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Autore: Kimberly Heiwa    24/12/2012    2 recensioni
Non è mai finita. Il filo in realtà non si è mai spezzato, si è allentato, ma il sentimento è ancora vivo.
Le due facce della stessa medaglia, inseparabili, compatibili tra loro, ma che non hanno mai avuto veramente tempo per loro stessi. E' passato tanto da allora, ma forse è proprio questo che li fa sempre riunire; li fa incontrare per vedere i risultati del cambiamento.
-Rory... dove sei?- sussurrò sperando che lo potesse sentire ed aspettare, come lui stava attendendo lei.
Il titolo viene dalla canzone 'Wait for me' di uno dei miei gruppi preferiti, i Theory of A Deadman.
Spero che gradiate questa storiella e che esponiate le vostre opinioni...
Buona lettura e... Enjoy! :)
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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How to dream

 

-Ora potete scambiarvi le cartoline di San Valentino, bambini!

È arrivato, finalmente. San Valentino è giunto in città colorando la fredda atmosfera di febbraio con un caldo colore rosso, come l'amore che riscalda i cuori...

È giunto il giorno delle dichiarazioni, dei regali, dei fiori da parte di ammiratori segreti e della consegna del premio tanto atteso di “Miglior scrittore emergente” di New York city... sono solo le dieci del mattino e l'evento si svolgerà a partire dalle sei in punto.

-Rory! Ciao tesoro, come stai oggi? - esclamò Lizzie più frizzante del solito.

Rory, intenta a scrivere un articolo su un libro, si arrestò per un momento alzando la testa sorpresa da tutto quell'entusiasmo nel tono della collega e si girò verso di lei.

-Ehi Lizzie... ciao...! Tutto bene, grazie... e tu? - la sua voce era incerta.

-Io? Alla grande...- sembrò che avesse la testa fra le nuvole.

-Come mai così felice, oggi? - indagò l'altra.

-Oh,beh... oggi è San Valentino...- esclamò tutta contenta.

-Sì, questo lo so...- si alzò, cercando di evitare l'argomento e si diresse verso la macchinetta del caffè.

-Allora? Non ti rende felice?

Infatti, eccola lì a bomba.

-Sì...- continuò versandosi del caffè nero.

-Sai, oggi ho ricevuto dei fiori...- esclamò soddisfatta.

Ecco dove voleva realmente andare a parare...

-Uh, interessante...- disse sorseggiando la bevanda.

-Non ti mette di buon umore questa festa?

-Beh... certo, è una “festa” allegra e romantica ma... diciamo che non la reputo poi così tanto importante... insomma, se si ama una persona la si ama sempre...

-Sì, questo è vero... ma è un'occasione per festeggiare il proprio amore...- ribatté stringendosi nelle strette spalle.

Rory si limitò ad annuire troncando la conversazione. Quella mattina non era di buon umore.

***

-Auguri, tesoro! Certo che possiamo pranzare insieme oggi! Oh, Meredith, ti va di venire con me al ricevimento che ci sarà stasera per la consegna del premio a cui parteciperemo io e Jess? Perfetto! Ti vengo a prendere alle sei meno dieci. Ti amo anch'io... a più tardi!

-Finito?

-Mamma mia, Jess... come sei suscettibile stamattina!- esclamò Matt sbuffando.

-È solo che non mi va ogni 14 febbraio sentire le conversazioni sdolcinate con la tua ragazza! - ribatté facendogli il verso.

Matt girò gli occhi e gli fece una smorfia.

-Bando alle ciance, prima del premio c'è del lavoro da sbrigare.

-Sì, e tu devi leggere questo!- disse mettendogli il giornale sulla scrivania.

-”The New Yorker”... lo conosco, è un giornale come altri.

-Apri e leggi l'articolo di un certo o certa “L. Gilmore” sul tuo libro.-disse masticando un confetto.

Jess aprì il quotidiano e un odore di carta lo invase; non gli aveva mai dato fastidio, anzi, lui aveva da sempre adorato quell'odore di libro, come preferiva chiamarlo, che dava alle pagine bianche o giallicce un qualcosa di misterioso, come se fosse stato nascosto in una cantina sottoterra per tanto tempo, consumandosi ogni anno...

Eccolo. Lesse il titolo “A runaway who can wait forever, il nuovo romanzo di Jess Mariano” e l'autore: L. Gilmore. Gli sembrò familiare.

Velocemente, come al suo solito, gli occhi scorsero rapidi sulle poche righe dell'articolo, mangiandosi in fretta le parole battute a macchina, ma lo lasciarono perplesso.

-Strano, eh? Quando l'ho letto ho pensato che fossi tu ad averlo scritto sotto il nome di un altro...- disse accomodandosi sulla poltrona davanti a Jess.

Rilesse tutto daccapo e si soffermò su quel “L. Gilmore”. Gilmore era il cognome di Rory ma l'iniziale era una L... e da quanto ne sapesse lui, Lorelai non si era mai addentrata nel mondo del giornalismo. Restava solo Rory, la possibilità più logica.

-Sei ancora vivo?- gli domandò ridendo.

-Sì, sì... strano, davvero strano...- si fermò ancora a riflettere per qualche secondo, dopodiché si rimise a lavoro.

*** Ore 17, New York

-Troppo lungo, troppo stretto! Troppo vecchio, troppo nuovo, troppo stravagante! Ok, ho bisogno di un aiuto.- compose velocemente il numero della madre.

-Oh, menomale che ci sei tu! Non ce la facevo più a reggere tua nonna!

-Io mi arrendo.

-Cosa? Tesoro, la scommessa su Taylor l'ho stretta con Babette, non con te! Come fai a sapere che vincerò?! Sei diventata veggente, eh?

-Che scommessa?- il tono di Lorelai la incuriosì.

-Oh, beh... è una lunga lunga storia! Appena ci potremo vedere te la racconterò, così potrai assaporare con me il retrogusto della vittoria!- esclamò esaltata.

-Non vedo l'ora! Ho bisogno di aiuto, e anche subito!

-Che è successo?

-Stasera ci sarà la consegna del premio, esattamente tra un'ora e io sono ancora qui davanti allo specchio mentre ammiro il mio armadio riversato sul letto come se un ladro stesse cercando qualcosa prima che io finissi la doccia!

-Oh... ok, dai, ti do una mano. Dimmi i vestiti della cassaforte sul letto.

-Cassaforte?

-Sì, insomma, il ladro, la cassaforte che sarebbe il tuo armadio.- esclamò divertita.

-Non fa ridere.

-Ma tesoro, un po' di spirito! Non sei divertente quando sei tesa!

-Mi vuoi dare una mano o no?

-Ok capo! Io essere al suo servizio!

-Sono indecisa tra quattro vestiti: rosso, verde, giallo o viola...

-È San Valentino, metti il rosso!

-Ok... scarpe? Rosse, bianche o nere?

-Mm... nere, per spezzare.

-Perfetto! Corro a prepararmi! Grazie mille!

-Ehi, non vuoi sentire la storia su Taylor e gli elfi della foresta cattiva?

-Mamma, sono di fretta!

-Va bene, ti lascio solo perché sei di corsa... ma quando sarai qui accanto a me non avrai scuse!- recitò con voce malefica.

-D'accordo! Saluta Luke e buon San Valentino! Ah, alla fine gli è piaciuto il regalo?

-Non gliel'ho ancora mostrato. Ti invierò un messaggio dopo, socia!

-Lo aspetto! A dopo, ti voglio bene!

-Anch'io! Baci!- e riattaccò.

Rory corse a vestirsi, buttando sul letto disordinato il telefono bianco.

*** Ore 18, Times Square, New York

-Eccoci qua!- esordì Matt.

-Già, eccoci qua.- continuò Meredith.

Jess entrò subito dopo la coppia, affidando al guardarobiere il proprio cappotto.

La libreria “The ancient story teller” era semplicemente enorme ed elegante.

-E così... quanto hai detto che durerà tutta questa roba?- domandò con ironia Jess, avvicinandosi alla coppia.

Matt gli lanciò solo un'occhiata che disse tutto e l'amico sollevò le mani in segno di arresa, sbuffando.

Si separò dai fidanzati e si diresse verso il salone principale, in cerca di cibo.

Fu in quel momento che lei entrò.

-Lizzie... è questo il posto?

-Sì! Posa il tuo cappotto e seguimi, ti voglio far conoscere una persona.

Rory seguì le indicazioni dell'amica e si sfilò il cappotto. Era semplicemente incantevole:

il vestito di velluto rosso scendeva morbido fino alle ginocchia stringendosi in vita, mettendo in risalto quindi il collo allungato e le spalle sottili evidenziate dallo scollo a V che scendeva delicatamente senza apparire volgare. Le scarpe nere spezzavano con la tinta unita rossa dell'abito e mettevano in risalto le caviglie sottili dalla carnagione candida.

-Meredith!

-Ehi Lizzie! Come stai?- si girò verso la donna aprendo le braccia per abbracciarla.

-Bene, eccoci qui. Lei è Rory, lavora con me al giornale.

-Hai detto Rory? Non mi ricordo di una Rory che scrive articoli...

-Beh, scrivo sotto il nome di “Lorelai Gilmore”, che sarebbe il mio nome per intero.- intervenne Rory sorridendo anche se un po' imbarazzata.

Matt, intento a versare il vino nei bicchieri, al pronunciare di quel nome, si arrestò per un secondo. Tese l'orecchio per essere più sicuro che quella Rory fosse la stessa che aveva scritto l'articolo sul libro di Jess come se ne fosse stata lei l'autrice. Decise di voltarsi per guardarla in faccia: era la stessa ragazza del negozio di DVD. Jess gli aveva appena accennato il suo rapporto con lei, ma dopo quel giorno Matt si fece più sicuro nel pensare che qualunque cosa mai vi fosse, una strana alchimia regnava tra loro due.

-Lui è Matt, il mio fidanzato. Matt, lei è Lizzie, mia sorella. E questa è Rory, una sua collaboratrice al giornale.- presentò Matt alle due ragazze, cingendogli le spalle con il braccio sinistro.

-Piacere.- disse Matt stringendo la mano a Lizzie.

Rory lasciò la sua mano a mezz'aria, concentrandosi sul volto di Matt: lo aveva già visto... si rese conto però di mostrarsi maleducata e così gliela strinse abbozzando un sorriso. Rory subito dopo si allontanò per cercare cibo. Mentre si diresse verso la sala principale, assorta ancora nei suoi pensieri, non si accorse di urtare un ragazzo sulla sua traiettoria.

-Oh! Scusa tanto! Io...- si fermò un attimo vedendo che era Jess la persona da lei urtata.

-Rory... che ci fai qui?- domandò curioso dopo una pausa, utilizzata per ammirare la bellezza e l'eleganza di Rory sottolineata dal vestito rosso.

-Io... sono qui per lavoro... tu?- le sue gote arrossirono per l'imbarazzo.

-Anche io. Sono tra i candidati per il premio.- la sua voce le apparve nervosa, come se non fosse più preparato ad incontri accidentali del genere.

Il vociferare della gente della sala, le risate e i colpi di tosse per il freddo, sembrarono non riuscire a sorpassare il silenzio che regnava tra i due.

Jess la guardò di sfuggita varie volte; Rory alternò il suo sguardo su Jess quando lui non era attento e sugli invitati quando si sentiva osservata.

-E così... ci rivediamo...- esordì Jess, dondolandosi leggermente.

-Già...- disse lei. Le sue mani non sapevano più che fare: si torcevano l'una con l'altra in avanti e indietro, poi i pollici si toccavano per allontanarsi subito dopo.

-Signore e signori, giornalisti e scrittori, vi preghiamo di prendere posto per la consegna del premio. Grazie!- annunciò il giudice, nonché proprietario della libreria ed acclamato scrittore.

-Credo sia meglio andare- disse Jess, indicando con il dito destro il palco alle sue spalle.

-Sì, accomodiamoci.

Rory lo seguì, ma non riuscì a stargli vicino perché Matt e Meredith avevano già occupato i posti. Si sedette accanto a Lizzie, circa quattro sedie dopo Jess.

Senza rendersene conto, si girò varie volte alla sua sinistra, nella direzione di Jess; lui di certo non ne fu intimidito, anzi, la imitò. Lizzie si accorse di tutto questo e, ogni volta guardò i due con uno sguardo che la sapeva lunga.

-Rory, credo che tu e...

-Bene, iniziamo!- esclamò il giudice e interrompendo i sussurri di Lizzie verso Rory.

La donna si arrese e si dedicò al vero e proprio evento.

-È così che, dopo aver analizzato libro per libro e tutte le relative recensioni, negative e positive, che abbiamo deciso di assegnare il premio di “Miglior scrittore emergente” di New York a...- momento di silenzio per la suspense- Jess Mariano! Prego, ci raggiunga sul palco, giovanotto!

Jess si alzò e, mentre tutti lo applaudivano per il suo tanto bramato traguardo, salì sul palco e prese il premio con orgoglio. Il giudice McBody si congratulò con lui, gli strinse vigorosamente la mano e lo invitò a rilasciare un breve discorso.

Jess lo colse alla lettera: fu chiaro e conciso. Prima di scendere dal palco della vittoria, guardò intensamente la persona che, in fin dei conti, lo aveva portato a diventare quello scrittore che stava vincendo un premio: Rory Gilmore, in terza fila, quinta sedia a destra. Il suo sguardo era riconoscente, come se lei avesse previsto tutto.

Rory si commosse e ricambiò lo sguardo. Era così orgogliosa di lui: si era finalmente realizzato, era diventato uno scrittore approvato e lei lo aveva saputo fin da quando, in veste di ragazzino arrabbiato con il mondo, aveva messo piede a Stars Hollow.

La distanza forse, alla fin fine era servita a qualcosa, lo aveva fatto crescere.

-E siamo felici di annunciare che il merito della vittoria del signor Mariano è anche dovuto alla sua casa editrice, la “Truncheon Books”, la miglior casa editrice emergente! Complimenti!

Jess lo ringraziò una seconda volta; gli strinse la mano e dedicò questa vittoria a Matt, che si era già alzato per applaudirlo.

-Ora, dato che è il 14 febbraio, abbiamo preparato alcune musiche per farvi ballare! Apriamo le danze con “When I fall in love” di Nat King Cole, un classico degli anni cinquanta! Buon divertimento!- concluse McBody facendo partire il disco in vinile.

Meredith e Matt, dopo essersi congratulati con Jess, scesero in pista da ballo, godendosi la serata di San Valentino. Lizzie trovò ben presto un cavaliere, un certo Adam, un inglese amico e collega della sorella Meredith.

When I fall in love, it will be forever

Oh I never fall in love

Rory si trovò invece senza un cavaliere per danzare. Se ne stette vicino al bancone fino a quando Jess si avvicinò a lei. Il ragazzo stette lì a guardarla per un po' con uno sguardo furbo, sorridendo con un solo angolo della bocca.

-Posso avere questo ballo?- le chiese con molto garbo, porgendole la mano.

Rory asserì con il capo e gli prese la mano.

Trovò piuttosto strano Jess così melenso, quasi non l'avrebbe riconosciuto.

In a restless world like this is,

love is ended before is begun

Con sguardo complice scesero in pista e cominciarono a ballare lentamente.

-E così... sei tu il vincitore...- sussurrò Rory con gli occhi fissi su Jess.

-A quanto pare... - disse lui con aria di sufficienza.

Non ci poteva credere: stavano ballando, loro due stavano ballando. Erano passati sei anni dal ballo di fine anno, al quale non ne ebbero l'occasione, purtroppo.

Rory cercò di non stare troppo appiccicata al petto del ragazzo, ma Jess con la mano dietro la sua schiena la strinse a sé, mantenendo una distanza di trenta centimetri.

Era rigida, percepiva la sua freddezza nei suoi confronti. Non aveva tutti i torti, però: erano stati distanti per tanto tempo e, oramai, erano quasi due estranei.

And too many moonlight kisses

seem to cool in the warmth of the sun

 

Non riuscì, tuttavia, a continuare ad essere rigida. Era Jess, con lui non c'era bisogno di fingere, l'avrebbe scovata ben presto e l'avrebbe convinta a raccontargli tutto.

Le sfuggì un sorriso al solo pensiero e si lasciò trasportare dalla musica. Jess si mise a ridere perché non capì il motivo della risata di Rory.

When I give my heart, it will be completely

or I never give my heart

 

-Perché stai ridendo?- le chiese divertito.

-Uh? Niente, niente... una cosa stupida...- rispose smettendo di ridere e riprendendo a guardarlo negli occhi di caffè.

And the moment I can feel that

you feel that way too

 

-Sai, ho letto il tuo articolo proprio oggi...- le sussurrò in un orecchio.

-Che articolo?

-Quello sul mio libro... mi vuoi rubare la scena, eh?

-No, io... non è mia intenzione...

-Rory, stavo scherzando!- concluse sorridendo e stringendola più a sé.

Lei sorrise e si lasciò cullare dalla musica.

Is when I fall in love... with you...

Non c'era più niente intorno a loro: la musica era

giusto un sottofondo dolce; le persone erano scomparse; le risate si erano ovattate...

Chissà se anche al ballo di fine anno si sarebbero sentiti così...

La musica finì, ma loro rimasero abbracciati ancora per un po', finché non si accorsero di essere fissati da tutti gli invitati. Si staccarono piuttosto imbarazzati e si diressero verso l'uscita. Lizzie si avvicinò a Rory non dicendo niente.

-Che c'è?- le chiese mentre si abbottonava il cappotto.

-Oh, niente... siete una bella coppia!- esclamò facendole l'occhiolino.

-Lizzie!- la rimproverò Rory.

Lizzie sbuffò come una bambina, salutò la collega e tornò da Adam.

Rory salutò tutti e uscì dalla libreria. Si sentì strana: il cuore le batteva all'impazzata e le gambe quasi non la reggevano...

-Ciao!- disse Jess avvicinandosi al suo fianco.

-Ciao! Vuoi farmi prendere un colpo?- disse scherzosamente.

Jess rise e si mise le mani in tasca.

-Mi sono divertito stasera...

-Anch'io...

I loro occhi erano attratti gli uni dagli altri come si ci fosse una calamita.

-Senti, che ne dici se... ecco... ricominciassimo a parlare? Ad essere amici, intendo...- il suo tono era vago, ma era tutto una messa in scena.

-Va bene... ci possiamo vedere domani a pranzo, se ti va...- il tono di Rory invece non era finto, era davvero imbarazzato.

-Ok...- disse arrestandosi.

Rory si fermò davanti a lui e i suoi occhi erano di nuovo incollati a quelli di Jess.

Le sorrise e quello fu il momento più bello di tutta la serata.

-Ora devo andare... buon San Valentino...

-Buon San Valentino anche a te...

Una strana voglia di non lasciarla neanche un secondo si impossessò di lui, ma la sua parte razionale tuttavia vinse.

Si scambiarono un ultimo sorriso e Rory volse le spalle, stranamente euforica.

Jess sorrise e la osservò allontanarsi. Gli sembrò di tornare alla serata in cui lo aveva salutato con “Buonanotte, Dodger”. Ed era così, erano di nuovo all'inizio di tutto, ma un inizio nuovo e speciale.

 

 

 

 

Cosa ne pensate? Buona vigilia!;) Alice

   
 
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