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Autore: Birdie    25/12/2012    0 recensioni
Titolo originale: "Five Bets that Blaine Anderson Lost to Burt Hummel, and One He Didn't (Technically)" - "Cinque scommesse che Blaine Anderson perse con Burt Hummel, più una che vinse (in teoria)" . È una lunga OS divisa in parti che posterò separatamente; il tema: il futuro della Klaine subito dopo la 4x10 raccontato tramite scommesse che Burt fa con Blaine.
#1 - Due mesi
#2 - Double or nothing
#3 - Regionali
#4 - Extra-long dorm sheets
#5 (+bonus) - Sorprese
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Carmen Tibideaux, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Riguardo agli spoiler: molte cose si basano sulla 4x10, la storia include alcuni spoiler resi noti riguardo gli episodi che usciranno dopo lo hiatus invernale e alcune cosette dal twitter di Ryan Murphy. ;)
Avvertimenti: Un cucchiaio di angst e uno di fluff.

La storia non è stata scritta da me, questo è il link di quella originale: http://luckie-dee.livejournal.com/6728.html che vi consiglio ovviamente di leggere se conoscete l'inglese, l'autrice scrive benissimo e spero vi piaccia la storia in italiano quanto a me è piaciuta in lingua originale. Mi farebbe un grandissimo piacere ricevere delle recensioni, ci ho messo tanto impegno nel tradurla e sopratutto è la prima volta che lo faccio, quindi consigli e critiche positive e negative sono più che ben accette! Buona lettura :) xx
- Bì

#1
 
Blaine si fermò al gradino della porta della casa di Burt e Carole, curvando saldamente le dita guantate attorno ai bordi della terza migliore casseruola di sua madre – quella con i fiori che non si sarebbe curata di rivedere – e inspirando una boccata di aria fredda. Quel momento era strano. Era strano, non è vero? Perché certamente non poteva dire di voler essere lì, ma voleva assicurarsi che Burt stesse bene, e in più, aveva fatto una promessa, una promessa che non aveva intenzione di rompere solo perché le cose erano diverse. Di nuovo.
 
Suonò il campanello.
 
Fu un sollievo quando Carole rispose, con il suo luminoso sorriso e la sua naturale e apparente abilità di sciogliere i suoi pensieri ingarbugliati. Ringraziò per la casseruola,
pose allegramente qualche domanda riguardo la scuola, e gli indicò la direzione del soggiorno. “Gli farà così piacere vederti, tesoro,” aggiunse, stringendo la sua spalla.
Trovò Burt, come al solito, accomodato sulla sua poltrona, che guardava un talk show sullo sport. La scena apparve a Blaine comune in modo rinfrescante, specialmente considerando che l’ultima volta che aveva visto Burt lui era ancora in ospedale intento a riprendersi dall’operazione alla prostata. Anche Kurt era lì, rivolgendo a Blaine un sorriso teso ma sincero dall’altra parte del letto.
Adesso, c’era solo Burt. La sua coperta colorata lavorata a maglia e sistemata sul suo grembo sembrava fuori posto, ma apparte questo, non appariva peggiorato. E, proprio come Carole aveva predetto, il suo viso si illuminò quando si accorse di Blaine. “Hey! Come stai, ragazzo? Siediti. Tra poco parlano della partita dei Buckeyes.”
“Sto bene,” rispose Blaine, appoggiandosi disagiatamente all’estremità del divano, con ancora indosso la sua giacca. “E tu? Sembri apposto!”
Burt accennò una risatina. “Ti risparmierò i dettagli spiacevoli, ma starò bene. Sono ancora in linea per essere di nuovo a Washington tra un paio di settimane.”
“Felice di sentirlo,” disse Blaine, il suo sorriso piccolo ma reale, perché lo era.
In quel momento, i giornalisti sportivi iniziarono a parlare della OSU, e Burt alzò il volume di una tacca o due. Non stava solo ascoltando – annuiva quando era d’accordo, sbuffava quando non lo era, commentando rivolto a Blaine: non conoscerebbero una buona difesa neanche se li mordesse nel sedere e ascolteresti mai questi clown? Blaine provò a seguire, ma lo sforzo fu lieve. Sfruttò gran parte della sua energia lasciando che i suoi occhi balzassero da un punto all’altro della stanza dove sapeva ci fossero foto di Kurt – sopra il televisore, le mensole nell’angolo, il tavolino.
Quando il segmento terminò, Burt abbassò nuovamente il volume e si voltò a guardarlo. “Bene, ragazzo, cosa c’è che non va?” domandò senza mezzi termini.
Blaine trasalì. “Cosa? Oh, niente. Ho solo … avuto una giornata molto stancante, e probabilmente dovrei…”
“Non me la racconti giusta,” interruppe Burt. “Sembra che qualcuno ti abbia investito il cane”
“Non è niente,” disse Blaine, lasciando cadere lo sguardo e torcendo le labbra nell’approssimazione di un sorriso. “Starò bene.”
“E’ la scuola?”
“No.”
“Amici?”
“No.”
La voce di Burt si ingentilì quando chiese “Kurt?” e Blaine ebbe la distinta impressione che l’avesse capito fin dal primo momento.
Sospirò e buttò fuori: “Tina mi ha detto che sta frequentando qualcuno di nuovo.”
“Già.”
Nonostante lo sapesse già, il cuore di Blaine precipitò ancora più in fondo. “Lo so di non avere alcun diritto ad esserne irritato,” disse. “Lo so. Non stiamo insieme, e non lo siamo stati per mesi ormai. Non sono arrabbiato. Penso che però ancora… bruci.”
Ci fu un attimo di silenzio, lungo abbastanza da far rendere conto a Blaine di quanto stupidamente stesse agendo. Lui e Kurt avevano appena ricominciato a parlarsi di nuovo; era ridicolo avere aspettative su un atteso futuro molto distante.
E ora stava piangendo davanti al padre del suo ex ragazzo per il nuovo ragazzo del suo ex ragazzo? Quando Burt probabilmente era solo contento che Kurt fosse felice di nuovo?
Avrebbe dovuto solo…
“Scommetto che non dureranno due mesi,” disse Burt, la sua voce tagliò i pensieri spaventati di Blaine.
“Cosa?”
“Adam. Il nuovo ragazzo. Kurt mi ha detto tutto di lui, e scommetto che non dureranno due mesi.” Burt estese solennemente la mano.
Blaine lo guardò diffidente. “Ma…è più grande. Ed è…lì.”
Burt fece spallucce. “Se sei troppo impaurito per mettere dei soldi su quel che dice la tua bocca, basta dire no. O forse sei solo stanco di perdere.”
Blaine aggrottò le sopracciglia. Non scommettevano su cose del genere. Le loro scommesse erano frivole – quale broche avrebbe scelto Kurt o quanto ci avrebbe messo a scegliere, e se avesse capito se fosse la stagione del football o quella del baseball. Era iniziato tutto in modo abbastanza innocente una calda mattina di Giugno durante quella prima gloriosa estate, quando tutto era nuovo ed emozionante, vibrante sotto la luce del sole e vicino sotto le stelle di notte. Blaine si era fermato da loro nel primo pomeriggio per venire a prendere Kurt, e mentre aspettava, aveva fatto un casuale commento su come il tempo fosse così caldo che avrebbe finalmente potuto costringere Kurt a indossare un paio di pantaloncini. Burt aveva solamente ridacchiato ironicamente dicendo: “Scommetto che ancora mette la sciarpa.”
E aveva ragione. Si era messo una sciarpa leggera, e non era strettamente avvolta attorno al collo di Kurt, ma c’era.
Dopo quella volta, era diventato un gioco che tiravano fuori una volta ogni tanto. Non era il preferito di Kurt, ma partecipava girando gli occhi e con una smorfia perché capiva senza che gli fosse detto che familiarizzare con Burt intiepidiva un freddo angolo nel cuore di Blaine. Ma Kurt c’era sempre stato. Aveva sempre saputo. E le scommesse non avevano mai riguardato niente di serio.
Blaine guardò dritto nel volto di Burt, che era aperto e preoccupato e mostrava un’aria di sfida. Forse Burt stava solo cercando di farlo sentire meglio, ragionò, e l’ultima cosa che voleva era essere maleducato e petulante nel rifiutare la sua gentilezza. “Dieci dollari che dureranno più di due mesi,” disse lentamente, dando alla mano di Burt una stretta esitante.
“Okay,” disse Burt.
“Okay,” fece Blaine, sentendo un po’ della tensione scivolare dalle sue spalle.
“Stai sbagliando, ma okay.”
 
 
  
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