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Autore: Eliyss    24/12/2012    4 recensioni
Non riuscivo a non incantarmi davanti ai suoi occhi, azzurri come il mare alla mattina, all’alba del sole. Così brillanti e pieni di vita.
Non riuscivo a non rimanere affascinata dal suo volto così angelico all’apparenza, che grazie alle sue mille espressioni ti trasmetteva tutto senza nemmeno aprire bocca.
Non riuscivo a non soffermarmi sul suo splendido sorriso, così puro e vero, formato dai denti bianchissimi e perfetti e contornato dalle sue labbra rosee che chiedevano affetto.
Non riuscivo nemmeno a non sorridere alla vista del suo ciuffo, sempre spettinato ma allo stesso tempo adatto ad ogni occasione, e i suoi capelli così lucenti e sempre profumati.
E come potevo resistere al suo profumo, con fragranze talmente delicate, che mi bastava chiudere gli occhi e mi faceva ricordare ogni singolo momento trascorso insieme.
Questo otto mesi indimenticabili.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed anche quest’anno era arrivato, anche quest’anno era nuovamente, per la ventesima volta nella mia vita, il ventiquattro dicembre, vigilia di Natale.
Però qualcosa di diverto questa volta c’era.
Questo giorno così importante dell’anno, lo avrei passato in compagnia di una persona così importante per me, che da oltre otto mesi, amavo alla follia.
Proprio così, sapevo che quella notte così importante, mi avrebbe portato il regalo più bello che avessi mai potuto desiderare. Una notte così magica, in compagnia solo di lui, il mio Greg.
E così, come già avevamo stabilito da mesi, quella sera mi avrebbe portata in uno dei più raffinati ed importanti ristoranti di Londra: il The Ivy.
Io non potevo che presentarmi il più elegante possibile ed il vestito era già custodito al meglio in camera mia da circa un mese. Un po’ come la sposa quando deve scegliere il vestito giusto, senza però che il futuro sposo lo veda fino al tanto atteso giorno. La situazione era simile.
I colori che avevo scelto erano il fucsia ed alcune tonalità di rosa con rifiniture argentate. Me lo ero fatta fare su misura e decorato proprio come piaceva me, infatti mi costò una fortuna ma i miei contribuirono alle spese come regalo per il seguente compleanno, che sarebbe stato ben sei mesi dopo.
Il corpetto era a cuore senza spalline, e la gonna che arrivava a metà coscia, di velo che volteggiava delicatamente ad ogni mio piccolo movimento.
Le scarpe, tacco dieci almeno e la borsa decisi di abbinarle al cappotto che avrei indossato per coprirmi, dopotutto era sempre dicembre inoltrato: color vaniglia.
Ero pronta, mia sorella di due anni più giovane, mi aiutò con gli ultimi accorgimenti, e mi alzai in piedi in direzione della porta, pronta per attendere che il rumore della macchina di Greg mi desse l’ok per uscire.
L’agitazione cominciava a farsi sentire.
Il mio cuore batteva all’impazzata e non riuscivo a farlo rallentare.
Le gambe tremavano e avevo paura di non riuscire a reggermi in piedi.
Poi il segnale arrivò.
Greg suonò il clacson ed io cominciai a farmi aria con la mano.
“Sei perfetta- mi disse mia sorella –divertitevi, mi raccomando!”- continuò con tono malizioso facendomi l’occhiolino.
Io la salutai con un bacio sulla guancia ed aprii la porta.
Attraversai il vialetto del giardino con passo elegante e per fortuna non c’era vento che mi avrebbe sicuramente spettinata.
Il cancello si aprì maestosamente davanti a me, in modo da farmi passare e raggiungere finalmente la macchina.
Entrai.
Era bellissimo.
Non lo avevo mai visto così elegante, e lo aveva fatto solo ed esclusivamente per me.
Indossava lo smoking nero, e sotto una camicia bianca, talmente bianca che con i neon interni alla vettura risaltava ancora di più.
Molto classico, ma gli stava divinamente. Ogni giorno mi dava un nuovo motivo per amarlo ancora di più.
Era incredibile.
Mi accarezzò il viso e mi coinvolse in un bacio magico.
Speciale.
Diverso.
“Sei stupenda, amore”- mi sussurrò dolcemente appena terminammo.
 
Arrivammo proprio davanti a questa imponente struttura così elegante.
Entrati, un cameriere si avvicinò a noi e ci mostrò il nostro tavolo.
Ringraziammo cortesemente e ci andammo a sedere.
Lo aveva riservato accanto alla finestra, cosparso di candele ad illuminare ancora di più il suo volto, il suo sorriso.
Sapeva benissimo che le candele erano ciò che io consideravo il miglior arricchimento ad una scena così romantica. Come potevo non amarlo?!
La serata passò velocemente, anche troppo tra una cena deliziosa, ma allo stesso tempo delicata e leggera, e momenti romantici che non potevano mancare in una simile occasione.
Non riuscivo a non incantarmi davanti ai suoi occhi, azzurri come il mare alla mattina, all’alba del sole. Così brillanti e pieni di vita.
Non riuscivo a non rimanere affascinata dal suo volto così angelico all’apparenza, che grazie alle sue mille espressioni ti trasmetteva tutto senza nemmeno aprire bocca.
Non riuscivo a non soffermarmi sul suo splendido sorriso, così puro e vero, formato dai denti bianchissimi e perfetti e contornato dalle sue labbra rosee che chiedevano affetto.
Non riuscivo nemmeno a non sorridere alla vista del suo ciuffo, sempre spettinato ma allo stesso tempo adatto ad ogni occasione, e i suoi capelli così lucenti e sempre profumati.
E come potevo resistere al suo profumo, con fragranze talmente delicate, che mi bastava chiudere gli occhi e mi faceva ricordare ogni singolo momento trascorso insieme.
Questo otto mesi indimenticabili.
Ci congedammo al termine della cena. Aveva già pagato precedentemente.
Così il cameriere che ci aveva accolto così finemente, allo stesso modo ci accompagnò alla porta.
Erano tutti così composti, eleganti ed educati. Un ambiente meraviglioso.
Ma ovviamente le sorprese non erano ancora terminate.
 
Mi ritrovai davanti ad un hotel cinque stelle nel centro di Londra.
Se il ristorante dove avevamo trascorso la nostra vigilia era raffinato ed elegante, l’hotel lo era il doppio.
Aveva riservato una camera solo per quella notte, solo per noi due.
Niente distrazioni esterne, niente altri pensieri.
Solo noi.
Io e lui.
Ottavo piano, stanza quattrocentocinque.
Sicuramente non a caso proprio quella.
405, quattro-cinque, quattro maggio, il giorno in cui ci fu la domanda ufficiale, dopo mesi di frequentazione.
Era perfetto, in tutto. Non finirò mai di ripeterlo.
Era una delle stanze migliori che potevano offrire ed appena varcai la porta, notai l’eleganza generale di quell’ambiente, i colori pastello ovunque, gli arredamenti in legno pregiato e le moquette.
Mi sfilò delicatamente il cappotto e lo andò ad appoggiare sulla scrivania, mentre io mi diressi verso il bagno.
Anche io avevo una piccola sorpresa da riservargli.
Minuscola, quasi inesistente in confronto a tutto ciò che aveva fatto per me quella sera, ma sapevo che lui la avrebbe apprezzata comunque, qualunque cosa fosse.
Nella borsa avevo infilato un babydoll color crema, e me lo infilai cercando di non strapparlo dato che era interamente di pizzo e velo, e sotto solamente il perizoma, che faceva da completo.
Mi ridiedi una sistematina ai capelli, ma tanto non sarebbe servito a molto, con i programmi che ci eravamo fatti per quella serata.
Uscii dal bagno, pronta e piena di aspettative.
Ero carica di adrenalina come se dovessi salire su un palco davanti a milioni di persone.
Aveva appoggiato una ventina di candele di colore pesca e lilla su un mobile in un angolo della stanza e le aveva accese, lasciandoci illuminati solo dalla loro luce tenue e dall'imponente albero di Natale che si trovava nella piazza, proprio di fronte alla nostra finestra.
Ancora candele. Sapeva che in questo modo mi faceva impazzire. Voleva a tutti i costi attirarmi ancora di più a sé.
Mi avvicinai a lui in maniera provocante e lui mi fissò quasi a bocca aperta. Quando fui a qualche centimetro da lui, mi cinse i fianchi ed io gli poggiai le mani sulle spalle.
I nostri visi erano talmente vicini che le punte dei nostri nasi si sfiorarono, e ricominciammo ad inoltrarci in un altro bacio passionale, tra carezze ed altri gesti ormai diventati abituali.
Però mi sentivo come un po’ in imbarazzo, io ero coperta solamente da un velo di seta, mentre lui era ancora completamente vestito. Questo non era giusto, anche io volevo godere del suo fisico così provocante, del suo addome scolpito, di quella magnifica forma a V che gli andava a collegare il busto con le gambe muscolose, e che mi faceva letteralmente mancare il respiro ogni volta che mi si presentava davanti, come se fosse sempre la prima volta.
A lui piaceva essere servito, voleva che fossi io a desiderarlo con tutta me stessa, aspettava che fossi io a sfilargli ogni cosa lui indossasse, e così feci. Cominciai dalla giacca lentamente, una manica e poi l’altra, facendolo rimanere con la camicia. Gli snodai la cravatta e poi cominciai a sbottonare, delicatamente e senza fretta, tastandolo in ogni sua parte del petto.
Adoravo sentire con il tatto la morbidezza della sua pelle, e la durezza del risultato di tutti quegli anni di palestra.
Appena sentimmo il suono del Big Ben che segnalava l'arrivo della mezzanotte e l'inizio del Natale, stappammo lo spumante e compimmo il primo giro.
Dopodiché cominciammo con il sederci sul letto dopo aver appoggiato per terra i bicchieri e lui, rimasto a petto nudo ma ancora con i pantaloni sorretti dalla cintura, mi girò in modo che la mia schiena confinasse con il suo torace, e mi avvolse con le mani che andavano a chiudersi sotto il mio seno.
Mi invitò al centro del letto, proprio davanti ad uno specchio più alto di noi, appeso al muro che andava da poco sotto il soffitto fino a toccare il pavimento, e con la cornice decorata in oro.
Mi baciò sul collo, cominciò con piccoli baci che le labbra sfioravano appena la mia pelle, e nonostante questo, grazie alla sua dolcezza e delicatezza non riuscii a trattenere un piccolo gemito.
Era solo l’inizio.
Infilò poi una mano nella tasca destra e ne estrasse un piccolo cofanetto argentato a forma di cuore con stampata una nostra foto. La foto che io preferivo fra tutte, era speciale.
Mi invitò ad aprirla.
All’interno una collana con un ciondolo delle nostre iniziali che si intrecciavano fra loro, ricoperte di Swarovski. Me la porse delicatamente intorno al collo che aveva da poco smesso di baciare, e con le sue maniere così dolci che, per quanto potesse essere eccitato rimanevano sempre tali, mi sfilò l’unica cosa che ancora avevo addosso.
A questo punto, dopo aver aspettato tanto, non riuscii a resistere e, anche io ricambiai aiutandolo a togliersi i pantaloni.
Ci facemmo avvolgere dalla morbidezza delle coperte e così, cominciò il momento più magico che fino a quel giorno era accaduto. Le mie tante prospettive su quella notte si rivelarono verità.
In quel momento eravamo una cosa sola, legati da tutto, indivisibili.
Mi sentivo parte di lui.
I movimenti erano delicati ma allo stesso tempo precisi e incisivi ed io, vestita solo dalla collana.

-Look at me
Non poteva mancare la One Shot natalizia *O*
E scusate ma è stato più forte di me mettere Greg come protagonista!
Ok, è ufficiale: voglio trovarmici io in una situazione simile con Greg ewe
Allora come vi sembra? Non ho voluto farla rossa, mi sembra sia molto romantica comunque c:
Fatemi sapere che ci tengo! :)


Baci @alikee1D
 

Se vi piace osare, ecco qua la mia OS ROSSA sempre 
con il nostro (MIO) Greg come protagonista
---> Be my runaway 

  
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