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Autore: siemdrew    24/12/2012    10 recensioni
C'era una volta un Principe. Egli regnava con amore sui Monti della Morte, passando per La Foresta dei Sogni e La Foresta Ombrosa, fino al Mare delle Luci. Il Principe amava il suo regno, ma era troppo avido, prepotente ed arrogante col suo popolo. Uccideva i civili, condannava a morte gli innocenti e derideva i più deboli. Finché un giorno arrivò al suo Castello una donna bellissima, che si era persa. Egli le offrì doni, cibo... e un letto per la notte: il suo. Il Principe era così malvagio che non si curò di far sentire a suo agio la donna, bensì tentò di violentarla. Ma la donna si trasformò in una strega dinanzi al Principe. Lo maledette: per tutta l'eternità, il Principe avrebbe dovuto vivere nella torre ovest del suo Castello. Passarono gli anni, ed egli si accorse di non invecchiare. Sicché ebbe un'idea. Decise di rapire ogni mese sei vergini, che avrebbe rinchiuse, ma che poi avrebbe dominate e uccise. E così ancora oggi il Principe violenta e uccide le sue vittime.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Principe
Capitolo 13


«Forse non hai ben in testa il significato di “complicità fra sorelle”», disse Marissa seccata facendo avanti e indietro per la mia stanza.
I miei genitori avevano cercato di convincermi a farli entrare, persino Jimmy, l’addetto al nostro ascensore. Ma io avevo mandato via tutti usando scuse quali la depressione adolescenziale, il fatto che avevo la febbre e che mi mancava la nonna. Erano tutte scuse false, tranne ovviamente l’ultima.
«La complicità fra sorelle è quella che avresti dovuto seguire», continuò Marissa. «Ossia: io sono tua sorella, tu sei nei guai e io ti copro. Sono anche tua sorella maggiore, quindi avresti dovuto obbedire a tutto ciò che ti dicevo»
«Il fatto che sei più grande di...», tentai di protestare.
«STO PARLANDO», mi zittì. «Non mi interrompere. Sono in uno di quei momenti in cui ti senti un poeta. Dicevo, essendo tua sorella maggiore qualsiasi ordine avresti dovuto seguirlo. Ti avevo detto di chiamare la polizia – e non l’hai fatto. Ti avevo detto di non dar retta a quel tipo losco – e non l’hai fatto. Ti avevo di detto di stare attenta – e non l’hai fatto. Ti avevo anche detto di lasciar stare i libri, anni fa – e, di nuovo, non l’hai fatto. Ora, se tu mi avessi...»
«Cosa c’entrano  libri, adesso?», chiesi spaesata.
«Oh ti prego, Valerie, non fare la finta tonta», mi riprese. «Se tu non avessi avuto tutta ‘sta passione per i libri, la nonna non ti avrebbe dato la sua libreria in soffitta, tu non avresti aperto il libro da cui è spuntato fuori ‘sto Drawn, non ci saresti finita dentro e lui ora non sarebbe qui! Mannaggia a te!»
Drew rise. «Mi chiamo Drew»
«E tu smettila di prendere la cosa come divertente», squittì Marissa. «Stiamo parlando di cose davvero serie, Drew-Drawn o come ti chiami! Mia sorella – mia sorella – sta rischiando grosso a causa tua. È tutta colpa tua»
«Mia?»
«Sì! Ti sto odiando, quindi non mi parlare o finisce che ti picchio»
«La cosa si sta facendo comica», commentò il Principe.
«Comica? La cosa comica te la ficco su per...»
«ABBIAMO CAPITO!», esclamai con un sorriso imbarazzato. «Mary, piantala, ti prego. Non fare la mammina, per questo abbiamo già nostra madre. Ora, non è colpa di Drew se è un povero sventurato, sfigato in amore e quant’altro. Okay?»
«Ehi!», protestò indignato Drew. «Io sarei un “povero sventurato, sfigato in amore”?»
Lo guardai e annuii. «Diciamo le cose così come stanno, dai. Hai dovuto cambiare mondo parallelo per venire a cercare la tua anima gemella»
Il suo sguardo passò velocemente da Mary a me, così io abbassai gli occhi e osservai il pavimento. Che imbarazzo. Che vergogna. Che imbarazzo. Mi aveva toccato le tette. Mi aveva baciata ovunque era possibile. Aveva detto che avrebbe voluto fare l’amore con me. Ma io non ero la sua anima gemella.
«Ho il ragazzo da un po’ di tempo», disse Marissa. «Quindi non pensate che non mi sia accorta dell’occhiata focosa che vi siete lanciati»
«Occhiata focosa?», smentii. «Ma che dici?»
«So che sta accadendo qualcosa tra voi due», disse osservandoci con attenzione dopo aver sospirato. «Ti conosco troppo bene, Valerie: sei mia sorella. E più vi guardo, più mi convinco che tra voi due sia successo qualcosa. O stia succedendo... non ne sono sicura. Ma indagherò a fondo. E non credere, Drew, che due sorelle non si dicano niente»
«Marissa, ma ci guardi?», rise il Principe. «Siamo come il cane e il gatto. Ci odiamo. Credi davvero che tra Valerie e me ci sia qualcosa?»
«Sì», confermò. «E il fatto che tu lo stia negando mi convince ancora di più»
Drew fu sul punto di risponderle, ma poi si ammutolì. Ovviamente non poteva controbattere, aveva ragione lei. Io quindi mi limitai a mantenere il silenzio.
«Fuori da qui», ordinò allora Marissa.
«Cosa?», sibilò in risposta il Principe.
«Smamma! Ci stai dando fin troppi problemi!»
«Mary», protestai io. «Piantala, mi sto innervosendo»
Lei guardò Drew con odio profondo, poi girò i tacchi e uscì dalla stanza. Mi affrettai a chiudere la porta a chiave, per evitare che i miei genitori entrassero. Li sentii fare domande sul mio conto, e papà chiese se doveva di nuovo mandare Jimmy in perlustrazione, ma Marissa disse cose a mio favore.
Presi un sospiro di sollievo e mi voltai. Drew ed io ci guardammo un attimo. Ovviamente non sapevo a cosa stesse pensando. Ma io pensavo a quello che era successo poco prima con lui. Non riuscivo a togliermi dalla testa quella frase.
Avevo in mente di fare l’amore.
Oh santo cielo. Avevo diciassette anni, non trenta! Ero ancora troppo piccola per pensare di trovare l’uomo della mia vita con cui fare l’amore. O no? Ecco che arrivavano i dubbi. Però più ci pensavo, e più mi batteva forte il cuore. Non è possibile, il Principe solo poco fa voleva stuprarmi e uccidermi. E ora era così... docile. Sì, direi che è l’aggettivo migliore da attribuirgli.
Più o meno, visto che non si è dato tanti problemi nel palparmi e ficcarmi la lingua in bocca.
Cammino verso la finestra e tiro le tende, lasciando uno spiraglio di luce soltanto. Si era fatta sera, probabilmente erano le otto, ma io stavo morendo dal sonno. Accesi l’abat-jour e spensi la luce grande. Drew mi guardava senza fare o dire niente. Presi il mio pigiama e mi avviai alla porta.
«Non puoi uscire», mi fermò.
«Ah, giusto...», ricordai ridacchiando.
Se fossi uscita avrei dovuto affrontare mamma e papà e non volevo. Affatto. Mi voltai verso Drew e lo guardai intensamente. Il suo sguardo passò da “perché mi fissa?” a “ho capito perché mi fissa”.
«Mi giro», si voltò con un sorriso pervertito in volto. «Non ha senso, ma mi giro»
«Perché non ha senso?», gli chiesi mentre mi cambiavo in fretta.
«Perché ti ho appena vista mezza nuda», rispose alzandosi in piedi.
Si girò verso di me non appena infilai la maglietta del pigiama. Per fortuna non intravide il mio corpo. Ma la prima cosa che pensai non appena mi misi sotto le coperte fu che lo volevo. Arrossii, ma la luce era così fioca che probabilmente Drew non se ne accorse.
Lui si tolse le Supra con due piccoli calci, poi cominciò a sbottonarsi i pantaloni. Cercai in ogni modo di evitare di guardarlo, ma ogni tanto sbirciai. Prima non gli avevo tolto la camicia, così ebbi modo di intravedere i suoi pettorali. Sembrava un dio greco. La cosa mi fece arrossire ancora di più, soprattutto quando lui si chinò su di me. Pensavo sarebbe successo qualcosa, ma poi lui allungò la mano per spegnere la luce dell’abat-jour. La stanza calò nel buio. Intravidi la sua figura, come un’ombra, che si insinuava sotto le coperte del letto.
Intrecciò le gambe con le mie, e sentii che non indossava i pantaloni. Giusto, lui se li era tolti e io non gli avevo prestato nulla. Si strinse contro di me, era ancora a petto nudo, ovviamente. Ma... Oh no... Aveva almeno l’intimo?!
Lanciai un gemito di paura e pensai a cosa fare. Non potevo allungare una mano, se era nudo avrei toccato... Panico.
Che diamine faccio?!
Lui era in silenzio, con i polpastrelli mi carezzava lentamente la schiena, sotto la maglietta. Da una parte mi rilassava, dall’altra mi agitava. Forse facevo prima a chiederglielo, ma la cosa mi avrebbe messo ansia. Mi venne in mente cosa fare, e decisi di tentare.
Anziché dargli le spalle, mi girai verso di lui, fermando le sue carezze. Lo vidi sorridere nel buio, poi sentii le sue dita sfiorarmi la pancia. Il mio cuore batteva fortissimo, ma si calmò quando mi accertai che le sue dita non sarebbero salite.
Mi sbagliavo. Lentamente portò la mano sinistra sul mio fianco e risalì.
«Chiudi gli occhi», sussurrò, ma con una lieve risatina.
Forse aveva notato il mio panico. Non importa, feci come aveva richiesto, e poi misi io una mia mano sul suo petto. Come se lo stessi carezzando, feci scendere la mano lungo il suo fianco... Non incontrai lacci o elastici. Era del tutto nudo. La cosa mi sconvolse, tant’è ritraendo la mano lanciai un altro gemito di ansia. Lui se ne accorse, e ridendo mi ripeté di chiudere gli occhi. Non avevo neanche notato che li avevo aperti.
Oh merda, è nudo. È NUDO! Che cosa faccio?! Sto impazzendo, ma che ho?!
Drew mi faceva un effetto strano. Non avevo paura di chiudere gli occhi, non più. E lui avrebbe potuto farmi quel che voleva... Da una parte mi sarei abbandonata a lui. Dall’altra... anche.
Causandomi la pelle d’oca, i suoi polpastrelli passarono sullo sterno, tra i seni. Poi con l’indice mi sfiorò sotto un seno, finché non mi titillò un capezzolo. Il mio cuore riprese a battere fortissimo, nel silenzio della stanza sentivo i battiti che rimbombavano nelle mie orecchie. E sentivo il respiro più accelerato di Drew. E il mio.
Riportò la mano sul fianco e si chinò su di me. Mentre il mio cuore esplodeva in una fontana di colori, emozioni e scintille, le sue labbra trovarono le mie, la sua lingua sfiorò la mia. Cercavo di non pensare al fatto che era sotto le coperte, ma nudo su di me.
Come poco prima, mi tolse la maglietta, il mio petto in bella vista. E poi i pantaloni del pigiama, sotto cui non indossavo niente. Mi baciò tutta, mi fece gemere e sognare. Chiusi gli occhi nel più puro dei piaceri.
 
La mattina dopo una sveglia suonò insistentemente. Segnava le sei del mattino. In alto a sinistra c’era scritto “lun”. Era un lunedì. Avevo proprio perso il senso del tempo, e mi sa che dovevo anche prepararmi per andare a scuola. Sbuffai e mi misi a sedere. Accanto a me Drew dormiva profondamente. Mi chinai verso di lui e poggiai le mie labbra sulle sue. Subito rispose al bacio, intensificandolo qualche secondo dopo. Più pensavo a stanotte, e più volevo restare a letto con lui, anziché alzarmi per andare a scuola. Che poi, dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni, andare a scuola mi sembrava davvero strano.
Interruppi il bacio e feci per alzarmi, ma lui mi fermò.
«Dove vai? Sono le sei del mattino», mi chiese.
«Devo andare a scuola», bofonchiai.
«Vuoi che ti accompagno?»
«Se vuoi dormire, resta. Non c’è problema»
Ci alzammo al contempo e ci vestimmo. Io in fretta mi preparai lo zaino. Quel giorno avevo cinque ore: due di letteratura inglese, una di fisica e due di spagnolo. Per fortuna non dovevo portare nulla di pesante.
Qualcuno bussò alla porta.
«Valerie, sei sveglia?», era mamma.
«Sì», risposi con fare annoiato.
«Meno male! Se vuoi sul tavolo c’è la colazione. Io e papà andiamo a lavoro»
La sentii allontanarsi, traballando sui tacchi. Aprii la porta, accertandomi che nessuno ci fosse. Feci uscire Drew, e mangiammo bacon e uova insieme. A quanto pare, mamma e papà erano nel loro ufficio a lavorare, e Marissa era già andata all’Università.
In tinta con la maglietta bianca e i jeans verdi, infilai un paio di Nike bianche. Poi mi misi lo zaino in spalla e andai all’ascensore, seguita da Drew che continuava a guardarsi intorno.
Quando Jimmy aprì le porte fece per salutarmi, ma nel vedere Drew si ammutolì. Entrammo e lui premette le lettere PT, Piano-Terra. Continuò a guardar male Drew.
«Ma da dove sei spuntato?», gli chiese, facendoci ridere entrambi.
Il Principe si limitò a far spallucce.
«Non ne ho idea neanch’io», ridacchiai.
«Quindi davvero non sei lesbica», rifletté Jimmy.
«Esatto!»
«Oh, peccato... Ho delle amiche lesbiche, e a loro piace farlo davanti a me»
Ammutolii io. Che orrore.
«Jimmy bello, non voglio sapere nulla della tua vita intima», precisai. «Quindi, niente più riferimenti a cose simili, intesi?»
«Sissignora!»
Ci aprì le porte quando arrivammo al pianoterra. Lo salutai e fuggii dall’hotel con Drew, nella speranza che nessuno ci vedesse.
A piedi ci avremmo messo venti minuti, quindi per le sette e mezza saremmo arrivati a scuola.
«Cosa si fa precisamente in una scuola?», domandò Drew camminando tranquillamente, le mani in tasca.
Gli avevo prestato un paio di jeans miei – non mi sembravano femminili – poi lui si era tenuto la camicia. Gli avevo fatto mettere su una felpa nera e una giacca di mio padre. Le Supra erano sue.
«Si studia», risposi. «Ci sono delle persone, i docenti, che ti insegnano delle materie»
«Bello! Come l’astronomia? O la chimica?»
«Sì... ma non l’astronomia. Voglio dire, non approfonditamente. La chimica sì. La matematica. La fisica. La storia. Le lingue»
«Lingue?», chiese stranito. «Come queste?»
Mi attirò a sé velocemente e in un secondo sentii la sua lingua accarezzare la mia. Sapeva di lavanda, e mandorle – dopo il latte alle mandorle che aveva trovato in frigo e bevuto. Poggiai una mano dietro la sua nuca, poi salii infilando le dita tra i suoi capelli profumati.
Si staccò per primo, tenendo lo sguardo fisso su di me. Gli diedi un veloce bacio a fior di labbra, poi feci scivolare la mano lungo il suo braccio, per incastrare le mie dita con le sue.
«Senti, Valerie», disse in fretta. «Riguardo a stanotte, ecco... Non volevo aggredirti, o forzarti»
«Non mi hai aggredita, o forzata», precisai con un cipiglio interrogativo. «Altrimenti ti avrei respinto»
Fece un sospiro, sicuramente di sollievo.
«Avevo questa paura», spiegò. Poi mi guardò negli occhi. «E credo mi sia servito questo»
«In che senso?»
«Per capire», continuò. «Per capire di chi ho bisogno. Ti ricordi quando a Sheffield, l’altro giorno, ti ho baciata e ti ho detto che non eri tu la mia anima gemella? Ecco, mi sbagliavo. Insomma, stanotte ho provato emozioni vere nel... nel farlo con qualcuno. A Vartia quando costringevo una ragazza a, ehm, subire, non provavo niente. Rabbia, solitudine. Con te è stato diverso. Ho sentito di aver bisogno di te. Ero felice, mentre facevamo l’amore. Sentivo il mio cuore battere forte insolitamente. Ero come la persona più felice del mondo»
L’ha detto.
«Ora, mentre ti tengo la mano, Valerie, sono felice. Sentilo, il cuore mi batte fortissimo. Io, in questo esatto momento, accanto a te sono la persona più felice del mondo. Non so come tutto sia cambiato in pochi giorni. Solo una settimana fa uccidevo, ero infelice, solo. Ora ho te, sempre se tu mi vuoi davvero. Ora ho te, e mi sento completo. Valerie, sei tu la mia anima gemella. Ora... ora lo so»

 

fine


Buon pomeriggio! scusate l'ennesimo ritardo, ma da quando mia cugina se n'è andata (giovedì 13, di mattina) non ho più avuto un pc in casa. voglio dire, c'è quello in salotto, ma sto portando avanti una ribellione contro i miei che non vogliono mettermi il computer in camera. secondo loro mi chiudo nella mia stanza, quindi se non me lo mettono io sto più con loro. be', si sbagliano: io apposta resto in camera lo stesso, anche se non c'è il pc di mia cugina, così loro poi me lo metteranno (?) quindi in tutto questo tempo non ho scritto. mi sono messa d'impegno ora.
..come noterete, è l'ultimo capitolo. ho pensato a come sviluppare un quattordicesimo chapter, ma non mi viene in mente nulla. nella storia, il cattivo deve trovare l'amore. e ce la fa. quindi fare un altro capitolo sarebbe inutile. mi seguite? spero di sì. ora continuo con i ringraziamenti lol

Ringraziamenti

Ringrazio mia cugina Alessandra, per avermi permesso di usare il suo pc quando ero in punizione, giusto per continuare la storia. Ringrazio la mia migliore amica Linda per avermi sopportata agli inizi della storia, quando non sapevo come svilupparla e impazzivo dalla gioia alle prime recensioni. Ringrazio VOI, le lettrici, e tutte coloro che hanno recensito, rendendo speciale questa storia. E infine, ringrazio Justin per esserne il secondo protagonista. 
Un bacio, e spero voi abbiate davvero apprezzato. 

siemdrew

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