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Autore: dragon_queen    23/12/2012    2 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Se anche un solo bambino crede in loro, i guardiani continueranno a combattere e a vincere. Ma se la stessa cosa valesse anche per Pitch? Se esistesse qualcuno che prova una paura talmente profonda da risvegliare l'Uomo Nero?
Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere :)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I

 

-Un altro inverno riuscito alla perfezione- ridacchiò Jack Frost mentre osservava un gruppo di ragazzini che esultavano per la chiusura della scuola a causa della neve.

Era ormai passato del tempo da quando era diventato un guardiano, ma quelle cose ancora lo divertivano e lo facevano sentire fiero del suo ruolo.

Adesso poteva anche divertirsi con quei bambini dato che, credendo nella sua esistenza, non era più qualcosa di incorporeo e lo doveva tutto a Jamie.

Erano anni che non andava a trovarlo, ma era stato impegnato. Nonostante quello, non aveva dimenticato la sua promessa.

Di colpo una palla di neve gli passò a pochi centimetri dal viso. Abbassò lo sguardo, notando gli occhi furbi di uno di quei ragazzini che tentava di nascondersi dietro un albero.

-Ah, la metti così?- disse divertito e, raccolta un po' di neve e fattane una palla, la lanciò contro il bambino, colpendolo in piena fronte.

Quello cadde a sedere a terra, stupito e spiazzato, poi, ridendo, rispose al colpo, beccando però un altro di quei ragazzini.

Così iniziò una vera e propria battaglia di neve, dalla quale Jack si tirò volentieri fuori.

All'improvviso una strana sensazione si impossessò di lui, una fitta al petto che non aveva mai provato. Pareva guidarlo da qualche parte.

Così, leggero come l'aria, prese il volo, atterrando a pochi passi dalla casa dove abitava Jamie.

-Che sia...?-

D'istinto raggiunse la stanza dove aveva incontrato l'ultima volta il vecchio amico, trovandola buia. Prima però che decidesse ad andarsene pensando si trattasse di un'allucinazione, una porta si spalancò e da quella ne uscì una ragazza dai lunghi capelli neri come la notte, avvolta solo in un semplice asciugamano.

Imbarazzato, il guardiano avvertì un singolare calore salirgli alle guance e d'istinto si nascoste ad un lato della finestra.

Quella doveva essere Kimberly, la nipotina di Jamie, la quale, di piccolo non aveva più nulla, anzi. Ma cos'era quell'imbarazzo che provava? Quella sensazione di pudicità che lo aveva avvolto quando l'aveva vista mezza nuda?

D'un tratto il suo orecchio captò delle voci provenienti dalla stanza. Assieme a Kimberly c'era un'altra persona, una donna. Sbirciò, notando un'anziana assieme alla ragazza, probabilmente la moglie di Jamie. Ma lui dov'era?

-Kim, non hai neanche mangiato. Sicura di stare bene?-

-Si nonna, è solo un po' di malinconia. Niente di preoccupante-

-Perchè qualche volta non provi ad uscire un po'? Non hai degli amici con cui farlo?-

-Nonna, ne abbiamo già parlato. Adesso scusa, ma devo cambiarmi-

Jack sentì la donna uscire, mentre dei passi leggeri percorrevano la stanza. Si affacciò ancora un po', trovando la ragazza in piedi di fronte ad un armadio aperto, intenta a scegliere i vestiti da indossare.

La vide mentre osservava attenta, il peso su di un piede solo, le mani poggiate ognuna su di un'anta. D'un tratto la vide allungare la mano destra verso l'interno, tirando fuori un vecchio peluche che ritraeva un coniglio grigio con un uovo colorato tra le zampe. Gli tastò le orecchie, come se stesse accarezzando un animale vero, poi fece qualcosa che lasciò Jack interdetto: lo annusò.

-Mi manchi tanto, nonno- disse a bassa voce, ma il guardiano la sentì ugualmente.

Capì immediatamente quello che era accaduto e, sconvolto, si scostò dalla finestra, poggiando la schiena contro il muro, freddo come il suo corpo.

La sentì mentre si avvicinava a quella stessa finestra e si sedeva delicatamente sul piccolo divanetto proprio sotto di essa. Furono le parole che disse poi a pietrificarlo sempre di più:

-Odio l'inverno-

 

Kimberly dormiva già da un paio d'ore, ma Jack non aveva avuto la forza di andarsene. Se ne stava appollaiato su uno dei rami dell'albero proprio davanti alla sua finestra, poggiato al suo bastone, e la guardava.

Come aveva potuto permettere che quella ragazza perdesse in quel modo ogni fiducia? Quando l'aveva vista la prima volta era una bambina così piena di speranze e di sogni. Adesso pareva vuota e priva di qualunque volontà. Cosa era mai successo nella sua vita per ridurla in quel modo?

Era come se si sentisse in dovere di allontanare da lei quell'apatia, ma chissà se credeva ancora nei guardiani. Se non fosse stato così, se la sua luce si fosse spenta sul grande globo, allora Nord l'avrebbe avvertito.

Mentre era ancora assorto in quei pensieri gli parve di scorgere un'ombra che voltava l'angolo della casa. Sospettoso scese leggero dall'albero, voltando appena l'angolo: niente.

Che se lo fosse immaginato?

-Ciao Jack-

Quella voce, quella sensazione che sortiva nel suo corpo, aveva imparato a conoscerla. Si voltò lentamente, il bastone in pugno, trovandoselo davanti.

-Cosa ci fai qui? Come hai fatto a liberarti?- chiese freddo, rivolto all'uomo che, alto di lui di almeno venti centimetri, incompeva come un'ombra spaventosa.

-Sai, dovresti chiederlo proprio alla ragazzina in questa casa. È stata una vera e propria luce nell'oscurità. La sua paura è la più potente che abbia mai sentito, mi sta donando vigore come nemmeno un centinaio di bambini sta facendo. Un toccasana dopo tutti questi anni di prigionia-

-Non osare toccarla- disse il guardiano tra i denti.

Pitch si allargò in uno sgangherato sorriso, abbassando un poco il volto.

-Voglio amplificare la sua paura fino a renderla pazzia, voglio che alimenti il mio corpo quel tanto per diventare talmente forte da distruggervi tutti-

In quel momento Jack sentì un grido provenire dalla casa. Lanciò un'occhiata a Pitch, il quale non accennava a muoversi. Così con un balzo lo superò, piombando in casa.

Vide Kimberly che gli dava le spalle, spaventata, mentre una nuvola nera aveva quasi del tutto inglobato sua nonna.

Mosse un passo, ma uno degli incubi di Pitch gli bloccò la strada.

-Dannazione- disse tra i denti, colpendolo con i suoi poteri.

Fu allora che la ragazza si voltò, fissandolo intensamente con quei suoi occhi color ghiaccio, colmi di lacrime.

-Aiutami...- sussurrò.

Stava parlando con lui, quindi poteva vederlo. Non aveva smesso di credere.

Jack colpì un altro degli incubi, ma che subito fu sostituito. Stava perdendo tempo, mentre la nonna di Kimberly veniva a poco a poco catturata dal fumo e dalla sabbia.

Avvertì un altro grido, vedendo la ragazza in ginocchio, sola.

-Non riuscirai ad aiutarla- disse la voce di Pitch all'orecchio di Jack, mentre quello, inerme, fissava la scena.

-Sei debole, inutile- continuò la voce.

-Taci!!- gridò il guardiano, sprigionando il suo potere, facendo sparire l'aura d'incubo.

Di colpo si ritrovarono soli, occhi negli occhi.

-Tu sei Jack Frost?- chiese inaspettatamente lei, ancora in ginocchio, le lacrime che le rigavano le guance.

Lui si limitò ad un cenno del capo.

-Devi aiutarmi...- continuò la ragazza.

Vide poi mentre chiudeva gli occhi, spossata, vinta dalla stanchezza e dall'incredulità. Prima però che toccasse il pavimento lui la prese tra le braccia.

In quel momento un rumore familiare giunse da fuori dalla casa.

  
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