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Autore: Baude    23/12/2012    4 recensioni
Raccolta scritta per la Warblers Week.
Giorno I: Il calore del camino
Giorno II:Cioccolata in tazza.
Giorno III: Pattinare sul ghiaccio.
Giorno IV:Neve.
Giorno V:Baci sotto al vischio.
Giorno VI: Ricordi di Natale.
Giorno VII: Prepararsi alla notte di Natale.
Giorno VIII: Mezzanotte.
Giorno IX :Giorno facoltativo.
Dal giorno I:
Sebastian Smythe odiava il freddo.
Una temperatura bassa significava: ridicoli cappelli, virus, gente nei bar che tossiva, la neve e le mani congelate.
Odiava esser costretto ad utilizzare i mezzi pubblici, a causa del maltempo, e ritrovarsi in una calca umana. Tra odori sgradevoli, mani in posti indesiderati, c’era da diventar matti. O commettere un omicidio.
-Perché stiamo facendo questa cosa tanto ridicola?- domandò con tono annoiato.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Dalton Academy in : << Intolleranti anche a Natale >> , quando le festività non fanno altro che aumentare la cattiveria di certi individui.

 

 

Al mio Thad,

che non mi crederà mai

e al quale comunque continuerò a ricordare

quanto meraviglioso sia.

 

Note autrice: Non ci speravate, eh? E invece…! E così sono in pari. Spero che anche questa os possa piacervi.  Grazie per i “mi piace”, le visite e le recensioni.

 

Note beta: Lady_Thalia. In grado di betare due miei testi\orrori al giorno, e anche di più. Una super-beta, insomma!

 

 

Giorno VII

Prepararsi alla notte di Natale.

 

*

 

 

 

 

 

-Attenzione!-

 

Una quantità indefinita, ma decisamente abbondante, di neve franò a pochi centimetri da Sebastian Smythe.

 

Si tirò indietro abbastanza velocemente da evitare che le proprie scarpe venissero sporcate da quel noioso fenomeno atmosferico.

 

Alzò lo sguardo e si diede mentalmente dello stupido per non averci pensato prima: Barbie.

 

Sterling stava cercando di sradicare un albero nel giardino della Dalton, ottenendo come unico risultato quello di scaricare per terra e su i passanti tonnellate di neve.

 

Sebastian fece un mezzo giro su se stesso, pronto per andarsene.

 

-Smythe!- lo chiamò, accorgendosi dell’altro ragazzo. -Aiutami.-

 

Si rigirò.

 

-Ma neanche se ne dipendesse la mia stessa vita.- rispose divertito, osservando Jeff cercare di tagliare il tronco dell’albero.

 

Il ragazzo sbuffò e tornò al proprio lavoro.

 

-Sai, Barbie.- ghignò Sebastian. -Quando dico che sei un esperto di seghe, non mi riferisco al mestiere di taglialegna.-

 

-Smythe, o mi aiuti o ti levi.- rispose, scorbutico, Jeff, tagliando in più punti l’albero.

 

-Hai ricevuto il permesso della scuola?- domandò.

 

-Sì.- rispose Sterling, lasciando cadere l’attrezzo a terra e asciugandosi la fronte con un braccio. -E’ troppo vicino al viale principale, avrebbero comunque dovuto tagliarlo. Pensavo di portarlo su nell’aula coro e addobbarlo. Sarebbe bello aprire i regali sotto quest’albero.-

 

-Povero albero.- lo compatì Sebastian. -Che fine indegna.-

 

-Sei tu che non hai spirito natalizio, Smythe.-

 

-No, Barbie. Io non ho la polvere magica nei capelli e non svolazzo per la Dalton sperando che Babbo Natale mi assuma come proprio aiutante.-

 

-Ehi, è un lavoro appagante quello dell’elfo!-

 

 

 

*

 

 

 

-Duvall, ho bisogno di parlarti.- annunciò Sebastian, entrando in aula studio mentre si sfilava la sciarpa.

 

Odiava mettersi addosso tutta quella roba.

 

Nick alzò il viso dal proprio libro e gli sorrise, cortese. -Cosa posso fare per te?- domandò.

 

-Uscire di qui, innanzitutto.- propose Smythe, iniziando ad incamminarsi verso l’uscita.

 

Non si preoccupò di voltarsi per vedere se l’altro lo stesse seguendo: sapeva che l’avrebbe fatto.

 

Una volta arrivato davanti ad una delle grandi finestre che davano sul giardino, attese che l’altro lo raggiungesse.

 

Duvall non tardò ad arrivare, con passo tranquillo.

 

-Lo sai che la tua fidanzata è in cortile?- domandò.

 

-Fidanzato.- precisò Duvall.

 

Sapeva che le schermaglie tra Sebastian e Jeff non erano altro che il modo stupido di due marmocchi troppo cresciuti di dimostrarsi affetto, un po’ come il bambino dispettoso che tira le trecce alla bambina di cui è innamorato.

 

-Sta cercando di sradicare un albero con la polvere magica e la forza dei pensieri felici, immagino.- commentò, appoggiando i fianchi al bordo in pietra della finestra.

 

-Non vedo come questo possa infastidirti.- rispose, sereno, Duvall.

 

-Se tenta di uccidermi seppellendomi sotto la neve, la questione potrebbe preoccuparmi.- alluse Smythe.

 

-Cerca solo di far emergere lo spirito natalizio che hai estirpato dal tuo animo, forse.- lo schernì, Nick.

 

-Cerca di estirpare la mia stessa esistenza dal mondo. Barbie assassina.-

 

-E gli dai torto?- chiese, ridendo.

 

-Sai, Duvall: mi piaci.- disse Sebastian. -Non te la prendi ogni volta che sottolineo quanto imbarazzante sia il tuo ragazzo e hai l’aria vagamente etero. Ricordami di offrirti da bere.-

 

-Siamo a due.- gli ricordò. -E, comunque, non me la prendo perché so vedere oltre i dispetti: gli sei affezionato.-

 

-Potrei vomitare.- annunciò Smythe, portandosi una mano alla gola. -No, sono serio. Potrei vomitare. Ed io non sono un unicorno come Thad e Barbie, non vomito arcobaleni.-

 

Nick fece roteare gli occhi: non gli avrebbe dato ragione neanche sotto tortura. -Perché mi hai portato fuori, dunque?- domandò, cambiando discorso.

 

Sebastian tornò serio e, scostando un lembo del blazer, frugò in una delle tasche interne.

 

Corrugò la fronte e poi, esibendosi in un’espressione di vittoria, ne tirò fuori due pezzi di carta rettangolari.

 

Duvall osservò quella scena inquietato dall’entusiasmo e dall’aspettativa di Smythe.

 

Glieli porse e, vedendo che l’altro tardava  nell’afferrarli, lo esortò. -Prendili.-

 

Duvall allungò un braccio e li prese.

 

Due biglietti aerei per Parigi.

 

-Smythe, che cosa..?- domandò, cercando di capire a cosa servissero.

 

-Sono per te e Barbie.- spiegò, stringendosi nelle spalle ed infilando le mani nelle tasche della divisa. -Sarete ospiti a casa mia. Dalli il giorno di Natale a Barbie.-

 

-Sebastian, è un regalo bellissimo.- mormorò Nick.

 

-E’ una scusa per mandarvi fuori dai piedi . Se voi non ci siete, posso scopare quanto mi pare, sia in camera mia che in camera di Harwood.-

-Sebastian, è così carino da parte tu_-

 

-Oh, ma falla finita pure tu!-

 

 

 

 

 

   
 
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