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Autore: Artemisia_Amore    23/12/2012    2 recensioni
“Andiamo, Kyouya… Non vorrai dirmi che preferisci rimanere da solo! Nessuno vuole stare da solo a Natale!”
Il giorno della vigilia di Natale, Dino raggiunge Kyouya a Namimori. Ha qualcosa da dirgli. O meglio, un regalo da dargli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nostra prima storia qui su EFP. Essendo principalmente cosplayers, questa piccola flashfic è nata come descrizione per una delle nostre foto: Then the Cloud met the Sky
Il titolo, "Le Lacrime della Dea", si rifa a una leggenda nordica secondo la quale furono le lacrime di Frigg, signora degli dei, da alcuni considerata divinità dell'amore, a creare le bacche del vischio.

Buona lettura, e tanti auguri di buon Natale!


Vischio. 

“Che cos’è?”

Non ricordo di aver ascoltato la risposta. 

“Cosa dovrei farci?”

Non ricordo le parole, solo il fastidio di quella voce allegra.

“… Non festeggio il Natale.”

L’1% della popolazione giapponese è cristiana – quindi celebra il Natale. Eppure il Consiglio studentesco ha deciso di anticipare le vacanze del nuovo anno, includendo il 25 Dicembre.

Eppure, questo non ti ha fermato dal presentarti a scuola – era chiaro che io fossi a scuola, il Comitato Disciplinare non va in vacanza – e portare con te un rametto di foglie. 

 

“E’ di buon augurio, in Occidente è un simbolo di festa!”

“E’ una pianta parassita. Cosa potevo aspettarmi, da un erbivoro?”

“Andiamo, Kyouya… Non vorrai dirmi che preferisci rimanere da solo! Nessuno vuole stare da solo a Natale!”

“… Non fest—“ 

Ma la mia pazienza si era esaurita quando ti ho visto sulla porta, e non potevo più trattenermi dall’attaccarti. 

Romario, o qualcun altro, dietro la porta della sala del Comitato ti ha impedito di essere morso a morte, una volta tanto, e… Ti ho odiato. Quando la tua stupida frusta ha bloccato i miei tonfa, quando ti sei avvicinato con quel sorriso idiota, quando mi hai detto che in Occidente ci si scambiano gli auguri sotto quel ramo di foglie, ti ho odiato. Quando hai sollevato un braccio e hai lasciato penzolare sopra le nostre teste quella pianta parassita, quando hai sussurrato che la tradizione parla di bacio sotto il vischio, quando ti sei avvicinato e mi hai solleticato l’orecchio con il tuo “Buon Natale”, quando hai premuto le labbra sulle mie, come se ci fossi capitato per caso, senza farlo apposta, quando sentivo che era tutto premeditato. Avevi programmato di mettermi in imbarazzo. In quel momento, ho odiato le mie guance diventare rosse.

   
 
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