanto alla compagna, felice come un bambino: “Adesso è il mio turno! Pancake, omelette venite a me! Kate puoi passarmi la Nutella per favore?”.

“Sei il solito ingordo, non voglio che mangi troppi dolciumi o diventerai un elefante! E non sarai per niente sexy…”

“Ti prego, non dire così davanti alle mie figlie! Poi non sei tu quella che hai una schiera di elefanti sulla scrivania al distretto? Ammettilo, ti piaccio un sacco lo stesso!”.

“Non ci giurerei Castle.. Non amo particolarmente il grasso..”.

“Stai dicendo che la mia pancia non è sexy? Così distruggi la mia autostima..”.

Alexis rise: “ E’ impossibile papà, il tuo ego è indistruttibile. E ti dirò di più, secondo me Kate ha ragione. È ora che tu ti metta un po’ a dieta!”.

“Tradito dal sangue del suo sangue.. Non me lo sarei mai aspettato da te Alexis. Volete dire che sto invecchiando? Non posso crederci..”.

“Stai tranquillo, eterno Peter Pan, i capelli grigi ti donano” lo incalzò la compagna.

Castle fece la faccia offesa e si girò verso la piccola Joy che, totalmente incurante del discorso dei tre adulti, aveva bevuto tutto il latte e ora stava chiacchierando a suo modo con chissà quale amico immaginario: “E tu piccolina non difendi il tuo papà dalle falsità che tua madre e tua sorella stanno incolpando alla sua stupenda persona?”.

Alexis lo fermò: “Papà se le parli in maniera così complicata non ti capirà nemmeno, altro che risponderti..”.

“Ti sbagli, ha l’intelligenza di sua madre, lei capisce sempre tutto. È molto furba per la sua età. Allora Joy, dicci, com’è papà?”.

La piccola Castle li guardò un attimo incerta sul da farsi, poi fissando prima la madre e poi la sorella, decretò come se avesse studiato una battuta a memoria: “E’ super bellissimissimo!” e, poi, strizzò l’occhio al padre.

Kate alzò gli occhi al cielo: “Quando glielo hai insegnato? Corrompere una bimba di quasi tre anni Castle, io se fossi in te mi vergognerei..”

“Perché scusa? Lei ha detto semplicemente la verità. Vero Joy?” cercò di difendersi lo scrittore.

“Velo papino!” disse la bimba scendendo dalla seggiolina ed andò a sedersi sulle sue ginocchia con sguardo complice.

“Ola avlò un legalo in più da Babbo Natale? Sono stata blavissima! Ho impalato bene?”.

Rick le posò una mano sulla boccuccia: “sshhhh tesoro. Non davanti alla mamma.. mi arresta sennò”.

Kate si voltò per non scoppiare a ridere. Quanto li amava, non poteva fare la dura con loro, non ci riusciva, non quanto avrebbe dovuto per lo meno. Nonostante il suo uomo fosse un vero guascone, non avrebbe potuto desiderare di meglio.

O forse, sì.

Vedeva Alexis star male e non poteva far nulla per impedirlo. Non era sua figlia di sangue, ma lei la considerava tale.

Quella situazione doveva finire e doveva “aiutare” il destino per far accadere qualcosa. Aveva deciso.

Per prima cosa ne avrebbe parlato con Rick, forse insieme sarebbe stato più semplice escogitare “un piano”.

Si alzò da tavola per portare i piatti nel lavandino della cucina per sciacquarli e con la coda dell’occhio, vide la giovane ragazza sedersi sul divano con lo sguardo triste perso nel vuoto, mentre i due bambini della famiglia Castle giocavano felici sul tappeto del salone.

No, così non si poteva continuare.

In quell’istante inaspettatamente ebbe un’idea. Un’idea a dir poco geniale!

Chiuse l’acqua del rubinetto e si girò di scatto verso il resto della famiglia: “Rick tesoro, maledizione, ci siamo dimenticati!”.

Si complimentò mentalmente da sola per l’enfasi messa nella recitazione. Tre anni in casa con la mitica attrice Martha Rogers dovevano pur essere serviti a qualcosa.

L’uomo, al contrario, la guardò come se fosse impazzita: “Cosa tesoro? Non ricordo di essermi dimenticato nulla..”.

Kate lo incalzò: “Rick, le prove! Le prove di Natale! Quelle che abbiamo lasciato da Lanie e non abbiamo più consegnato all’archivio. Ricordi? Le abbiamo raccolte qualche giorno fa..”.

L’espressione facciale di Castle non mutò di una virgola, non aveva assolutamente idea di cosa la sua compagna stesse cercando di dirgli.

Dall’altra parte Kate fremeva, possibile che Castle avesse fantasia solo quando doveva scrivere dei gialli? Come poteva destarlo da quel torpore?

Le venne in aiuto Alexis: “Papà, ma cosa c’era in quelle omelette? Sonnifero? Le prove! Se l’archivio non era ancora pronto, le prove non potevano essere trasferite là.. L’archivio è stato finito ieri..” ed indicò l’albero luccicante alla sua destra cercando di non farsi vedere da Joy.

Improvvisamente la mente di Rick si illuminò: “Aahhh, quelle prove.. Adesso ho capito. Beh sì, credo che dovremo proprio sposatarle.. ma oggi?”.

Per la prima volta dopo tanto tempo Kate stava perdendo davvero la pazienza, quando dovevano farlo nel 2024? Si limitò a rispondergli: “Sì, Rick. Oggi, anzi tra qualche ora” e il suo sguardo non ammetteva repliche.

“Ok, ok come vuoi. Non arrabbiarti.. Oppure fallo pure, sei ancora più bella quando ti arrabbi, ti si accentuano alcune caratteristiche del viso che lo rendono ancora più seducente, oserei dire decisamente sexy.. E sai come mi comporto quando ti ritengo particolarmente sexy..”. Castle era arrivato ormai molto vicino alla compagna e aveva circondato la sua vita con un braccio, ma Kate lo bloccò: “Rick, ti prego, questo non è proprio il momento più adatto..”.

“ Fai la timida? Come vuoi tesoro, ma sappi che ci stai perdendo solo tu. Comunque il tuo programmino per la giornata è molto interessante, ma credo ci sia un piccolo impedimento. Se dobbiamo consegnare quel genere di prove, non possiamo portarci dietro la piccola, non può di certo accedere all’ufficio giacenze segrete. E i nostri baby sitter di fiducia, nonno Jim e nonna Martha, sono entrambi fuori città. Rientreranno solo tra qualche giorno.. Come facciamo?”.

Kate raccolse immediatamente il suggerimento del tutto involontario che le aveva lanciato il suo scrittore e, con la calma e la delicatezza solo lei possedeva, rispose: “Joy potrebbe passare il pomeriggio con sua sorella, sempre se Alexis è d’accordo”.

Dieci secondi di gelo si percepirono nello splendido attico di New York.

La bomba era stata sganciata.

Kate sapeva di aver giocato sporco, ma quella poteva essere la svolta per sbloccare quella situazione complicata.

La giovane ragazza Castle, invece, nell’udire le parole della poliziotta aveva trattenuto il fiato.

Non voleva occuparsi della sorellina, non sapeva se ne era in grado.

Non voleva quella responsabilità sulle spalle, ma non riuscì a trovare le parole adatte per rifiutare senza ferire il padre.

Castle, al contrario della figlia, si mostrò entusiasta: “Questa è un’ottima idea tesoro! Come ho fatto a non pensarci io? Un pomeriggio tra sorelle.. Sei un genio amore mio! Cosa ne dici Joy, sei contenta di stare un po’ con Alexis?”.

La piccola Castle saltellò sul tappeto felice: “Ciiiiiiii!!!! Evviva, sto con Lexi! Cogì giochiamo!!”.

Alexis continuò a sudare freddo, ma non riuscì a replicare una sola parola. Si voltò verso Kate e, per la prima volta da quando la conosceva, provò un moto di repulsione nei suoi confronti. Perché l’aveva pugnalata alle spalle in quel modo?

Lei sapeva e se n’era infischiata.

La giovane detective si limitò a guardarla. Comprendeva i sentimenti di Alexis, ma nel suo cuore sapeva di aver fatto la scelta più giusta. La più rischiosa in un certo senso, ma confidava in Joy.

Sua figlia aveva il dono di farsi amare da tutti, era sempre stata una bambina speciale. Ora doveva compiere un ulteriore miracolo con la sorella.

 

Aprì l’armadio e scelse il maglioncino bianco che piaceva tanto a Rick da abbinare ai jeans neri aderenti. Quell’appuntamento fuori programma era un occasione per rimanere sola con l’uomo che amava e decise di tirar fuori un po’ del suo fascino. Voleva trasformare quel pomeriggio in qualcosa di romantico, oltre che a recuperare i regali per la famiglia.

Si passò una mano tra i capelli e si guardò allo specchio. Aveva ritrovato la sua solita magnifica linea nonostante la gravidanza e il periodo trascorso in ospedale, ma non si sentiva bella come Castle l’aveva sempre descritta.

Lui l’aveva sempre vista come una donna “perfetta” anche nei suoi difetti e, anche se lei sapeva che a parlare era il suo cuore, sperò di non aver creato una potenziale occasione di litigio con la decisione presa quella mattina. Si passò una mano sul viso e si preparò per andare in fondo, non poteva più tornare indietro.

Era pronta e sapeva che Rick la stava aspettando impaziente, ma riversò la sua attenzione alla figlia seduta sul letto che giocava tranquillamente con i suoi animaletti di peluche. Si sedette accanto a lei e le accarezzò la testolina dolcemente.

La piccola alzò gli occhi verso di lei, Kate le passò le mani sotto le spalle e la fece sedere sulle sue gambe. Voleva parlarle per qualche minuto prima di partire: “Ascolta Joy, mamma e papà devono andare, ma non staranno via per molto tempo, promesso. Tu resterai con Alexis e mi devi promettere che ti comporterai bene. Starai buona e farai tutto ciò che tua sorella ti dirà. Ok?”.

Joy annuì con la testolina seria, aveva capito che ciò che la madre stava cercando di dirle doveva essere una cosa importante: “Ci mammina salò blavissimissima. Te lo plometto”.

“Ne sono sicura. Però adesso mi daresti un abbraccio stretto stretto e un bacino? La mamma ne ha bisogno..” e strinse la sua bambina che la ricambiò.

Quando si staccarono Kate le chiese: “Allora andiamo di là?”.

“Celto mammina. Andamo..” e posò la sua piccola manina dentro quella della madre.

 

Nel salotto, invece, regnava  una certa tensione. Alexis era rimasta in silenzio per il resto della mattinata e si era rintanata nella sua stanza per uscirne solo quando si avvicinava l’ora della partenza di Rick e di Kate.

Rick cercò d’intavolare un discorso, ma venne prontamente interrotto dalla figlia che chiaramente non aveva nessuna voglia di parlare con lui. Così aveva incominciato a camminare per la stanza avanti ed indietro consumando virtualmente il parquet del pavimento, incurante di mostrare la sua inquietudine.

Quando la porta della loro stanza da letto si aprì si avvicinò alla sua compagna e alla loro piccola bambina.

“Allora andiamo?” chiese dolcemente Kate.

Rick rivolse lo sguardo prima verso Alexis che  non batté ciglio, poi rispose: “ok tesoro, io sono quasi pronto”.

Si accucciò accanto a Joy e le accarezzò il viso: “Mi raccomando signorinella, comportati bene…”, ma la piccolina lo fermò puntandoli un dito davanti alla bocca: “Papino vai. Mi ha già pallato mammina. Stalò buona. Non posso combinale tloppi disastli, tu non ci sei!”.

Rick rise, la battuta della bambina era riuscita ad allentare quel groppo allo stomaco che sentiva da stamani: “Come sempre hai ragione piccolina”.

Si rialzò e si infilò il cappotto che Kate gli stava gentilmente allungando. Si sistemò la sciarpa ed i guanti, controllò che le scarpe fossero ben legate e alla fine si rassegnò all’idea di essere davvero pronto.

“Allora ciao ad entrambe..”.

Joy lo salutò con la manina e il suo solito bellissimo sorriso, mentre Alexis lo  guardò gelida.

Rick si bloccò ancora per un istante, proprio non riusciva a capire cosa stesse accadendo alla sua bambina grande. Kate gli appoggiò una mano contro la schiena e lo aiutò ad uscire dal loro attico.

Quando furono sul pianerottolo l’uomo tirò un lungo e profondo respiro ed abbassò gli occhi verso il pavimento. Si capiva  il suo turbamento, così Kate lo prese sottobraccio, appoggiò la testa contro la sua spalla e cercò di sdrammatizzare: “E’ così una grande tragedia passare un pomeriggio da solo con me? Oltre a portar a casa i regali, potremmo anche concederci una cioccolata calda in qualche bar con una vista spettacolare e, guardandomi negli occhi, potresti anche corteggiarmi un po’. Non mi dispiacerebbe sai?”.

L’uomo appoggiò la testa contro la sua e le rispose: “Non è quello tesoro, io adoro trascorrere il tempo con te, lo sai.. Oltretutto è da parecchio che non stiamo davvero soli, ma..”

“Sei preoccupato della reazione avuta da Alexis oggi..” la donna concluse la frase per lui e Castle si limitò ad annuire.

Kate gli si piazzò davanti per poterlo guardare negli occhi, doveva affrontare il problema ora, non si poteva più rimandare: “Rick ascolta. Non so se tu non l’abbia visto o non l’abbia voluto vedere, ma tra Alexis e Joy c’è un problema e..”

L’uomo provò a replicare, ma la donna lo zittì: “Lasciami finire, poi potrai prendere le sue parti, ma dammi il tempo di finire il concetto! Alexis si sente esclusa dalla complicità che hai con nostra figlia. La stessa che avevi con lei, che considerava qualcosa di impossibile da replicare.  Inoltre Joy ha in me una madre presente, alla quale aggrapparsi nonostante il lavoro mi rubi molto tempo, cosa che Meredith non è mai stata per lei. Noi siamo una vera famiglia Rick, siamo uniti ed affiatati e lei si sente in parte esclusa.

Vede in Joy “una minaccia”, passami il termine non sono brava come te con le parole, colei che può portarle via ciò a cui tiene di più al mondo: te.

Non fare quella faccia, lo so anch’io che può sembrare una follia e, se ci pensa razionalmente, lo sa anche Alexis, ma ciò che si trova a provare è irrazionale. Sono quasi convinta che si senta a disagio a star così, ma non sa come comportarsi con te. Non può dirtelo perché non vuole ferirti, ma ogni volta che tu accarezzi Joy, o la prendi in braccio, per lei è una piccola ferita al cuore e un ulteriore mattoncino al muro interiore che si sta creando per non soffrire. Sai che ho ragione, in fondo io di muri me ne intendo!”.

Castle abbassò ancora gli occhi, triste: “Io cosa posso fare?”.

Kate gli accarezzò una guancia: “Niente tesoro. Qualunque cosa tu possa dire ora non riuscirai a convincerla. Deve sentirlo nel cuore Rick. Deve capire che Joy non può toglierle nulla, ma al contrario può darle qualcosa: il suo affetto. E credo dal profondo del mio cuore che nostra figlia possa conquistare sua sorella”.

Negli occhi dell’uomo tornò una sottile luce di speranza: “Dici?”.

Quanto amava quell’uomo ancora capace di stupirla con la sua dolcezza disarmante: “Beh tesoro, è sempre stata una bambina speciale fin da prima che nascesse, sono sicura che non si smentirà nemmeno questa volta. Lasciamole un po’ sole e vediamo che succede.. Allora signor Castle, è pronto a  passare un pomeriggio da perfetti innamorati a zonzo per la città?”.

L’uomo la baciò appena sulle labbra: “Con te andrei in capo al mondo, ma credo che dovremo rinunciare alla passeggiatina in città, a quanto pare non ti ho comunicato che tuo padre ha deciso di portare le “prove” a casa sua, col mio consenso s’intende..”.

Kate alzò le spalle: “Beh che problema c’è? Mio padre non abita troppo lontano dal nostro quartiere e ho le chiavi del suo appartamento. In meno di mezz’ora gli avremo recuperati e avremo il resto del pomeriggio per noi”.

Rick sapeva si starsi per gettare in un ulteriore guaio: “Tesoro non mi hai lasciato finire.. Sono nella casa di montagna, dove io e Jim eravamo assolutamente sicuri che Joy non potesse trovarli! Vorrà pur fare la giornalista da grande, ma per ora ha il tuo eccellente fiuto per le investigazioni. Un nascondiglio in città non avrebbe retto per molto…”.

La donna restò in assoluto silenzio chiudendo gli occhi fino a farli diventare piccole fessure e l’uomo capì che non si trattava di un buon segno. Cercò di sistemarsi un bel sorriso accattivante sul viso per conquistarla, ma dallo sguardo della sua compagna le sue intenzioni non erano giunte a buon fine.

“Stai cercando di dirmi che dovremo passare due ore per l’andata e altrettante per il ritorno, chiusi in una macchina, solo perché tu e mio padre avevate paura di essere scoperti da una bambina di quasi tre anni?”

“Se vuoi non te lo dico, ma non cambierà la situazione…” sorrise sornione.

“Non ho parole, non meritate commento.. Avanti muoviamoci, o non saremo mai di ritorno. Mi chiedo, ma come si fa?” e sparì lungo le scale.

Castle la rincorse: “Kate su non fare così, in fondo non è poi così male. Staremo insieme comunque, magari non precisamente nel modo in cui credevi.. Guarda, ti lascio scegliere il cd da ascoltare in macchina. Prometto che non lo commenterò nemmeno se non mi piacerà..”

La voce dell’uomo sparì lungo il tragitto, ma quel battibecco decisamente divertente non era destinato a terminare nell’androne del loro palazzo, ci si poteva scommettere sopra.

 

 

Angolo mio!

Buonasera! Ho aggiornato presto come promesso, ma non fateci troppo l’abitudine..

Allora che ne dite, come procede? Ogni commento è più che gradito! Rick e Kate se ne sono andati, hanno lasciato le sorelline da sole.. Cosa succederà?

Detto questo, vi voglio augurare di trascorrere un Natale sereno e gioioso! Tantissimi auguri e un bacione!

Buon Natale!!!

  
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