Anime & Manga > Naruto
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Autore: Aiko Aislinn Jane    25/12/2012    0 recensioni
Premetto che questa fan–fiction mi è venuta così, dal nulla. Ho passato la giornata a pulire e preparare la pappa con mia mamma per il pranzo di Natale quando d’un tratto ho pensato: “sarebbe bello scrivere una fan–fiction natalizia”, ma non avevo idee. Poi, sempre dal nulla, mi è passata per la testa la mia canzone natalizia preferita Last Christmas. Da lì mi è venuta in mente tutta la storia. Spero vi piaccia, dato che ho finito ora, all’una e quarantasei di notte, di scriverla perché oggi non ne avevo il tempo! xD
Un felicissimo Natale a tutti :3
Aiko
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Last Christmas I lost her, but this Christmas I've found you.

Last Christmas, I gave you my heart…

 

Naruto osservò soddisfatto il frutto di un lungo giorno di lavoro: le lasagne in forno, che emanavano in tutta la casa il loro caldo profumo; il vino rosso accanto ai bicchieri sul tavolo, pronto per essere versato; la tavola ben apparecchiata con i primi antipasti. E nel frigorifero, nascosto alla vista, attendeva una dolcissima tiramisu, la torta preferita sia da lui che dalla sua ragazza.

«DIN–DOOON»

Naruto corse all’ingresso e sollevò il citofono. «Sakura? Sei tu?» domandò.

«Si!»

«Ti apro, vieni su!» rispose lui entuasiasta.

Aveva preparato tutto con la massima attenzione, aveva persino ripulito la sua piccola casetta per quell’occasione. Non c’era un solo calzino sporco in giro, niente scatole vuote di ramen in cucina, il letto aveva lenzuola fresche e pulite, le tende erano parzialmente tirate e le lampade ora avevano delle lampadine che spargevano una luce calda e accogliente. Era perfetto. Anche lui stesso era ben preparato: indossava una camicia bianca elegante e un paio di jeans scuri, ai piedi solo un paio di calze bianche e pulite come quando le aveva indossate qualche ora prima, visto che il suo pavimento splendeva di una pulizia che non riceveva da anni. Accese il lumino rosso in mezzo al tavolo e corse ad aprire la porta non appena Sakura vi picchiò le nocche. Come un vero gentiluomo, le prese la lunga giacca color avorio e l’appese accanto alla porta, poi la prese per mano e l’accompagnò al tavolo, invitandola ad attendere un momento assaggiando qualche stuzzichino mentre lui controllava a che punto fosse la cottura delle lasagne. Sakura gli rivolse un sorriso che gli illuminò il cuore e poi si sedette, mentre lui andava al forno e indossava gli spessi guantoni per togliere la teglia. Con una forchetta bucò la parte centrale delle lasagne e constatò che non erano ancora pronte.

–Ancora un paio minuti– mormorò più a se stesso che alla sua fidanzata. Nell’alzarsi qualcosa premette contro di lui e quando si girò Sakura gli passò le braccia dietro il collo e lo baciò con trasporto, spingendolo contro il bancone della cucina. Le sue labbra continuarono ad assaggiare quelle del biondo fino a quando non si fece avanti con la lingua, intrecciandola a quella del ragazzo. Naruto sentì la sua temperatura corporea salire e salire, facendolo avvampare. Afferrò i fianchi di Sakura e la fece voltare affinchè si trovasse al suo posto e continuò a baciarla, facendo danzare le loro lingue che guizzavano dalla bocca di lui a quella di lei e poi di nuovo da capo, i loro respiri veloci e spezzati. Le sue mani corsero a sollevarle la gonna e vi s’infilarono sotto, ma quelle di lei lo bloccarono.

«Saranno pronte, ora» gli ricordò, le loro labbra ancora vicinissime. Naruto si domandò per un istante a cosa si riferisse, poi si rammentò della cena che continuava a cuocere nel forno.

«S-si, certo» mormorò trovando l’autocontrollo necessario ad allontanarsi da lei.

Sfilò la pirofila dal forno e lo spense, servendo in tavola la sua pietanza. Ne servì una porzione per la fidanzata e una più abbondante per lui, e la serata proseguì tra chiacchiere allegre e disinvolte, accompagnate dalle loro risate crescenti di frequenza e volume mano a mano che la bottiglia di vino si svuotava. Quando finiro la cena si scambiarono i regali. Naruto aveva scelto il suo con estrema cura, passando ore e ore alla ricerca del regalo adatto per la sua ragazza. Infine, quando il lumino smise di spargere la sua essenza alla rosa, fu quella di Sakura ad avvolgere il suo mondo, forte e invadente, sensuale ed invitante. I loro corpi s’intrecciarono per il resto della notte tra le lenzuola del letto del giovane, scaldandosi a vicenda nel freddo dell’inverno.

 

 

But the very next day, you gave it away…

 

Naruto si risvegliò verso tarda mattinata, quando la luce fredda del 26 dicembre regnava sovrana nella sua stanza. Con la mente ancora annebbiata dal sonno, si rigirò tra le coperte, intuendo vagamente che qualcosa non andava e capendo cosa solo quando non trovò accanto a sé il corpo della sua fidanzata. Senza preoccuparsene più di tanto si alzò e si avvolse attorno una delle coperte di caldo e morbido pile che aveva sul letto. Andò in salotto e trovò le luci spente, un buio rischiarato dalla luce esterna ad attenderlo. L’atmosfera era fredda, troppo fredda dopo tutta una notte senza aver acceso il riscaldamento. Si chinò per attaccare alla corrente la spina delle lucine colorate che contornavano tutto il soffitto della stanza. La loro luce allegra illuminò l’atmosfera.

«Sakura?» chiese con un filo di dubbio nella voce, non sentendola muoversi per la casa. «Sakura, dove sei?» domandò ancora, il filo di dubbio che diventava una spessa catena che gli serrò la gola.

Le sue gambe si mossero per andare alla sua ricerca e le sue mani tremanti aprirono la porta della stanza da bagno, anch’essa fredda e buia, poi tornò in camera da letto, ma ovviamente non c’era nessuno, a parte lui. A questo punto, preso dallo sconforto, andò in salotto. A passi corti e lenti si avvicinò alla porta d’ingresso e fece per girare la chiave nella serratura, ma questa non scattò. Era già aperta. Atterrito, fece un passo all’indietro e qualcosa di freddo e piccolo gli finì sotto il piede nudo, facendolo scattare sia dal male che dalla sorpresa. Sollevò il piede e se lo massaggiò un attimo prima di abbassarsi a raccogliere l’oggetto, indistinto nella penombra non rischiarata dalle lucine natalizie. Nel raccoglierlo, l’oggetto fu esposto all’illuminazione delle luci. Nonostante avesse già capito raccogliendolo di cosa si trattasse, Naruto lo lasciò cadere, inorridito, arretrando verso il tavolo della cucina. Con le lacrime agli occhi e una devastante consapevolezza nel petto, si lasciò cadere su una sedia, scosso dai singhiozzi. I suoi occhi fissarono privi di ogni luce il tavolo ancora da sparecchiare, le carte dei regali scartati solo la sera prima. Non poteva crederci. L’aveva lasciato, e l’anello sul pavimento vicino all’ingresso ne era la chiara prova.

 

 

This year, to save me from tears,

I’ll give it to someone special

 

“Un anno. È passato un anno. Caspita” pensò Naruto, seduto sul suo letto, pensieroso e un po’ sorpreso. Quella notte proprio non riusciva a dormire, troppo preso da mille pensieri che gli attanagliavano la mente. La sera, verso le ventuno, si era fatto una lunga doccia tiepida, sperando di lavarsi via i pensieri e i timori e godersi una notte di sonno, per prepararsi alla giornata che lo attendeva. Inutile dire che non era servito a nulla, dato che la sveglia sul suo comodino segnava le due di notte e lui era seduto a gambe incrociate dalle ventitre. La sua mente vagava contro il suo volere e ricordava come l’anno passato in quel periodo stesse ancora assieme a Sakura. Dopo che lei l’aveva lasciato, Naruto aveva passato alcuni giorni di lacrime e dolore consumati sul cuscino del suo letto, senza più nessuna voglia di fare niente. Quando si era poi ripreso un po’ aveva deciso di andare a chiederle spiegazioni, ma al suo arrivo alla casa della ragazza dai capelli rosa aveva trovato una spiacevole sorpresa: seminascosto dalle ombre della sera del due gennaio, aveva visto una figura vestita di scuro che suonava il suo campanello e lei che usciva dalla porta indossando un sorriso sulle labbra e un miniabito sul corpo. Il giovane le aveva avvolto le braccia attorno al corpo e le loro bocche si erano unite in un bacio appassionato, mentre le mani di lui scendevano al suo sedere. Naruto si ritrasse nell’ombra, maledicendosi per essere andato da lei.

Naruto scosse la testa e tornò alla realtà della sua stanza. Il lato ottimista di lui lo rese dimentico di quei brutti momenti e il viso della sua amata gli attraversò la mente, riempiendogli il cuore. Non aveva alcun dubbio sul fatto che lei fosse davvero la sua anima gemella. Tra loro c’era una giusta parte di amore e passione, tenerezza e sensualità, un amore tenuto sotto controllo e che cresceva poco alla volta grazie alla gentilezza di lui e alla timidezza di lei. Nella sua mente, il ritratto del suo dolce viso era più reale e bello di quanto l’avrebbe mai potuto ritrarre una fotografia. Sorrise beato. Solo e abbandonato da quella che credeva essere la donna della sua vita, Naruto aveva trovato accanto a sé una sola persona che gli rivolgeva frasi di apprezzamento e incoraggiamento.

 

«TRIIIIN. TRIIIIIIIN. TRIIIIIIIIIIN».

Il telefono che suonava accanto al letto lo condusse al risveglio. Nemmeno si era accorto di essere scivolato nel sonno, ancora seduto, con la testa appoggiata alla parete. Si sollevò stropicciandosi gli occhi e cercò a tastoni il telefono.

«Prooonto?» rispose sbadigliando. Una risatina delicata e un po’ nervosa lo accolse.

«Ehm… ciao, Naruto–kun! Sono Hinata, sono fuori da casa tua. Ehm… lo so che è presto, ti disturbo?»

La dolcezza e l’insicurezza della sua voce gli donarono la giusta allegria per il risveglio in quel giorno speciale. Sbadigliò ancora una volta e infine si dichiarò sveglio.

«Dimmi pure amore, non mi disturbi» la rassicurò serenamente. Il silenzio dall’altra parte della cornetta lo indusse a chiedersi se la giovane fosse ancora in linea, poi si rese conto di quello che aveva detto e ricordò che certi termini la mettevano sempre un po’ in imbarazzo.

«Hinata? Hinataaa?» canticchiò.

«Io, s-si, ci sono. Ehm, sono qui fuori, Naruto–kun. Ma se non è il momento giusto torno più tardi, non c’è problema» gli rispose. Sentendo la sua voce allontanarsi Naruto intuì che stava per interrompere la chiamata, così la chiamò ad alta voce.

«Hinata! Aspetta, non andare, vengo ad aprirti, aspettami!»

Naruto si liberò in fretta dalle coperte e saltò fuori dal letto, temendo che la ragazza non l’avrebbe aspettato o non avesse sentito le sue ultime parole. Spalancò la porta della camera e si avventò contro quella d’ingresso, girò la chiave nella toppa e aprì la porta, trovandosi davanti la giovane che deponeva in tasca il cellulare. Hinata alzò lo sguardo su di lui e le sue guance si tinsero d’un rosso intenso. Guardando i suoi occhi sgranarsi e poi sbarrarsi, Naruto restò sbalordito.

«Che c’è, Hinata?»

«N-N-Naruto… t-tu… non sei ve-vestito» bofonchiò la giovane voltandosi dall’altra parte.

Naruto abbassò lo sguardo su di sé e vedendosi in boxer arrossì a sua volta.

«Oh, si… perdonami, temevo che te ne saresti andata se non fossi corso ad aprirti la porta» bofonchiò arretrando. «Vieni dentro, vado a vestirmi e poi ti preparo qualcosa da bere».

Dopo che Hinata si fu accomodata su una sedia al tavolo, Naruto andò ad indossare dei jeans e una maglietta arancia a mezze maniche e tornò da lei. Mentre accendeva il gas e vi posizionava il bollitore con l’acqua per il the, le domandò cosa ci facesse lì a quell’ora.

«Insomma, ti aspettavo stasera, se avessi saputi che venivi così presto avrei fatto in modo di non farti trovare questo… scempio» si scusò allargando le braccia ad indicare il suo soggiorno ancora sottosopra. Aveva programmato di sistemare tutto e poi preparare la cena.

«Perdonami, Naruto–kun, volevo aiutarti a preparare la nostra cena» gli rispose Hinata, meno imbarazzanta ora che lui era vestito.

Naruto versò il the per entrambi e la coinvolse nei suoi piani per la giornata, che proseguì tranquillamente. Prepararono la cena di Natale, a base di un particolare risotto con un ingrediente che Naruto non volle svelarle, e di champagne. Una cosa molto semplice con un dolce molto dolce alla fine.

Mentre il risotto si apprestava a finire di cuocere e Hinata finiva di apparecchiare la tavola, Naruto la invitò ad andare a sedersi sul divanetto. Hinata acconsentì in silenzio e sobbalzò quando l’Uzumaki le giunse alle spalle e le passò una benda bianca sugli occhi.

«Na-Naruto–kun, cosa fai?»

«Shhh, non voglio rovinarti la sorpresa. Attendi qui, ci metterò una decina di minuti, non voglio che tu veda quello che faccio né che tu senta, quindi ora accendo un po’ di musica, d’accordo?» le sussurrò all’orecchio, stringendole la benda dietro la nuca. Le posò un bacio sulla guancia e si allontanò dopo aver acceso lo stereo, diretto alla stanza da bagnò. Aprì l’acqua della vasca da bagno e mentre questa si riempiva tornò in cucina e versò il risotto nelle fondine, lo champagne nei bicchieri e infine portò tutto nella stanza da bagno, dove li appoggiò sul bordo della vasca. Trasse un lungo sospiro e iniziò a sfilarsi i vestiti, poi li piegò e depose sull’unico mobile della stanza, in legno chiaro. Restò un attimo dubbioso, chiedendosi se era la cosa giusta da fare. Conoscendo la timidezza della sua fidanzata e i suoi limiti, avrebbe anche potuto scappare sconcertata o non riuscire più a muoversi, o svenire dall’imbarazzo, o qualcosa del genere. Tirò un sospiro e raggiunse Hinata sul divano, inginocchiandosi davanti a lei, sfiorandole le ginocchia col petto nudo.

«Naruto–kun?» lo chiamò a voce bassa.

Naruto le sfiorò la frangia con le dita e si chinò in avanti per posarle un bacio sulle labbra, un singolo bacio delicato. Si tirò indietrò e vide le sue guance tingersi di un lieve rossore, nonostante non fosse certo la prima volta che la baciava in quei quattro mesi passati insieme. Si alzò in piedi e la tirò su con sé afferrandole le mani, poi la indirizzò gentilmente verso la stanza da bagno, guidandola con le mani e con la voce.

«Naruto–kun? Dove mi porti?» sussurrò ancora lei. Quando entrarono nella stanza da bagno espresse un timido gradimento per il profumo del pasto che li attendeva, che aveva riempito lo spazio con il suo forte aroma. Naruto prese un lungo respiro prima di afferrarle la mano destra e posarsela sul petto svestito. Quando al contatto fece per ritrarsi, lui la trattenne e la abbracciò, sentendola fremere contro il suo corpo.

«Hinata… quando vuoi che smetta, fermami» mormorò Naruto iniziando ad accarezzarle la pelle delle braccia, scoperta.

Con gesti lenti e delicati, le sollevò la maglietta per sfilarla e le mani della ragazza scattarono per bloccarlo, ma si fermarono all’istante e invece salirono per permettere a Naruto di togliergliela. Rabbrividì appena, riuscendo a controllare le sue reazioni. Naruto appoggiò le labbra nell’incavo del suo collo e salì fino alla spalla lasciandosi dietro una scia di leggeri baci che non la lasciarono smettere di rabbrividire. Le posò un altro bacio sulle labbra.

«Ti tolgo la benda, ma non aprire gli occhi, okay?»

«Si» rispose Hinata senza che la voce le tremasse, d’imbarazzo o incertezza.

Il biondò le sciolse il nodo dietro la testa e lasciò che cadesse a terra, mentre con le dita le sfiorò dolcemente le palpebre abbassate. Le mani di Naruto scivolarono sui suoi jeans e li sbottonarono, poi abbassarono la cerniera e si posarono sui bordi della stoffa iniziando a calarli. Si abbassò per farle sollevare i piedi e levarglieli, mentre lei acconsentiva senza opporre la minima resistenza. Ancora una volta, il ragazzo le si appoggiò e la abbracciò baciandola sulle labbra con una dolcezza disarmante. A quel punto si domandò se dovesse continuare. Se tra le sue braccia ci fosse stata Sakura, non avrebbe esitato, ma il suo rapporto con quella ragazza non aveva niente in comune con quello che aveva costruito con Hinata.

«Ti amo. E mi fido di te».

Quelle parole gli echeggiarono nella mente e un sorriso gli increspò le labbra. Non una minima esitazione aveva spezzato le sue parole. Calò le mani a slacciarle il reggiseno e in un altro gesto lieve le sfilò l’intimo inferiore, poi guidò le sue dita dalla pelle morbida e delicata e le poggiò al bordo dei suoi boxer, invitandola a proseguire. Hinata tremò di nuovo contro di lui, ma un istante dopo le sue dita si mossero e gli abbassarono l’ultimo capo che gli restava addosso. Chiuse anche lui gli occhi, avvertendo l’intensità di quel momento. Appoggiò il suo corpo a quello di lei e le disse di aprire gli occhi. Le palpebre le tremarono impercettibilmente prima di sollevarsi e osservare il viso arrossato del suo compagno, che le rivolse un sorriso colmo d’amore prima di condurla alla vasca da bagno. Vi entrò e la invitò con una mano a seguirlo, dopo di chè si sedette accanto a lei e le spostò le gambe sulle sue, prese un piatto di riso e una forchetta. Un altro singolo, dolce bacio a fior di labbra e le portò la forchetta con un po’ del suo piatto speciale alla bocca, lasciando che lo assaporasse lentamente prima di baciarla di nuovo.

«Buon Natale, Hinata» mormorò.

«Anche a te, Naruto–kun, buon Natale» sussurrò lei, rispondendo al bacio con estrema dolcezza.

   
 
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