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Autore: Ailis_    24/12/2012    3 recensioni
{Sequel di "Come un fiore su un precipizio"}
E' la solita vecchia storia: lui, lei, l'altro. Lila non ha certo in programma di innamorarsi di qualcuno che non sia Steve, ma le cose capitano e lei non può impedirlo. E dovrà fare la sua scelte, volente e nolente.
Quando l'oramai ben nota sensazione che presto sarebbe accaduto qualcosa fece la sua comparsa, Lila era seduta -accasciata, più che altro- sul divano dell'appartamento che divideva con Kurt e Jackson e sbocconcellava una ciambella: la sentì che le stringeva lo stomaco mentre la tv borbottava monotona in sottofondo.
[...]
“La Terra è di nuovo in pericolo”
[...]
“Simpatico” borbottò la ragazza “avevo dimenticato quanto fosse piacevole parlare con te” ribatté lei e Loki accennò a un sorriso divertito: ecco finalmente un interlocutore degno di quel nome, qualcuno che riuscisse a tenergli testa.
“Non mi abbracci neanche?” la schernì, ma dietro la maschera si scoprì a sperare vivamente che lei lo facesse.
A tutto questo aggiungete un nuovo nemico di cui nessuno sa niente. Cosa succederà?
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Il tuo nome sulle labbra- 8

Ehm, ehm...
Dai, so che non mi odierete: a Natale siamo tutti più buoni e io ho deciso di aggiornare proprio oggi così da farvi anche un piccolo regalino.
Altro regalo: non mi dilungherò affatto con le note.
Ho solo una cosa da dire: chiedo scusa per la brevità delle risposta alle recensioni, ma mia madre chiama e devo preparare il dolce per domani.
Ebbene sì, oltre alla scrittrice – che non è che mi riesca così bene xD- faccio anche la cuoca a tempo perso.
Che è davvero tempo perso, anche se fino ad ora non ho ancora avvelenato nessuno e i miei muffin sembrano essere apprezzati.
Ultima cosa: il banner è opera di Lights, bravissima come al solito.
Bene, ora vi lascio.
Buona lettura!



Capitolo VIII


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Un'offerta che devi rifiutare




Lila sbatté le palpebre un paio di volte per accertarsi di essere davvero sveglia, stavolta.
Era stato strano trovarsi nel sogno di Thor, a chissà quanti chilometri -o forse mondi- di distanza. Non sapeva come fosse possibile, ma era sicura che non ci fosse niente di razionale in quella connessione.
Decise che non era il momento di pensarci. Aveva ancora sonno e il tepore del corpo caldo di Loki premuto contro il suo era molto piacevole.
Si acciambellò ancora di più contro di lui e affondò il viso contro il suo petto, chiudendo di nuovo gli occhi.
Si ricordò all'improvviso di una cosa importante che doveva fare e alzò lo sguardo sul volto di Loki.
Stava guardando di fronte a sé e sembrava molto concentrato.
Forse non si era accorto del fatto che si fosse svegliata.

Buongiorno” la salutò.
Lila gli rivolse un mezzo sorriso mentre gli passava le braccia intorno al collo e lo stringeva a sé con quanto più affetto poteva.
Voleva trasmettergli esattamente ciò che aveva avvertito nell'abbraccio di Thor, tutto il calore che il dio aveva cercato di comunicarle affinché lo portasse con sé per donarlo a Loki.

E' da parte di tuo fratello” sussurrò.
Loki non capì cosa stesse dicendo e quando Lila si scansò la inchiodò con lo sguardo.

Cosa stai dicendo?”
Fu allora che Lila gli spiegò cosa era appena successo, premurandosi di affermare che no, non era un semplice sogno. Lo aveva capito subito quando aveva aperto le palpebre e aveva visto la luce accecante del primo pomeriggio.
All'inizio non aveva capito dove fosse eppure aveva iniziato a camminare, mossa da chissà quale istinto e ad un certo punto si era trovata a fissare due bambini che giocavano.
Non ebbe bisogno che qualcuno le dicesse di essere ad Asgard e che quelli erano Thor e Loki da piccoli: lo sapeva, semplicemente.
Li stava osservando, all'ombra di un salice, quando qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Un uomo alto, biondo e aitante era comparso nel suo raggio visivo, ma chissà da quanto tempo era lì senza che lei se ne accorgesse: Thor.
Anche lui stava guardando i due giocare e si era avvicinata. Ciò che lui le aveva detto era stato illuminante e poteva tornarle utile.
Doveva ideare un piano ed era sicura che la copia del Tesseract potesse tornare utile, anche se non sapeva bene come.
Lila decise che nessuno poteva aiutarla come Loki in quel momento perciò quando ebbe finito di raccontare gli espose il problema.

Tu puoi aiutarmi a ideare un piano” concluse. Poi Lila notò di essere ancora stretta a lui e che la distanza tra le loro labbra era quella di un soffio.
Il cuore prese a martellarle nel petto e sbatté le palpebre, confusa da quella sensazione di calore e dal desiderio di allungarsi quel tanto che bastava per sfiorarle.
Ne ricordava la consistenza e la morbidezza tentatrici, ma poi pensò a Steve e si disse che non avrebbe dovuto farlo.
Scosse lievemente il capo per togliersi dalla mente quei pensieri e tornò a concentrarsi sul vero problema.

Se davvero sono pronti con la copia del Tesseract” iniziò Loki “allora potrebbero davvero mettere in atto il tuo piano”
Pensi che lui ci cascherebbe? Pensi che direbbe loro dove ci tiene, anche se lo catturassero? E, ultima ma non meno importante, credi che voglia davvero il Tesseract”
Credo che sia l'unica cosa che possa desiderare” confermò, ma poi scosse il capo e dovette convenire con lei che no, non avrebbe funzionato.
E se variassimo un po' il piano di base?” le propose dopo qualche minuto di silenzio. Lila socchiuse le palpebre e ne incontrò gli occhi, resi più luminosi dall'idea che aveva in mente.
Spiegami”
Abbiamo sempre pensato di dover fargli confessare dove siamo, ma se bastasse attirarlo lontano da qui?”
Lila lo guardò come se fosse impazzito “Vuoi tentare la fuga? Sei impazzito, Loki? Ci sono un milione di motivi per cui non funzionerà”

Pensaci: se sarà lontano per cercare di rubare il Tesseract ai Vendicatori, spiegherà tutta le sue forze, magari facendone entrare qualcuna allo S.H.I.E.L.D. Ciò che a noi importa è il fatto che qui la guardia sarà molto diminuita”
“Certo” lo prese in giro lei “e una volta usciti da qui che facciamo? Chiediamo gentilmente dov'è l'uscita?”

No. Recuperiamo il mio scettro e torniamo sul Elivelivolo”
Lila rimase alcuni minuti in silenzio, ponderando il piano. Nella sua mente prese vita tutto ciò che avrebbe potuto andare storto e le possibili conseguenze, tuttavia non riuscì a pensare a una soluzione migliore.
In ultima analisi, non le restava che fidarsi di Loki. Lei non sapeva nulla del loro nemico e forse neanche Loki, anche se lo aveva visto il giorno prima, quando lo avevano torturato.
In ogni caso, non restava loro che fare supposizioni e sperare che andasse tutto bene. Era, purtroppo, la loro unica possibilità di salvarsi.
Alla fine sospirò sconfitta.

E va bene, Loki”
L'uomo le sorrise e Lila si sorprese del modo in cui riuscisse a farle venire voglia di sorridere ogni volta. Era contagioso, ecco.
Fece per stiracchiare le labbra in un sorriso, ma vennero carpite in un bacio da Loki. In realtà, forse definirlo tale era esagerato dato che si limitò a sfiorarle le labbra con le proprie, ma tanto bastò a far fremere entrambi.
Lila sentì i brividi correre lungo la spina dorsale. Sapeva di star commettendo un errore, ma quando quel contatto finì il suo primo impulso fu di cercarne ancora e non riuscì a pentirsene.

Sai” gli disse quando si separarono e mentre si tirava a sedere “credo di avere una mezza idea per migliorare il tuo piano”
Il nostro piano” la corresse mentre copiava i suoi movimenti “Comunque, di cosa si tratta?”
Lui – e, tra le parentesi, se sapessi il suo nome sarebbe carino dirmelo- deve sapere che i Vendicatori hanno il Tesseract” gli rispose solo.
E tu hai intenzione di dirglielo”
Verranno a prendere uno di noi per farlo parlare, Loki. Andrò io”
Quando Loki fece per parlare e opporsi Lila lo precedette “Niente storie. Tu sei già ferito e non è il caso di vedere fino a che punto il tuo fisico può resistere, ok? Qualunque cosa mi faranno, la sopporterò e poi fingerò di confessare” concluse.
Loki la guardò negli occhi. Erano gli occhi della ragazza che lo aveva affrontato tante volte quando voleva conquistare la Terra, lo stesso sguardo deciso e sgombro di chi sa cosa deve fare.
Chissà, forse Lila era semplicemente un'imprudente, ma Loki si trovò ad ammirarla lo stesso. Era così diversa da lui... tanto da essere complementare.
Capì che niente l'avrebbe dissuasa, così si limitò a prenderle una mano e a baciarla, attirandola di nuovo a sé.
Lila non oppose resistenza e si lasciò intrappolare dalle braccia di Loki.

Oggi sei molto arrendevole” le fece notare e la sentì ringhiare qualcosa contro il suo petto per poi pizzicargli un braccio. Con un sorriso si massaggiò l'arto dolorante.
Dicevi?” gli chiese sbattendo le ciglia in un'espressione così fintamente innocente che non avrebbe ingannato nessuno.
Niente, scherzavo”
Lila rise e per un attimo non furono più seduti su uno squallido pagliericcio, dispersi chissà dove.
Poi però la porta si aprì ed entrambi tornarono seri.
La prima cosa che Lila fu tentata di fare quando vide la creatura che era entrata fu arretrare, ma si impose di rimanere immobile. Sulla porta c'era lui. Non si aspettava che si scomodasse lui stesso per venirli a prendere, ma evidentemente si sbagliava.
La prima volta che si era trovata a scontrarsi con lui non lo aveva osservato bene, ma ora che poteva farlo si rese conto che poteva apparire un uomo qualunque.
Era alto, con la pelle più chiara che avesse mai visto e inquietanti occhi neri, in netto contrasto con i capelli biondo platino.
Non era certo il genere di aspetto che avrebbe conferito a un super cattivo, anche se Lila doveva ammettere che le ricordava un po' gli antagonisti nei film fantasy che suo fratello adorava tanto.
Nonostante questo, l'aura intorno a lui sembrava pregna di negatività e grave, come se con la sua sola presenza potesse privare ogni animo della gioia e della capacità di sperare.
Se il primo impulso fu quello di arretrare, il secondo fu il ringhio che le salì lungo la gola quando lo vide avvicinarsi.
Dovette fare violenza su se stessa per evitare che sgorgasse dalle labbra, ma quando vide il sorriso derisorio sul viso di quella creatura non riuscì più a frenarsi.
Ringhiò, come una leonessa pronta a difendersi dal suo aggressore, ma lui non smise un attimo di ghignare.

Possiamo riprendere da dove ci siamo interrotti, dio degli Inganni?”
Dapprima Lila sbatté le palpebre, confusa, ma quando sollevò Loki e lo strattonò lontano da lei comprese e sussultò.
Scattò a sedere “No! Lui non ti serve, prendi me!”

Che generosità, ragazzina. Ma non preoccuparti, arriverà anche il tuo turno”
Lila tentò di colpirlo, ma la creatura la spinse brutalmente per terra e, con una risata roca, scomparve insieme a Loki.
Lila si alzò e si fiondò sulla porta, battendo vigorosamente i pugni contro il legno al punto di graffiarsi le mani, lanciando maledizioni e imprecando.
Sapeva che era un gesto sciocco e privo di utilità, ma era l'unica cosa che potesse fare. L'idea di restare ad attendere la faceva impazzire perciò continuò a colpire l'uscio con quanta più forza aveva in corpo.
Era consapevole che non avrebbe risparmiato a Loki le peggiori torture e quella consapevolezza la logorava da dentro, procurandole un dolore sordo e rabbia cruda.
Provare rabbia era un bene, si disse. Le impediva di scivolare nel vortice della debolezza e la manteneva forte e aggressiva al punto giusto.
Alla fine si lasciò cadere a terra, sfinita dal conflitto interiore, dalla preoccupazione e dal sonno irrequieto.
Si accoccolò contro il muro di pietra, freddo e nudo, e lasciò che a riscaldarla fosse l'abbraccio di Morfeo.

*


Aveva sempre saputo che la frusta non era la peggiore delle sofferenze che Phobos -questo era il suo nome, avrebbe dovuto dirlo a Lila una volta tornato nella cella- avrebbe potuto infliggergli e lo aveva compreso a pieno quando aveva visto avvicinarsi il suo aguzzino con un sorriso crudele e tra le mani ferri arroventati.
Ora che quegli stessi strumenti lo stavano infilzando lentamente, per fargli sentire tutto il dolore possibile, non poteva fare altro che maledirli tutti, imprecare contro di loro e bestemmiare i loro nomi.
Era l'unico modo che aveva per sfogare l'atroce sofferenza che lo dilaniava.
Ogni volta che credeva di essere arrivato al limite scopriva che non era così e che poteva andare molto oltre. Sembrava non esserci un confine a cui aggrapparsi per resistere.
Poi, proprio quando stava pensando che Thanos avrebbe continuato fino alla fine dei suoi giorni, la tortura cessò.
Ma il dolore non diminuì e l'aria fredda che attraversava le pareti e gli sfiorava la carne viva era una sofferenza atroce.
Si abbandonò contro le catene che lo tenevano in piedi e che gli graffiarono i polsi già lividi.
Non c'era parte di lui che non soffrisse in quel momento, ma si costrinse ad alzare lo sguardo sul suo avversario.

Questo è solo l'inizio, dio degli inganni” gli ricordò Phobos e Loki fremette involontariamente quando gli si avvicinò.
Ho passato molto tempo a cercarti. Mi stupisce vederti al fianco di quegli insulsi umani. In realtà, avevo sentito parlare del tuo tentativo di conquistare la misera potenza della Terra e speravo che volessi essere mio alleato in questa missione”
Non gli diede il tempo di rispondere che gli afferrò il viso e lo sollevò ancora di più. Loki gemette per quel movimento inaspettato e brusco.

Dovrei ucciderti subito e mettere fino a questo gioco, ma potresti ancora essermi utile. Ho una proposta per te, dio degli inganni”
Phobos comprese che lo stava ascoltando e stirò le labbra in un sorriso crudele. Riuscire a catturare Loki era stato provvidenziale per i suoi piani: poteva sfruttarlo fino a quando si fosse dimostrato utile e solo allora ucciderlo.
Avrebbe preso due piccioni con una fava, come dicevano su quell'insulso pianeta: Loki sarebbe morto e lui avrebbe ottenuto ciò che voleva.
L'unica nota stonata nei suoi piani era la presenza di quella ragazzina, la Vendicatrice. Non aveva previsto che qualcuno li seguisse per salvare Loki, ma era un problema da poco.
Se ne sarebbe sbarazzato in fretta una volta ottenuto il Tesseract: dopotutto era una fragile umana.

Il tuo compito è semplice, Loki. Combatterai al loro fianco e poi mi porterai il Tesseract al momento opportuno. Farai ciò che ti viene meglio, ingannare e tradire, in cambio della sua vita”
Cadde il silenzio.
Era un'offerta allettante, si disse Loki. Non si illudeva che Phobos lo avrebbe davvero risparmiato, ma in quel modo gli avrebbe dato il tempo di fuggire o di fare qualunque cosa per salvarsi.
Avrebbe dovuto accettare: si sarebbe salvato e poco gli sarebbe importato se la stessa fortuna non sarebbe toccata agli altri Vendicatori.
Tuttavia, quando prese seriamente in considerazione l'idea di accettare e di gettare alle ortiche la seconda possibilità che tutti gli avevano offerto, si rese conto di non poterlo fare.
Hai un'occasione, non me ne far pentire, così gli aveva detto Lila.
Non poteva tradirla, si rese conto. Non
voleva farlo perché spezzare il cuore di Lila -la donna che amava e che lo accettava così com'era- sarebbe stato spezzare anche il proprio.
Ma non era solo per Lila che lo faceva; lei era l'unica ad avergli concesso la sua fiducia.
Anche Thor lo aveva fatto e, per quanto avrebbe preferito ignorare quelle sensazione, non voleva deluderlo ancora una volta.
Per quanto avesse provato -e, davvero, lui ci aveva provato così tanto!- non riusciva a non considerarlo un fratello. Forse a parole poteva anche rinnegarlo, ma dentro di sé non avrebbe mai potuto cambiare quella realtà.
Una volta accettati quei pensieri, fu facile prendere una decisione.

Grazie, ma mi vedo costretto a declinare l'offerta” un ghignò gli si delineò sul viso nel vedere l'espressione furiosa di Phobos.
E sia, dio degli inganni. Non ti ucciderò ora: la tua tortura sarà lenta e scoprirai cos'è davvero il dolore”
Fece un cenno a uno dei suoi super uomini, che fino ad allora era rimasto in disparte, e quello tirò di nuovo fuori i ferri ardenti.
La tortura era appena iniziata e sarebbe andata avanti per le lunghe.


*

Tu hai sognato Lils. E avete parlato della sua idea del cubo” riassunse Steve con una punta di fastidio.
Non credo fosse proprio un sogno” rimuginò Thor. A dire il vero non ne sapeva molto -l'esperto di magia, annessi e connessi era Loki- ma era abbastanza certo che quella cosa, qualunque cosa fosse, non era un parto della sua mente.
Non del tutto almeno. Certo era che non era per niente facile capire di cosa si trattasse, perciò aveva smesso di chiederselo e aveva accettato la cosa così com'era.

Qualunque cosa fosse” sbottò Steve, liquidando la questione.
Thor lo guardò di traverso. Decise di non prendersela, dopotutto Steve era solo preoccupato, esattamente come lo era lui: immaginava come dovesse sentirsi.

E se anche fosse un sogno nessuno potrebbe biasimarti, Thor” intervenne Tony per alleggerire un po' l'atmosfera, riuscendo a strappare un mezzo sorriso a tutti.
Persino Steve sospirò e sollevò le labbra in un accenno di sorriso. No, non lo avrebbero biasimato, ma solo invidiato, si disse Capitan America. Esattamente come stava facendo lui in quel momento.
Avrebbe tanto voluto sognarla lui, Lils. Almeno avrebbe potuto mettere a tacere un po' di quel senso di mancanza e privazione che da due giorni a quella parte non lo abbandonava mai.
E sapeva che non sarebbe stato come avere Lila accanto in carne e ossa, ma sarebbe stato sempre meglio che niente.
Si abbandonò ad un sospiro silenzioso.

Non riesco a capire perché ti abbia chiesto a che punto siamo se pensa che non possa funzionare” osservò Steve.
Oh Capitano, mio Capitano. E' evidente che ha un piano” lo informò Tony.
E perché non lo ha detto a Thor?”
“Non ne ha avuto il tempo” lo informò l'asgardiano “quando ha tentato di parlare di nuovo ha cominciato a sparire”

Quindi cosa dovremmo fare?” chiese Natasha.
Temo che l'unica alternativa che ci resta è aspettare e seguire il corso degli eventi” considerò Bruce massaggiandosi le tempie.
Quella situazione era davvero massacrante. Non solo dovevano cercare di sconfiggere un nemico più sfuggente del fumo, ma ora dovevano anche salvare Lila e Loki senza sapere dove si trovassero. E purtroppo la ricerca poteva estendersi in qualunque luogo: la Terra, altri mondi, altri universi addirittura. Era una ricerca letteralmente infinita.

A meno che Lils non si degni di farci un'altra visitina per comunicarci le sue intenzioni” riassunse Tony, senza tracce di sarcasmo nella voce.
Succedeva raramente che Anthony Stark non infarcisse le sue frasi con una buona dose di ironia, ma quando accadeva era il chiaro segno della gravità della situazione.
Tutti annuirono e si congedarono: era oramai notte inoltrata e ognuno non vedeva l'ora di andare a letto.
Steve si coricò nel proprio, ma il sonno tardava ad arrivare. Il materasso erano freddo e vuoto e le lenzuola oramai avevano perso il classico profumo di rose, gelsomino e cocco di Lila.
Non riusciva a dormire dalla sua parte del letto, a toccare i suoi abiti e le sue cose né a entrare nella sua stanza. Eppure sarebbe stato facile: la porta era lì, proprio di fianco alla sua. Non sarebbe stato difficile entrare e magari alla fine si sarebbe sentito meglio.
Forse era quello il punto.
Sentire il profumo di lei, vedere le sue cose... tutto gliela avrebbe fatta sentire più vicina. Si sarebbe cullato nella dolce illusione di averla accanto, forse avrebbe potuto addirittura immagine la dolce consistenza delle sue labbra o delle sue carezze.
E per qualche ora gli sarebbe bastato ricordare, salvo poi tornare bruscamente alla realtà. Sarebbe caduto dalle nuvole e l'urto sarebbe stato cento volte più doloroso della sensazione di vuoto che provava in quel momento.
Forse avrebbe dovuto amarla meno, si disse. Chissà, se non si fosse buttato con tutto il suo cuore in quella relazione forse ora avrebbe ancora la possibilità di non uscirne a pezzi.
Eppure era certo che se anche fosse tornato indietro, anche sapendo cosa lo attendeva, non avrebbe esitato ad amarla con tutto se stesso.
Era innamorato, non c'era altro da dire, e Lila gli mancava da morire.
Alla fine chiuse gli occhi e si lasciò carpire dalle braccia di Morfeo.




Continua


   
 
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