Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: edsguitar_    25/12/2012    1 recensioni
Una malattia che la costringe ad essere quello di cui ormai si è stancata, non può raggiungere la persona che ormai osserva da anni e questa persona si è accorda della sua presenza e non la disdegna di sicuro.
Una ragazza, un ragazzo, la malattia, un arrivo, problemi, e una storia che spero vi emozioni.
Buona lettura.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Shewolf.

~Harry.
In nemmeno un secondo mi ritrovai a terra, un braccio dolorante, e un lupo che cercava di morderti sopra. Forse urlai ma non me ne resi conto, l'adrenalina aveva già iniziato a correre nei miei basi sanguini e quasi non mi rendevo conto delle mie azioni, di aver afferrato il muso del lupo e cercato di spingerlo lontano da me. La prima cosa che notai in quel muso furono gli occhi, troppo familiari. No, non poteva essere il mio lupo quello che ora stava tentando di uccidermi.
Mentre continuava a mordere l'aria tra me e lui è graffiava il mio petto con le zampe anteriori notai altri particolari di cui fui enormemente felice. Il pelo era rossastro e non grigo-perla. Sorrisi, certo non era la situazione migliore per farlo ma quel pensiero prese inevitabilmente vita sul mio volto. 
Le braccia cominciavano a cedermi sotto la forza dell'animale che ancora lottava. Quando stavo per cedere totalmente, per finire i miei diciotto anni sbranato da un lupo in un bosco desolato che ormai nessuno più frequentava, la vita mi ripassò davanti: il volto di mia madre appena aprì gli occhi, il suo sorriso bellissimo, involti sorridenti di mio padre, di mia sorella e del mio patrigno. Il primo giorno di scuola, i miei amici dagli occhi chiari conosciuti alle elementari, le medie, il primo bacio con la ragazza di cui non ricordavo nemmeno il nome, le superiori, la sensazione di essere osservato ogni volta che uscivo in giardino, quando uscivo alla fermata della autobus per andare a scuola, il primo vero incontro con il mio lupo dagli occhi arancioni, la sensazione del suo pelo sotto le mie dita, il forte odore di muschio, terreno, felci, animale e quel pizzico di odore metallico derivati dal sangue, tutti i mesi che ero stato sentendo solamente la sua presenza, vedendone solamente l'ombra.
Bhe, di certo non potevo lamentarmi della mia vita. L'unico rimpianto probabilmente fu quello di non poter vedere un ultima volta quell'esemplare bellissimo.
Chiusi gli occhi e stavo per mollare la presa quando mi sentì subito più leggero. Era questo forse ciò che si provava a morire? Restai immobile con gli occhi chiusi. Poi mi resi conto di percepire il mio corpo, sopratutto grazie al dolore al braccio sinistro. Inspirai profondamente come non avevo mai fatto prima e aprì gli occhi vedendo il cielo grigio spezzato dai rami scuri degli alberi. Mi resi conto che oltre a sentire il mio corpo, riuscivo anche a sentire dei rumori in sottofondo. Guaiti, bassi ringhi, foglie che scivolavano e si stropicciavano. Mi alzai mettendomi seduto e poggiando la schiena su una roccia alle mie spalle.
Due macchie erano avvinghiate e lottavano come due cani per un pezzo di carne. Quel pensiero mi fece sorridere a quel pensiero perché molto probabilmente il pezzo di carne ero io. Sarei dovuto scappare ma qualcosa mi diceva che la cosa giusta era restare lì, accanto a quelle due macchie. La macchia più scura allontanò da se quella rossastra che andò a sbattere contro un albero, finendo a terra. Fu in quel momento che lo riconobbi, il mio lupo.
Mi sentì subito meglio.
Il lupo abbandonò la guardia, volto un'orecchia vero di me e poi si girò, inondandomi col mare arancione nei suoi occhi. Quel contatto venne interrotto dall'altro lupo che lo scaraventò a terra, cercò di azzannargli la gola ma esso lo calciò via con le zampe posteriori facendolo volare in aria. Il rosso si rialzò e scappò via.
Il mio lupo si voltò un'altra volta verso di me e nel suo sguardo c'era un qualcosa che stonava troppo con i'm colore degli occhi, come se volesse piangere. Guaì piano poi corse nella stessa direzione dove era fuggito l'altro. 

Restai lì, nel bosco, solo. Non mi capacitavo ancora di quanto successo, un lupo mi attacca e un'altro mi salva. Era di quanto più incredibile mi fosse mai successo.
Era possibile che un lupo selvatico si affezionasse ad un umano? Sembrava di si da quello che aveva fatto. 
Un ululato mi risvegliò dai miei pensieri.
Ci fu qualcosa in quell'ululato che mi spinse ad alzarmi, e a camminare verso la direzione in cui erano scappati i due. Non avevo dubbi, se fosse stato in pericolo avrei aiutato il mio lupo come lui aveva fatto con me, per quando fosse possibile combattere forza, denti e artigli con mani e braccia di cui uno dolorante.
Dopo qualche centinaio di metri vidi una macchia rossa in lontananza che subito sparì, qualche metro più avanti vi era un lupo bruno che mi fissava, gli occhi uguali a quello del mio, e, a circa un metro da questo c'era il mio lupo in preda alle convulsioni, riverso a terra. Il mio sguardo si spostava dal bruno al mio steso a terra. Il bruno distolse lo sguardo da me e si avvicinò al mio lupo che aveva messo di scuotersi ferocemente ma tremava soltanto. Annusò il muso poi uggiolò verso di me, mi fissò un ultima volta negli occhi poi fece dietrofront e se ne andò. Il terrore prese il sopravvento su di me come le convulsioni ripresero possesso del lupo.
«Aspetta, dove vai?!» gridai, avviandomi verso la direzione dov'era scappato, al lupo bruno di cui non camera già più traccia. Era incredibile il modo in cui quegli animali potevano sparire nel bosco come se non fossero mai esistiti. Tornai in dietro e il lupo continuava a contorcersi, muovendo le zampe in modo innaturale, la bocca spalancata ma non emanava nessun suono e gli occhi rivoltati, bianchi. Non avevo la più pallida idea di cosa fare. Chiusi gli occhi, rilassai le spalle e iniziai a fare respiri profondi per calmarmi. Quando li riaprì fui costretto a chiuderlo e riaprirli più volte. Non vi era più un lupo, ma una ragazza riversa a terra, nuda, tremante.
Restai qualche istante a guardare quel corpo, ma non perche fosse completamente nudo con solo i capelli corvini a coprirle le spalle e le braccia, ma perché non potevo crederci. Era praticamente impossibile, non esistevano i licantropi.
Tremava. Mi tolsi la giacca e delicatamente te ce l'avvolsi per scaldarla. Mi sedetti a terra con lo sguardo puntato su di lei senza guardarla veramente. Harold, usa la tua testolina riccia per qualcosa invece di stare qui al freddo senza far nulla! Mi rialzai e delicatamente la presi in braccio, tenendola avvolta nella mia giacca.
Sulla spalla destra aveva il segno di un morso, ancora un poco sanguinante. Era senz'altro il mio lupo, anzi, la mia lupa. 
In quindici minuti arrivai a casa e ringraziai tutti gli dei esistenti che i miei non ci fossero, altrimenti come avrei spiegato la presenza di una ragazza nuda e ferita tra le mie braccia? Hei mamma, sai sono andato a fare una passeggiata ne bosco sperando di trovare il mio lupo e ho scoperto che non è un lupo ma una ragazza e l'ho portata qui dopoché ha lottato contro un altro lupo per salvarmi e mi si è trasformata davanti agli occhi! La posai sul rialzo sul letto, presi le chiavi e aprì la porta. La ripresi in braccio, chiusi la porta con un calcio e la portai in cameraman mia. La misi sotto le coperte con la giacca ancora addosso per farla stare più al caldo.
Mi sedetti sul bordo del letto e studiai il suo viso. Un viso tondo, leggermente ovale, il naso piccolo, le labbra piene e rosse che si asciugavano ad ogni suo respiro, gli occhi chiusi, le sopracciglia scure un pò spesse ma si intonavano troppo bene con il viso. Le scostai un ciuffo di capelli che le ricadeva sul viso, i capelli un po' ispidi dato forse dalla vita nei boschi. Restai qualche altro istante a venerare quel viso, non era Angelina Jolie ma era bella, di una bellezza normale, comune. Mi alzai e andai verso l'armadio per cercarle qualcosa con cui vestirsi. Optai per una felpa e un paio di pantaloni della tuta, le presi anche dei boxer se avesse voluto indossarli, a me stavano stretti quindi a lei sarebbero dovuti stare per quanto potessero starle bene un paio di boxer puliti. Le scrissi un biglietto su cui mi scusavo per gli indumenti e le dicevo che se voleva poteva farsi una doccia nel bagno nella mia camera, e che avrebbe potuto trovare in cucina. 
Uscì dalla stanza lanciando un ultimo sguardo verso il suo uso prima di chiudermi piano la porta alle spalle. 




EESSì, nuovo capitolo c:
Contente? Spero di si.
Cooomunque, che dire? A dire la verità non lo so, mi soddisfa abbastanza questo capitolo, spero che soddisfi anche voi C:
vi lascio, ecco il mio twitter se volere:
@SamKRoth_
E, bhè, al prossimo capitolo gente :D
-C.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: edsguitar_