La
Dalton Academy in
: << Intolleranti anche a Natale >> ,
quando le festività non fanno
altro che aumentare la cattiveria di certi individui.
Al mio
Thad,
che non mi
crederà mai
e al quale
comunque continuerò a ricordare
quanto
meraviglioso sia.
Note
autrice: Non
ci speravate, eh? E invece…! E così sono in pari.
Spero che anche questa os
possa piacervi. Grazie
per i “mi piace”,
le visite e le recensioni.
Note beta: Lady_Thalia.
In grado di betare due miei testi\orrori al giorno, e anche di
più. Una
super-beta, insomma!
Giorno VII
Prepararsi alla notte
di Natale.
*
-Attenzione!-
Una quantità
indefinita, ma decisamente abbondante, di neve
franò a pochi centimetri da Sebastian Smythe.
Si tirò
indietro abbastanza velocemente da evitare che le
proprie scarpe venissero sporcate da quel noioso fenomeno atmosferico.
Alzò lo sguardo
e si diede mentalmente dello stupido per non
averci pensato prima: Barbie.
Sterling stava cercando di
sradicare un albero nel giardino
della Dalton, ottenendo come unico risultato quello di scaricare per
terra e su
i passanti tonnellate di neve.
Sebastian fece un mezzo
giro su se stesso, pronto per
andarsene.
-Smythe!-
lo
chiamò, accorgendosi dell’altro ragazzo. -Aiutami.-
Si rigirò.
-Ma
neanche se ne
dipendesse la mia stessa vita.- rispose divertito, osservando
Jeff cercare
di tagliare il tronco dell’albero.
Il ragazzo
sbuffò e tornò al proprio lavoro.
-Sai, Barbie.-
ghignò Sebastian. -Quando dico che sei un
esperto di seghe, non mi riferisco al
mestiere di taglialegna.-
-Smythe, o mi aiuti o ti
levi.- rispose, scorbutico, Jeff,
tagliando in più punti l’albero.
-Hai ricevuto il permesso
della scuola?- domandò.
-Sì.- rispose
Sterling, lasciando cadere l’attrezzo a terra
e asciugandosi la fronte con un braccio. -E’ troppo vicino al
viale principale,
avrebbero comunque dovuto tagliarlo. Pensavo di portarlo su
nell’aula coro e
addobbarlo. Sarebbe bello aprire i regali sotto quest’albero.-
-Povero albero.- lo
compatì Sebastian. -Che fine indegna.-
-Sei tu che non hai
spirito natalizio, Smythe.-
-No, Barbie. Io non ho la
polvere magica nei capelli e non
svolazzo per la Dalton sperando che Babbo Natale mi assuma come proprio
aiutante.-
-Ehi,
è un lavoro appagante
quello dell’elfo!-
*
-Duvall, ho bisogno di
parlarti.- annunciò Sebastian,
entrando in aula studio mentre si sfilava la sciarpa.
Odiava mettersi addosso
tutta quella roba.
Nick alzò il
viso dal proprio libro e gli sorrise, cortese.
-Cosa posso fare per te?- domandò.
-Uscire di qui,
innanzitutto.- propose Smythe, iniziando ad
incamminarsi verso l’uscita.
Non si
preoccupò di voltarsi per vedere se l’altro lo
stesse
seguendo: sapeva che l’avrebbe fatto.
Una volta arrivato davanti
ad una delle grandi finestre che
davano sul giardino, attese che l’altro lo raggiungesse.
Duvall non
tardò ad arrivare, con passo tranquillo.
-Lo sai che la tua
fidanzata è in cortile?- domandò.
-Fidanzato.-
precisò Duvall.
Sapeva che le schermaglie
tra Sebastian e Jeff non erano
altro che il modo stupido di due marmocchi troppo cresciuti di
dimostrarsi
affetto, un po’ come il bambino dispettoso che tira le trecce
alla bambina di
cui è innamorato.
-Sta cercando di sradicare
un albero con la polvere magica e
la forza dei pensieri felici, immagino.- commentò,
appoggiando i fianchi al
bordo in pietra della finestra.
-Non vedo come questo
possa infastidirti.- rispose, sereno,
Duvall.
-Se tenta di uccidermi
seppellendomi sotto la neve, la
questione potrebbe preoccuparmi.- alluse Smythe.
-Cerca solo di far
emergere lo spirito natalizio che hai
estirpato dal tuo animo, forse.- lo schernì, Nick.
-Cerca di estirpare la mia
stessa esistenza dal mondo. Barbie assassina.-
-E gli dai torto?- chiese,
ridendo.
-Sai, Duvall: mi piaci.-
disse Sebastian. -Non te la prendi
ogni volta che sottolineo quanto imbarazzante sia il tuo ragazzo e hai
l’aria
vagamente etero. Ricordami di offrirti da bere.-
-Siamo a due.- gli
ricordò. -E, comunque, non me la prendo
perché so vedere oltre i dispetti: gli sei affezionato.-
-Potrei
vomitare.-
annunciò Smythe, portandosi una mano alla gola.
-No, sono serio. Potrei vomitare. Ed io non sono un unicorno come
Thad e Barbie, non vomito arcobaleni.-
Nick fece roteare gli
occhi: non gli avrebbe dato ragione
neanche sotto tortura. -Perché mi hai portato fuori,
dunque?- domandò,
cambiando discorso.
Sebastian tornò
serio e, scostando un lembo del blazer,
frugò in una delle tasche interne.
Corrugò la
fronte e poi, esibendosi in un’espressione di
vittoria, ne tirò fuori due pezzi di carta rettangolari.
Duvall osservò
quella scena inquietato dall’entusiasmo e
dall’aspettativa di Smythe.
Glieli porse e, vedendo
che l’altro tardava nell’afferrarli,
lo esortò. -Prendili.-
Duvall allungò
un braccio e li prese.
Due
biglietti aerei
per Parigi.
-Smythe, che cosa..?-
domandò, cercando di capire a cosa
servissero.
-Sono per te e Barbie.-
spiegò, stringendosi nelle spalle ed
infilando le mani nelle tasche della divisa. -Sarete ospiti a casa mia.
Dalli
il giorno di Natale a Barbie.-
-Sebastian, è
un regalo bellissimo.- mormorò Nick.
-E’
una scusa per
mandarvi fuori dai piedi . Se voi non ci siete, posso scopare quanto mi
pare,
sia in camera mia che in camera di Harwood.-
-Sebastian, è
così carino da parte tu_-
-Oh,
ma falla finita
pure tu!-