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Autore: LazySoul    25/12/2012    4 recensioni
Dal primo capitolo:
«Vattene!», sentii la mia voce urlare, senza che il cervello avesse dato il comando alle labbra di muoversi.
Vidi il ragazzo di fronte a me aggrottare le sopracciglia, prima che sul suo viso comparisse un ghigno perfido e malizioso.
Non si mosse minimamente, mentre continuava a fissare le mie gambe nude, le spalle e il mio viso arrossato dall’imbarazzo.
«Malfoy? Mi hai sentito? Ti ho detto di...», iniziai, ma venni interrotta dalla sua voce:«Mi dispiace Mezzosangue, ma non capisco perché tanta fretta di mandarmi via, non possiamo chiacchierare un po’?»
«Certo Malfoy, cosa vuoi? Prendere il tè con me, magari? Così possiamo spettegolare come due vecchi amici, va bene?»
...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Perdonami_2

Buon Natale a Tutti! :)

E dato che a Natale siamo tutti più buoni, spero che abbiate voglia di lasciarmi una recensione! Intanto ringrazio le 5 persone che mi seguono e quelle che mi hanno inserita tra le ricordate e le seguite!

Thank you a lot! <3

E come avevo promesso ecco un altro capitolo, spero che vi piaccia!

Mi raccomando, recensite!!! :D

Lazysoul

2.

 

Passavo la maggior parte del mio tempo libero con i miei due migliori amici: Harry e Ron.

Erano cambiati molto dopo la guerra, come chiunque d’altronde, ma in loro – per un’osservatrice come me – la differenza era abissale.

Ron era diventato più serio e a volte si impegnava davvero quando doveva studiare, cosa che mi aveva colta alla sprovvista quando lo avevo notato la prima volta. Quel lato di lui mi affascinava, ma era troppo presto per parlare d’amore, certo, durante la guerra ci eravamo baciati, ma poi mi aveva detto che era stata una cosa troppo strana per lui, dato che si era sentito come se avesse baciato sua sorella, Ginny.

All’inizio quel suo commento mi aveva dato fastidio e profondamente ferita, ma poi avevo capito che aveva ragione e avevamo deciso di comune accordo di dimenticare quel bacio.

Harry invece sembrava sempre tra le nuvole, anche lui aveva deciso di studiare e di dare il massimo, ma il suo metodo era diverso da quello di Ron. Entrambi riuscivano a fare i compiti da soli, ma sapevo che – come accadeva anche a me – i ricordi e i sogni li tormentavano.

Quasi tutta Hogwarts aveva deciso di comune accordo di smettere con le rivalità tra le Case e le uniche persone che ancora si ostinavano a provare astio erano i Serpeverde, soprattutto Malfoy. Anche se quella sera, nel Bagno dei Prefetti, mi aveva mostrato il suo lato vulnerabile, il suo comportamento superiore e snob era rimasto come una maschera sul suo volto.

Più volte avevo desiderato avvicinarlo per parlargli, ma poi il coraggio mi era sempre mancato, sapevo che se avessi detto a qualcuno di ciò che era successo la notizia si sarebbe sparsa in un secondo e che quindi, a quel punto, lui non si sarebbe mai più fidato di me.

Certo, può sembrare strano, ma ero gelosa del nostro piccolo segreto, era bello pensare di averlo reso libero dal senso di colpa ed era bello ricordare il suo complimento.

A volte mi ritrovavo a sognare le sue lacrime, il suo volto contratto in un smorfia di disgusto per ciò che sua zia mi aveva scritto sul braccio e la sua bocca che sussurrava quella supplica a fior di labbra: “Perdonami”.

«Hermione? Secondo te dovrei chiederglielo io?», chiese Ginny, mentre si torturava con le mani l’orlo della gonna, totalmente dimentica del compito di Erbologia sul tavolo davanti a lei, che non aveva ancora concluso.

«Come scusa?», domandai, scacciando simili pensieri dalla testa e concentrando l’attenzione sulla mia amica.

«Harry non mi ha ancora invitato per la festa di Lumacorno e ho tanta paura che non lo faccia, quindi stavo pensando che magari potrei prendere io l’iniziativa, tu che dici?», sussurrò, mentre si guardava attorno, alla ricerca di orecchie vicine che avessero potuto udire le sue parole.

«Certo Ginny, tanto Harry non rifiuterebbe mai un tuo invito ad andarci insieme, lo sai che ti vuole bene, che ti ama tanto e che farebbe di tutto pur di vederti felice», mormorai, prima di fissare intensamente il foglio ancora bianco che avevo di fronte.

La Biblioteca era silenziosa, proprio come piaceva a me, ma non ero riuscita a trovare ancora le parole adatte per iniziare il compito di Trasfigurazione.

«Si, hai ragione!», esclamò raccogliendo tutti i suoi libri e sorridendo: «Meglio che glielo chieda subito, prima che mi manchi il coraggio. Ci vediamo, Herm».

Appena Ginny scomparve, mi sentii istantaneamente abbandonata.

Provai una sorta di panico e il cuore iniziò a battermi all’impazzata, ma la sensazione durò un istante prima che la sedia di fronte alla mia si muovesse, facendomi alzare di scatto lo sguardo.

«Granger», salutò cortesemente, anche se con un tono affilato, Malfoy, prima di sedersi e tirare fuori dalla borsa alcuni libri.

Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso, chiedendomi come mi sarei dovuta comportare con lui.

«Malfoy», ricambiai il saluto e per un istante incontrai i suoi occhi freddi.

Quello sguardo mi fece capire che tra di noi non era cambiato nulla.

Tornai a fissare il foglio davanti a me e, miracolosamente, trovai le parole da utilizzare per l’inizio del compito. Dettavo distrattamente, con un filo di voce, alla penna ciò che doveva scrivere, mentre sfogliavo il libro di Trasfigurazioni, dove avrei di certo trovato spunto per la parte più teorica del compito.

Mi ero quasi totalmente dimenticata del ragazzo che sedeva di fronte a me, quando lo udii borbottare qualcosa e sfogliare con rabbia il libro di Incantesimi.

Lo guardai di sottecchi per qualche secondo, chiedendomi che cosa gli fosse preso, prima di notare un livido bluastro sulla sua mandibola.

Aprii bocca per chiedergli chi gli avesse fatto male, ma poi mi bloccai, sentendo la gola improvvisamente secca.

Non erano affari miei e di sicuro non avrebbe gradito la mia curiosità, così tornai a dettare alla penna ciò che doveva scrivere.

Rimanemmo in silenzio per un’altra mezz’ora, si sentivano solo i nostri sussurri e il rumore della piuma sulla carta, la Biblioteca sembrava totalmente vuota. Un tempo forse avrei provato un leggero timore a rimanere sola con Malfoy, ma in quel momento continuavano a spuntarmi in mente i ricordi delle sue lacrime e della sua vulnerabilità e non potevo fare a meno di sentirmi triste e malinconica.

Ad un tratto lo sentii sbuffare sonoramente e non potei impedirmi di alzare il capo a quel rumore inaspettato.

Incontrai i suoi occhi chiari e impassibili, mi chiesi cosa stesse pensando in quel momento e se un giorno o l’altro sarei riuscita di nuovo a vedere dei sentimenti trapelare dal suo viso.

«Cos’hai da guardare?», chiese con un tono d’astio nella voce: «Vuoi una foto?»

Io scossi la testa, prima di tornare a fissare la pergamena e di dettare alla piuma ciò che doveva scrivere.

«Mezzosangue, ti ho fatto una domanda. Rispondimi», sibilò tra i denti, poggiando le mani coi palmi aperti sul tavolo e alzandosi in piedi.

«Non volevo disturbarti, ti ho sentito sbuffare e istintivamente ho alzato lo sguardo», ammisi, prima di prendere il compito finito e di riporlo nella mia borsa.

Ritirai tutti i libri e feci per andarmene, quando lo sentii chiedere in un sussurro: «Dove stai andando?»

Per un istante mi tornò alla mente il suo volto rigato di lacrime e sentii il cuore sussultare.

Tornai a fissarlo e vidi sul suo viso l’unico sentimento che non mi sarei mai aspettato di vedere: pentimento.

Era pentito per le parole dure e piene d’astio che mi aveva detto, pentito per non esser stato in grado di parlarmi normalmente, senza lasciar trapelare il suo nervosismo per qualcosa di cui io ero all’oscuro.

Non risposi alla sua domanda, ma gliene posi un’altra: «Vuoi che rimanga?»

Vidi i suoi occhi sbarrarsi, sorpresi dalle mie parole, prima che il suo sguardo gelido tornasse sul mio volto e lo sentissi dire: «Certo che no! Hai infettato abbastanza l’aria con la tua semplice presenza Mezzosangue»

«Avevi solo da sederti da un’altra parte», ribattei sorridendo appena, zittendolo, prima di allontanarmi e uscire dalla Biblioteca.

  
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